Il racconto delle mie avventure da minorenne in America è rimasto in sospeso per molto tempo. Forse perché la vita quotidiana ha modificato parecchio la mia opinione su questo paese - che era stata ulteriormente edulcorata da alcuni splendidi soggiorni in residenze per artisti avvenuti molto più tardi, a partire dal 2003 - ma la cartella con le fotografie digitali che riproducono le tremende fotografie originali scattate con la mitica Kodak Disc è rimasta a languire sul desktop per più di due anni. Sono le foto scattate a San Francisco nell'estate del 1986 (la storia di come ci sono arrivata l'ho raccontata QUI).
Raccontare di New York nel 1985 è stato più facile, perché New York l'amo ancora tantissimo. Raccontare di San Francisco lo è un po' meno, perché non so se l'ho mai amata. Però naturalmente quella vacanza è stata indimenticabile, una delle esperienze più belle della mia vita. Se a New York (anzi, a Freehold, New Jersey) avevo trovato i jeans di Bruce Springsteen, a San Francisco ho conosciuto un signore che ci ha portate in volo fino a Disneyland su un aereoplanino a quattro posti. E poi da San Francisco io e Cristina abbiamo preso il Greyhound che ci ha portate, in tre giorni e quattro notti, direttamente a New York. Il viaggio più massacrante della mia vita, del quale però non ho alcuna prova fotografica (ma forse Cristina sì...?).
Libreria socialista (che ovviamente oggi non c'è più) |
Oggi, rivedendo queste foto, mi chiedo: ma perché non ho fotografato il signor Gerard, il nostro intrepido pilota? E neppure l'orrido tedesco un po' maleodorante che ci portò in giro in macchina per qualche giorno (ricordo una breve visita allo Yosemite), per poi riportarci indietro in fretta e furia per incompatibilità di carattere (soprattutto con me)? E di quel viaggio in Greyhound, perché non ho fotografato niente? Di quello mi resta solo la cartina con segnati i luoghi delle fermate e il biglietto dell'autobus spedito dall'Italia, con il messaggio di mio padre che mi augurava buon viaggio.
Gay Pride, 1986 |
Comunque di San Francisco ricordo poco altro. Il solito trauma del turista che crede di visitare la California del sud e arriva con un abbigliamento ridicolmente inadeguato (nel mio caso culminato con un concerto dei Beach Boys in cui mi misi letteralmente a piangere per il freddo). Un bosco di sequoie con un piccolo bar pieno di adorabili capelloni danzanti. Una serata in campeggio (probabilmente durante la gita con l'orrido tedesco) in cui conoscemmo alcuni ragazzi simpatici e cantammo con loro davanti al fuoco. Il Gay Pride, scene inimmaginabili per una diciassettenne italiana del 1986: uomini seminudi e un'enorme donnona nera che mi afferrò e mi trascinò a ballare con lei. I bar del Castro District, dove omaccioni baffuti minacciati dall'Aids tentavano di distrarsi guardando Dynasty e tifando per la cattivissima Joan Collins.
Ma naturalmente il culmine del viaggio furono la visita a Disneyland, e soprattutto il viaggio coast-to-coast con il Greyhound. E quelli ve la racconto la prossima volta. Oppure, chissà, magari ve li racconto in un libro ;-)
(1/Continua)Una "stretch limousine" degli anni '80 |
Santo dio che figata. Io amo gli anni '80 e immagino cosa potesse essere l'America in quel periodo! Non vedo l'ora di leggere altre puntate di questa rubrica: mi raccomando, abbonda con le foto e coi riferimenti pop!
RispondiEliminaAhaha i gay che tifano per la cattiva di Dinasty mi ha fatto ridere!!
Moz-
Hai visto le puntate precedenti? I jeans di Bruce Springsteen?
EliminaNo, ancora non ti seguivo all'epoca.
EliminaOra me leggerò le puntate precedenti :)
Moz-
che spettacolo... io adoro rivedere le foto
RispondiEliminaCome mi piacciono questi racconti! Sarà che per me le città avevano molto più fascino negli anni che precedono l'appiattimento da globalizzazione e gentrificazione. Spero che al ritorno tu abbia raccontato il Gay Pride ai compaesani... mi immagino già le facce!
RispondiEliminaI più colpiti erano forse i miei compagni di classe ciellini.
