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martedì 7 gennaio 2020

Oggi sono su Nazione Indiana



A proposito del libro con cui ho vinto il premio de La Lettura per la migliore traduzione del 2019, volevo ricordare che un libro è un lavoro di squadra, e raccontare chi sono gli altri che ci lavorano insieme al traduttore. Se volete saperne di più, andate su Nazione Indiana.

lunedì 20 novembre 2017

God Bless America: Trump e i fondamentalisti cristiani/5

(Ultima puntata. Continua da QUI)

Il dominionismo

Dopo anni in cui era rimasto sottotraccia, il termine “dominionismo” è tornato alla ribalta quando Trump si è candidato alla presidenza. Vengono definiti dominionisti gli aderenti alla cosiddetta “teologia del dominio”, che si basa su un passo della Bibbia (Genesi 28: «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”») per sostenere che i cristiani hanno ricevuto il mandato divino di assumere il dominio del mondo – caduto in mano a Satana dal giorno del peccato originale – e preparare la nuova venuta di Cristo.
Il termine “dominionista” non viene adottato dagli aderenti a questa ideologia, ma è stato usato per la prima volta negli anni ’90 dalla sociologa Sara Diamond[1] (e poi ripreso da molti altri, fra cui i giornalisti Frederick Clarkson[2], Chris Hedges[3] e la già citata Michelle Goldberg), che lo descrive come un movimento il cui nucleo è formato dalla teologia del dominio e dal ricostruzionismo cristiano, ma che si estende a comprendere la maggior parte della destra religiosa.
Il ricostruzionismo cristiano (chiamato così perché sostiene che ogni area dominata dal peccato debba essere “ricostruita” secondo i termini della Bibbia) è una dottrina fondamentalista calvinista ideata da Rousas Rushdoony, autore del suo testo fondante, The Institutes of Biblical Law (1973), nonché ispiratore del moderno movimento per l’istruzione domiciliare religiosa (essenziale per la trasformazione degli Stati Uniti in una “nazione cristiana”). Rushdoony era un sostenitore della teonomia, l’idea per cui l’unica possibile fonte per l’etica è il Dio rivelato nella Bibbia; ne consegue che le leggi delle nazioni devono conformarsi alla legge mosaica, introducendo la pena di morte (anche tramite lapidazione[4]) per crimini come l’omosessualità, l’adulterio e la blasfemia. Rushdoony – che in The Institutes of Biblical Law parla di “eresia della democrazia” e afferma che “cristianità e democrazia sono inevitabilmente nemiche” – descrive una società con un governo nazionale ridotto al minimo, la cui funzione sarebbe esclusivamente la difesa da minacce esterne. Tutti i servizi sociali verrebbero forniti dalla chiesa, che diventerebbe responsabile dei settori della sanità, dell’istruzione e dell’assistenza sociale. L’economia sarebbe fondata su un capitalismo privo di restrizioni, tranne quelle imposte dalla legge biblica; le donne sarebbero escluse dal governo; il diritto di voto sarebbe limitato agli uomini appartenenti a chiese “biblicamente corrette”. La più recente evoluzione del ricostruzionismo cristiano ispirata alle idee di Rushdoony è il kinism, un movimento suprematista bianco che usa la Bibbia come base per le proprie convinzioni razziste e antisemite. La parola deriva da kin, “consanguineo”, perché secondo gli aderenti a questo movimento il fondamento di una nazione è l’omogeneità razziale, e il fondamento del codice morale è l’omogeneità religiosa.
Oltre ai ricostruzionisti, gli altri fautori del dominionismo nella galassia delle chiese statunitensi sono i carismatici/pentecostali della Kingdom Now Theology e i neo-carismatici della New Apostolic Reformation, secondo i quali i cristiani devono prendere il controllo delle “ sette montagne della cultura”, ossia governo, religione, mass media, famiglia, affari, istruzione, arti e intrattenimento.
Si tratta di movimenti minoritari ed estremamente radicali, ai quali in genere i leader della destra religiosa evitano di associarsi pubblicamente. Tuttavia i predicatori Falwell e Robertson hanno espresso idee affini al ricostruzionismo, mentre tra i personaggi politici legati al dominionismo figurano Sarah Palin, l’ex governatore del Texas Rick Perry, l’ex deputata Michele Bachmann, l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee e l’ex deputato Newt Gingrich[5]. Il caso più noto è però quello di Ted Cruz. Figlio del pastore evangelicale Rafael Cruz e aderente come il padre al ramo della teologia evangelicale denominato Seven Mountains Dominionism (le “sette montagne” della New Apostolic Reformation), Cruz era il candidato della destra religiosa finché, dopo il suo ritiro dalla campagna per le presidenziali, è stato sostituito da Donald Trump. Lance Wallnau, un influente leader del movimento delle Seven Mountains, ha sostenuto Trump come il “candidato del caos”[6] che Dio intenderebbe usare per realizzare i suoi piani.
