lunedì 28 febbraio 2011

Yoga to the People!

Pratico lo yoga da dodici anni. Il mio maestro, in Italia, è un uomo simpatico che non si dà arie da guru ma che pratica serissimamente lo yoga da trent’anni. Lo yoga che faccio con lui si chiama Viniyoga. Cito dal sito dell’”Accademia Yoga di consapevolezza”: “Lo yoga deve essere praticato in funzione del livello di chi lo pratica e Viniyoga significa ‘pratica appropriata in funzione della situazione o delle condizioni’ (…) Non è come una maratona dove tutti partono e arrivano allo stesso punto e il primo che vi arriva è il migliore. (…) Un principio che deve essere salvaguardato è che lo yoga deve promuovere la salute e non causare la malattia. E una pratica di yoga non adatta può essere pericolosa. Questo perché i mezzi utilizzati dallo yoga lavorano in modo molto sottile ma comunque potente, quindi bisogna praticarli con cautela. (…) Due dei più importanti mezzi utilizzati dallo yoga sono: asana (posizioni yoga) e pranayama (regolazione del respiro). (…) È evidente che per fare tutto questo è necessario l'aiuto di una guida esperta, un insegnante serio e preparato che può indicarci il ‘percorso’ da fare tenendo conto del contesto e delle esigenze personali.”
Ho riportato questa descrizione perché la trovo molto significativa per indicare tutto quello che non ho trovato nella mia (breve, lo ammetto) esperienza yogica qui negli Stati Uniti.
Bikram Choudhury, il fondatore miliardario del bikram yoga
Prima di tutto, qui Viniyoga™ è un marchio registrato. Il fondatore dell’American Viniyoga Institute scrive: “Pratichiamo per approfondire la nostra autocoscienza, per consolidarci nel presente, impartire una direzione al nostro futuro e realizzare appieno il nostro potenziale”. Manca solo l'immortalità, ma a quella ci stiamo lavorando.
Gli americani, si sa, sono impazziti per lo yoga (che però adesso sta cominciando a passare di moda), e con il loro approccio business-oriented hanno cominciato a brevettare tecniche vecchie di millenni, cosa che ha notevolmente irritato il governo e il popolo indiano (vedi per esempio qui: http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/asia/article1862524.ece).

Antigravity yoga
La mia prima volta con l’“American Yoga” è stata cinque o sei anni fa, quando andai a provare una seduta e mi ritrovai in una sala piena di gente con tutine attillate e tappetini ipertecnici, che si contorceva in posizioni impossibili, compresa la temibile posizione a testa in giù, quella che se non sei più che esperto ti schiaccia le vertebre cervicali che è una bellezza. Quando, al termine della seduta, chiesi all'insegnante come mai non avesse dato la minima indicazione riguardo alla respirazione (lo yoga senza respirazione è come una carbonara senza uova), lei mi rispose che al corso intensivo di tre settimane che le aveva rilasciato il diploma di insegnante le avevano detto che sì, poteva anche insegnare la respirazione, ma lei spesso lasciava perdere perché non le interessava. Da quel momento in poi ho sempre evitato lo yoga "made in Usa", dal Bikram yoga (detto anche "hot yoga" perché si pratica in una stanza-forno a più di 40°, che consente di sentirsi più agili e flessibili), a tutte le varianti power yoga, yogilates (yoga+pilates), yoga anticellulite eccetera eccetera. Ultimamente ho sentito parlare anche di uno "Slim Calm Sexy Yoga", che si può ordinare (?) e provare gratis per 21 giorni.
Devo dire che mi fanno una certa simpatia quelli di Yoga To The People, che vogliono "ritrovare l'autentico spirito dello yoga" scoraggiando l'uso di tutine e tappetini dai prezzi esorbitanti e propongono sedute a offerta libera. Li ho visti a Berkeley (e dove, sennò?), ma non credo che ci andrò. C'è troppo vapore, su quella vetrina.

Berkeley (foto mia)
[Aggiornamento: ho trovato dove fare yoga: QUI]

9 commenti:

  1. Se non sei tanto distante dal Sud di San Francisco, noi abbiamo una formulka COp per lo Yoga (paghiamo l'istruttore) . 2 volte a settimana a pranzo per una cifra irrisoria

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  2. Davvero? Ed è uno lento e tranquillo che non mi farebbe mettere a testa in giù? Sarebbe bellissimo, il problema è che non abbiamo la macchina (abitiamo un po' sopra Chinatown). Però mi hai dato un'idea. Come funziona con il tuo istruttore, lavora in un centro? Magari c'è qualcosa del genere anche vicino a casa mia.

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  3. Ci arriva la Bart!!
    Ti trovo il programma e te lo invio

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  4. Macche' non l'ho trovato. Ma ti posso dire il costo:
    -45 dollari al mese una volta a settimana oppure 90 per due ore.
    Le classi sono piccole.
    Devo chiedere agli istruttori se lavorano in qualche altro centro

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  5. Grazie! In effetti sarebbe l'ideale. La mia schiena urla!

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  6. io faccio yolates e mi trovo molto bene, adoro la mia insegnante!
    invece lo yoga puro l'ho provato un paio di volte e mi ha lasciata perplessa...
    l'idea che mi sono fatta e' che dipende molto dall'insegnante (in ogni caso, ho sempre fatto tanta respirazione).

    continua a cercare ;-)

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  7. Grazie Marica, in effetti varie persone mi stanno dicendo che hanno trovato degli ottimi insegnanti anche qui. Bene, sono contenta di sfatare il luogo comune sulla superficialità dello yoga americano. (Però non potevo resistere a quelle foto, mi divertivano troppo!) Adesso devo solo trovare l'istruttore giusto!

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