giovedì 31 marzo 2016

Postcards from New York/24. Il parco in primavera e le galline di East Harlem. E una scrittrice meravigliosa

Sulla via del ritorno faccio tappa a New York, come sempre generosamente ospitata a casa dei suoceri, e per qualche giorno mi godo la mia città preferita. Mi basta camminare per la strada per ricordarmi perché qui sto bene. Qui le persone ti guardano, ti parlano, riconoscono la tua esistenza, nel bene e nel male. Se perdo la mia MetroCard sul sedile della metropolitana c'è subito una ragazza che si sbraccia davanti a me per farmelo notare. Mi vengono subito in mente paragoni penosi con la città da cui sono partita, con la sua bolla sterile di isolamento tecnologico e politically correct. Ma non voglio infierire.
Ecco invece qualche immagine di Central Park in primavera




Qui invece siamo a East Harlem. Sotto la linea sopraelevata della metropolitana c'è un signore che alleva galline e ha un piccolo caffè nel suo giardino urbano. In questa zona ci sono ci sono combattimenti di galli (illegali, naturalmente), e ogni tanto qualcuno gli butta dentro un gallo. Un paio di anni fa qui vicino c'è stata una terribile esplosione, e uno di questi galli salvò la vita a un paio di persone.


La pubblicità di un siliconatore di tette fa incazzare le donne newyorkesi


Ieri sera sono andata a una serata con la grande scrittrice Edna O'Brien, presentata da Colum McCann. Che donna straordinaria! Il suo libro dovrebbe uscire tra poco in Italia: non perdetevelo.


martedì 29 marzo 2016

Ultimi scampoli di San Francisco

Mentre mi godo qualche giornata di fredda primavera newyorkese (presto le foto) prima di tornare in Italia, volevo mostrarvi qualche immagine delle mie ultime giornate a San Francisco (almeno per questo giro, prima del mio ritorno in estate).

Sono stata alle Cataract Falls una domenica, quando erano piene di gente e si camminava tutti in fila sul sentiero, ma lungo la via abbiamo visto posti meravigliosi



Un'altra domenica sono andata a trovare la mia amica Cheryl Tan che era ospite all'Headlands Center for the Arts, una residenza per artisti vicinissima alla città, anche se non si direbbe. Era una giornata splendida (non scherzo, a me piace la pioggia), sembrava di essere in Scozia



Airone collolungo

Amiche sulla spiaggia

Un giorno ho pranzato sul tetto, e due tetti più in là c'era un tizio che suonava il sassofono






Un altro giorno è venuto a salutarmi il mio amato mockingbird



E il giorno di Pasqua sono andata a dire addio alla chiesa di San John Coltrane, che sta per essere sfrattata e ancora non sa dove andrà a finire. Ho partecipato alla Coltrane Meditation, ed è stata così bella che ho pianto. Ho salutato il vescovo e gli ho augurato buona fortuna nella ricerca di una nuova sede per la sua chiesa.


Poi a pranzo è venuto a salutarmi un colibrì


E infine, ieri, la partenza. L'aeorporto di San Francisco, che io sappia, è l'unico dotato di una yoga room


mercoledì 23 marzo 2016

Arcobaleni e pentole d'oro

Tre anni fa, poco prima della mia partenza, sono stata salutata da un doppio arcobaleno. L'altro giorno, stessa stagione, stesso quadrante di cielo, di nuovo un doppio arcobaleno. Questa volta con una chiara indicazione di dove si trovano le pentole d'oro. Ecco qui

Lo vedete il secondo?
Siccome la vista dalla finestra appariva molto promettente, sono salita sul tetto, dove non ho potuto trattenere un gridolino di sorpresa


 E poi ecco, chiarissime, le indicazioni per trovare le pentole. Questo palazzo a destra


E Coit Tower a sinistra (che colpaccio di foto, eh?)



lunedì 21 marzo 2016

Vicente Amigo, un concerto strepitoso

Io adoro il flamenco. Ho visto innumerevoli concerti e festival, sono stata nelle casas cueva di Granada, ho pianto Paco de Lucía che avevo visto tante volte in concerto. Tutto questo rientra in una mia più generale passione per la Spagna - soprattutto del sud - e per la lingua spagnola.

E così non potevo lasciarmi sfuggire il concerto del mitico Vicente Amigo, che viene definito l'erede di Paco (e vogliamo dire qualcosa anche sulla sua gnoccaggine?). Mamma mia che concerto. Il pubblico, che da queste parti non è certo espansivo come in Spagna, alla fine sembrava che volesse tirare giù il teatro. Io mi dimenavo sulla sedia e ululavo come un'ossessa. 

