domenica 30 agosto 2015

Le mie domeniche libere

Anche per quest'estate la scuola è finita. Spero che i miei studenti si siano divertiti quanto mi stavo divertendo io in questa foto, scattata durante una lezione.


Tornare a fare un solo lavoro - anche se intenso come la traduzione di Purity - dopo averne fatti due è quasi come essere in vacanza. Questa volta mi sono organizzata con una rigida disciplina militaresca - resa possibile dallo yoga e dal provvidenziale abbandono di facebook - che ogni tanto mi lasciava persino qualche ora libera per scrivere. E poi ho instaurato l'usanza della domenica libera. Sembrerebbe una cosa scontata, ma vi assicuro che per un freelance non lo è. Infatti Mr K questa storia della domenica libera non la capisce tanto bene, e mi segue con una certa riluttanza nelle mie uscite domenicali. Sì, perchè ho deciso che le domeniche libere devono essere utilizzate per andare a spasso e svagarsi completamente (che cosa strana, eh?), perché se rimango in casa finisce che mi attacco al computer e mi metto a lavorare.

Allora, cosa faccio nelle mie domeniche libere?

Per esempio vado a pranzo in un diner in mezzo alla campagna




Oppure vado a visitare i luoghi di Purity con una guida d'eccezione

Il New Leaf Market di Felton, dove lavora la madre della protagonista

Il parco dove la protagonista...
... nuota insieme a sua madre in questa pozza qui

Oppure vado a camminare sull'Earthquake Trail che passa proprio sopra la faglia di Sant'Andrea. E il mattino dopo c'è stato un terremoto, che però per fortuna non ho sentito perché dormivo ancora (anzi, mi sono svegliata proprio a quell'ora, alle 7. Probabilmente il terremoto mi ha fatto da sveglia).

Una fila di paletti azzurri segna il percorso della faglia

E per concludere la giornata, una vera esperienza americana: spannocchiare il granturco all'ora dell'aperitivo


lunedì 24 agosto 2015

La triste storia di Grimes Poznikov, il juke-box umano di San Francisco


Stavo sfogliando QUESTO articolo sulle "cose che non rivedremo più a San Francisco", quando mi sono imbattuta in questa foto, con la didascalia: The Automatic Human Jukebox, noto anche come Grimes Poznikov...



... che venne denunciato perché faceva troppo rumore nel 1987, dopo 15 anni passati a intrattenere i turisti al Fisherman's Wharf

E cioè un anno dopo il giorno in cui gli scattai questa foto, che vi ho già mostrato in un post della serie Una minorenne in America 


Dalla foto successiva dell'articolo scopro cosa è successo in seguito a Grimes Poznikov:


Nel 2002, a 56 anni, viveva in un accampamento di senzatetto

E infine scopro da Wikipedia che è morto nel 2005 per intossicazione da alcol. Era stato arrestato diverse volte per spaccio di marijuana, e durante il suo ultimo arresto, alla fine degli anni '80, la polizia gli aveva rotto i denti, impedendogli per sempre di suonare la tromba. In seguito aveva cominciato a soffrire di schizofrenia, aveva cominciato a usare droghe pesanti ed era finito sulla strada.
Uno dei tanti senzatetto di San Francisco, tutti con una storia da raccontare, tutti finiti sulla strada perché inadeguati a vivere in questa bella società.

venerdì 21 agosto 2015

L'anteprima di Purity

La trovate oggi su IL, l'inserto mensile del Sole 24 ORE. E adesso è anche online, QUI. La traduzione, ovviamente, è mia. Buona lettura!




domenica 16 agosto 2015

I found my love in Mendocino/1

(Continua da QUI)

