sabato 29 marzo 2014

Mai ci eravamo annoiati, di Renata Adler


"Una volta ho visitato l’Università della California a Santa Cruz. Era ricca, e vicina al mare, e piena di sequoie. Gli studenti che non avevano voglia di andare a lezione a piedi venivano trasportati in calesse. Non c’era modo di organizzare uno sciopero studentesco, perché era permesso quasi tutto. A lezione non venivano segnate le presenze. L’unico modo per scioperare era andare a lezione con una fascia nera al braccio, simbolo degli scioperanti. Gli studenti volevano scioperare a favore degli abitanti di Santa Cruz, che li detestavano. Lo sciopero consisteva in un boicottaggio dell’uva. Gli studenti picchettavano i negozi che vendevano uva. Gli abitanti compravano tutta l’uva e la sventolavano in faccia agli studenti. Non c’era alcuna comprensione reciproca. I poliziotti erano lì per proteggere gli studenti dagli abitanti armati di bastone. Gli studenti pensavano che gli abitanti fossero oppressi dai poliziotti. L’istruzione, forse, a suo modo, ne soffriva. «Qui l’unico modo per ottenere il numero legale in classe» mi ha detto un professore «è con un corso in Addestramento alla Sensitività o Meditazione Trascendentale.» Me ne sono andata presto."

Renata Adler, Mai ci eravamo annoiati, traduzione mia
 © 2014 Mondadori, Milano

Per saperne qualcosa di più, leggete QUI.

giovedì 27 marzo 2014

La fedeltà della cicogna

Puntuale come ogni anno all'arrivo della primavera, Klepetan, il maschio di una coppia di cicogne, è tornato in Croazia dopo aver percorso in volo tredicimila chilometri dal Sudafrica, per riunirsi alla sua Malena (Piccola, in croato), che a causa di una vecchia ferita non riesce più a fare la lunga traversata stagionale. Questo è il dodicesimo anno consecutivo che Klepetan raggiunge la compagna nel loro nido nel villaggio di Brodski Varos, nell'est della Croazia. Malena trascorre gli inverni sul tetto della casa di Stjepan Vokic, un bidello pensionato, che si prende cura dell’animale dal 1993, quando fu ferita a un’ala dai cacciatori, procurandosi una ferita che le impedisce di volare. “Quest'anno Klepetan è arrivato con dodici ore di anticipo rispetto al solito, mi ha svegliato ieri mattina presto: io e Malena lo aspettavamo per oggi”, ha raccontato Vokic al giornale Jutarnji list. Negli altri nidi, ha aggiunto, le cicogne torneranno tra cinque o sei giorni, mentre “lui è sempre il primo ad arrivare poiché sa che la sua Malena lo aspetta impaziente”.

Da "Vie dell'Est". Grazie ad Andrea Rényi che lo ha segnalato.

martedì 25 marzo 2014

Dizionario Itanglese-Italiano/5. Confidente (che forse non è un calco)

CONFIDENTE

In italiano "confidente" significa (da Treccani.it): 
confidente 
2. s. m. e f. 
a. Persona a cui si confidano i proprî segreti: è il suo confidente.
b. Nel dramma classico, personaggio che appare accanto al protagonista per dar modo a questo di rendere noti al pubblico l’antefatto, i sentimenti intimi, i propositi, ecc., senza ricorrere al soliloquio.  
c. C. della polizia (o semplicem. confidente), informatore della polizia, spia. ◆ Avv., letter., confidenteménte, fiduciosamente, con fiducia: noi, già tuoi nimici, vegnamo ora confidentemente a supplicare gli aiuti tuoi (Machiavelli).

In inglese confident significa (dal dizionario Hoepli online):
1 pred + of/about/PE (≠ sceptical) fiducioso, fidente
to be confident that essere fiducioso che; we are confident of success siamo fiduciosi nel successo
2 (= assured) sicuro di sé
a confident young man un giovane sicuro di sé
3 pred + about/PE (= positive) certo, sicuro, convinto, persuaso
he is confident about being fit for the match è certo che sarà in forma per la partita
B n C confidente, amico intimo, amica intima.
 
