lunedì 30 settembre 2013

I ♥ LA/1. Griffith Park & Echo Park

La prima tappa del viaggio è Los Angeles, dove sono ospite del mio amico Sandro Del Rosario. Come al solito qui c'è un clima meraviglioso, e tanto per cominciare lo sfruttiamo per andare a Griffith Park. Come racconta Wikipedia, si tratta uno dei parchi urbani più grandi del nord America, con un'area di 17 km² (il Central Park di New York ha un'area di 3,41 km²). E così nel bel mezzo della metropoli c'è questo parco collinoso e selvaggio, pieno di fauna selvatica, sormontato dal Griffith Observatory, e utilizzato per le riprese di innumerevoli film.


Dentro l'osservatorio c'è un bellissimo museo delle scienze e un planetario. E si capisce che siamo vicinissimi a Hollywood (l'osservatorio sorge sul versante sud di Mount Hollywood):




Da Griffith Park ci spostiamo poi a Echo Park, che non è un parco ma un bel quartiere in una zona collinare. Fino a non molto tempo fa pericoloso ("gang central"), oggi completamente gentrificato.
A Echo Park c'è un bel parco con un laghetto, dove però sembra che non si possa fare nulla (cliccate sulla foto se volete vedere i divieti):






sabato 28 settembre 2013

San Francisco Library Book Sale: il paradiso dei lettori

La 49ma svendita annuale della San Francisco Library si svolge dal 25 al 29 settembre al Fort Mason Center’s Festival Pavilion, dalle 10 del mattino alle 6 di sera.
500.000 fra libri, DVD, CD e dischi, ma soprattutto libri. $3 per gli hardcover; $2 per i tascabili; $1 per tutto il resto. Domenica tutto a $1
Tutto il ricavato viene utilizzato per i programmi educativi della San Francisco Public Library.

Fort Mason dall'alto
 

Il panorama da Fort Mason



Il carrello con la mappa
Uno dei miei ritrovamenti: Vincitore del Bookseller/Diagram Prize for Oddest Title of the Year, edizione 1989

giovedì 26 settembre 2013

Greed in the City

Oggi, a un isolato da casa mia, succedeva questo:



Come ho già accennato, a San Francisco gli edifici costruiti prima del giugno 1979 sono soggetti al rent control: in poche parole, nel momento in cui l'inquilino firma il contratto, il suo affitto viene bloccato, consentendo solo un adeguamento all'inflazione. La legge si applica solo all'intestatario del contratto: quando lui o lei se ne va, l'appartamento può venire riaffittato a un nuovo prezzo stabilito dal proprietario. È solo grazie al rent control che la città non è ancora abitata completamente ed esclusivamente da ricchi. Ma gli inquilini di San Francisco hanno un nemico: l'Ellis Act. Secondo la legge, anche se il palazzo viene venduto, l'ammontare dell'affitto dei residenti rimane invariato (e il padrone di casa può sfrattare gli inquilini solo se intende occupare l'intero stabile con la propria famiglia), ma l'Ellis Act fornisce una scappatoia: se si converte il palazzo in condo, gli sfratti diventano possibili.
E diventa possibile che una famiglia composta da due ottantenni cinesi e dalla loro figlia disabile vengano sfrattati dall'appartamento in cui vivono da 34 anni. Il Tenants Union e altre associazioni hanno organizzato una protesta, anche se alla fine la famiglia Lee se ne dovrà andare. Dove, non è chiaro. I commenti agli articoli che parlano di questa vicenda, sull'Examiner e sul Chronicle, mi hanno fatto rivoltare lo stomaco. Spero tanto che questa gente si ritrovi sbattuta sul marciapiede a ottant'anni, proprio come sta per succedere ai signori Lee.

Qui sotto vedete la mappa degli sfratti dovuti all'Ellis Act, dal 1997 al 2013. Da The Dark Side of Startup City.



lunedì 23 settembre 2013

Una città per soli ricchi

Qualche giorno fa sono passata davanti a un palazzo in cui si affittava un appartamento. Un palazzo carino, niente di più. Davanti c'erano due valletti in livrea, ingaggiati dall'agenzia immobiliare per parcheggiare le auto dei potenziali clienti. L'affitto medio di un appartamento a San Francisco nel dicembre 2012 era di $3100: la città con gli affitti più cari di tutti gli Stati Uniti (sì, anche di New York). In questa città piena di ricchi, spesso gli aspiranti inquilini si presentano con carriolate di contanti e offrono più di quanto chiesto dal padrone di casa.
Se poi volete comprare una casa (e non siete ingegneri informatici), auguri. A parte la gente che si presenta con camionate di contanti, trucidando sul nascere le aspirazioni di chi si può permettere "solo" un mutuo, ci sono altre simpatiche clausole che i padroni di casa onnipotenti possono imporre agli aspiranti compratori. La più usata pare che sia la rinuncia all'ispezione: se volete la casa firmate un documento in cui dichiarate di comprarla così com'è, senza nessun controllo preventivo. Se poi scoprite che ha le fondamenta marce, peggio per voi (potete sempre rivenderla a un altro gonzo). Sembra che sia illegale. Sembra anche che lo facciano quasi tutti.

Date un'occhiata a questa mappa del Rent Affordability Gap: misura il numero di salari minimi ($10 all'ora, in California) necessari per affittare un trilocale a San Francisco al prezzo di mercato, paragonato al costo medio effettivo di un appartamento. A South of Market, per esempio, l'affitto medio di un trilocale è di circa $4000 al mese (specifichiamo: un trilocale - cioè un two-bedroom apartment - qui è composto da: cucinino con sala da pranzo, soggiorno, una camera da letto e un bagno). QUI trovate la mappa interattiva.



