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lunedì 14 luglio 2014

Word of the month: Mansplaining

Image by Lucas Adams, from here


"The tendency of some men to mistakenly believe that they automatically know more about any given topic than does a woman and who, consequently, proceed to explain to her - correctly or not - things that she already knows."

Parola brutta ma diffusa. QUI se ne parla in italiano.

giovedì 31 ottobre 2013

Word of the month: Spaghettification

 

 From Oxford Dictionaries:


Spaghettification

noun
[mass noun] Physics
the process by which (in some theories) an object would be stretched and ripped apart by gravitational forces on falling into a black hole.

In Italiano: Spaghettificazione 

domenica 15 settembre 2013

Word of the month: Eye broccoli

Source

Eye broccoli

Opposite of eye candy*: unattractive, ugly person (either gender).

*"Caramella per gli occhi": persona attraente.

domenica 4 agosto 2013

Word of the month: Glasshole

Glasshole, Noun
A person who constantly talks to their Google Glass, ignoring the outside world.

(See Gary Shteyngart, this week in The New Yorker)

venerdì 28 giugno 2013

Abbasso Isdraele

La foto non c'entra però mi piaceva
Questo non è un post antisionista, bensì un post di protesta contro chi infila una D inesistente in mezzo a Israele. Gli annunciatori dei notiziari parlano molto spesso di questa nuova entità geografica. E non è un difetto di pronuncia. A quanto pare sono proprio convinti che si dica IsDraele.

Ho cercato una spiegazione online e ho trovato questa:
"È semplicemente un modo inconsapevole per superare una sequenza consonantica non tollerata in italiano (S + R) attraverso l'integrazione di una consonante eufonica che produce il nesso D + R che l'italiano ammette. Non voglio dire che sia giusto che la giornalista abbia detto "Isdraele": voglio dire solo che è normale, per una perdonabilissima e provvisoria assenza di sorvegliatezza, modificare una sequenza per renderla articolabile in modo più comodo."

Non mi convince. La sequenza consonantica S+R sarà anche non tollerata, però io non sento mai dire "sdrotolare", "genio e sdregolatezza, "sdradicare" o "sdragionare".  
 

giovedì 20 giugno 2013

Just for Pun

Mr. Keats odia i pun, i giochi di parole che sono l'incubo del traduttore ma che gli anglofoni, a partire dal Bardo, amano tanto. Io li trovo divertenti, quando non li devo tradurre.
Un post di Clyo, che cita il negozio di timbri londinese Blade Rubber, mi ha ricordato che la mia fonte preferita di pun per far inorridire Mr. Keats sono i nomi dei negozi. Eccone alcuni. Voi ne conoscete altri?


Les Cent Culottes ("Lingerie Française")
The Grateful Head (parrucchieri)
Citizen Chain (biciclette)
Citizen Cake (ristorante)
Lettuce Eat (ristorante)
Juan in a Million (ristorante)
Lord of the Fries (ristorante)
Thai Tanic (ristorante)
Pane in the Glass (lavaggio finestre, giardinaggio ecc.)

venerdì 14 giugno 2013

Word of the month: Chapulling


Dopo il post di ieri, era inevitabile. Se poi me consiglia anche il vecchio Tom, be', allora ciapullo anch'io.

martedì 5 marzo 2013

Word of the month: la pronuncia del colonnello

Dopo aver visto qui la bizzarra pronuncia di Tucson e di Houston Street (quest'ultima la trovate nei commenti), vi propongo un'altra parola dalla pronuncia controintuitiva: colonel.


La pronuncia è questa.


Colonel Sanders, fondatore della catena Kentucky Fried Chicken

lunedì 21 gennaio 2013

Word of the month: To bogart

 

April 20, 2008 Urban Word of the Day
(slang verb) To keep something all for oneself, thus depriving anyone else of having any. A slang term derived from the last name of famous actor Humphrey Bogart because he often kept a cigarette in the corner of his mouth, seemingly never actually drawing on it or smoking it. Often used with weed or joints but can be applied to anything.
Hey, man, don't bogart that joint!

venerdì 28 dicembre 2012

Word of the month: Gundamentalist

Da qui.

Gundamentalist: A person who goes beyond the language of the Second Amendment to the U.S. Constitution and takes his or her unrestricted right to bear arms as a tenet of religious or quasi-religious faith. A portmanteau of “gun” and “fundamentalist.”

(Grazie Licia)

domenica 23 dicembre 2012

Revisionismo natalizio: dove nacque Gesù?

"Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo." (Luca 2:4-7)
Foto da qui
Questo è il resoconto evangelico della nascita di Gesù. Gli storici lo hanno studiato per capire meglio come sono andate le cose: ho trovato particolarmente interessante una teoria che rivelerebbe la presenza di un errore di traduzione nel testo evangelico. 
Innanzitutto, Luca non dice che Giuseppe e Maria arrivarono a Betlemme giusto in tempo per il parto. Anzi, sembrerebbe strano che avessero deciso di intraprendere il lungo viaggio da Nazaret nell'ultima fase della gravidanza, e Luca lo conferma quando scrive "Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto". 
Poi c'è la famosa questione dell'albergo/stalla. Nel Vangelo non c'è nessun oste che dice a Giuseppe e Maria che la sua locanda è piena. Il motivo per cui questa scena è entrata nella tradizione è che in genere i traduttori hanno scelto la parola "albergo" per tradurre la parola greca καταλυμα (kataluma), che significa anche “riparo”, “zona notte”, oppure indica una camera in una casa privata. Inoltre lo stesso Luca, in 10:34, usa una parola diversa per indicare "albergo", quando scrive che il Buon Samaritano accompagna alla "locanda" (πανδοχειον, pandocheion) l'uomo aggredito dai briganti. E poi Giuseppe era originario di Betlemme, e sembrerebbe strano che la sua famiglia si fosse rifiutata di ospitare la moglie in travaglio. 
Insomma, Giuseppe e Maria tornarono a Betlemme per via del censimento (Luca 2:1-4), e visto che la casa della famiglia di Giuseppe era affollata di parenti e la camera degli ospiti (kataluma) era occupata, vennero mandati a dormire al piano inferiore della casa, dove spesso venivano ricoverati gli animali per proteggerli dal freddo. Ed ecco qui il presepe. Niente bue e asinello (e niente grotta), che non sono citati in nessun vangelo canonico ma appartengono a una tradizione risalente a san Francesco d’Assisi. Maria probabilmente diede alla luce Gesù al piano inferiore della casa della famiglia di Giuseppe, poi avvolse il bimbo in fasce e lo depose in una mangiatoia (anche l'uso della mangiatoia come culla era piuttosto diffuso, all'epoca).

Per un'altra storia sugli errori di traduzione nella Bibbia, si veda il post Il traduttore che scambiò una corda per un cammello.

giovedì 25 ottobre 2012

Word of the month/2: Baracknophobia


Again from Word Spy. Not new but absolutely topical.

BARACKNOPHOBIA
n. Negative feelings about U.S. presidential candidate Barack Obama, particularly those based on racism or unfounded rumors. [cf. arachnophobia.]





martedì 23 ottobre 2012

Le parolacce di Romney

In questo articolo del NY Times, Mitt Romney viene preso in giro per il suo modo di parlare bizzarro e antiquato. Romney usa espressioni come “They’ve scared the dickens out of banks”, "Goodness Gracious", "For Pete's Sake" (per non parlare dell'infelice uscita sui "binders full of women", che è subito diventata un meme. A proposito, la mia preferita è questa:




Ma l'imprecazione romneyana che mi ha colpito di più è questa, che più che un'imprecazione è un rebus: “H-E-double hockey sticks.” 

Cioè:
                                  

mercoledì 17 ottobre 2012

Word of the month: Zombee


From Word Spy

ZOMBEE
n. A bee that is forced to abandon its hive and kill itself after being infected by a parasitic fly. [Zombie + bee.]

(Here's how you can become a Zombee Hunter).

lunedì 24 settembre 2012

"I love you" in Japanese

My dear friend, elegant writer and translator Mariko Nagai (whose new book, Instructions for the Living, will soon be published by Word Palace Press), recently wrote this facebook status that I want to share.
In translating the phrase, "I love you" into Japanese, Natsume Sōseki translated it as 「月が綺麗ですね」 ("The moon is beautiful tonight, isn't it."); Futabatei Shimei translated it as 「わたし、死んでもいいわ」 ("I could die (for you)")

venerdì 31 agosto 2012

Maledizioni yiddish per ebrei repubblicani

Lo sto seguendo da giorni, mentre spopola in rete (4.5 milioni di visitatori finora) e aggiunge nuove maledizioni a ritmo costante. È il sito Yiddish Curses for Republican Jews, di cui parla qui una dei due autori.

