venerdì 7 febbraio 2014

Occupy Silicon Valley

L'Economist, autorevole come sempre, si occupa della "bolla" tecnologica che impazza nell'economia Usa (ed è, come ben sa chi mi legge, la principale responsabile della devastante gentrificazione di San Francisco). L'articolo, lucido e profetico, si conclude così:

“Viviamo in una bolla” dice Eric Schmidt, presidente di Google (e membro del consiglio di amministrazione dell'Economist Group), “non nel senso di una bolla tecnologica o di valutazione. Nel senso che viviamo nel nostro piccolo mondo.” Questo piccolo mondo è stato finora protetto dalla rabbia popolare nei confronti della diseguaglianza economica. Lo scoppio della bolla sarà uno dei maggiori cambiamenti nell'economia politica del capitalismo del prossimo anno."

Mentre mi auguro che ciò sia vero, penso che la rabbia popolare sia stata privata, in questi casi di assoluto e pericoloso monopolio, di uno strumento forte di lotta: il boicottaggio. Gli attivisti di San Francisco che vedete fotografati qui sotto mentre bloccano il famigerato "Google Bus", posteranno le loro foto scattate con iPhone su Twitter e Facebook o su blog come questo (piattaforma Google). La protesta, insomma, viene compiuta tramite il mezzo contro cui si protesta. Vorrei che fosse possibile un'alternativa, ma io per prima senza Google non potrei lavorare. Posso anche scendere in piazza a fermare un autobus, ma ogni volta che accendo il computer gli regalo un buono benzina.




29 commenti:

  1. Mah, le previsioni di Schmidt secondo me sono troppo avveniristiche. Un anno soltanto?
    Certi cambiamenti avvengono in decenni, e prima che si accenda la scintilla il disagio reale deve arrivare alle moltitudini.
    Eh sì, nel nostro piccolo potremmo iniziare ad usare per lo meno per le ricerche on line Bing, per esempio, o Yahoo, che detengono una percentuale di mercato bassissima rispetto a Google. E per i blog ci sono altre piattaforme :)

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    1. Anche secondo me sono avveniristiche, ma diciamo che lui si trova in un ottimo punto di osservazione. Oggi provo Bing :-)

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    2. Personalmente detesto Bing. Non ne capisco la logica, e` davvero poco intuitivo. Purtroppo l`impero e` tale perche` funziona.

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    3. Lo so... Mr K mi spiega che basterebbe non utilizzare i servizi commerciali di google.

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    4. secondo me bing non è meno intuitivo, piuttosto google varia di piú i risultati.
      comunque in generale nell'informatica le cose migliorano se si allarga l'utenza.
      vedi per esempio cosa e' diventato oggi linux rispetto a cos'era solo qualche anno fa:
      ubuntu per esempio fa tutto quello che fanno gli altri, e in piú non s'impalla :)
      qualche anno fa e con certe distribuzioni era difficile se non impossibile anche solo collegare una webcam sotto linux.

      uhm, cosa intendi per servizi commerciali?

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    5. Intendo usare google per farsi pubblicità, sul motore di ricerca, su blog, su google+ ecc. Però boh, io mica sono convinta che basti.

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  2. Parole sagge Silvia !
    http://www.raccontidiviaggioenonsolo.com/

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  3. Ottime osservazioni, Silvia, purtroppo però sembra che funzioni così con tutto. Un po' quando sentivo parlare del pressoché impossibile tentativo di boicottare la Nestlé, che ha così tanti prodotti ed è così pervasiva da essere inevitabile... E i piccoli come al solito hanno ben poca voce in capitolo.

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    1. Non so, io sono sempre riuscita a boicottare quasi tutto quello che volevo, compresa la Nestlè ed esclusa la benzina (soprattutto per via dei viaggi in aereo). Ma con internet mi sento impotente.

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  4. Eh, lo so, è un paradosso. Un po' come quando un libro tendenzialmente progressista viene pubblicato da Mondadori, o un film dello stesso genere da Medusa ;)

    Moz-

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  5. Ci sono volte che mi chiedo se c'è ancora spazio per gli ideali o siamo solo falene destinate a bruciarci le ali sulla fiamma della realtà!

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    1. Diciamo che quanto meno gli ideali andrebbero verificati molto bene.

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  6. Pazzesco. Riflessione molto interessante e io penso che i tempi previsti non siano poi cosi' azzardati, visto che abbiamo assistito nel passato recente a trasformazioni molto rapide. Il paradosso che si crea per il boicottaggio google e' qualcosa di veramente nuovo, ma io ho fiducia nel fatto che si riuscira' a trovare modalita' altrettanto nuove di agire.

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    1. Sì, lo spero anch'io, perché questa storia di bloccare i google bus non mi sembra destinata ad avere molto effetto.

