sabato 8 settembre 2018

Un quartiere storico: il Tenderloin

Chi ha paura del Tenderloin? Il famoso quartiere povero di San Francisco che spunta in mezzo alla città come un bubbone che tanti vorrebbero eliminare, il quartiere malfamato che comincia dietro l'angolo dell'Hilton, il quartiere di Glide che forse vi ricorderete dal mio libro, il quartiere dove ti dicono sempre che è meglio non andare.
Io invece ho seguito il consiglio di Elena Refraschini (v. post precedente) e sono andata a visitarlo con un tour, organizzato dal Tenderloin Museum e guidato dalla simpatica Gail Seagraves che trovate nella foto in fondo alla pagina del museo. Temevo di sentirmi un po' turista allo zoo, ma per fortuna la disinvoltura di Gail, che è una del quartiere, me lo ha evitato. 
Le foto fanno più schifo del solito perché era sera e perché c'era il solito cielo stile coperchio di tomba, e poi manca il posto migliore in assoluto perché si trattava di un bar molto buio, Aunt Charlie's Lounge, dove bere costa poco, la gente sembra uscita da una canzone di Tom Waits e il venerdì e sabato c'è uno show di drag queen. Durante il tour ci siamo fermati lì e Gail ci ha raccontato del suo impegno di attivista e organizzatrice locale. I palazzi del Tenderloin sono quasi tutti convertiti a SRO, che sta per Single Room Occupancy, praticamente stanze d'albergo - spesso con un bagno in comune per tutto il corridoio - affittate a basso prezzo - con lunghe liste d'attesa - a persone indigenti. San Francisco è forse la città che ne conserva di più, ed è questo che impedisce al centralissimo Tenderloin di venire inghiottito dalla gentrificazione.
Per salvare il Tenderloin, gli abitanti si sono impegnati a far ottenere lo status di edificio storico a molti dei suoi palazzi. E poi ci sono targhe per ricordare i luoghi scomparsi: la Compton's Cafeteria, sede della prima sommossa transgender della storia degli Usa, e The Screening Room, il primo cinema a proiettare legalmente un film porno, che il suo furbissimo produttore aveva intitolato "Pornografia in Danimarca: un nuovo approccio" e spacciato per un documentario.




Spesso sui muri si vedono vecchie pubblicità - che vengono periodicamente ridipinte - insieme a nuovi murales




E in giro per il quartiere si incontrano sorprese come il fichissimo Phoenix Hotel, con la piscina disegnata da Andy Warhol (questa foto l'ho sgraffignata dall'internet, almeno ne vedete una decente)


Continua la mia rivalutazione di San Francisco? Mah, è presto per dirlo...

17 commenti:

  1. Sai che anche in Italia da qualche anno ci sono dei tour nelle zone malfamate delle città (mafamate prorpiro nel senso che hanno una pessima nomea!).
    io per esempio ne ho fatto uno a porta palazzo a Torino (il mercato): ci ero stata un po' di volte da sola ma con la guida ho scoperto cose mai viste!
    Si chiamano migrantour e credo ce ne siano un po' in tutta italia

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    1. E le guide sono immigrati? Sarebbe bello vedere la città dal loro punto di vista.

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    2. a Torino sicuramente sì, nelle altre città credo di sì ma non sono sicura

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  2. Be' dai le foto non sono così male, hanno un che di vintage che non guasta e si adattano perfettamente al racconto che hai fatto del quartiere, dove c'è ancora un po' della vecchia mitica San Francisco, par di capire.

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    1. Sì, però c'è anche una povertà spaventosa, tantissimi senzatetto malati di mente e/o drogati. E in certe zone è davvero pericoloso. La città fa quello che può, ma questo, lo sappiamo, è un paese spietato.

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  3. Le vecchie signore hanno un'anima, basta saper spolverare

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  4. Visto che ultimamente i proclami strombazzanti van di moda, mi verrebbe da dire: "Gail Seagraves, santa subito!", ma mi contengo. Dico però che la tutela dell'ambiente, non solo quello naturale ma anche il cittadino, è responsabilità di ognuno di noi. Spesso lo dimentichiamo, ma Gail e Silvia per fortuna, sono qui per ricordarcelo.
    (PS il tuo progetto andrà in porto, ne sono sicura!)

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    1. Grazie dell'incoraggiamento, mia cara. Ultimamente non me ne gira una giusta, ma se questa dovesse andar bene giuro che smetto di lamentarmi!

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  5. Secondo me tu San Francisco non la devi rivalutare perchè non hai mai smesso di amarla. È quel che ne stanno facendo che è difficile da mandare giù

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    1. Adesso, amare è una parola grossa. Diciamo che qui, quando non sono incazzata o ammalata, mi diverto.

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  6. Io non ci sono mai stato ma il Tenderloin l'ho conosciuto grazie a Vollmann

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  7. Ma dai che le foto non sono male, anzi! E comunque la tua definizione di "cielo stile coperchio di tomba" l'ho trovata azzeccatissima.
    Il Phoenix hotel sembra davvero fighissimo, ma a prezzi come sta messo? Ci si puo' andare a dormire o e' proibitivo perche' con piscina disegnata da Warhol?

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  8. San Francisco raccontata, e "illustrata", da te, cara Silvia, ha sempre un grande fascino per me che in America non ci sono mai stata, e che sono però cresciuta - come tanti - all'ombra di tanta letteratura americana (e pure cinema). Credo che il tuo occhio sia un filtro molto acuto e luminoso, e a tuo modo nutri affetto per questa città. Quando ne scrivi, mi piace sempre. Perché non racconti la banalità o l'esotismo, ma anche la realtà. Sono prolissa e poco fluida, sorry. Ecco, ci trovo sempre mille spunti interessanti (anche nel male, eh, non fraintendere) quando leggo di questa tua America snudata così come la presenti.

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    1. Grazie Clara. Che è poi quello che tu fai da tanto tempo con l'India. Ci piace raccontare i paesi, a noi :-)

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