QUI invece trovate i prezzi di vendita. 1 square foot equivale a 0.0929 metri quadri, quindi i $929 per sqft di Presidio Heights (zona di lusso) equivalgono a circa $10.000 al metro quadro. Più o meno come a Milano.



domenica 22 settembre 2013

Sapori di Grecia a San Francisco

Finalmente, dopo tanti pasti meschinelli in ristoranti mediocri che fanno tanto i fighi e poi ti servono porzioni ridicole di cibo pretenzioso e sempre un po' spento e immancabilmente troppo caro per quello che vale (San Francisco capitale foodie degli Usa? Ma fatemi il piacere), finalmente oggi ho mangiato bene. Dove? Al Festival Greco della Annunciation Greek Orthodox Cathedral. Cibo fresco, fatto in casa e non in serie, merce quasi impossibile da trovare in città se non (forse) in alcuni ristoranti inaccessibilmente cari. Un cortile con griglie, musica, balli e tavoli per mangiare all'aperto (!), l'interno della chiesa convertito in salone da pranzo con enormi vassoi di roba cucinata al momento. Roba greca, ma greca davvero, non greca finta per americani. Un paradiso per le papille.



Spanakopita

Thrift Town


Subito prima un salto nel tempio dell'usato, Thrift Town (quello dove ho comprato il mio abito nuziale) dove come al solito ho fatto ottimi acquisti (tra cui un maglione di cashmere per $3, ma un bel cashmere, eh, mica quel cashmerino trasparente che ti vendono da Macy's per $130).








E per finire, lungo la strada di casa, l'avvistamento di una perla da mandare al MOBA.



venerdì 20 settembre 2013

La lotta di classe dopo la lotta di classe

 

"La caratteristica saliente della lotta di classe alla nostra epoca è questa: la classe di quelli che da diversi punti di vista sono da considerare i vincitori - termine molto apprezzato da chi ritiene che l'umanità debba inevitabilmente dividersi in vincitori e perdenti - sta conducendo una tenace lotta di classe contro la classe dei perdenti."

Luciano Gallino, La lotta di classe dopo la lotta di classe, Laterza, 2012

lunedì 16 settembre 2013

Le isole Farallon (che probabilmente non vedrò mai)

Ho cominciato a leggere il mio undicesimo libro su San Francisco, di cui parlavo QUI. Il libro di Gary Kamiya consiste di 49 capitoli (il 49 è un numero ricorrente a San Francisco. Nel 1849 da queste parti venne scoperto l'oro. I minatori accorsi in cerca di fortuna presero il nome di 49ers, nome che è poi stato ereditato dalla squadra di football), ognuno dedicato a una zona della città. Come spiega lui stesso nell'introduzione, Kamiya ha camminato compulsivamente per due anni, esplorando ogni più remoto angolo della città - che già conosceva bene per averla percorsa in lungo e in largo come tassista -, e dalle sue esplorazioni è nato questo libro. Che fra l'altro è scritto benissimo, con uno stile poetico da cui traspira un grande amore per il soggetto, la città (a quanto pare il manoscritto era lungo almeno il triplo, quando Kamiya lo ha consegnato all'editore).

Cool, Gray City of Love comincia proprio dall'angolo più remoto possibile, le Farallon Islands, che pur trovandosi a 43 km a ovest del Golden Gate e 32 km a sud di Point Reyes, fanno ufficialmente parte della contea e città di San Francisco. Si tratta di un gruppo di isolotti e scogli che dal 1969 sono diventate un'oasi naturalistica dove è proibito mettere piede. Ma niente scoraggia Kamiya, che dopo anni e anni passati a sognarle, un giorno finalmente decide di fare un tour dei "denti del diavolo" (così vengono soprannominate le ospitali isolette). Il risultato è un racconto che mi ha ricordato un libro che amo molto, l'Atlas of Remote Islands, con il suo sottotitolo perfetto: Fifty Islands I Have Never Set Foot On and Never Will. Non ci metterò mai piede perché è vietato, ma credo che non farò neppure il tour, visto che l'oceano turbolento intorno alle Farallon ha provocato un numero record di naufragi (oltre a essere stato utilizzato, dal 1946 al 1970, come discarica di scorie radioattive. La costa di fronte alle isole Farallon, nella Marin County, è la zona con la più alta incidenza percentuale di carcinoma della mammella in tutti gli Stati Uniti).

Le isole sono un posto remoto e assolutamente inospitale, anche se per un po' di tempo qualcuno  ci ha abitato, come testimoniano le casette che ancora sorgono qua e là. Nel 1897, per un anno, ebbero persino una scuola pubblica, la cui preside, Miss Daisy Doud, comunicava con la terraferma grazie a uno stormo di piccioni viaggiatori. Ma quello che è inospitale per gli umani può non esserlo per gli animali, e infatti le Farallones sono un'importantissima riserva naturale, dove vivono un'enorme colonia di uccelli marini, diverse specie di otarie, balene e terrificanti squali bianchi, che arrivano in autunno e fanno strage di foche e leoni marini. Questo pare che irriti le orche, le quali per proteggere il loro ristorante preferito ogni tanto ingaggiano lotte spettacolari con gli squali, "the Super Bowl of species conflict on planet Earth", come scrive Kamiya.

Insomma, un posto affascinante queste Farallon Islands, soprattutto in fotografia.