mercoledì 29 febbraio 2012

Quote of the day: Nancy Mitford




“I think housework is far more tiring and frightening than hunting is, no comparison, and yet after hunting we had eggs for tea and were made to rest for hours, but after housework people expect one to go on just as if nothing special had happened.”

Nancy Mitford

martedì 28 febbraio 2012

Un'intervista alla sottoscritta/3

Di corsa, affannata per una scadenza - per fortuna un altro bel libro - vi rimando alla bella intervista che mi ha fatto l'autrice del blog Biblioteca giapponese (che come potrete vedere riprende anche il mio bannerino sulla citazione del nome del traduttore) sulla mia traduzione del libro di Julie Otsuka Venivamo tutte per mare.

L'intervista è accompagnata da alcune delle belle foto di Dorothea Lange, che documentano l'internamento dei nippo-americani della costa occidentale degli Stati Uniti nel 1942. Ne potete trovare una serie completa qui.


May 6: A girl waits with her family's baggage outside the Wartime Civil Control Administration station in Oakland. © Dorothea Lange

L'intervista comincia così:

Biblioteca giapponese: Silvia, innanzitutto grazie per avermi concesso questa intervista.
Molte delle opere di cui ti sei occupata appartengono alla letteratura statunitense. Nel leggere e, successivamente, nel tradurre Venivamo tutte per mare – nato in seno all’idioma inglese – hai captato delle qualità (letterarie, stilistiche, linguistiche…) o degli scarti peculiari? Si percepisce insomma, a tuo parere, quella che, genericamente, potrebbe esser chiamata impronta giapponese?
Silvia Pareschi: Uno degli elementi che più colpiscono nella struttura del romanzo è la voce narrante, una voce corale, un “noi” collettivo che da un lato annulla  l’individualità e dall’altro rende la narrazione più potentemente universale. A mio parere, l’impronta giapponese del libro consiste proprio in questo modo se vogliamo pudico di raccontare una storia così dolorosa, rifuggendo dall’immedesimazione in un io accentratore per cercare di comprendere in sé più voci e più storie. Anche nel precedente romanzo di Julie Otsuka si trova qualcosa di simile, i personaggi perdono un po’ della propria individualità per diventare parte di un noi collettivo, ma in quel caso l’autrice raggiunge il suo scopo in un modo diverso (che non vi svelo).

E continua QUI.

lunedì 27 febbraio 2012

Tre cose italiane belle in una settimana

Due concerti e un libro.

Il futuro SFJAZZ Center
San Francisco organizza un bellissimo Festival Jazz. Non solo, ma ha anche un eccellente resident professional ensemble, il SFJAZZ Collective, e sta costruendo il SFJAZZ Center, "a dedicated jazz performance space", cominciato grazie a una donazione anonima di 20 milioni di dollari ("the largest ever given to a jazz institution", e ci credo!) e ormai quasi arrivato al traguardo di 60 milioni di dollari raccolti.

All'interno di questo succulento festival, il primo concerto a cui abbiamo assistito, al prezzo abbordabilissimo di $25, è stato quello di Enrico Rava. C'era anche John Abercrombie, che però forse non stava bene, visto che la sua mediocre esibizione ha spinto tutti a domandarsi perché diamine lo avessero messo lì a togliere tempo a Rava. Che invece è stato fantastico.

Rinaldo Alessandrini
Qualche sera dopo siamo andati alla San Francisco Symphony a sentire un bel concertone classico, Haydn e Mozart diretti da Rinaldo Alessandrini. I nostri biglietti supereconomici da 15$ per la balconata dietro l'orchestra ci hanno concesso di vedere Alessandrini in tutto il suo splendore di direttore d'orchestra con grandi doti espressive. Le facce, i movimenti, la passione che esprimeva: non riuscivo a smettere di guardarlo, e di sorridere. E i musicisti sembravano anche loro assai contenti, visto che suonavano limpidi, vivaci e precisi. Jonathon ha detto che era la prima volta che gli veniva voglia di invitare a cena un direttore d'orchestra.

