venerdì 22 aprile 2016

Una gita sul mio bel laghetto

Siccome oggi sono particolarmente incazzata perché sono stata svegliata da un concerto di tosaerba, proverò a rilassarmi con le foto di una gita che ho fatto qualche giorno fa su un'isoletta del mio bel laghetto. Si chiama isola Madre ed è di proprietà della famiglia Borromeo, la quale l'ha adibita a giardino botanico e la tiene come quel gioiellino che effettivamente è. E bravi i riccastri Borromeo. Dell'isola avevo già parlato QUI, ma ora finalmente sono tornata a visitarla dopo un sacco di anni che non ci andavo più. E pensare che ce l'ho proprio davanti a casa.

La gita parte da Intra, dove c'è una bella libreria con un balcone affacciato sul lago, che i clienti sono invitati a godersi


Poi si prende il battello per le isole, si passa davanti ai bei giardini di Villa Taranto 


e si scende alla fermata dell'isola Madre




Il battello riparte ma noi restiamo


e visitiamo il giardino


con la sua fauna narcisista



e poi salutiamo il gigante salvato da morte certa (e per questo sia lode ai Borromeo) e ancora sorretto da tiranti (la storia la trovate nel post che vi ho segnalato sopra)


Poi visitiamo la villa


e ci prendiamo un caffè in riva al lago. Mi manca San Francisco? Non so, secondo voi?


sabato 16 aprile 2016

La copertina e i bombardoni

Va bene, va la mostro se poi mi permettete di lamentarmi. Eccola



E QUI c'è il link alla pagina sul sito della Giunti

Dopo essermi più o meno ripresa dall'attacco di tubercolosi provocato dall'untore, sono entrata in un lungo e tragico periodo di insonnia. Per terra accanto al mio letto giacciono decine di flaconi inutili, tutti importati dagli Usa: dalla ridicola melatonina a un rilassante erbaceo puzzolente a un altro che un tempo era efficace e ora non lo è più, fino ad arrivare all'unico che sembra funzionare, un bombardone chimico da banco acquistato da Walgreens del quale mi rifiuto di conoscere il contenuto. Però non posso andare avanti ad assumere bombardoni chimici di cui ignoro la composizione, e così la mia dottoressa mi ha detto: "Prendi piuttosto cinque goccine di questa cosina qui, che almeno sappiamo cosa c'è dentro." La cosina suddetta c'aveva però un bugiardino lungo come la Divina Commedia, con possibili effetti collaterali tipo manie omicide e perforamento dell'esofago, quindi ho preferito evitarla e optare invece per rimedi naturali tipo l'autosoffocamento, che consiste nel sigillarmi sotto le coperte per provocarmi uno stordimento da mancanza di ossigeno. Ma neanche questo ha funzionato. 
Ieri notte sono infine riuscita a dormire, ma stamattina mi sono svegliata con un mal di testa che non è passato neanche con l'ausilio di ulteriori bombardoni.
Scrivete un libro, ve lo raccomando. È un'esperienza davvero rilassante.

venerdì 8 aprile 2016

L'untore



Quando l'ho visto prima dell'imbarco ho avuto un brutto presentimento. Nel giro di tre secondi ha starnutito, tossito e si è soffiato il naso. Devo stargli lontana, ho pensato. Poi, sull'aereo, mi sono alzata per andare in bagno. La porta del microstanzino si è aperta e ne è uscito lui. Sarei dovuta fuggire, invece, ahimè, sono entrata. 
Ora, dopo quattro giorni di tosse, afonia e mal di gola, aggravati da un'insonnia notturna e una spossatezza diurna causate da un jet lag più bastardo del solito, sto cominciando a riprendermi quel tanto che basta per godermi il panico per l'imminente uscita del mio libro. La data ufficiale è il 4 maggio.