"I love you" in Japanese
My dear friend, elegant writer and translator Mariko Nagai (whose new book, Instructions for the Living, will soon be published by Word Palace Press), recently wrote this facebook status that I want to share.
In
translating the phrase, "I love you" into Japanese, Natsume Sōseki
translated it as 「月が綺麗ですね」 ("The moon is beautiful tonight, isn't it.");
Futabatei Shimei translated it as 「わたし、死んでもいいわ」 ("I could die (for you)")
La cultura giapponese mi affascina sempre più. C'è spesso una tale delicatezza...
RispondiEliminaLa delicatezza e la sensibilità del popolo dell'ultimo Impero rimasto al mondo è davvero senza paragoni.
EliminaEssa è favolosa, tanto per citare un esempio, anche nella traduzione dei telefilm "The Sopranos", che pullulano nella versione originale di "motherfu**er", "bullsh**" e cose del genere - con parolacce che negli scambi concitati arrivano ad una percentuale di 1 su 4 parole totali. Ebbene, in Giapponese tali volgarità sono state tutte trasformate in locuzioni pleonastiche del significato di "insomma", "ebbene" o "caspita!", senza mai andare oltre.
Io ricordo di aver notato questo tipo di sensibilità, come tu giustamente la chiami, anche in alcuni manga. Anni fa ne leggevo molti. Ecco, quelli di Mitsuru Adachi, specialmente "Rough", li ho sempre trovati poetici, non solo per il linguaggio (e non saprei davvero commentare la traduzione dal giapponese, tra le altre cose), quanto più spesso nei gesti e negli atteggiamenti.
EliminaOgni volta che lancio un'occhiata da molto lontano alle traduzioni dal giapponese mi sembra di vedere una terra ignota, affascinante e incredibilmente diversa...
EliminaL'annotazione di Alice è davvero pertinente. I Giapponesi - come coloro che utilizzano/utilizzarono scritture ideografiche - comunicano molto più con i gesti che con le parole. Questo ci riporta ai tempi in cui, nella comunicazione, era più importante mandare il messaggio che abbellirlo.
EliminaI pittogrammi, gli acronimi, gli smileys ed i segnali stradali forse sono l'inizio della rivincita della scrittura ideografica su quella alfabetica.
Per Silvia - Un libro divertente, originale e da divorare tutto d'un fiato sul Giappone è un romanzo-reportage del 1986. Autore: Vittorio Zucconi; titolo: Il Giappone tra noi; editore Grazanti.
Sono passati tanti anni da allora, ma è ancora quanto di più istruttivo si possa leggere il lingua italiana sullo spirito del "Sol Levante".
Ho un debole per la cultura giapponese, e ho anche amici giapponesi - conosciuti 15 anni fa proprio in USA, abbiamo condiviso una vacanza memorabile - è così affascinante il loro mondo che spesso si resta come infatuati, colpiti dall'incanto dei piccoli dettagli, delle sfumature.
EliminaEntrambe le frasi rendono l'idea del sentimento, molto di più della frase originale che oggi mi sembra talmente utilizzata a casaccio da aver perso un po' del senso originale.
RispondiEliminaA proposito, ecco uno dei saggi di Franzen che ho tradotto per la prossima raccolta che uscirà tra poco in Italia. S'intitola "I Just Called to Say I Love You" e parla proprio di questo tema.
EliminaAh ecco! Interessante, come sempre andrò a documentarmi :)
EliminaLost in traslation?! Tema interessante quello del come dire "ti amo" in tutte le lingue del mondo. Per saperne di più aspetto la tua traduzione del saggio di Franzen...
RispondiEliminaLa cosa più affascinante è che, almeno da quanto mi sembra di capire dal post di Mariko, non esiste una frase fatta, una formula che si può ripetere - e consumare - a piacere. O forse esiste, ma può essere sostituita e reinventata a seconda di quello che si prova davvero in quel momento.
EliminaMi sento in qualche modo tirato in ballo.
RispondiEliminaDi Natsume Soseki avrei sempre voluto leggere Io sono un gatto (吾輩は猫である Wagahai wa neko de aru) ma Maiko me lo ha praticamente impedito dicendo che nessuna traduzione avrebbe mai potuto rendere il tono del testo originale.
Mi sono tristemente adeguato al divieto!
L'interesse pero' mi e' rimasto....
Ah, che frase triste da sentire per una traduttrice! Però anch'io non posso che inchinarmi all'opinione di Maiko :-)
EliminaLa luna è bella stasera....che meraviglia di sensazione e che modo striìuggente per dire "Ti amo". Io adoro il Giappone, proprio per lo stile, la delicatezza, la sofficità ....
RispondiEliminaImmagino che il contesto aiuterà. Certo, ai nostri orecchi le due frasi suonano molto diverse. Un conto è sentirsi dire "Morirei per te", un altro è "La luna è bella stasera" (cosa che qui potrebbe dirti chiunque).
RispondiEliminaMi sembra ancor più arduo tradurre quando le culture sono così lontane.
Ciao, Titti. :-)
grazie, se non mi avessi lasciato un tuo segno probabilmente non avrei scoperto questo posto così affascinante.
RispondiEliminale cose non capitano mai per caso, grazie veramente.
Barbara
Grazie a te :-)
EliminaMa e' lui, quello della notte? :D
RispondiEliminaBellissimo e molto affascinante, come solo i giapponesi sanno essere :)
RispondiEliminaMeraviglioso! La cosa interessante è notare che il concetto di biunivocità si frantuma confrontandosi con altre culture, sopratutto con una così diversa nella sua essenza come quella giapponese (che non conosco se non per piccolissime pennellate: avevo compagni di Master giapponesi in UK che per anni mi hanno continuato a spedire origami, fazzoletti dipinti, piccolissimi oggetti delicatissimi, un mondo veramente affascinante)
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