Per molto tempo i giornalisti e gli studiosi che mettevano in guardia contro le tendenze dominioniste della destra religiosa sono stati accusati di complottismo, ma oggi le loro teorie assumono una particolare rilevanza. Così nel febbraio 2016 lo storico John Fea ha pubblicato sul Washington Post un editoriale dal titolo “La campagna di Ted Cruz è alimentata da una visione dominionista dell’America”[7], mentre dopo le elezioni, nel novembre 2016, The Intercept ha pubblicato un lungo pezzo di Jeremy Scahill su Mike Pence, definito “il suprematista cristiano più potente della storia statunitense”[8]. Pence, cresciuto in una famiglia cattolica e poi convertito all’evangelicalismo, è stato affiancato a Trump per legittimare il candidato presidenziale agli occhi dell’elettorato fondamentalista religioso. L’attuale vicepresidente è favorevole alla criminalizzazione dell’aborto (quando era governatore dell’Indiana firmò una legge che imponeva di sotterrare o cremare i feti abortiti, poi sospesa da un giudice federale per incostituzionalità) ed è un sostenitore di politiche omofobe (si è già ricordato il suo sostegno alla “terapia di conversione”, mentre da governatore si era impegnato per ridurre i fondi statali ai trattamenti sanitari contro l’HIV).
Pence è legato a doppio filo a Erik Prince, fondatore della famigerata Blackwater (oggi Academi), la compagnia militare privata che si è macchiata di crimini contro i civili durante la guerra in Iraq. Il padre di Erik, Edgar Prince, ha donato milioni a gruppi ultraconservatori come Focus on the Family e Family Research Council, del quale è stato co-fondatore. Erik e sua madre Elsa hanno generosamente finanziato referendum contro i matrimoni gay e campagne per la criminalizzazione dell’aborto, e sono fra i contributori del Super PAC[9] pro-Trump/Pence “Make America Number 1”. Erik Prince è il fratello di Betsy DeVos.
La famiglia Prince, in particolare Erik, era molto vicina a Chuck Colson, il consigliere giuridico della Casa Bianca di Nixon condannato a tre anni di prigione per il suo ruolo nello scandalo Watergate e per spionaggio ai danni di Daniel Ellsberg. Liberato dopo soli sette mesi di detenzione, Colson dichiarò di aver ritrovato la fede cristiana e divenne un divulgatore dell’evangelicalismo. All’inizio degli anni ’90 si associò a Richard Neuhaus, un ministro evangelicale diventato prete cattolico, per creare un movimento che unisse le due religioni in una “comune causa missionaria”[10]. Colson e i suoi alleati definirono la presidenza di Bill Clinton un “regime” secolare e contemplarono apertamente una rivoluzione basata sulla fede. In un saggio pubblicato sul periodico di Neuhaus First Things, Colson – che Mike Pence ha definito “un caro amico e mentore”[11] – scrisse: “Una resa dei conti fra stato e chiesa potrebbe essere inevitabile”[12].
Per completare, almeno parzialmente, il cerchio dei legami che uniscono i membri dell’amministrazione Trump a organizzazioni in odore di dominionismo, ricordiamo che Steve Bannon e Kellyanne Conway fanno parte del Council For National Policy, un’organizzazione segreta (di cui il Southern Poverty Law Center ha svelato l’elenco dei membri[13]) di estrema destra considerata dominionista[14], fondata con l’obiettivo di manipolare il programma governativo dall’interno. Il CNP venne fondato nel 1981 dal pastore battista fondamentalista Tim LaHaye, allora a capo della Moral Majority di Jerry Falwell, e tra i suoi presidenti ha avuto Richard DeVos, il suocero di Betsy.
Steve Bannon, che non fa più parte del Consiglio per la sicurezza nazionale ma che influenza ancora le decisioni di Trump, avrebbe inoltre stretto un’alleanza strategica con i nemici di Papa Francesco all’interno del Vaticano, a cominciare dal cardinale ultraconservatore Raymond Burke. I due, secondo il New York Times[15], condividono la preoccupazione per l’erosione dei valori cristiani dell’Occidente e per la minaccia dell’islam. In seguito all’elezione di Trump, l’ala destra del Vaticano nemica di Bergoglio ha acquisito un alleato molto potente, e il papa, che prima poteva contare sull’appoggio di Obama (artefice, secondo la rivista cattolica tradizionalista The Remnant, di un complotto per spodestare Ratzinger e sostituirlo con Bergoglio[16]), si è improvvisamente ritrovato più solo. La freddezza da lui dimostrata durante l’incontro con Trump non è sfuggita a nessuno, ma il presidente americano non ha mostrato alcuna intenzione di ascoltare i consigli del papa, a cominciare da quello di non uscire dall’accordo di Parigi.


