lunedì 27 giugno 2016

Il paradiso vicino a casa

Io non è che sia una gran camminatrice, anzi. Però ogni anno sogno di tornare all'alpe Devero per il mio compleanno. L'ultima volta ci sono riuscita quattro anni fa, che per un sogno così modesto sono decisamente troppi. Però questa volta sono stata compensata da una rara botta di fortuna. Nessuna fantozzata, anzi, abbiamo beccato proprio i tre giorni perfetti, con un tempo splendido mentre giù in pianura imperversava l'orrida caldazza che mi gonfia i piedi e mi dona una verve da bradipo narcotizzato. Avevo quasi rischiato di non partire, spaventata da una farmacista che la sera prima, alla vista del mio piedone elefantiaco  - dovuto non solo alle prime avvisaglie del caldo, ma soprattutto ai postumi della rovinosa caduta di un paio di settimane fa - mi aveva esortata a farmi vedere dalla guardia medica perché forse non era il caso che andassi a camminare. Sì, ciao. Perdermi il paradiso terrestre fresco per un paio di bozzi sulla gamba? Ma fossi matta.
Al mio ritorno ho trovato ad attendermi il tradizionale racconto di compleanno di Amanda, che ogni anno scrive cose sempre più meravigliose.
Eccovi qualche foto del mio paradiso vicino a casa.

La piana del Devero. In fondo a destra la stradina che porta al sopraffino ristorante Casa Fontana, dove andavamo ad abbuffarci la sera
Mr K con originale cappello e bussola per orientarsi fra i monti

Il laghetto delle streghe, dove abbiamo passato un paio d'ore a leggere in santa pace

Si scioglievano le nevi e i torrenti erano in piena. Un paio di volte ho avventurosamente guardato un ruscello mettendo i piedi nell'acqua
Foglie ingioiellate

Ciao Devero bella, ci vediamo l'anno prossimo

mercoledì 15 giugno 2016

Aggiornamenti veloci

Di corsa, mentre ci prepariamo per andare a Londra a presentare il libro di Mr K, vi lascio giusto un paio di aggiornamenti:




1) Aggiornamento fantozziano: venerdì sera, dopo la presentazione a Verbania e l'ottima cena in un posto paradisiaco dove vado più spesso che posso, mentre camminavo spedita per prendere il traghetto sono inciampata in una radice e sono volata giù da un gradino atterrando sulle mani (certo, meglio che sulla faccia), massacrandomele. Ho detto al mio maestro di yoga che grazie alle sue asana per rinforzare i polsi non mi sono rotta niente, però vacca boia che male.

Nella foto io e Mr K prima della caduta. Davanti a noi, da sinistra a destra: panna, marron glacé, cioccolato fuso e mascarpone.





2) Aggiornamenti sul libro: sono uscite un po' di recensioni, le trovate nella colonna qui a destra. 
Inoltre, il numero estivo di IL in edicola venerdì 17 conterrà otto racconti originali di otto scrittrici italiane, fra le quali ci sarò anch'io. Un nuovo racconto, un nuovo sogno-incubo americano.

sabato 4 giugno 2016

Cold turkey

To go cold turkey è un'espressione che si usa per chi smette di drogarsi di colpo e affronta i sintomi dell'astinenza. È anche il nome un programmino che potete scaricare e che vi permette di bloccare l'accesso ai siti che volete per tutto il tempo che volete. Ogni tanto lo uso per depurarmi dai social network. Ora l'ho installato durante il giorno per potermi concentrare a fondo sulla traduzione, il lavoro che amo e che mi dà tante soddisfazioni. Magari non scriverò per un po'. Mi aspettano tanti bei libri da tradurre.

(Ovviamente, colta da ansia, poco dopo ho cercato di disattivare Cold turkey, e non riuscendoci ho tentato di disinstallarlo. Niente da fare, una volta impostato il blocco, il programma è irremovibile.)