Ed eccoci finalmente nel mio posto preferito di tutta la California: Mendocino! Ovviamente questo paese di 894 abitanti è in cima alla lista di quelli in cui vorrei trasferirmi (insieme a Brattleboro in Vermont), ma ogni volta Mr K mi fa notare che le 4-5 ore di strada tortuosa che lo separano dal grande aeroporto più vicino, quello di San Francisco, renderebbero un tantino scomodi gli spostamenti, soprattutto per noi che odiamo guidare. E l'odio per la guida è anche il motivo per cui questa è solo la terza volta che metto piede nella mia adoratissima Mendocino: Mr K si rifiuta di riportarmici, e così ho dovuto aspettare che il benedetto Edoardo venisse a trovarci dall'Italia per reclutarlo come autista e farmi portare fin lassù. Comunque le altre due volte che ci sono stata ho fatto biliardi (come dice Mr K) di foto bellissime - perché a Mendocino sono fotogenici anche i lampioni - che potete trovare QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI.

Come le altre volte stiamo nel delizioso Didjeridoo Dreamtime Inn, ma questa volta sono ancora più felice perché dormiamo in una torre dell'acqua. Le torri dell'acqua sono un tratto caratteristico dell'architettura mendocinese, e da quando le ho viste sognavo di entrarci. Et voilà, sogno avverato.


La vista dal Didjeridoo. Dietro la chiesa c'è l'oceano

La nostra torre dell'acqua

Il terrazzino della torre
Colibrì annoiato
 
Colazione squisita

4/Continua (la prossima volta: l'oceano. La vacanzina è durata in tutto tre giorni, ma raccontandola col contagocce posso far credere di essere stata via un mese).


lunedì 10 agosto 2015

Verso nord: oceano e panini

(Continua da QUI)

Da Petaluma torniamo lungo la costa e ci rimettiamo sulla Highway 1, splendida e tortuosa lungo l'oceano.

Mi butto? Non mi butto?

Ci fermiamo a mangiare un panino nell'emporio di Stewarts Point (abitanti: 27), che come dice la scritta in alto è stato costruito nel 1868 e apparentemente mai più modificato





Qui ci facciamo preparare tre panini dalle commesse più lente del mondo, che impiegano tipo mezz'ora per panino tranne quando arriva una vecchiarda a bordo di una macchina sportiva di lusso e ci passa bellamente davanti. Le due commesse, che chiaramente conoscono la vecchiarda, le preparano ossequiose un panino in dieci secondi e poi tornano a lavorare ai nostri con grande flemma. Vecchiarde e commesse a parte, ci tengo a mostrarvi il mio panino perché qualche mese fa sono stata infamata per via di un sobrio panino con cetriolini e formaggio. Ora mi auguro che non abbiate più niente da ridire:


Naturalmente non posso andarmene prima di aver fotografato un uccelletto locale


Proseguiamo lungo la costa


Dopo una sosta veloce per un caffè a Point Arena (abitanti: 449), ci rimettiamo subito in macchina, perché gli abitanti non hanno l'aria molto accogliente (questi paeselli sono abitati in maggioranza da gente che è andata a stare nel paesello proprio perché non vuole altra gente tra i piedi).




Ormai la meta è vicina!


3/Continua.

giovedì 6 agosto 2015

Io comunque questa città la odio

Ormai è diventato un classico: io attacco questa città ormai oscenamente ricca e avida, e Mr K la difende. E ogni volta che trovo la notizia di un locale storico della "vecchia" San Francisco in procinto di essere demolito per fare spazio a un condominio per ricchi, gli dico,con un amaro senso di trionfo: "eccone un altro. Tornaci presto, perché sarà l'ultima volta."
Stavolta toccherà a Grubstake, uno storico diner dalle nostre parti che restava aperto fino alle 4 di notte, cosa incredibile in questa città dove la gente mangia alle 6 e va a letto con le galline. I proprietari lo hanno venduto facendosi promettere che il nuovo acquirente lo avrebbe mantenuto così com'è, e subito dopo l'acquirente ha portato in comune un progetto per un bel palazzone di sette piani. La città sta ancora esaminando il progetto. Haha, chissà cosa risponderà il caro sindaco (nel senso di costoso) ora indagato per corruzione (e basta con la stronzata che "queste cose succedono solo in Italia", per favore).



