mercoledì 13 settembre 2017

Tutti mi dicono beata te

Tra una settimana torno a casa.
Di solito quando arrivo qui sto benone, normalmente in forma. Ultimamente, però, verso la fine dei tre mesi comincio a sviluppare imperscrutabili disturbi dell'epidermide, chiazze rosse che si diffondono sulla faccia e/o sul corpo senza alcuna plausibile spiegazione. L'altra volta era la psoriasi, stavolta chissà. Allergia, herpes, micosi, muschi o licheni? Vediamo se anche stavolta in Italia mi passa tutto. Verso la fine dei tre mesi inoltre digerisco male, mi viene mal di testa appena bevo un sorso di vino californiano, mi viene il torcicollo a furia di dormire con un cuscino in testa (oltre che con i tappi e la macchina del rumore bianco, chi ha letto il mio libro sa cos'è, gli altri si arrangino) per non sentire le vicine che mi camminano sopra al mattino presto (che tanto le sento lo stesso e mi sveglio e poi scrivo questi post incazzati).
Soprattutto, verso la fine dei tre mesi non ce la faccio più a fingere come tutti gli altri che la marea di disperati che mi circonda ovunque in questa città non esista, non riesco più a fingere che sia normale che le strade siano piene di gente malata e sporca che non ha una casa, gente che spesso ha problemi mentali ma è lasciata a se stessa, pericolosa per sé e per gli altri. Sono stanca di vedere la gente che li evita schifata come se avessero la peste, per poi accorgermi che faccio la stessa cosa anch'io. E che la sera quando torno a casa cammino tesa e veloce, perché non si sa mai che quel pazzo che grida in mezzo alla strada non decida di prendersela con me.
Sì, beata me, torno a casa. 
(Sì, certo, anche l'Italia è piena di problemi. Grazie, lo sapevo già.)

33 commenti:

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    1. Mi hanno sempre detto che la lamentela è il mio sport preferito :-)
      (Hai visto che ho fatto tre post di seguito? Sto sviluppando un disturbo da blog bipolare)

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  2. La cartina e' impressionante. Ed ancora più impressionante che non venga fatto nulla.

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    1. Se poi non fossimo nella città più ricca degli Stati Uniti...

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  3. Non so che dirti.
    Certo, arrivi a una sopportazione massima che il corpo poi sfoga con quelle irritazioni...
    Buon rientro!

    Moz-

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  4. Opporcamiseria Silvia non va bene! E pensare che quando leggi sui giornali di San Francisco di parlano solo di giovani ricchi, apps e tecnologie d'ultima generazione... (che poi a me sembra sempre un incubo preoccupante quanto quello da te descritto....)
    Soluzioni? Più tempo in Italia? Traslocare a Big Sur?

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    1. Ah, sapessi quanto sono stufa di leggere quello che scrivono i giornali su San Francisco! Tutti fighi, tutti ricchi, maddechè? Questa disonestà intellettuale (o pura ignoranza) non fa altro che alimentare il mito collettivo che il bello e il buono sta sempre altrove (soprattutto in America, ovviamente), mai a casa nostra. Il corollario sono gli italiani lamentosi che guardano solo quello che non funziona e poi dicono "queste cose succedono solo in Italia". Solo in Italia un par de palle, if you pardon my French.

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    2. PS: sulle soluzioni ci sto lavorando...

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  5. adoro il tuo grande di lamentosità...
    una parola che non ho inventato adesso, ma che ho coniato parlando di me stessa che sono parecchio avvezza alla pratica... e non che tu sia principiantissima, eh?

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  6. Per molti versi l'Italia è, al confronto, un paradiso. Se solo non fosse governata dagli italiani... :)
    Un abbraccio anticipato di Bentornata (magari in attesa della famosa cena...)
    E se volessi un ebook tenero e divertente per il viaggio, forse ho l'idea giusta...