 


E infine, il libro. Con mostruoso ritardo ho letto Accabadora, di Michela Murgia. Molti di voi lo conosceranno già, perciò non mi dilungo. Se non lo avete letto però vi consiglio di leggerlo, perché è bellissimo.

sabato 25 febbraio 2012

California: un nuovo set su Flickr




Giusto per avvisarvi che ho aperto un nuovo set su Flickr. Si chiama California, e per ora contiene foto di Palos Verdes, Drake Beach, Point Reyes, Mendocino e Yosemite.

venerdì 24 febbraio 2012

Io sono un bombolone: traduzioni e leggende metropolitane

La protesta dei traduttori (di cui ho parlato qui, e che ha lasciato traccia anche nel bannerino artigianale che mi sono appiccicata qui di fianco) continua.

Oggi mi sono però imbattuta in un divertente post di Paolo Nori, che parla proprio di questa vicenda e si conclude così:

"Per esempio Kennedy, no?, il presidente, quello che era fidanzato con Marilyn Monroe, ma di nascosto, quando è andato a Berlino, che ha tradotto I am a citizen of Berlin, e l’ha tradotto con Ich bin ein Berliner, che, in realtà, sembra significhi Io sono un bombolone, come mi ha fatto notare, qualche settimana fa, Carlo Boccadoro; ecco, lui, non mi sembra che abbia tradotto molto bene, però quel discorso lì ha avuto successo, quindi, se si riduce la cosa al successo, avrebbe poi ragione Baricco, forse; dopo, però, quando gli han spiegato quel che aveva detto, Kennedy non lo so se ci è rimasto molto bene."

Conoscevo la storia di Kennedy-bombolone e l'ho sempre trovata spassosa, ma questa volta, guardando in giro per la rete, ho scoperto che si tratta di una leggenda metropolitana, smentita per esempio qui e qui:
"President Kennedy said the phrase absolutely correctly, although possibly with a thick American accent.  It seems that the German language is simply not that trivial — it has subtleties that very few non-native speakers grasp.  She said that if President Kennedy had said 'Ich bin Berliner,' he would have sounded silly because with his heavy accent he couldn't possibly have come from Berlin.  But by saying 'Ich bin ein Berliner,' he actually said 'I am one with the people of Berlin.'

Però è più divertente pensare che sia vera. Tutto sommato, JKF un po' ce l'aveva, l'aria da bombolone. 

Da wikipedia: Il biglietto di Kennedy con la pronuncia di : Ish bin ein Bearleener – kiwis Romanus sum – Lasd z nack Bearleen comen

giovedì 23 febbraio 2012

Una gita a Palos Verdes

Mi ci portò tempo fa un mio caro amico, Sandro Del Rosario.
La Palos Verdes Peninsula, a breve distanza da Los Angeles - descritta da Wikipedia come "an affluent bedroom community known for its dramatic ocean and city views from the Palos Verdes Hills, distinguished schools, extensive horse trails, and high home prices. To its inhabitants, Palos Verdes is known affectionately by its initials, P.V." - è un'altra località costiera californiana di spettacolare bellezza.

Quel giorno il tempo era nuvoloso, ma gli sprazzi di sole offrivano una luce bellissima, come si può vedere da queste foto (qui su Flickr).


mercoledì 22 febbraio 2012

Sul tradurre/4


«Il traduttore è l'unico autentico lettore d'un testo. Non dico i critici, che non hanno voglia né tempo di cimentarsi in un corpo a corpo altrettanto carnale, ma nemmeno l'autore ne sa, su ciò che ha scritto, più di quanto un traduttore innamorato indovini».

Gesualdo Bufalino, “Il malpensante”

martedì 21 febbraio 2012

And the winner is...




Chi era il commentatore n°3 al post
Malgrado il suo pessimismo di matrice cancerino-italico-lusitana, sono lieta di annunciare che la vincitrice del premio è... Elle da Lisbona!

lunedì 20 febbraio 2012

Il traduttore visibile

Source
Potrei parlarvi del traduttore come co-autore del testo. Potrei citarvi tante belle frasi sul tradurre e raccontarvi cosa fa un traduttore. Potrei, ma è tardi, voglio andare a cena perché poi devo tornare a tradurre per un altro paio d'ore prima di andare a letto. 