ATTENZIONE! In italiano "confidente" significa anche (uso letterario ma attestato):
1. agg.  
a. Che confida, fiducioso; per lo più con uso assol.: con animo c.; la sua c. attesa; in fronte La gioia ti splendea, splendea negli occhi Quel c. immaginar (Leopardi); meno com. seguito da in: c. nelle proprie forze; c. nella bontà del giudice.  
b. Baldanzoso, sicuro di sé: Tempra de’ baldi giovani Il c. ingegno (Manzoni). 

sabato 22 marzo 2014

La Forza è con me


Ieri sera il mio maestro di yoga che seguo da quindici anni ci ha fatto praticare il Mahā Mudrā, uno dei Mudrā fondamentali, una roba da iniziati, insomma (non oso immaginare come la praticherebbero gli yogatleti americani). 
Il maestro del mio maestro, Claude Maréchal, sostiene scherzando che il Mahā Mudrā potrebbe avere effetti simili a una droga. E infatti dopo averla praticata mi sono sentita un po' stranetta. 
Sarà forse per questo (o perché dopo essermi guardata tutti i film di Harry Potter ora sto rivedendo tutta la saga di Star Wars) che mentre uscivo ho esclamato: "Mi sento un Cavaliere Jedi"?
Ora gli chiedo se posso praticare il Mahā Mudrā tutte le mattine, poi non mi resta che procurarmi una spada laser. Anche se francamente preferirei una Bacchetta di Sambuco.

giovedì 20 marzo 2014

Dizionario Itanglese-Italiano/4. Fare senso


FARE SENSO

In italiano "fare senso" significa (da Treccani.it): 
fare senso, di cosa che produce una impressione forte e non gradevole (simile a disgusto o ripugnanza) o un turbamento psichico in genere: vedergli perdere tutto quel sangue mi faceva senso; spettacoli di miseria che fanno senso.

In inglese to make sense significa (dal dizionario Hoepli online):
to make sense avere senso compiuto, significare qualcosa.
 
In italiano "fare senso" NON significa: "avere senso compiuto, significare qualcosa". 

Itangl. "il divieto di agire militarmente a meno che non si sia attaccati per primi non fa senso in un’era di armi di distruzione di massa". Traduz. ital.: "il divieto di agire militarmente a meno che non si sia attaccati per primi non ha senso in un’era di armi di distruzione di massa."


martedì 18 marzo 2014

La maledizione della viaggiatrice e l'oasi incantata/3

(Continua da QUI)

Questo posto è un paradiso. L'altra volta mi aveva colpito per la sua bellezza, ma non c'era nessuno, non avevamo potuto comprare il vino, e così abbiamo deciso di tornare. 
E abbiamo fatto bene, perché il Forteto della Luja è un posto davvero speciale. Il proprietario ci accoglie e ci mostra l’azienda agricola/oasi del WWF, raccontandoci la sua storia. La sua famiglia ci vive da molte generazioni, e ha sempre prodotto i suoi vini in modo tradizionale; i vigneti, che si trovano su un terreno molto ripido e stretto, sono sempre stati lavorati a mano, senza l'uso di diserbanti che alla lunga avrebbero portato a un dilavamento del terreno, e con l'aiuto di cavalli per trasportare l'uva nel periodo della vendemmia. Non si tratta perciò di un’azienda che dopo anni di coltivazione convenzionale è passata al biologico: questo terreno non è mai stato inquinato, è sempre stato coltivato con metodo biologico da molto prima che qualcuno decidesse di chiamarlo biologico. Anche la lotta contro gli insetti nocivi viene fatta disponendo nidi artificiali per favorire la riproduzione e lo stanziamento di piccoli uccelli. Oggi il metodo tradizionale si affianca a una conoscenza scientifica delle tecniche di vinificazione, e all'uso di energie pulite come i pannelli solari.

Giovanni Scaglione, il proprietario, ci racconta che il loro vino viene da sempre prodotto con l'antico sistema della "madre del vino", e ci mostra la piccola cantina in pietra che risale al 1700, dove ascoltiamo la madre del vino che sfrizzola allegramente dentro una botte. Ci mostra anche i suoi "trattori", due bei cavalloni di montagna, il maschio narcisista che scaccia la femmina quando si accorge che sto per fotografarli. 

Questo terreno non contaminato da diserbanti è l'habitat ideale di una specie vegetale la cui presenza è un indicatore di assenza di inquinamento: l'orchidea. Un giorno un gruppo di volontari del WWF che stavano osservando le orchidee della zona si sono accorti che sul terreno dell'azienda agricola ne crescevano ben 21 specie, e così nel 2007 hanno proposto a Giovanni di trasformare il Forteto della Luja in un'oasi affiliata al WWF. Se la visitate in maggio potrete vedere la fioritura delle orchidee, e anche una grande quantità di farfalle (in maggio c'è la Festa delle orchidee spontanee, e in luglio la Festa delle farfalle, con musica dal vivo). E se la visitate in qualsiasi momento potrete degustare il vino, che è squisito: la specialità è il Loazzolo, un passito di moscato vendemmia tardiva molto raro, ma noi abbiamo comprato anche un'ottima barbera. 