Fine




[1] Roads to Dominion: Right-Wing Movements and Political Power in the United States. New York, Guilford Press, 1995; Spiritual Warfare: The Politics of the Christian Right. Boston, South End Press, 1989
[2] Eternal Hostility: The Struggle Between Theocracy and Democracy. Monroe, Maine, Common Courage, 1997.
[3] American Fascists: The Christian Right and the War on America, Free Press, 2006.
[9] Un Political Action Committee (Pac) è un comitato di raccolta fondi per soste­nere od ostacolare candidati, referendum o iniziative legislative.

lunedì 13 novembre 2017

God Bless America: Trump e i fondamentalisti cristiani/4


(4. Continua da QUI)

Trump e gli evangelicali
Uno degli aspetti più notevoli della campagna elettorale di Trump è stato il suo instancabile corteggiamento dell’elettorato evangelicale: ha scelto uno di loro come candidato alla vicepresidenza, ha permesso loro di scrivere un’ampia porzione della piattaforma del partito Repubblicano[1], ha promesso di eleggere giudici della Corte Suprema di loro gradimento (a cominciare da Neil Gorsuch[2], scelto da una lista di 21 candidati approvati dai gruppi della destra cristiana[3]) e di abolire i vincoli all’attivismo politico delle chiese (cosa che ha fatto con un ordine esecutivo all’inizio di maggio[4]), ha incontrato centinaia di leader della destra religiosa e ha partecipato a molte loro conferenze. In cambio i capi della destra cristiana, compresi quelli che finora erano sempre rimasti ai margini della politica, lo hanno dichiarato il “prescelto da Dio” per adempiere diverse profezie e distruggere “la diabolica correttezza politica” [5].
Così come è difficile credere che una parte della working class abbia potuto eleggere un miliardario come paladino dei propri interessi, sembra altrettanto assurdo che la destra religiosa lo abbia scelto come proprio candidato, visto il suo stile di vita per nulla morigerato e la sua totale estraneità alla religione (famoso un suo discorso alla Liberty University in cui ha citato la Seconda lettera ai Corinzi chiamandola “Due Corinzi”). Eppure gli evangelicali, che formano il 25% dell’elettorato statunitense[6], hanno votato all’81% per lui[7] (non è azzardato ipotizzare che queste percentuali coincidano in parte con quel 13% dell’elettorato americano convinto che Obama fosse l’anticristo[8]). Trump si è guadagnato il sostegno di questo grosso bacino elettorale appoggiando la destra religiosa sui temi dell’aborto e del matrimonio tradizionale, ma il 55% per cento dei suoi elettori cristiani conservatori ha dichiarato di votarlo perché convinti che porterà “un autentico cambiamento a Washington”. Anche l'uscita degli Usa dall’accordo di Parigi sul clima, che ha suscitato tante critiche all’interno come all’esterno del paese, è avvenuto con il sostanziale appoggio dell’elettorato evangelicale, che solo al 28% crede che i cambiamenti climatici siano causati dall’uomo[9]. L’alleanza fra gli evangelicali bianchi e l’Alt-Right[10] ha segnato il ritorno della destra religiosa alle proprie origini, quelle di un movimento nato per mantenere la way of life del sud segregazionista. E gli evangelicali bianchi sono stati la chiave della vittoria di Trump: se l’Alt-Right gli ha fornito il programma, la destra religiosa gli ha fornito i voti.