Allora mi limito a citare la lettera scritta il 2 febbraio dalla collega traduttrice Andrea Rényi alla redazione del quotidiano La Repubblica. La lettera non ha ricevuto risposta e il quotidiano continua a non pubblicare i nomi dei traduttori. Ho deciso di ripubblicare la lettera non tanto perché mi interessi questo caso in particolare, ma perché risolleva con pacata chiarezza un'annosa questione che francamente non capisco perché non si sia ancora risolta. E pubblicatelo, questo nome del traduttore, no?

Ecco il testo della lettera:

Gentile Alessandro Baricco,

siamo un gruppo di lettori forti, alcuni anche professionisti della parola scritta: scrittori e traduttori editoriali. Seguiamo la sua rubrica sui cinquanta libri migliori che ha letto negli ultimi dieci anni, curata ma priva di un dato essenziale, quello del nome della voce italiana degli autori stranieri da lei tanto apprezzati.

Con rammarico abbiamo notato infatti, che nella pagina del 29 gennaio, dedicata a "Go down, Moses" di William Faulkner (Einaudi, 2002), è giustamente riportato il nome dell'autrice della prefazione, Nadia Fusini, il nome dell'illustratore, Manuele Fior, e persino il copyright della foto che la ritrae, LesAmp&rsands, ma manca completamente il riferimento al traduttore, Maurizio Ascari.

Come ben saprà, i libri non si traducono da soli e la traduzione, che per il traduttore significa spesso molti mesi di impegno onnicomprensivo - intellettuale, spirituale, psicologico e anche fisico -, determina il successo (e, purtroppo, qualche volta anche l'insuccesso) di un autore e di un'opera nella lingua di arrivo. Il suo nome di autore sì invisibile ma fondamentale dovrebbe accompagnare sempre quello dell'autore del testo originale.

Certi che nel futuro terrà presente questa nostra breve nota, le auguriamo buon lavoro.

Distinti saluti.

(176 firme)


Ah, e se qualcuno si chiedesse perché poi i recensori dovrebbero scomodarsi a citare il nome del traduttore, c'è anche questa:
Legge 22 aprile 1941 n. 633
Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio
(G.U. n.166 del 16 luglio 1941)
Testo consolidato al 9 febbraio 2008

Art. 70, Comma 3: Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta.
 

domenica 19 febbraio 2012

Beautiful Houses/9

Tra il 1849 e il 1915, a San Francisco vennero costruite circa 48.000 case in stile vittoriano ed edoardiano (con il passaggio dal primo al secondo stile dopo la morte della regina Vittoria, nel 1901), molte delle quali dipinte in colori vivaci. Durante la prima e la seconda guerra mondiale, parecchie di queste case vennero ridipinte con una vernice grigio-corazzata fornita dalla Marina Militare. Circa 16.000 vennero demolite - in aggiunta a tutte quelle distrutte dal terremoto e dall'incendio del 1906 - e in molte altre le decorazioni vittoriane furono eliminate o coperte.

Nel 1963, l'artista Butch Kardum iniziò a combinare blu intensi e verdi sulla facciata della sua casa vittoriana in stile Italianate. I vicini lo imitarono, dando vita al cosiddetto colorist movement, che dal 1970 in poi ha trasformato decine di case grigie in quelle che oggi vengono definite Painted Ladies.

Eccone qui un famoso esempio, nel quartiere di Haight-Ashbury (detto fra noi, questi secondo me hanno un po' calcato la mano. Haight-Ashbury negli anni '70... ho detto tutto).
Per vedere le foto con una risoluzione più alta rimando, come sempre, alla mia pagina su Flickr.