Come spiega Michael Wex, autore dell'ottimo libro sulla lingua e la cultura yiddish Born to Kvetch, nel capitolo intitolato You Should Grow Like an Onion - The Yiddish Curse, la maledizione yiddish non è tanto una questione di insulti, quanto di saper mettere insieme le parole nel modo più dannoso possibile. A differenza di altri tipi di maledizione, quella yiddish raramente augura al proprio bersaglio un danno irreparabile. D'altronde, come ogni ebreo sa, ci sono cose peggiori della morte. Come per esempio perdere tutti i denti tranne uno, che vi farà male per sempre. In genere la maledizione yiddish comincia come una benedizione, che però all'ultimo momento fa dietrofront e azzanna il malcapitato con le armi della sorpresa e dell'umorismo. 

Vediamone alcune (naturalmente fanno tutte riferimento alla politica americana contemporanea):

"Possa tuo figlio venire eletto presidente, e possa tu non avere la più pallida idea di dove hai messo il suo maledetto certificato di nascita."

"Possa tu contrarre una malattia rara e aver bisogno di un'operazione che un solo chirurgo al mondo, il vincitore del premio Nobel per la Medicina, è in grado di eseguire. E possa quel chirurgo rifiutarsi di eseguirla perché non accetta la tua assicurazione medica. E possa quel chirurgo essere tuo figlio."

"Possa la tua prostata crescere in fretta quanto gli interessi sul prestito studentesco dei tuoi figli."

Questa invece la lascio in inglese, per mantenere il magnifico verbo yiddish schtup (il cui significato mi sembra sia chiaro. Per chi non lo sapesse, Planned Parenthood è una sorta di consultorio che offre visite, esami e contraccettivi a donne che non possono permettersi l'assicurazione sanitaria, e nell'1% dei casi pratica anche l'aborto medico o chirurgico. I repubblicani vogliono eliminare i fondi federali e statali per questa organizzazione, oltre che quelli per le ferrovie, la Tv pubblica e l'arte. Ah, sì, certo, e anche per l'Obamacare):

"May the secretary your husband is schtupping depend on Planned Parenthood for her birth control."


sabato 25 agosto 2012

Word of the Month: Vajazzle

From the selection of new words to Oxford Dictionaries Online, August 2012.

VAJAZZLE

verb [with object] (usually as noun vajazzling) informal
  adorn the pubic area of (a woman) with crystals, glitter, or other decoration.

Origin: early 21st century: probably from vagina or vajayjay and bedazzle

domenica 29 luglio 2012

Word of the Month: Showrooming

Every month Jonathon Keats writes a column for Wired Magazine called Jargon Watch, where he lists new words and phrases, especially - but not only - from the realm of science and technology. Every month I'll choose one of those words and post it here.

The first one is:


SHOWROOMING

Browsing merchandise at big-box stores such as Best Buy and Walmart before buying online at a discount. Amazon actively encourages showrooming with its Price Check app, which allows smartphone users to scan an item's barcode and then check its price on Amazon.

sabato 14 luglio 2012

Fukú americanus

Non è che da quando l'ho tradotto l'ho preso anch'io?

"Dicono che sia venuto dall’Africa, racchiuso nelle grida degli schiavi; che fosse l’anatema finale degli indiani Taino, pronunciato mentre un mondo moriva e un altro nasceva; o che fosse un demone, penetrato nella Creazione attraverso la porta dell’incubo dischiusa alle Antille. Fukú americanus, o più colloquialmente fukú: usato in genere per indicare qualche tipo di maledizione o sventura, e in particolare la Maledizione e la Sventura del Nuovo Mondo. Chiamato anche il fukú dell’Ammiraglio, perché l’Ammiraglio fu al contempo la sua principale levatrice e una fra le sue vittime europee più importanti; malgrado avesse “scoperto” il Nuovo Mondo, l’Ammiraglio morì povero e sifilitico, ossessionato da (dique) voci divine. A Santo Domingo, la Terra che Amava di Più (quella che Oscar, verso la fine, avrebbe chiamato la Ground Zero del Nuovo Mondo), il nome stesso dell’Ammiraglio è diventato sinonimo di entrambi i tipi di fukú, piccolo e grande; pronunciare quel nome ad alta voce, o anche solo sentirlo pronunciare, significa attirare la sventura su di sé e sui propri cari.
Comunque, al di là del nome e della provenienza, l’arrivo degli europei a Hispaniola fu l’evento che scatenò il fukú nel mondo, e da quel giorno siamo tutti nella merda. Santo Domingo potrà anche essere il Chilometro Zero del fukú, il suo porto d’ingresso, ma siamo tutti suoi discendenti, anche quelli che non sanno di esserlo."

Junot Díaz, La breve favolosa vita di Oscar Wao 
(cliccateci sopra per saperne di più)