giovedì 28 febbraio 2013

Quote of the day: Marcello Mastroianni

Foto di Steve Schapiro
"Mie care, la felicità consiste nel poter dire la verità senza far mai soffrire nessuno."
(Guido, in 8 ½)

mercoledì 27 febbraio 2013

Un libro meraviglioso



Stamattina è arrivato questo. Sono i dipinti ad acquarello su cui John James Audubon basò le 435 incisioni del suo capolavoro (nonché Libro Più Caro del Mondo) The Birds of America.  

Un librone pieno di meraviglie che per un po' mi hanno  fatto dimenticare anche le elezioni. 

Poi stasera ne ho parlato con gli studenti (delle elezioni, non del libro), che sono rimasti prevedibilmente perplessi.







La colomba migratrice, un tempo la specie di uccello più numerosa al mondo, oggi estinta

martedì 26 febbraio 2013

Lo dico con Altan (ma non solo)

Stavo per pubblicare un post solo con questa
 
E poi ecco che all'ultimo momento sento anche qualche parola costruttiva, che mi piace, da Cristiana Alicata:
"Ora: niente inciuci. Niente dialogo con Berlusconi. Bagno di umiltà e 3 punti da fare con il M5S: legge elettorale, taglio degli stipendi, taglio dei parlamentari e ritorno al voto. Se solo proviamo a parlare con Berlusconi al prossimo giro il M5S prende il 51% e se lo sarà pure meritato."

domenica 24 febbraio 2013

È importante, la bellezza

"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi sorti all'improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore".

Peppino Impastato

(Citato in questo articolo, che sottoscrivo in pieno. E qui la bella lettera di Maria D'Asaro, che ha commentato qui sotto.)

venerdì 22 febbraio 2013

I giorni di malattia retribuiti negli Stati Uniti


Indovinate un po'? Non ci sono.

Come nel caso dei giorni di ferie e del congedo di maternità di cui ho parlato nei due post precedenti, "non ci sono" significa che non sono previsti a livello federale (a parte per gli impiegati governativi, che ne hanno 13 all'anno). La maggior parte degli americani è favorevole a introdurlo, ma per ora lo Healthy Families Act non è ancora passato. Attualmente, il  Family and Medical Leave Act garantisce un congedo non retribuito per malattie gravi.
San Francisco è stata la prima città a introdurre il congedo di malattia retribuito, nel 2007. L'hanno poi seguita Washington D.C. e lo stato del Connecticut.

Trovate molte altre informazioni qui e qui.



Chart courtesy of the Center for Economic Policy Research

giovedì 21 febbraio 2013

Le ferie retribuite negli Stati Uniti


Non ci sono. 

O meglio, un po' come nel caso del congedo di maternità di cui parlavo ieri, non esiste una legge federale che imponga un certo numero di giorni di ferie retribuiti. I giorni di ferie, e la loro eventuale retribuzione, vengono concordati tra il dipendente e il datore di lavoro.

Nel grafico qui sotto, che viene da qui e che riguarda i paesi Ocse, trovate il numero di giorni di ferie retribuite in blu, e i giorni di festa retribuiti in rosso.
Come si racconta in questo articolo: "La media europea è superiore alle quattro settimane all’anno (considerando anche le molte feste nazionali), mentre quella americana è circa la metà. La legge americana non impone ai datori di lavoro di fornire congedi retribuiti (è l’unico caso tra tutti i paesi Ocse), mentre in Europa i lavoratori hanno diritto ad almeno 25-30 giorni di vacanza. I giorni di diritto scendono a 20 per Australia e Nuova Zelanda, e a 10 in Canada e Giappone, che più si avvicinano così al modello americano. Il gap è aumentato dal fatto che gli Usa (anche qui caso unico) non prevedono durante l’anno giorni di festa nazionale retribuita, mentre negli altri casi esaminati i giorni di paid public holidays arrivano fino a 13. In America sono i datori di lavoro a garantire alcuni giorni di vacanza ai lavoratori, attraverso accordi collettivi o individuali, ma quello che la ricerca vuole sottolineare è che in Europa ci sono degli standard legali che difendono il diritto alla spiaggia (per così dire) dei lavoratori, sancito dalla direttiva Ue sull’orario di lavoro del 1993, che garantisce 4 settimane o 20 giorni di ferie l’anno. Il governo americano invece non impone standard minimi, e allora le aziende americane fanno i propri interessi, che in questo caso non coincidono con quelli dei propri dipendenti. Così circa un lavoratore su quattro non ha nemmeno un giorno di vacanza retribuito. Secondo dati forniti dallo stesso governo americano, un lavoratore medio del settore privato americano finisce per fare nove giorni di vacanza e sei giorni di feste nazionali l’anno: 15 giorni in tutto, ovvero meno degli standard legali fissati dall’Ue e della realtà concreta dei maggiori paesi Ocse, che vede la Francia vantare 31 giorni (30 di vacanza e 1 solo di festa nazionale retribuita, il primo maggio), la Spagna 34 (22 12), l’Italia 33 (20 13, secondo dati del 2004), la Germania 30 (20 10), Australia e Nuova Zelanda 27 (20 7), il Regno Unito 20 (20 0). Inoltre, notano gli autori della ricerca Rebecca Ray e John Schmitt, la media americana si abbassa per i lavoratori part-time o a basso salario."



