sabato 30 aprile 2011

L'affitto controllato e l'odissea del frigorifero

A San Francisco, città dove il mercato immobiliare ha da tempo raggiunto prezzi folli, abbiamo la fortuna di vivere in un rent controlled apartment, cioè in un appartamente affittato con un contratto simile al vecchio equo canone italiano. Il rent control è un sistema di controllo degli affitti che varia da città a città (e spesso manca del tutto), e che permette all'inquilino di stabilizzare il canone d'affitto al momento della firma del contratto; da quel momento saranno possibili solo aumenti minimi, legati all'inflazione. Tutto questo, però, è valido solo per lo stesso inquilino che ha firmato il contratto: nel momento in cui dovesse subentrare un nuovo inquilino, il proprietario è libero di adeguare l'affitto agli attuali prezzi di mercato, con un canone che viene riagganciato al rent control da quel momento in avanti. Da qui si capisce perché una persona ci pensi due volte prima di lasciare un appartamento in centro in cui vive da decenni, che magari è diventato troppo piccolo ma per il quale paga un canone che adesso non gli basterebbe neanche per un box auto. E si capisce anche perché i padroni di casa ce la mettano tutta per far sloggiare i vecchi inquilini aggrappati con le unghie e con i denti al loro appartamento a "buon" mercato.

Questo sistema può creare dei problemi, per esempio nel momento in cui si decida di cambiare un elettrodomestico. Il nostro vecchio frigo, un cimelio degli anni '70, ha un enorme iceberg al posto del freezer, e va sostituito. Ma qui sorge un problema. Quando si prende in affitto una casa, a San Francisco, la si prende con tutti quanti gli elettrodomestici già installati, che non appartengono all'inquilino, bensì al proprietario. E non sto parlando di case ammobiliate. Semplicemente, qui funziona così. Spesso anche quando si compra una casa la si trova già fornita degli elettrodomestici appartenuti al proprietario precedente. Quando spiego che di solito, in Italia, chi prende in affitto un appartamento vuoto ci mette dentro il suo frigorifero e la sua cucina, qui tutti mi guardano e ridono. Che scomodità, mi dicono. Sì, certo, però quando devo cambiare il frigorifero, in Italia, vado in un negozio e ne compro uno nuovo. Qui invece devo convincere la padrona di casa a cambiarmelo. Dopo estenuanti discussioni in cui lei tenta di dimostrare che il frigo è ancora seminuovo e funziona benissimo, devo subire una dozzina di ispezioni della suddetta padrona di casa accompagnata dai "suoi" operai sottopagati, incaricati di prendere le misure.  Ogni volta lei non è convinta, non vuole pagare in anticipo l'uomo del frigo, ritorna un'altra volta per prendere le misure... Tutto questo va avanti da circa un mese, e intanto l'iceberg è sempre lì.

7 commenti:

  1. non so se hai letto "So Much For That" di Lionel Shriver: tocca diversi degli argomenti di cui parli tu, dal rent control al sistema sanitario. Invece di documentarmi per tradurlo, a saperlo aspettavo te ;-)
    Laura

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  2. Grazie, non l'ho letto ma ne ho sentito parlare benissimo. Adesso so che voglio leggerlo in italiano!

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  3. Quando sono arrivata a Boston da Padova quindici anni fa la citta' stava mettendo fine al rent control. I prezzi salirono e da allora la situazione non e' migliorata. I propietari hanno il classico coltello dalla parte del manico e fanno quello che vogliono. Al punto che sto pensando di andarmene, forse a Cape Cod.
    Sei fortunata ad avere l'appartamento col rent control, ma l'America essendo quello che e' (sfrenatamente capitalista) non credo che la situazione durera' in eterno.

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  4. Faccio i dovuti scongiuri e mi appello alla combattività della Tenants Union di San Francisco, che ha lottato parecchio per avere il rent control e spero non se lo lasci sfuggire. D'altronde il rent control è riuscito a sopravvivere alla bolla immobiliare del dot.com, che all'epoca riempì la città di agghiaccianti milionari ventenni e ha lasciato in eredità gli attuali prezzi spropositati delle case. Quanto al capitalismo sfrenato, be', non posso certo darti torto, però intanto qui a San Francisco c'è il rent control, mentre in Italia l'equo canone è morto e sepolto.

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  5. È curioso che a seconda del paese (e quindi della cultura) cambi il concetto di "appartamento in affitto", specialmente se ammobiliato: in Italia sono quasi sempre incluse pentole e stoviglie, in Irlanda e in Inghilterra invece lo sono solo raramente, o perlomeno lo erano quando ci vivevo io, figurarsi poi i piccoli elettrodomestici o il ferro da stiro, però non mancava mai un accessorio : la kettle, come se il bollitore facesse parte dell'arredamento!
    Invece le case vuote in vendita in Irlanda includevano praticamente sempre gli armadi a muro (fitted wardrobe), prassi che gli italiani trovavano abbastanza insolita ma molto utile per chi faceva il grande passo di comprare casa. Anche la cucina era sempre compresa ma forse questa sarà la tendenza (futura?) anche in Italia: ultimamente qui a Milano ho notato pubblicità di nuovi appartamenti che evidenziano che il capitolato include la cucina (con elettrodomestici).

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  6. A San Francisco gli appartamenti, anche quando sono affittati come vuoti, spesso non lo sono. E non solo per via degli elettrodomestici inclusi, ma anche per via dell'architettura interna delle case, che spesso sono in legno (per motivi antisismici) e hanno parecchi mobili integrati nelle pareti, specialmente le credenze.
    A proposito... il frigo nuovo è arrivato!

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