4. Continua




[9] http://www.pewinternet.org/2015/10/22/religion-and-views-on-climate-and-energy-issues/
[10] Abbreviazione di Alternative Right, termine coniato dal suprematista bianco Richard Bertrand Spencer per indicare un insieme di idee di estrema destra incentrate sull’«identità bianca» e sulla conservazione della «civiltà occidentale».

lunedì 6 novembre 2017

God Bless America: Trump e i fondamentalisti cristiani/3

(3. Continua da QUI)

L’importanza dell’istruzione
I fondamentalisti cristiani attribuiscono una grande importanza all’istruzione. Considerano le scuole pubbliche un’intrusione dello Stato nella libertà dei cittadini e intendono sostituirle con scuole private confessionali o con l’istruzione domiciliare. La percentuale di bambini istruiti in casa è passata dall’1,7% del 1999 al 3,4% nel 2012, con circa il 70% dei genitori che cita motivazioni morali o religiose per la propria scelta[1]. In Kingdom Coming, The Rise of Christian Nationalism, Michelle Goldberg parla di Generation Joshua, una campagna avviata nel 2004 dall’attivista di destra Michael Farris per trasformare i ragazzi istruiti in casa in quadri del Partito repubblicano inseriti nella pubblica amministrazione, con l’obiettivo di “combattere la battaglia per conquistare il paese”[2] e sottrarlo al nemico, l’umanesimo secolare.
In seguito alla sentenza di una Corte federale[3] che nel 2005 proibì di insegnare il creazionismo nelle scuole pubbliche, molte famiglie cominciarono a rivolgersi alle charter schools, scuole di proprietà privata, generalmente a statuto no-profit, che però ricevono sussidi pubblici utilizzando un sistema di voucher. Trump, durante la campagna elettorale, ha promesso di favorire la libertà di scelta dei genitori stanziando 20 miliardi di dollari in voucher ed estendendo il contributo dello stato non solo alle charter schools ma anche alle scuole completamente private – comprese quelle for profit – e all’istruzione domiciliare (nel budget proposto dal governo per l’anno fiscale che comincia il 1° ottobre, è previsto un taglio del 14% all’istruzione pubblica e un finanziamento di 1,4 miliardi alle charter schools e agli istituti privati). Le scuole private religiose inserite nel programma dei voucher possono aggirare la sentenza federale che proibisce di insegnare il creazionismo, ricevendo al contempo un sussidio da parte dello Stato. Alcune charter schools adottano l’Accelerated Christian Education, un programma educativo basato sul principio del letteralismo biblico, che nei suoi libri di testo approva la segregazione razziale, condanna l’aborto e l’omosessualità, dichiara che l’astinenza è l’unico modo per evitare l’Aids e sostiene l’esistenza del mostro di Loch Ness come prova contro la teoria dell’evoluzione[4].