mercoledì 20 febbraio 2013

Il congedo di maternità retribuito negli Stati Uniti


Non c'è.

Gli unici altri paesi in cui il congedo parentale retribuito non è previsto per legge sono: Suriname, Liberia, Palau, Papua Nuova Guinea, Nauru, Western Samoa e Tonga. (Questo vale a livello federale. La California, per esempio, che è più civilizzata, prevede il congedo parentale retribuito anche per le coppie dello stesso sesso.) 
(Fonte: The New York Times).



martedì 19 febbraio 2013

La fiera delle gemme di Tucson

La settimana scorsa Mr. K è stato al Tucson Gem and Mineral Show, una delle più importanti fiere mondiali di gemme, minerali e fossili. C'è andato per scrivere un articolo sui suoi amati meteoriti. Così, anziché aggirarsi per il Tucson Convention Center, 16.800 mq sberluccicanti di rubini, zaffiri e smeraldi, si è ritrovato a sguazzare nel  mondo - a lui più congeniale - dei commercianti e collezionisti di meteoriti, tipi assai bizzarri e perlopiù obesi che espongono la loro merce sparpagliandola sui letti di squallidi motel. 

Ha partecipato anche a un'asta di meteoriti che si è tenuta in una Veteran Hall. I reduci di guerra erano nell'altra stanza a guardare la Tv. Prima dell'asta è stata distribuita una torta con dentro dei pezzi di meteorite che solo alcuni fortunati avrebbero trovato. Mr. K è stato uno di quelli.

 
Un paio di note. 
1. Tucson, per una delle allegre bizzarrie della fonetica americana, si pronuncia così.
2. Ho ricevuto in dono alcuni zaffiri grezzi (io avevo chiesto una cosa tipo questo, ma a quanto pare li avevano finiti) identici a questo. A parte usarli per qualche cerimonia sacra sciamanica in onore della Pachamama come suggerisce l'autore del sito, devo ancora decidere cosa farne.

Statue di dinosauri pronte per la spedizione

sabato 16 febbraio 2013

Oggi sono su Nazione Indiana/4


National Archives image of Julie Otsuka's family in San Bruno, California. The image is captioned "Family of Japanese ancestry arrives at assembly center at Tanforan Race Track". Her grandmother is in the hat, her uncle (age 7) is in the foreground and her mother is hidden behind her uncle.

venerdì 15 febbraio 2013

Il giorno in cui si ballò in chiesa e in prigione

 


Che festa! Un gruppo di splendide danzatrici, la Dholrhythms Dance Company, musica indiana e un sacco di gente che ballava nella cattedrale. Anch'io, come diceva Alice nei commenti di ieri, ho tentato di muovermi in tutte le direzioni cercando di azzeccare almeno un movimento ogni dieci, ma non c'è niente da fare, io pratico esclusivamente il ballo anarchico.

E comunque, al di là di me, ballavano tutti, anche i preti (quello che vedete nella foto sotto si divertiva un mondo).
A sinistra, The Very Reverend Dr. Jane Shaw, cioè la Dean di Grace Cathedral


E a proposito di posti insoliti dove si è danzato oggi a San Francisco... (non perdetevi il poliziotto che balla con i detenuti, al minuto 2:34)




giovedì 14 febbraio 2013

Ballo nella cattedrale

Grazie ad Amanda e a Sandra per avermi ricordato questa iniziativa


Si balla contro la violenza sulle donne, e qui a San Francisco si ballerà anche nella mia cattedrale preferita, vicino a casa. Come spiega in questo video la Dean della Grace Cathedral, la Very Rev. Dr. Jane Shaw, “le Chiese cristiane non parlano molto della violenza contro le donne, perciò è davvero importante che partecipiamo a questa giornata”.

lunedì 11 febbraio 2013

Alcune cose che infastidiscono una traduttrice

Lui mi capisce
Così, in ordine sparso. Non sono tutte, ma nella vita non si può mica stare sempre infastiditi.