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  7. Penso anch'io cge bloccare i google bus non serva.
    E quanto a google e a internet è impossibile: sono già dentro di noi!

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  8. questo mi fa pensare al fatto che io detesto l'espansione di amazon in questa città (nei prossimi anni costruirà un mega campus una cosa allucinante) che porta gente ricchissima e ogni metro spuntano come funghi appartamenti di lusso. Però ecco sono la prima ad usare amazon sempre e non riesco a boicottarlo perché trovo tantissime cose scontate, certo è sicuramente meno utile di google però non riesco a farne a meno -_-

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    1. Ho il tuo stesso problema. In Italia è facilissimo evitare amazon, ma quando sono a SF devo impegnarmi molto di più. Naturalmente quando posso uso la libreria di quartiere, mentre per gli acquisti online Jonathan Franzen consiglia (in "Il progetto Kraus", da me tradotto e in uscita per Eimaudi) "barnesandnoble.com, che offre gli stessi libri e un e-reader migliore, e ha proprietari politicamente più progressisti". Poi io su amazon compro praticamente solo libri usati (oltre a sporadici libri d'arte da regalare a Mr K) e m'illudo che comunque in questo modo aiuto le librerie affiliate ad amazon che li mettono in vendita, ma sicuramente, appunto, mi illudo.

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  9. Potete venire in Italia, dove un ingegnere prende meno di uno spazzino. E dove tutti sono tanto contenti.

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    1. Oppure potete venire negli Usa, dove un freelance, un disoccupato o un lavoratore part-time non può permettersi di curarsi quando si ammala.

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    2. E comunque il discorso è leggermente diverso, se sai di cosa sto parlando.

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    3. Oppure potete venire in Italia dove larghi strati della poplazione non possono e non potranno permettersi di curarsi.

      E, si, so di cosa stai parlando mentre non lo sapete voi "umanisti" e continuerete a non capirlo. Ma vi sara permesso di vivere, lavorare ed esprimervi , finché starete in un paese dove gli ingegneri prendono più degli spazzini.

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    4. Quello che intendevo dire è che il mio discorso sugli effetti della gentrificazione selvaggia di SF, che porto avanti da tempo su questo blog, non ha nulla a che vedere con un confronto fra l'Italia e gli Usa, che francamente mi interessa poco e lascio fare ad altri. Il mio è invece un discorso sulla città, sulla sua storia, sulla sua economia e sulla sua identità, un discorso che non ha nulla a che vedere con l'entità degli stipendi degli ingegneri italiani e americani, e tanto meno con una presunta e ridicola rivalità fra "umanisti" e "scienziati".
      E comunque io in questo momento non mi trovo a San Francisco, come sa chi segue il mio blog e conosce gli argomenti di cui tratto. Sono da mesi in Italia perché sono ammalata e qui mi posso curare bene con la sanità pubblica (che pago con le mie tasse), mentre negli Usa (dove anche pago le tasse), essendo freelance e povera, non avrei MAI potuto curarmi. E in Italia posso esprimermi benissimo, visto che lavoro e scrivo esclusivamente per editori italiani.

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  10. Ci penso spesso a questa storia di Google e ci vado spesso in crisi...Passare da Microsoft a Linux è stato semplice, cambiano un po' di cose che faresti in automatico ma poi ti ci abitui e le fai altrettanto in automatico, e ti senti la coscienza un po' più a posto. Ma Google è davvero più che automatico...pensa che mi sono anche imbattuta in un motore di ricerca che si chiama Ecosia, di quelli che dicono che piantano alberi in base alle volte che il motore viene utilizzato (?) ma ad ogni modo, anche se gli alberi poi non li piantano, anche se potrebbe essere semplicemente un'alternativa e basta, tu ti ricordi di aprire quello invece di google? io quasi mai...

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    1. Sì, è frustrante e in un certo senso anche interessante da osservare. Ho dato un'occhiata ai dubbi su questo Ecosia, e anche a tutte le cose meritevoli che secondo
      questo articolo starebbero facendo google e microsoft e compagnia bella, e penso che non esiste il bianco e il nero, solo un grande campo grigiastro dove l'unica cosa chiara è che siamo tutti sempre più dipendenti da queste tecnologie (anche una come me che usa un telefonino del 2001 e con il computer ha lo stesso atteggiamento che ha con l'automobile: basta che funzioni), e se da una parte le ringrazio per aver faclitato moltissimo il mio lavoro, dall'altra questa dipendenza mi fa venire un gran nervoso.

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    2. Grazie per il link, ho letto tutto quanto, anche l'articolo di Attivissimo, e ne ho capito un po' di più. Hai ragione, non è tutto bianco o nero, come è vero che il confine tra l'usare le tecnologie e farsene mangiare è davvero labile... Mah, credo che il buonsenso sia il rimedio a tanti problemi!

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    3. Non sono sicura che basti, ma almeno è già qualcosa :-)

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