3.Continua

lunedì 30 ottobre 2017

God Bless America: Trump e i fondamentalisti cristiani/2

(2. Continua da QUI)

Cos’è la destra religiosa e qual è il suo programma
Quando si parla di destra religiosa si intende una coalizione informale riunita intorno a un nucleo di evangelicali[1] e cattolici (questi ultimi rappresentano circa il 21% degli americani e hanno votato al 52% per Trump, con una netta distinzione fra bianchi, 60%, e ispanici, 26%[2]), con l’appoggio dei più conservatori fra protestanti storici, ebrei e mormoni. Si tratta di un movimento che ha messo radici nella politica fin dagli anni Quaranta e si è solidamente organizzato a partire dagli anni Settanta, in teoria per contrastare la legalizzazione dell’aborto, ma in realtà per opporsi a una serie di sentenze della Corte Suprema[3] che revocavano l’esenzione dalle tasse di alcune scuole che discriminavano gli studenti neri.
Nel 1979 il telepredicatore della Southern Baptist Convention Jerry Falwell fondò la Moral Majority, un movimento che al suo apice raggiunse quattro milioni di membri, localizzati soprattutto negli stati meridionali della Bible Belt[4], e che svolse un ruolo fondamentale nell’elezione di Ronald Reagan. Quando sciolse il movimento, nel 1989, Falwell dichiarò che l’obiettivo era stato raggiunto: il conservatorismo religioso era definitivamente consolidato come forza politica. Due anni più tardi, dopo l’11 settembre, affermò in un’intervista con Pat Robertson che l’attentato era una meritata punizione divina “per le politiche antireligiose dell’American Civil Liberties Union, per gli abortisti, le femministe, i gay e le lesbiche e tutti quelli che vogliono secolarizzare l’America”[5].
Pat Robertson, un altro telepredicatore Southern baptist che nell’88 si era candidato alle primarie repubblicane, fondò nel 1989 la Christian Coalition of America, che si affiancò nella galassia dei movimenti ultraconservatori a due organizzazioni fondate da James Dobson, il Family Research Council (inserito nel 2010 dal Southern Poverty Law Center nella lista degli hate groups per le sue posizioni che collegano l’omosessualità alla pedofilia) e Focus on the Family. Da quest’ultima organizzazione nacque Love Won Out, programma di “terapia di conversione” inteso a riportare gli omosessuali sulla retta via dell’eterosessualità: un metodo coercitivo condannato da tutte le organizzazioni mediche e psichiatriche e sostenuto, fra gli altri, dal vicepresidente Mike Pence[6].
La forza politica della destra religiosa è dovuta alla grande capacità di mobilitazione del suo elettorato, che si presenta compatto alle urne in un paese dove l’affluenza è sempre piuttosto bassa. Dopo quella di Reagan, anche la vittoria di George W. Bush dovette molto al sostegno degli evangelicali bianchi, che nel 2000 votarono per lui al 68% e nel 2004 al 78%.[7]



2.Continua





[1] Questo è il termine che più correttamente traduce l’inglese evangelical, poiché in italiano “evangelico” viene inteso come sinonimo di protestante in senso generale. Con l’espressione “movimento evangelicale” ci si riferisce ad alcune chiese specifiche – in particolare a quelle sorte dai vari movimenti di Risveglio dell’Ottocento e del Novecento – ma anche a un fenomeno teologico e sociologico trasversale a tutte le denominazioni protestanti storiche.
[4] Letteralmente la “Cintura della Bibbia”, espressione con cui si indica l’area che comprende all’incirca i territori di Tennessee, Virginia, Georgia, Texas, Arkansas, Alabama, in cui i cristiani evangelicali hanno le loro roccaforti.

lunedì 23 ottobre 2017

God Bless America: Trump e i fondamentalisti cristiani/1



Pubblico qui a puntate il mio articolo, uscito sul numero 5/2017 di Micromega, intitolato Europa e Usa: democrazia a rischio. Dopo le religioni americane "simpatiche" che avevo raccontato nel mio libro, questa volta analizzo il ruolo della destra religiosa americana – omofoba, antiabortista, creazionista – nell’ascesa di Trump. Buona lettura.