EliminaAh, ah, ah! Anche loro devono aver avuto delle facce memorabili...
Eliminayeeeahhh! Riprende la saga!
RispondiEliminacos'e' il juke box umano?? ahahah.
non osare dire che queste foto sono tremende. sono meravigliose, altroche'! coi loro colori dai toni aranciati e la grana un po' grossa sono le foto che piacciono a me.
Sì, lo dico così per dire, ma in realtà adesso piacciono anche a me. Sto pensando di supplire alla mancanza di foto del viaggio in Greyhound trasformandolo in un racconto.
EliminaFantastico. Ho letto anche gli altri post della saga. Bruce... Born in the USA, le mie prime parole in inglese ahahah. Che tuffo! Che bel regalo. Il gay pride c'è ancora... l'entusiasmo mi pare intatto, magari avrai cambiato solo pettinatura.
RispondiEliminaMagari! :-D
EliminaBellissimo! Adoro le foto analogiche e sono davvero curiosa di vedere com'era qui nel 1986. Corro a leggermi le altre puntante!
RispondiEliminaps: se hai ancora i negativi, te li posso scansionare.
Eh, i famigerati negativi a disco della Kodak Disc! Chissà che fine hanno fatto!
EliminaE' sempre un'avventura, qui da te! Grazie carissima! Spero di riuscire a recuperare la lettura di tutti i tuoi post precedenti..
RispondiEliminaAbbracci :))
Dai un'occhiata alle foto, che meritano!
EliminaQuesto post mi piace moltissimo: per anni sono stata una appassionata sfegatata della beat generation... e lo sono ancora :) e quindi dell'America on the road.
RispondiEliminaIn Cornovaglia mi esaltai quando seppi che il mio insegnante di inglese, un londinese che a fine anni '60 aveva viaggiato on the road tra Canada, USA e Messico, aveva conosciuto Allen Ginsberg, del quale mi attende una densa biografia.
Waiting for new posts :)
Mi sarei esaltata anch'io! Ti ha raccontato qualche aneddoto succoso?
EliminaProprio succoso no, ma la prima volta che ha visto Ginsberg, G. era seduto a gambe incrociate in una sorta di meditazione insieme ai Vanilla Fudge, prima del loro concerto, e emanava, a suo dire, una energia mentale fortissima. Non stento a crederlo :)
EliminaQualche storia carina me l'ha raccontata su altre esperienze personali contenute in un romanzo e in alcuni racconti autoprodotti.
Eliminaostrega mi tocca farmi anche tutte le puntate precebenti che mi ero persa!
RispondiEliminaOhibò, non ci conoscevamo ancora?
Eliminamacchè so che quando mi installo tra i piedi di qualcuno è come se ci fossi sempre stata, ma credimi è così :)
EliminaOoooooo finalmente! Sempre avvincenti questi racconti. Più dettagli per favore, ad esempio come hai conosciuto il tipo che vi ha portato in aereo?
RispondiEliminaQuello arriva nella prossima puntata!
EliminaRaccogli i tuoi ricordi in un libro, per favore. Mi piacerebbe leggerli tutti insieme come in un lungo racconto fatto a voce, senza interruzioni!
RispondiEliminaShh... forse ci sto riprovando. Che sia la volta buona? Non sono mica sicura...
EliminaUelà! Ciao Silvia! Ogni tanto riemergo. Che figata questo tuo viaggio!!
RispondiEliminaEhilà, ben riemersa!
EliminaE' una goduria leggerti. Aspetto il prossimo post (o il libro :) ...). Fortunata ad avere due genitori che ti hanno spedito negli USA a 16 anni ...
RispondiEliminaSì, fortunatissima :-)
EliminaHo letto le tue avventure negli States da ragazza :) che figata!!
RispondiEliminaE non sono ancora finite!
EliminaBello sto libro che prende forma ;)
RispondiEliminaPrima o poi ce la farò!
EliminaNon ci si pensa sempre a fare delle foto. Invece si rischia di perdere i momenti migliori.
RispondiEliminaLibro! Libro! Libro!
RispondiEliminaIo sto scribacchiando, poi vediamo cosa viene fuori...
EliminaDev'essere stata un'avventura fantastica, ma ora che sono mamma mi viene l'ansia a pensare mia figlia nei tuoi panni :)
RispondiEliminaBe', tante cose gliele ho raccontate solo dopo che sono tornata :-)
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