Cavallo Narciso in posa
Cavallo Narciso al lavoro

E se volete c'è anche un servizio Tv:




domenica 16 marzo 2014

Milano downtown, di Maria Sepa

"Le parole che si dicono la mattina si infilano poi tra gli eventi della giornata e a Corrado sembra che li colleghino, gli diano un senso, un colore che si riflette tutt’intorno. Un colore che, pensa, non è poi così cupo o drammatico. Basta parlare e le tinte si smorzano, gli orizzonti si ampliano, le linee prendono a formare dei disegni, i tasselli un mosaico, e anche se non ancora in maniera distinta, comincia a delinearsi qualcosa, una sorta di bislacca e inusuale saga familiare, sotto il cielo ancora plumbeo di Milano." 

Un romanzo delicato e inconsueto, una storia di amori incrociati con un narratore insolito e un finale lieto e un po' sorprendente, un omaggio a Milano... Milano Downtown di Maria Sepa (traduttrice, docente di letteratura italiana, curatrice di questo blog), come scrive Filippo La Porta nella sua recensione, racconta "la spuma dell'amore e degli scambi amorosi senza nasconderne la problematicità, ma con la levità di una canzone."

venerdì 14 marzo 2014

Oggi sono su Cineforum (con Fruitvale Station)


L'estate scorsa vi ho parlato di Fruitvale Station, un film che mi aveva molto colpita.
Oggi, in occasione dell'uscita del film in Italia - con il titolo Prossima fermata: Fruitvale Station - ho scritto un breve pezzo per Cineforum.it in cui racconto come se la cava (male) la minoranza nera di San Francisco. Lo trovate QUI
QUI invece trovate un bell'articolo sul film.

giovedì 13 marzo 2014

La maledizione della viaggiatrice e l'oasi incantata/2

(Continua da QUI)

Le colline intorno a Cessole
L'ora persa guidando nella direzione sbagliata ci impedisce di trovarci nelle Langhe per l'ora di pranzo, e così, anche per un certo spirito di autoflagellazione, decido di non meritarmi altro che un panino dell'autogrill. Ora, quelli che cucinano negli autogrill devono essere gli stessi che cucinano sugli aerei, cioè operai alla catena di montaggio che miscelano materie plastiche nel vano tentativo di spacciarle per cibo. Non c'è nulla dall'aria anche solo vagamente commestibile, neppure l'insalata, vizza e guarnita di finto mais gommoso e pomodorini che ti esplodono in bocca con uno spruzzo di acqua acidula. La pentola del risotto è misteriosamente ricolma di cemento, mentre tra i panini spicca un cotoletta d'epoca che sembra il parente salato della Luisona. Per i vegetariani ci sono due opzioni: il classico caprese al gusto di cartone bagnato e un verdure con melanzane vulcanizzate. E io che sognavo la bagna cauda.

Finalmente arriviamo a Frittole, pardon, Cessole, al bio-agriturismo dove siamo già stati l'altra volta e che ci piace tanto. Dopo una bella passeggiata sulle colline dove incontriamo quasi solo antiche case in rovina e quasi nessun villino del geometra, la sera ci gustiamo finalmente una bella cenetta, durante la quale Mr K riesce a dimenticare il panino con prosciutto in vetroresina consumato a pranzo scofanandosi allegramente un antipasto, tre primi (fra cui due gigantesche porzioni di tagliatelle al ragù) e due secondi.

Il giorno dopo, a colazione (la torta di nocciole!), dobbiamo decidere dove andare. Io voglio tornare all'oasi del WWF dove siamo già stati, perché l'altra volta non c'era nessuno a farci da guida. Telefoniamo e stavolta ci sono. Perfetto. Poi si potrebbero visitare le cantine storiche di Canelli, oppure andare a Barolo all'Enoteca Regionale e al Museo del Vino. Il proprietario dell'agriturismo ci avvisa che è meglio telefonare prima alle cantine di Canelli, mentre per Barolo non è necessario, lì ci sanno fare con i turisti ed è sempre tutto aperto. Telefoniamo a Canelli, ci dicono che sono aperti, ma io penso, dai, portiamo Mr K a Barolo, che non c'è mai stato.