 

sabato 18 febbraio 2012

Quote(s) of day: Franz Kafka & Pat Conroy





    "Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma noi abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev’ essere la scure per il mare gelato dentro di noi. Questo credo."
    Franz Kafka, Lettera a Oskar Pollak, in Lettere, a cura di F.Masini, Meridiani Mondadori, 1988




      “You get a little moody sometimes but I think that's because you like to read. People that like to read are always a little fucked up.”

      venerdì 17 febbraio 2012

      Big Man on Board


      Non so perché, ma alla guida di questa macchina con questo fantastico bumper sticker mi sembra di vedere lui, Clarence "Big Man" Clemons, che purtroppo se n'è andato l'anno scorso.


      giovedì 16 febbraio 2012

      Dalla pecora alla pecorina: errore o zingarata?



      Il Corriere Fiorentino segnala un bando per un assegno di ricerca dal titolo «Dalla pecora al pecorino. Tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano», pubblicato dalla facoltà fiorentina di Scienze Agrarie.

      Il bando, scrive l'autore del pezzo, Giulio Gori, "è stato ripubblicato sul sito del Ministero dell’Università, con tanto di traduzione in inglese. Ma (...) il compilatore del bando ha pubblicato un titolo inglese dai risvolti tragicomici: «From sheep to Doggy Style», un’espressione, dall’involontario quanto spassoso richiamo sessuale, che in italiano suona esattamente come: «Dalla pecora alla pecorina». La figuraccia ha poi assunto contorni addirittura internazionali, quando a Bruxelles, senza batter ciglio, qualche zelante estensore ha ripubblicato il bando anche sul sito della Commissione Europea."


      Aggiornamento: il Ministero dell'Istruzione si è scusato per gli errori apparsi sul suo sito.

      martedì 14 febbraio 2012

      Compleanno del blog: Giveaway!

      Il blog compie un anno, e vorrei celebrarlo con un regalo ai lettori. Visto che scrivo da San Francisco, ho scelto uno scrittore "concittadino", Dave Eggers, e il suo Erano solo ragazzi in cammino. Autobiografia di Valentino Achak Deng (Mondadori, 2007, trad. di Giuseppe Strazzeri).

      Eggers, come molti di voi sapranno, è il fondatore di McSweeney's, della scuola di scrittura non-profit 826 Valencia e di molte altre cose, tra cui, insieme all'omonimo protagonista del libro, la Valentino Achak Deng Foundation, che costruisce scuole e biblioteche in Sudan.

      Ecco come partecipare al giveaway:

      1. Diventare follower del blog.
      2. Pubblicare un commento per dire che volete partecipare all'estrazione e per ricordarmi che siete già follower del blog se lo siete già.
      3. Aspettare una settimana.
      4. Controllare se avete vinto (l'estrazione avverrà tramite Random.org).
      5. In caso di vittoria, aspettare qualche mese se vivete in Italia (il libro ce l'ho in Italia, appunto, dove tornerò verso la metà di aprile).
      6. Sempre in caso di vittoria, aspettare qualche altro mese se vivete negli Usa (non crederete che spenda 15 euro per mandare un pacchetto dall'Italia, vero? Porterò il libro con me quando tornerò a San Francisco all'inizio di luglio e ve lo spedirò da qui).
      7. Evitare di maledirmi per tutte queste complicazioni.

      lunedì 13 febbraio 2012

      Il bambino fa i capricci? Sarà un caso di DMDD

      Su Language Log si parla del DSM-5, la quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, ovvero il manuale di riferimento per i disturbi mentali più usato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, che verrà pubblicato nel maggio 2013.

      A quanto pare, l'autorevole tomo conterrà finalmente una definizione clinica dei capricci di vostro figlio. Anzi, due.
      Se il bambino tende a dire spesso di no, magari ad alta voce, e magari pestando i piedi, potrebbe soffrire di Oppositional Defiant Disorder. Ne parla diffusamente il sito della American Academy of Child and Adolescent Psichiatry, che raccomanda: "Treatment of ODD may include: Parent Management Training Programs to help parents and others manage the child’s behavior. Individual Psychotherapy to develop more effective anger management.  Family Psychotherapy to improve communication and mutual understanding.  Cognitive Problem-Solving Skills Training and Therapies to assist with problem solving and decrease negativity.  Social Skills Training to increase flexibility and improve social skills and frustration tolerance with peers."
      E naturalmente aggiunge: "Medication may be helpful in controlling some of the more distressing symptoms of ODD as well as the symptoms related to coexistent conditions such as ADHD, anxiety and mood disorders."