1) Quella che un giorno mi ha detto: "Senti, mi dici come si fa a diventare traduttrice? No, sai, perché mi servirebbe proprio un lavoretto adatto a una che non ha davvero bisogno di lavorare..."

2) Sentir raccontare in questa bella intervista che una collega francese si è comprata una casa con i suoi guadagni di traduttrice (in questo caso, più che di fastidio, sarebbe più appropriato parlare di invidia).

3) Le recensioni in cui non viene citato il nome del traduttore (l'ho già detto un sacco di volte, lo so).

4) I titoli di articoli sulla traduzione che contengono le noiosissime espressioni "lost in translation" e "traduttore traditore". Ultimamente mi è venuta in uggia anche "la vita agra" di bianciardiana memoria. E su, dai, un po' di fantasia!

domenica 10 febbraio 2013

More Than Human: le foto di Tim Flach


Tim Flach è un fotografo londinese che fa straordinarie foto di animali. Andate a scoprire il suo sito









giovedì 7 febbraio 2013

Laboratorio di traduzione letteraria/2

Comincia il 18 febbraio la seconda edizione del webinar di traduzione letteraria tenuto da me e Federica Aceto. La prima edizione era questa.


Tradurre Letteratura

 

Tradurre Letteratura

 

Laboratorio di traduzione letteraria dall’inglese

II edizione
18 febbraio-21 marzo 2013
CON IL PATROCINIO GRATUITO DI AITI
Tutti i professionisti, tutti i corsi e i laboratori di Langue&Parole formazione sono sempre stati concentrati sull’aspetto più concreto e pratico della traduzione. Ogni nostro sforzo è sempre stato dedicato all’artigianalità del tradurre: come in una bottega. I seminari, la revisione sui testi e gli incontri personalizzati sono la nostra normale pratica di lavoro.  Ora tutto questo è applicato alla parte più creativa: la letteratura. Laboratorio applicativo di traduzione letteraria, con la collaborazione di due esperte traduttrici, Federica Aceto e Silvia Pareschi. Ci avvicineremo a grandi romanzi di autori contemporanei.  Un laboratorio nel senso più vero della parola: un confronto con i testi e con i traduttori, esercizi di traduzione e testimonianze professionali.
Dal 18 febbraio al 21 marzo 2013.
Iscrizioni aperte. Euro 260,00 fino al 4 febbraio, euro 290,00 fino al termine delle iscrizioni. Informazioni 0292888626.
Affronteremo testi di grandi autori ancora inediti in Italia, che usciranno in contemporanea al corso. Il laboratorio è quindi aperto anche a chi lo ha già frequentato nella prima edizione. 
Questo laboratorio vuole essere un esperimento creativo per chi ha voglia di affrontare la letteratura nella sua concretezza. Per chi ha voglia di aggiornarsi con le parole, attraverso le parole.
Struttura del Laboratorio:
Lingua di lavoro: inglese CORSO INTERAMENTE ONLINE/E-LEARNING
Organizzazione: Cinque settimane di laboratorio, cinque romanzi da affrontare, quattro autori da capire, quattro incontri con chi ha lavorato sui testi, due esercitazioni di traduzione.
2 incontri con LANGUE&PAROLE: con noi sono previsti due incontri collettivi. Il primo appuntamento introduttivo agli argomenti e allo scopo del seminario; il secondo sarà invece alla fine del laboratorio come sintesi e conclusione.
4 incontri collettivi: (due con Federica Aceto e due con Silvia Pareschi) di confronto sulla traduzione dei romanzi, con esempi pratici. La storia personale di come si può capire un autore e restituire un testo.
2 laboratori applicativi: degli autori proposti ogni partecipante potrà tradurre due brani (indicati a inizio del laboratorio). Dopo gli incontri collettivi con le due traduttrici, seguirà una revisione personalizzata e un appuntamento di raffronto individuale sull’elaborato (con i revisori di Langue&Parole).
Materiale didattico e insegnanti: ogni partecipante riceverà una breve raccolta di appunti di presentazione degli autori e dei romanzi; una presentazione da parte delle due traduttrici sul loro lavoro e sulla loro esperienza legata ai testi del laboratorio.