GOD BLESS AMERICA
La destra religiosa nell'amministrazione Trump

Betsy DeVos: portare la religione nelle scuole
Betsy DeVos, a capo del ministero dell’Istruzione del governo Trump, è stata uno dei candidati più controversi per i posti chiave della nuova amministrazione statunitense. Neppure personaggi estremamente discutibili come il ministro della Giustizia Jeff Sessions, che si porta dietro pesanti accuse di razzismo, e Scott Pruitt, il negazionista dei cambiamenti climatici messo a dirigere l’agenzia per protezione dell’ambiente, sono andati vicini alla bocciatura tanto quanto lei.
Perché un’opposizione così accanita? Certo DeVos sembra del tutto inadatta a ricoprire la carica di ministro dell’Istruzione, sia perché è una nemica delle scuole pubbliche e una generosa finanziatrice di quelle private (oltre che delle campagne elettorali di molti senatori repubblicani che l’hanno votata[1]), sia per l’incompetenza da lei dimostrata durante le audizioni al Senato. Ma la forte ostilità alla sua nomina – da parte degli elettori quanto dei senatori democratici – è legata anche alla preoccupazione con cui viene vista l’ascesa della destra religiosa nell’ambito dell’amministrazione Trump. Destra religiosa di cui DeVos è un’esponente importante, perché rappresenta una figura chiave per la realizzazione di uno degli obiettivi principali dei fondamentalisti cristiani: la sostituzione delle scuole pubbliche con scuole private di matrice religiosa. Non per niente, pochi giorni prima della seduta di conferma al Senato, Ralph Reed – ex direttore della Christian Coalition di Pat Robertson e fondatore dell’organizzazione ecumenica della destra religiosa Faith and Freedom Coalition – ha dichiarato che l’opposizione a DeVos rientrava nella “guerra contro la religione”[2] portata avanti dal Partito democratico.
In un lungo ritratto pubblicato da "Mother Jones"[3], Kristina Rizga descrive Holland, il paese del Michigan da cui proviene Betsy DeVos, come una specie di replica in miniatura dell’Olanda, con tanto di tulipani, zoccoli di legno e cartelli di benvenuto in olandese. Fondato a metà del XIX secolo dagli immigrati di una setta calvinista conservatrice, la Chiesa Cristiana Riformata, Holland è un paese ricco, con pochi crimini e poca disoccupazione, dove è proibito fischiare e gridare dalle 11 di sera alle 7 del mattino, dove se le autorità decidono che uno steccato è troppo malandato possono abbatterlo e mandare il conto al proprietario, e dove il divieto di insegnare l’evoluzionismo nelle scuole cristiane è rimasto in vigore fino al 1991.
Betsy Prince, diventata DeVos dopo aver sposato Dick, il figlio del fondatore della Amway Richard DeVos, ha una lunga storia di attivismo in favore delle scuole religiose. Nel 2000 ha sostenuto un emendamento alla costituzione del Michigan che permetteva il finanziamento delle scuole private con fondi pubblici; l’emendamento è stato dapprima approvato per via legislativa e poi bocciato in un referendum. In un’intervista rilasciata nel 2001 durante un raduno dei più ricchi cristiani degli Stati Uniti, DeVos ha affermato: “desideriamo confrontarci con la cultura in modi che continueranno a far avanzare il Regno di Dio”[4]. Il modo principale era stato finora quello delle donazioni (la Dick and Betsy DeVos Family Foundation ha donato 8,6 milioni alle scuole private religiose), ma oggi Betsy – che non è una trumpiana della prima ora: nelle primarie repubblicane ha appoggiato prima Jeb Bush e poi Marco Rubio – è arrivata ai vertici del sistema educativo statunitense e può agire per cambiarlo dall’interno.
1.Continua

giovedì 27 luglio 2017

Mi trovate su Micromega

Da oggi, sul numero di luglio di Micromega, trovate il mio articolo sul ruolo dei fondamentalisti cristiani Usa nell'elezione di Trump. (Attenzione, fa veramente paura.)