      I vostri figli potrebbero però soffrire di un altro disturbo, il Disruptive Mood Disregulation Disorder, o disregolazione turbolenta dell'umore, detta anche "capricci", per il quale naturalmente esistono delle terapie e dei medicinali ad hoc.

      Ma altri inquietanti disturbi mentali sono elencati nell'illustre manuale: tutti noi potremmo soffrire di Internet addiction, naturalmente, ma anche di Gambling Disorder o Hypersexual Disorder. E mentre anche la timidezza e la tristezza potrebbero diventare ufficialmente disturbi curabili farmacologicamente, ancora più preoccupanti sarebbero - secondo l'Independent - gli "attempts to redefine crimes as illnesses, such as 'paraphilic coercive disorder', applied to men engaged in sexual relationships involving the use of force. They are more commonly known as rapists."

      L'opposizione a queste novità è molto forte, e più di undicimila professionisti della psichiatria hanno firmato una petizione per chiedere la revisione del manuale. Come sostiene Peter Kinderman, direttore del Liverpool University's Institute of Psychology: "Many people who are shy, bereaved, eccentric, or have unconventional romantic lives will suddenly find themselves labeled as mentally ill."

      Una rassegna stampa molto esauriente potete trovarla QUI.

      sabato 11 febbraio 2012

      Copertine edulcorate per lettori americani

      Lo avevo già scoperto tempo fa dal blog Sociological Images, che parlava di come "Time" e "Newsweek" ucissero di frequente negli Usa con una copertina diversa da quella usata per il resto del mondo.

      Ieri Slate pubblicava un'anteprima della prossima copertina di "Time", aggiungendo, sotto il titolo "Does Time Magazine Think Americans Are Stupid?": "While readers in Asia, Europe, and the South Pacific—really, the rest of the Time-reading world—confront a serious profile about Italian Prime Minister Mario Monti and his role in the euro crisis, Americans are in for a special treat: a cover story called 'The Surprising Science of Animal Friendships*.' (The asterisk leads to a footnote at the bottom of the cover that says, 'BFFs are not just for humans anymore.') With not one but two adorable dogs against a hot-pink background, this week’s Time really signifies the editors’ staunch commitment to serious, hard-hitting journalism, even if it means risking unpopularity."


      Ecco alcune altre copertine, prese da Sociological Images:




      E c'è anche "Newsweek":


      venerdì 10 febbraio 2012

      Ma qui nessuno conosce De André

      Con i miei studenti parliamo spesso di musica italiana, e ormai mi sono fatta una discreta idea di cosa conoscono e apprezzano. C'era la fanatica di Eros Ramazzotti, per esempio. Tutti conoscono Pavarotti, naturalmente, ma anche Andrea Bocelli. E poi Laura Pausini, e un po' di Jovanotti. Molti conoscono Paolo Conte e qualcuno anche Mina. Ma nessuno, nessuno conosce De Andrè. Forse perché, come scrisse Michele Serra "La ballata di Fabrizio": "Detestava la sala d'incisione e ancora più i concerti, ai quali si sottoponeva come a un'interrogazione scolastica sgradita, e solo dopo essersi circondato di musicisti d'eccellenza, come per condividere una pena con amici fidati."   


      E allora, per cominciare, ecco Il sogno di Maria.


      giovedì 9 febbraio 2012

      Anniversario!

      Ci siamo sposati un anno fa, nel City Hall, il municipio di San Francisco.

      Come tutti i matrimoni che si celebrano nel municipio, anche il nostro si è tenuto nella "Rotunda", una sala appunto rotonda in cima alla solenne scalinata che vedete qui sotto. 
      Io indossavo un abito di seta scuro comprato un paio d'anni prima per 10$ in un negozio dell'usato, e una magnifica giacchetta nera con sfronzoli pelosi - molto hippy chic -  comprata nella stessa occasione per circa 25$.