FEDERICA ACETO 
MARTIN AMIS, Lionel Asbo;
TAIYE SELASI, Ghana Must Go
 
SILVIA PARESCHI
ZADIE SMITH, NW;
JUNOT DIAZ, La breve favolosa vita di Oscar Wao e This Is How You Lose Her
Federica Aceto: nata a Formia nel 1970, ha studiato Lingue e Letterature Straniere a Napoli, per poi conseguire un MA in Letteratura Anglo-Irlandese a Dublino e un Master in Mediazione Linguistica e Culturale a Roma. Ha vissuto per diversi anni in Irlanda, dove ha lavorato come lettrice presso il dipartimento di italianistica dello University College Dublin. Ha tradotto una quarantina di libri di narrativa. Tra gli autori da lei tradotti: Ali Smith, A.L. Kennedy, Stanley Elkin, J.G. Ballard, Martin Amis e Don DeLillo. Ha anche curato la revisione delle traduzioni in italiano di autori quali David Foster Wallace, Jonathan Franzen e Thomas Pynchon.
Silvia Pareschi: lavora come traduttrice letteraria da dodici anni. Fra gli autori da lei tradotti, oltre a Jonathan Franzen (tra i tanti titoli, citiamo Le correzioni, Einaudi 2002, e Libertà, Einaudi 2011), figurano Cormac McCarthy (Il guardiano del frutteto, Einaudi 2002), Don DeLillo (Cosmopolis, Einaudi 2003), Amy Hempel (Ragioni per vivere. Tutti i racconti, Mondadori 2009), Nathan Englander (Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank, Einaudi 2012), Junot Díaz, E. L. Doctorow, Denis Johnson, Julie Otsuka, Annie Proulx. Ha appena finito di tradurre NW di Zadie Smith. Vive a metà fra l’Italia e San Francisco, insieme al marito, l’artista e scrittore Jonathon Keats, di cui ha tradotto in italiano una raccolta di racconti, Il libro dell’ignoto. Quando è negli Stati Uniti, oltre a tradurre, insegna italiano agli americani. Dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere, ha seguito il Master in Tecniche della narrazione alla scuola Holden di Torino. Durante un seminario sulla traduzione, è stata notata dalla docente, Anna Nadotti, che l’ha segnalata alla casa editrice Einaudi. È stata quindi “scoperta” da Marisa Caramella, l’editor che le ha affidato la sua prima traduzione in assoluto, Le correzioni di Jonathan Franzen.  Il suo blog è  http://ninehoursofseparation.blogspot.com

mercoledì 6 febbraio 2013

Sul tradurre/7

Emine Sevgi Özdamar
«Non sempre quando si è all'estero si perde la propria lingua madre, tuttavia sono tanti gli aspetti della vecchia vita che mancano: non c'è la quotidianità, mancano le voci dei venditori di strada. Ma soprattutto mancano le persone. Tua madre, la fonte d'amore della tua lingua non c'è. Tutti i tuoi ricordi sono connessi alla lontananza. Ed ecco che a un tratto le parole non ti toccano più, non ti emozionano più. È un grande pericolo. Non importa se succede con la tua lingua madre o un'altra lingua: se le parole smettono di emozionarti, è davvero pericoloso. [...] E qui entra in gioco la collezionista di parole. Un collezionista di parole è un collezionista di emozioni.
Il mio traduttore spagnolo, Miguel Sáenz, dice sempre: Özdamar deve essere tradotta così com'è, ed è riuscito a tradurre i miei libri con successo. Sicuramente anche l'anima del traduttore è molto importante. Si tratta piuttosto di un coautore: io scrivo una musica, il traduttore la ascolta e musica di nuovo il pezzo. Miguel è solito dire che un libro è sempre un'opera non ancora terminata che diventa completa solo grazie alle traduzioni nelle diverse lingue. È verissimo: spesso leggo le mie traduzioni e penso che è proprio così.»

[intervista di Margherita Bettoni a Emine Sevgi Özdamar, autrice di La lingua di mia madre (Palomar 2005, trad. di Silvia Palermo, fuori catalogo), il manifesto, 5.1.2013]

Grazie ad Anna Nadotti che me lo ha segnalato.

martedì 5 febbraio 2013

lunedì 4 febbraio 2013

Una citazione da Limonov

"Ora gli oligarchi hanno tutto, assolutamente tutto: patrimoni immensi, costruiti sulle materie prime e non sulla tecnologia, patrimoni che non creano ricchezza pubblica e svaniscono in un opaco intreccio di società offshore, a Vaduz o alle isole Cayman. Ci si può scandalizzare, ma si può anche dire, come mia madre: 'Sono dei banditi, ovviamente, ma questa è soltanto la prima generazione di capitalisti russi. In America all'inizio è stato lo stesso. Gli oligarchi non sono onesti, ma fanno crescere i loro figli in ottimi collegi svizzeri perché possano, loro sì, concedersi il lusso di esserlo. Vedrai. Aspetta la prossima generazione'."

Da Limonov, di Emmanuel Carrère. Traduzione di Francesco Bergamasco

domenica 3 febbraio 2013

War is obscene, not nudity

La norma è entrata in vigore. Agli abitanti di San Francisco non piace. Venerdì hanno protestato e alcuni sono stati arrestati. Certe volte la gente di questa città mi sta proprio simpatica.