God Bless America
Razzista, omofoba, antiabortista, creazionista, feroce avversaria dell’istruzione pubblica: questa è la destra religiosa americana – che riunisce le frange più conservatrici di evangelicali e cattolici rappresentando uno dei più importanti bacini di consenso di Trump. E che, con Betsy DeVos all’Istruzione, ha anche occupato uno dei posti chiave del governo degli Stati Uniti.

giovedì 22 settembre 2016

Le ragazze di Emma Cline



Esce oggi su "IL", la rivista del Sole 24 Ore, la mia recensione di Le ragazze, il romanzo di Emma Cline che uscirà tra pochi giorni per Einaudi Stile Libero. Se volete leggerla la trovate QUI.


E a proposito di recensioni, ne è uscita un'altra ai Jeans che trovate QUI.

venerdì 11 marzo 2016

Le giornate di Purity

Mi sono svegliata troppo presto, ma in questi giorni succedono cose carine che mi arrivano via internet, e quando qui è mattina lì da voi è pomeriggio e mi vien voglia di alzarmi per vederle. Poi magari torno a letto.
Ci sono belle novità per il mio libro, un caro amico ha accettato di presentarlo e questo mi fa molto piacere, ma vi dirò di più quando potrò.
Poi c'è il grande successo che sta avendo Purity, che mi fa pure molto piacere. Sul nuovo blog dell'Einaudi è uscito un mio pezzo sui rischi che si corrono a tradurre Franzen: lo trovate QUI.
QUI, invece, una bella recensione di Christian Raimo. Buona lettura, io torno a dormire.

giovedì 28 gennaio 2016

Oggi sono su Nazione Indiana (con Bernie)

Il mio pomeriggio con i sostenitori di Bernie Sanders lo trovate raccontato QUI.

Nel frattempo ho avuto anche una terrificante avventura fantozziana con una dentista, anzi due, ma su quella sto scrivendo un racconto che forse andrà ad aggiungersi agli altri del libro. Vediamo come mi viene. Anzi, adesso torno a scriverlo. 


martedì 22 settembre 2015

Il sapore del cibo automatico: un mio pezzo su Rivista Studio

Un paio di settimane fa sono andata a provare Eatsa, il nuovo "ristorante automatizzato" di San Francisco. Ci sono andata perché volevo scrivere un articolo, e infatti l'ho scritto. Lo trovate su Rivista Studio, QUI



venerdì 14 marzo 2014

Oggi sono su Cineforum (con Fruitvale Station)


L'estate scorsa vi ho parlato di Fruitvale Station, un film che mi aveva molto colpita.
Oggi, in occasione dell'uscita del film in Italia - con il titolo Prossima fermata: Fruitvale Station - ho scritto un breve pezzo per Cineforum.it in cui racconto come se la cava (male) la minoranza nera di San Francisco. Lo trovate QUI
QUI invece trovate un bell'articolo sul film.

giovedì 6 marzo 2014

Personaggi di San Francisco/2. The Sisters of Perpetual Indulgence


L'articolo lo trovate oggi su Nazione Indiana. Qui sotto invece trovate una piccola galleria fotografica che illustra un po' delle storie che trovate nell'articolo. C'è il manifesto elettorale di Sister Boom Boom, c'è la copertina di Newsweek con la foto di Bobbi Campbell, alias Sister Florence Nightmare, alias Aids Poster Boy. E c'è la foto del secondo classificato al concorso per l'elezione di Hunky Jesus (io avrei votato per lui). 
Ah, e la suorina del post di ieri era il simbolo dell'Ordine delle Sorelle di San Francisco. Gli altri li trovate QUI (passando il mouse sulla suora scoprirete da che città proviene).
Buona lettura.



The Sisters of Perpetual Indulgence

Sister Boom Boom

Sisters on shoulders

Exorcism

Surrender Diane


Bobbi Campbell

Aids Memorial Grove



Hunky Jesus Contest