Amigo suona un flamenco moderno, radicato nella tradizione ma ricco di altre influenze, soprattutto jazz. Per questo non potevo essere del tutto sicura che la pedana nera davanti ai musicisti avrebbe effettivamente ospitato un ballerino o una ballerina. Invece - sorpresa - a un certo punto uno dei musicisti si è alzato in piedi e ha cominciato a ballare (l'indizio che potesse essere lui il ballerino era che fino a quel momento non aveva suonato niente, si era limitato a battere le mani). Se ci ripenso mi vengono ancora i brividi. (E dopo questo concerto sono riuscita a convicere Mr K a fare una vacanzina in Andalusia questa primavera.)

Eccolo qua: Antonio Molina ‘El Choro’. Qui è con un ensemble più classico, ma guardate come balla.

domenica 13 marzo 2016

San Francisco e Bruce Springsteen: due soprannomi sgraditi

Mi dispiace, ma è giunto il momento di dire due cose impopolari.
 
1) Agli abitanti di San Francisco si accappona la pelle quando la sentono chiamare "Frisco".

2) A Bruce Springsteen non è mai piaciuto che lo chiamassero "The Boss".
 
Un concerto di Bruce al famoso e defunto Winterland di Bill Graham
 

venerdì 11 marzo 2016

Le giornate di Purity

Mi sono svegliata troppo presto, ma in questi giorni succedono cose carine che mi arrivano via internet, e quando qui è mattina lì da voi è pomeriggio e mi vien voglia di alzarmi per vederle. Poi magari torno a letto.
Ci sono belle novità per il mio libro, un caro amico ha accettato di presentarlo e questo mi fa molto piacere, ma vi dirò di più quando potrò.
Poi c'è il grande successo che sta avendo Purity, che mi fa pure molto piacere. Sul nuovo blog dell'Einaudi è uscito un mio pezzo sui rischi che si corrono a tradurre Franzen: lo trovate QUI.
QUI, invece, una bella recensione di Christian Raimo. Buona lettura, io torno a dormire.

martedì 8 marzo 2016

Una settimana a Los Angeles/3. LACMA, palloncini e Purity

Vorrei continuare con le cartoline da Los Angeles e la dimostrazione di Mr K al LACMA, ma oggi esce anche Purity e non posso esimermi dal ricordarvelo.

Quanto a Mr K, la dimostrazione è andata bene, forse un po' meno esilarante di quella in cui ha fatto schiantare il drone contro la colonna, ma quella era difficile da superare. Qui sotto trovate un video  di dieci secondi in cui tutto sembra molto glamour.


Questo invece è Mr K che cerca di gonfiare un palloncino ingonfiabile che gli serve per la presentazione


E questo è il palloncino al braccio della modella (la stessa del video) durante la presentazione (il momento migliore, anche se la pompetta del palloncino non ha funzionato alla perfezione)


Lo so, così non si capisce niente del progetto. Ma portate pazienza, capisco poco anch'io.

martedì 1 marzo 2016

Una settimana a Los Angeles/2. Massaggi e smog

Per noi che odiamo guidare, LA è una delle possibili variazioni sul tema dell'inferno. Oggi ho esplorato un po' la via pedonale dove si trova la nostra casetta, e devo dire che è proprio una delizia

Quello è un ficus benjamina!

Gatto coraggioso che sfida i coyote

La nostra casetta è quella lì a sinistra

Poi però ho deciso di pulire il tavolo del giardino per mettermi a lavorare fuori, e subito dopo ho deciso che è meglio lavorare in casa. La cappa di smog c'è e si vede.



Stamattina sono andata a fare un massaggio perché ho la schiena e il collo così rigidi che mi danno il mal di testa, e ho trovato una massaggiatrice fenomenale. Tailandese, però le ho chiesto un massaggio svedese. Credo che mi abbia fatto un mix, perché a un certo punto mi ha tirato come un elastico e mi ha anche camminato sopra, ma niente a che vedere con il massaggio di fantozzi.
Ecco le testimonianze dei clienti grati appese alle pareti
 


Tornare a casa non è stato facilissimo, perché mi serviva un taxi e i massaggiatori tailandesi non sapevano dove trovarlo. Ma alla fine, grazie anche al mio burner (cellulare ricaricabile non-smartphone, così chiamato perchè ormai lo usiamo io e gli spacciatori) nuovo di zecca, sono riuscita a chiamare un taxi e tornare a casa. Smartphone e Uber manco se me li regalano, grazie tante.