      Il nostro giudice era giovane e simpatico, cinese e palesemente gay. 
      Più San Francisco di così...
      Ma aspettate, c'è di più.


      Nella Rotunda c'era, a tenerci compagnia, il grande Harvey Milk.
      E ve lo mostro con grande piacere, in questi giorni in cui è arrivata la bella notizia che la Proposition 8 (ballot title: Eliminates Rights of Same-Sex Couples to Marry. Initiative Constitutional Amendment; called California Marriage Protection Act by proponents) è stata giudicata incostituzionale.


      mercoledì 8 febbraio 2012

      Kermit e Miss Piggy non sono comunisti

      Are the Muppets trying to brainwash your kids against capitalism? 

      Circa un mese fa, i raffinati intellettuali di Fox Business hanno accusato i Muppets di voler indottrinare i bambini americani contro il capitalismo. La settimana scorsa, Kermit e Miss Piggy hanno tenuto una conferenza stampa per rispondere alle accuse.  

      Ringrazio ancora una volta Licia della segnalazione.



      martedì 7 febbraio 2012

      Quote of day: Duke Ellington

      Duke Ellington, great genius and gentleman, was once asked a question regarding "his people". 
       
      "Let's see, my people -- which of my people? I'm in several groups. I'm in the group of the piano players. I'm in the group of the listeners. I'm in the group of people who have a general appreciation of music. I'm in the group of those who aspire to be dilettantes. I'm in the group of -- what? Oh yeah, those who appreciate Beaujolais."



      lunedì 6 febbraio 2012

      Il coprifuoco dei minorenni

      Foto da qui
      Qualche giorno fa dovevamo uscire a cena con una coppia di amici che abitano nella contea di Marin, una zona, per citare Wikipedia, "nota in tutto il mondo per le sue bellezze naturali, per la politica liberal e per la sua ricchezza (è la contea con il più alto reddito pro-capite degli Stati Uniti)".
      La figlia diciassettenne della coppia dava una festa di compleanno in casa, e i genitori volevano lasciarle il campo libero e uscire a cena con noi.
      Nel pomeriggio ci arriva una telefonata: cambio di programma, dobbiamo restare in casa e cenare in cucina mentre di là i ragazzini fanno festa. Chi ha avuto questa idea idiota, chiedo io? La polizia, mi rispondono. Insomma, salta fuori che nel pomeriggio la madre ha ricevuto una telefonata dalla polizia, che la informa di essere stata avvisata da un "genitore preoccupato" perché la figlia avrebbe annunciato la festa su facebook in modo "un po' troppo allettante". L'agente al telefono ha quindi ricordato alla nostra amica che loro, in qualità di genitori, erano responsabili non solo di tutto quello che succedeva in casa, ma anche di ogni violazione del coprifuoco, e quindi consigliava loro di non uscire, se non volevano che la polizia vennisse a interrompere la festa.
      Coprifuoco? Ho capito bene? Sì: in alcuni dei sonnacchiosi paesi di Marin County, zona ad alto reddito pro-capite ed estremamente liberal, i minorenni hanno il divieto di uscire da soli fra le undici di sera e l'alba del giorno dopo. Questa è la legge:

      "8.12.010 Minor in public place after curfew unlawful--Exceptions. It shall be unlawful for any minor, herein defined as a person under the age of eighteen years, to loiter, idle, stroll, or play in any public street, public square, park, or any public place within the City of (...) between the hours of 11:00 p.m. and sunrise of the following day; provided, however, that the provisions of this section do not apply to a minor accompanied by his or her parent, guardian or other adult person having the care and custody of the minor, or where the minor is upon an emergency errand or legitimate business directed by his or her parent, guardian or other adult person having the care and custody of the minor; nor where such minor is directly proceeding to or from any place of business employment, amusement, worship or other legitimate activity."