(2. Continua)

martedì 11 marzo 2014

Dizionario Itanglese-Italiano/3. Consistente


CONSISTENTE

In italiano "consistente" significa (da Treccani.it): 
consistènte agg. [dal lat. consistens -entis, der. di consistĕre nel sign. di «star saldo»: v. consistere]. –
1. Solido, resistente, saldo: roba, stoffa molto c.; colla c.; anche fig.: un’organizzazione poco c.; uno scritto c., che ha corpo, ricco di concetti.
2.
a. In matematica, detto di un sistema non contraddittorio di postulati.
b. In statistica, detto della stima sperimentale di una grandezza incognita se, quando tende all’infinito il numero delle osservazioni su cui è basata la stima, la media della stima stessa tende al vero valore della grandezza incognita, e la sua varianza tende a zero. ◆ Avv. consistenteménte, non com., in modo consistente, saldo.

In inglese consistent significa (dal dizionario Hoepli online):
1 +with (= coherent; ≠ inconsistent) coerente, conseguente, logico, compatibile
consistent behaviour comportamento coerente; the result is consistent with the forecast il risultato è coerente con le previsioni
   
2 (= steadfast) costante, fedele (a principi, ideali, ecc)
consistent improvement miglioramento costante; a consistent supporter un sostenitore fedele

In italiano "consistente" NON significa: "coerente, conseguente, logico, compatibile, costante, fedele". 

Itangl. "ho trovato consistenti le sue idee". Traduz. ital.: "quella persona mi è sembrata coerente".
Itangl. "almeno un paio di esperimenti diedero risultati consistenti con la presenza di forme di vita". Traduz. ital.: "almeno un paio di esperimenti diedero risultati coerenti con la presenza di forme di vita".

domenica 9 marzo 2014

La maledizione della viaggiatrice e l'oasi incantata/1

Che titolo, eh? Si capisce che ho appena visto tutti i film di Harry Potter.
Dopo aver cancellato la gita all'Alpe Devero per il rischio valanghe (dopodiché è subito tornato il sole, ovviamente - ecco cosa ci voleva per far smettere di piovere - ma per Mr. K era troppo tardi, non aveva più tempo di passare due notti fuori), ed essere tornati indietro poco dopo la partenza a causa della rottura dell'alternatore (come spiegavo in un commento, la mia macchinetta ventenne nel giro di un mese si è vista sostituire: batteria; pezzo di motorino d'avviamento; ammortizzatori posteriori + altro pezzo sconosciuto; pezzo di alternatore. Secondo il meccanico, inoltre, anche la cinghia ha i giorni contati), il giorno dopo, sfidando la sorte avversa, abbiamo deciso di partire comunque per Frittole
Ora, la maledizione della viaggiatrice dipende in realtà da una serie di fattori (oltre alla macchina d'epoca, naturalmente): 1) io ODIO guidare; 2) non conosco la geografia; 3) non ho memoria; 4) non ho senso dell'orientamento; 5) Mr. K è identico a me, e in più non sa usare il cambio manuale. 
Malgrado tutti questi fattori razionali, bisogna dire che quando arriviamo all'entrata dell'autostrada e la troviamo chiusa per lavori, persino Mr. K comincia a prendere sul serio l'ipotesi della maledizione. Per fortuna che questa volta siamo partiti in orario, penso, così malgrado questo piccolo inconveniente riusciremo comunque a fermarci a mangiare in un bel posticino nelle Langhe. Entriamo in autostrada un po' più in là; la giornata è azzurra e limpida. Dopo un po' troviamo un bivio: Genova o Gravellona Toce? Svelto, dico a Mr. K, da che parte andiamo. Lui non ne ha la più pallida idea. Io sono quasi sicura di dover andare verso Gravellona Toce, e così svolto in quella direzione. La giornata è proprio splendida, si vedono le montagne, si vede il lago. Il lago ci accompagna sulla destra, passiamo dall'uscita di Stresa, si vedono le isole Borromee. Non ricordo di aver visto questo panorama l'altra volta che siamo andati a Frittole, ma io tanto non mi ricordo mai niente. A un certo punto però arriviamo all'uscita di Verbania. Verbania si trova sul lago, esattamente di fronte a Laveno, dove abito io. Infatti c'è un traghetto che ogni venti minuti fa la spola tra Verbania e Laveno. Stiamo guidando da un'ora e siamo arrivati davanti a casa? D'un tratto, con notevole prontezza di riflessi, capisco che c'è qualcosa che non va. Esco a Verbania e sono molto tentata di andare a prendere il traghetto e tornare a casa. Ci fermiamo in un parcheggio, e mentre io grido "Gugol meps è una merdaaaaa! Doveva dirmelo che bisognava andare in direzione Genovaaaaa! Voglio tornare a casaaaaa!", Mr. K riesce a convicermi a girare la macchina e imboccare di nuovo l'autrostrada, questa volta in direzione Genova.
[Dalla cartina qui sopra non è chiarissimo perché non tutte le uscite sono segnate (gugol meps = cacca), ma diciamo che siamo entrati in autostrada ad Arona e dovevamo uscire ad Alessandria, che sulla cartina non c'è ma è dalle parti di Acqui Terme.]
(1. Continua)