Qualche mese fa è toccato al Chameleon, il nostro caffè preferito sotto casa, un tempo frequentato dagli scrittori della zona che si piazzavano lì a scrivere per tutto il giorno sotto il benevolo sguardo di Melanie, la simpatica gestora. Mr K ci aveva passato anni, lì dentro. In questo caso pare che il proprietario fosse infastidito dai bambini che scrivevano con "scivolosi gessetti" sul marciapiede, e dal food truck (uno dei tanti furgoni-ristoranti ambulanti che vanno tanto di moda in città) che si fermava lì davanti una volta alla settimana. Ora rimarrà così, sbarrato, chissà per quanto: la città più ricca degli Usa sta cominciando ad assumere l'aspetto di una città depressa, perché - come raccontavo a Spicy Ginger Ale che a New Orleans ha un problema analogo - tutti i baretti e i negozietti per gente normale chiudono e non vengono sostituiti da niente perché con un'attività normale nessuno può permettersi di pagare gli affitti osceni di questa città.

Il Chameleon ieri

Il Chameleon oggi
Insomma, se a casa mia, in Italia, posso stare certa che se esiste un bel prato arriverà presto qualcuno a distruggerlo, qui ormai non ho più dubbi che se esiste un locale che mi piace - non fighetto, non caro, con un'atmosfera simpatica, magari con bella musica - prima o poi arriverà qualcuno a farlo chiudere. Che palle, però. Ma quand'è che scoppia, questa bolla della tech economy? Voglio sedermi sulla sponda del fiume e vederne passare il cadavere.
(L'ultima notizia è che la città non riesce più a trovare insegnanti per le scuole pubbliche, perché con uno stipendio di insegnante non ci si può permettere di abitare a San Francisco. Naturalmente lo stesso vale per anche per altri fornitori di servizi essenziali, tipo infermieri, pompieri, spazzini... vi ricordate come finiva re Mida?)

domenica 2 agosto 2015

Verso nord: l'adorabile Occidental e la misteriosa residenza di Tom Waits

(Continua da QUI)

Naturalmente vorrei trasferirmi anche a Occidental. Soprattutto a Occidental. Qui gli abitanti sono 1272, una metropoli rispetto a Freestone. E anche qui il tempo si è fermato


Leggendo la voce di Wikipedia su Occidental, scopro che è "unica per la concentrazione di sognatori e artisti", che nei dintorni si trovavano diverse comuni, e che negli anni '90 è stata al centro del movimento "neo-hippie" della Sonoma County, anche se ormai gli hippy se ne sono andati per via dei prezzi troppo alti. Insomma, i riccastri sono venuti a rompere le balle anche qui, ma l'atmosfera almeno è rimasta.

Il delizioso Howard's Cafe

L'immancabile chiesetta

E comunque qualche hippy c'è rimasto senz'altro


Continuando a leggere Wikipedia, alla voce "Notable natives and residents", rimango stupefatta nel vedere il nome di Tom Waits. Ma come, anche qui?
Dovete sapere che Tom Waits per me è una specie di fantasma che rincorro da una vita, e mi sa che finirà anche in uno dei miei racconti. Comunque, all'inizio mi hanno detto che abitava a Petaluma, poi a Sebastopol, sempre da quelle parti, e ora mi dicono che abita a Occidental? Continuo a indagare, e nelle FAQ del Tom Waits Fan Club scopro che "Tom Waits vive in California, a nord di San Francisco. Il luogo preciso non viene rivelato al pubblico. Ogni indirizzo riportato su internet si è rivelato falso. Per favore, ricordatevi che Waits attribuisce grande valore alla privacy della sua famiglia. Non vogliono che la gente vada a bussare alla loro porta, e probabilmente non vogliono ricevere pacchetti inquietanti da mittenti anonimi".

Vabbè, per il momento ci consoliamo suonando il pianoforte di Petaluma Pete. Dove? Ma per le strade di Petaluma, naturalmente. (Le mani sono del nostro caro amico Edoardo che ci ha accompagnati nella vacanzina, prestandosi a fare da autista a me e Mr K che con la macchina siamo un po' delle schiappe.)

2/Continua.