      Questi minorenni sono ancora fortunati. Potevano nascere a Belleview, Florida, per esempio, dove "A person aged seventeen or under may not appear in public after 10 pm without parental accompaniment. No end of curfew time is specified in law. Other than parental accompaniment, no defences are provided. Citations and arrests are at the discretion of the chief of police."
      O a Magnolia, New Jersey, dove "A person under the age of eighteen may not be seen in public from 9:00 pm to 6:00 am on nights when there is school on the next day, from 10:00 pm to 6:00 am on nights when there is no school the following day, from 7:00 pm to 6:00 am on Halloween or the day before, or during school hours. Defences are provided. While there is a first amendment exemption, it requires written parental consent."
      A Magnolia chi marina la scuola va in galera, insomma. E guai a chi festeggia Halloween!

      Per una lista completa dei vari coprifuochi, date un'occhiata qui.

      domenica 5 febbraio 2012

      Un'intervista a David Bellos, il traduttore con un pesce nell'orecchio

      David Bellos, autore dell'ottimo libro sulla traduzione Is that a Fish in Your Ear? Translation and the Meaning of Everything, di cui ho parlato qui e di cui parlerò ancora in futuro, racconta del suo lavoro in un'intervista. Dall'introduzione si viene a sapere che Bellos "has achieved international recognition for his works as a translator and biographer": nello specifico, il Translator’s Prize (Awarded as part of the Man Booker International prize). "David Bellos is today, 22 June, announced as the sole winner of the Translator’s Prize of £15,000 awarded as part of the Man Booker International Prize. In accordance with the rules of the Man Booker International Prize, a translator (or translators) is chosen by the winner if their work is published in English". 
      Bellos è stato nominato da Ismail Kadare.
      [Questo per la serie: "ma che belle idee che hanno sempre all'estero".]

      Bellos, nell'intervista, dice fra l'altro, rispondendo alla domanda:
      Q: You write in your book how it is difficult to justify that poetry can ever be “lost in translation.” Why do you think readers are often quick to assume that finding an adequate translation is impossible?
      DB: Most people don’t even think how hard it is to translate even the simplest expression. They have no idea—and don’t want to have any idea — how much knowledge and skill is required to translate texts they prefer to think of as straightforward. But since they also find poetry difficult, poetry comes to mind as an easy example of what must be hard if not impossible to translate. That allows the kind of false generalization that I do my best to undermine in my book—that poetry is always lost in translation.

      E ancora:
      David Bellos
      Q: In your experience as a translator, how have you seen industry standards, techniques and common practices evolve over the years?
      DB: I have only ever really translated books for publishers, so I have no experience of the standards and practices of the industry as a whole. In my small part of the field I am aware of a small but steady increase in the respect and attention paid to translators. Of course, that may be just an optical illusion created by the fact of my now long service to particular publishing houses. But it is a fact that translators now get their names on the covers of books (in English), and that wasn’t true 25 years ago; and they do now nearly always get a royalty as well as a fee. So I think things have improved objectively.
      [In Italia alcune case editrici segnalano con particolare rilievo il nome del traduttore. L'elenco lo trovate qui. In Italia i traduttori non ricevono royalty dalle case editrici.]

      Q: What words of wisdom can you share with translators that you wish someone would have shared with you early on in your career? 
      DB: That there is no substitute for knowledge—finding things out is ALWAYS more fun in the end than just guessing. That there is no right translation of anything—you have to take responsibility for what you write as a translator just as you take responsibility for what you write as an author. But most of all I wish I had been given more confidence in the belief that translating is a respectable, valuable, creative and worthwhile use of a human brain.  
        
      Il resto dell'intervista si trova QUI.

      sabato 4 febbraio 2012

      Regala una pistola per la lotta contro il cancro



      Walther P-22 Hope Edition 3.4"

      "Discount Gun Sales is proud to team up with the Susan G. Komen Foundation to offer the Walther P-22 Hope Edition in recognition of Breast Cancer Awareness Month. A portion of each P-22 Hope Edition will be donated to the Seattle Branch of the Susan G. Komen Foundation.
      The P-22 Hope Edition has an exclusive DuraCoat Pink slide in recognition of Breast Cancer Awareness month. Utilizing the same reliable controls and firing mechanism that has made the Walther P-22 America’s top selling handgun, the Hope Edition will be a limited production pistol offered exclusively through Discount Gun Sales." 