giovedì 6 marzo 2014

Personaggi di San Francisco/2. The Sisters of Perpetual Indulgence


L'articolo lo trovate oggi su Nazione Indiana. Qui sotto invece trovate una piccola galleria fotografica che illustra un po' delle storie che trovate nell'articolo. C'è il manifesto elettorale di Sister Boom Boom, c'è la copertina di Newsweek con la foto di Bobbi Campbell, alias Sister Florence Nightmare, alias Aids Poster Boy. E c'è la foto del secondo classificato al concorso per l'elezione di Hunky Jesus (io avrei votato per lui). 
Ah, e la suorina del post di ieri era il simbolo dell'Ordine delle Sorelle di San Francisco. Gli altri li trovate QUI (passando il mouse sulla suora scoprirete da che città proviene).
Buona lettura.



The Sisters of Perpetual Indulgence

Sister Boom Boom

Sisters on shoulders

Exorcism

Surrender Diane


Bobbi Campbell

Aids Memorial Grove



Hunky Jesus Contest

mercoledì 5 marzo 2014

Niente ciaspole, niente Frittole

Non c'è stato niente da fare. Abbiamo rimandato e rimandato, spostando la prenotazione di giorno in giorno, ma la neve continuava a cadere e la strada per l'Alpe Devero continuava a venire chiusa per rischio valanghe. Abbiamo sperato fino all'ultimo, Mr K si è anche comprato gli scarponi, ma niente: il sole è riapparso fuori tempo massimo, perché Mr K sta per ripartire e la ciaspolata andrà rimandata. 

E allora lo sapete che vi dico? Noi torniamo a Frittole.

Ci risentiamo venerdì (o anche domani, se a Frittole ci sarà il wi-fi), con una sorpresa... mistica. 


Aggiornamento: dopo circa un'ora di strada si è accesa la luce della batteria. Ho chiamato il meccanico, che mi ha detto: torna subito indietro. Quindi ora siamo di nuovo a casa. Niente ciaspole, niente Frittole. Sono seriamente convinta di essere vittima di una maledizione che mi impedisce di viaggiare (San Francisco no per la tiroide, montagna no per le valanghe, Frittole no per la batteria... inquietante, no?). Va bene misticismo, ma così si esagera.

lunedì 3 marzo 2014

Dizionario Itanglese-Italiano/2. Jobs Act (e glossopoiesi)

JOBS ACT

Itanglese: Jobs act.

Italiano: legge sul lavoro, legge per il lavoro.

Itangl.: "Che cosa prevede la bozza di jobs act". Traduz. ital.: "Che cosa prevede la bozza della legge sul lavoro".


Sull'argomento potete leggere un bell'articolo di Diego Marani, scrittore e glottoteta. Cosa fa un glottoteta? Inventa nuove lingue. Le crea per favorire l'unità dei popoli, o per inserirle all'interno di un'opera artistica, per sperimentazione linguistica o per gioco. In ambito artistico, per esempio, Marc Okrand è il creatore di klingon e atlantiano; Richard Adams del Lapino per il romanzo La collina dei conigli; Ursula K. Le Guin di pravico, iotico, kargish, hardico e osskiliano; Gene Roddenberry del vulcaniano; George Orwell della neolingua; J.R.R. Tolkien dei linguaggi di Arda. Tra i più famosi glottoteti c'è poi Ludwik Lejzer Zamenhof, il creatore dell'esperanto, mentre il citato Diego Marani ha inventato l'europanto.
Insomma, chissà che Renzi, fra le altre cose, non aspiri anche al titolo di glottoteta?