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  7. Io ho già ripreso a smadonnare per il ritorno a scuola, le strade intasate, le mamme iperprotettive che accompagnano i figli con espressione sconsolata neanche partissero per il fronte, lasciando l'auto in tripla fila. Per gli autobus che non passano, l'irascibilità di chi inizia a strombazzare un nanosecondo dopo che il semaforo è passato dal rosso al verde... Cose così. Anche "a casa" ci lamentiamo tutti, però poi ci passa. Come le tue chiazze rosse, sicuro. Dai, ancora una settimana: ce la puoi fare!

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    1. Le chiazze sono passate e io sono in partenza. Non mi lamento più! :-)

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  8. Su questa S. Francisco che descrivi, così reale e brutalmente diversa da come ci viene dipinta, viene in mente un tuo post sulla gentrification, tristemente azzeccato. Titolo per un capitolo del tuo prossimo libro: "Del Verismo Pareschiano" (altroché "make America great again"!)

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    1. Ma non lo leggerà nessuno, perché la gente vuole sentirsi dire che l'America è un paradiso, molto meglio dell'Italia che si sa, fa schifo.

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    2. Come già ti avevo scritto in qualche commento, io con uno convinto che l'Ammeriga sia il paradiso in terra ci vivo.

      Ennesima picconata, è pure convinto che Pannocchia (soprannome dato da mio suocero a Trump), pur essendo la versione sottosviluppata del bauscia milanese, renderà davvero l'America great again, perché è uno che "fa quello che dice" [scusa, vado un momento a sbattere la testa contro il muro]

      La cosa peggiore è che quelli che di questa minchiat..ehm, stupidaggine sono convinti non vogliono sentire altra campana che la loro
      :((((

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    3. Argh. Evitare diplomaticamente di sollevare l'argomento mi sembra la scelta migliore per conservare l'armonia della coppia :-)

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  9. Sfoghi da stress. Inizio a notare manifestazioni analoghe sul mio viso :( La soluzione più adatta sarebbe fuggire da tutto, ma la vedo poco fattibile ;)
    La cartina ha un che di inquietante...

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    1. Vero? Se la guardo troppo a lungo cominciano a venirmi le bolle.

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  10. Ohibò condividiamo i tappi e i vicini soprastanti molesti -_- e il cattivo umore conseguente.

    Non ho la percezione del "fortunata tu", perché non ho mai creduto che lì dove sei adesso sia una sorta di paradiso. Si vogliono credere un sacco di cose, anche per appoggiare certe "mollezze" (tanto qui fa tutto schifo, meglio là).

    Qualche tempo fa ho letto un libro che ha come sottofondo la NY anni '30, e che ben si accorda con le sensazioni e situazioni da te raccontate (Santa Mazie della Attenberg).

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    1. Ah, grazie del suggerimento, so che Attenberg è brava ma non ho ancora avuto occasione di leggerla.
      Comunque sì, non smetterò mai di ribadire quanto mi infastidisca l'atteggiamento di chi dice "qui fa tutto schifo, all'estero [soprattutto in America] invece funziona tutto".

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  11. l'altra faccia della medaglia del sogno ammmericano :(

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  12. Ma rientri ogni tre mesi come i turisti, pur essendo sposata a un americano? Niente Green Card? Certo ha i suoi vantaggi: cibo, medici, amici, famiglia, clima, lingua madre...

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  13. Nei luoghi bisogna esserci. Gli USA danno molto (forse?) ma tolgono tanto troppo.

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    1. Sono d'accordo, soprattutto con il forse e con il troppo.

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  14. Oh porcammerda! Bentornata in Italia!!!
    Non ti invidio, mi è venuta l'angoscia solo a leggerti. Io sono stra-felice di non frequentare più chi si lamenta dell'Italia e incensa l'estero pur non essendo mai stato all'estero, se non eventualmente in vacanza e si sa che chi è in vacanza non guarda neanche dove mette i piedi. Tutto il mondo è paese, e quando la merda la vivi in un paese che non è il tuo puzza ancora di più.
    Un abbraccio dalla palude! ;)*

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    1. Sì, i paladini dell'estero a tutti i costi non si possono sopportare!

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