      L'offerta è ormai scaduta, ma la pistola è ancora in vendita.

      N.B. La  Susan G. Komen Foundation è la stessa che aveva deciso di tagliare i fondi a Planned Parenthood, l'associazione pro-aborto che offre anche esami gratuiti per la prevenzione dei tumori al seno. Dopo una forte ondata di proteste via web la decisione è stata ritirata. Maggiori dettagli qui.

      venerdì 3 febbraio 2012

      "Take your speakers, and stick them in your ear": una lettera di David Foster Wallace

      Image: Lana; Large Version

      Sul blog Letters of note  ho trovato questa lettera scritta nel 1985 da David Foster Wallace allo "Amherst Student", il gionale dell'Amherst College che Wallace frequentava all'epoca. La lettera è la risposta a un altro studente, un tale Dave Hubbard, che aveva scritto allo stesso giornale lamentandosi perché gli altri studenti, fra cui evidentemente Wallace, non gradivano la musica che usciva costantemente dalla sua stanza a volume altissimo.

      Ecco il testo della lettera:

      To the Chairman:

      I write in response to a letter from Dave Hubbard '87, who objects to the fact that those of his neighbors who find his (apparently regular) blasting of music irritating and distracting have the power to call security and make him turn his stereo down. Hubbard regards his neighbors' unreasonable desire for quiet to think or to hear music of their own as dangerous infringements on his "freedom," and as symptoms of the oppressive, deadening atmosphere that apparently now obtains on the Amherst campus following the decision to close fraternities.


      Hubbard's thoroughly dumb letter wouldn't even deserve comment if it weren't such an irritating example of a sort of attitude regarding noise and music and freedom that seems pretty widespread at this college. People seem to think that it's their right not only to listen to whatever music they wish (which they could do at low volumes), not only to listen to it as loudly as they wish (which they could do on headphones), but to subject others to their particular choice of music and volume, too. (This sometimes gets as extreme as sticking their silly speakers in their windows.) Corresponding to their fascinating theory of loudness-as-inalienable-right is the idea that people who don't want to be subjected to their choices are spoilsports or tools who want to deny loud-music lovers their "freedom."


      This idea is thoughtless in more than one sense of the word. It's a fundamentally selfish (and so warped) idea of freedom. The way freedom is commonly and sensibly defined and understood, one is free to do exactly those things that do not infringe on other people's freedom to do the things they value—like sleep, or read, or do homework, or talk to their friends, or listen to stuff they like...silly things like that. Hubbard's blasting of AC/DC obviously denies people who can't escape earshot the freedom not to have to listen to loud music (in the particular case of AC/DC, I think this freedom is probably cherished by every rational being over the age of nine). Since his blasting does this, he's clearly not "free" to do it. He can of course still be an inconsiderate schmuck and try, until somebody gets irritated enough to call Security or to pay him a little visit himself. For those of us he's forced his tastes on and annoyed, all we can say, in the words of the immortal lyricist S.O. Teric, is "So sad you're off to Stanford at the end of the year/In the meantime take your speakers, and stick them in your ear."


      Dave Wallace '85

      giovedì 2 febbraio 2012

      I diversi usi di una cattedrale






      Qualche tempo fa avevo pubblicato un post sulle sedute di yoga che si tengono il martedì sera nella Grace Cathedral, la cattedrale episcopale di San Francisco.














      In questi giorni mi è capitata sotto gli occhi due volte, in due posti diversi, l'immagine di questa libreria di Maastricht, ricavata da una chiesa dominicana: la  Boekhandel Selexyz Dominicanen.

      Se volete vedere altre foto delle "20 librerie più belle del mondo", le trovate su Flavorwire.
      (Le mie preferite sono quelle di Porto, Buenos Aires e Parigi.)

      Ah, l'altro posto dove avevo visto la foto di questa libreria è un bel libro intitolato Old Buildings, New Designs.