domenica 28 agosto 2011

Il tragitto casa-lavoro: una passeggiata per Chinatown

Suonatore di erhu, strumento a due corde cinese
Una delle cose piacevoli del mio nuovo lavoro è il fatto che da casa mia all'Istituto Italiano Scuola, la scuola di lingua dell'Istituto Italiano di Cultura dove insegno, c'è una passeggiata di dieci minuti (al ritorno almeno quindici, per via della salita). 

La passeggiata passa per Chinatown e arriva a North Beach, il quartiere italiano dove ovviamente si trova l'Istituto. Chinatown è un quartiere affascinante, anche se non proprio uno dei miei preferiti. Tanto per cominciare, c'è da fare lo slalom fra i numerosi centenari (la popolazione cinese ha un tasso di longevità impressionante. Merito della dieta, dicono) che ti intralciano il passo con la loro camminata lentissima. Poi ci sono gli altrettanto numerosi ottantenni (e settantenni, sessantenni eccetera) che ti spintonano brutalmente se tu intralci il passo a loro. E mentre cerco di chiudere le orecchie all'onnipresente concerto di sputi, devo anche chiudere gli occhi davanti alle cassette di tartarughe squartate in vendita nelle pescherie.

Prima che le squartino
Graffiti a Chinatown
Anche Chinatown ha i suoi lati positivi. Uno è la mia bella biblioteca, di cui parlerò presto. Un altro sono i negozi pieni di merce misteriosa e affascinante (escludendo la roba semiillegale e disgustosa come tartarughe, rane e pinne di pescecane). E poi c'è sempre qualche sorpresa, come sentire le note dell'opera cinese (avete presente la colonna sonora di Lanterne rosse?) uscire da uno scantinato in un vicolo buio, dove la sera la gente si raduna per ascoltare la musica.

7 commenti:

  1. Bell'atmosfera, Silvia. E' una delle cose che mi mancano maggiormente, passeggiare in una grande città, nel posto dove al momento mi trovo. La 'flanerie' diceva il vecchio Benjamin...
    E allora questo giretto per Chinatown (l'ho proprio visualizzato) mi ha fatto bene.
    (tartarughe a parte ovviamente)

    RispondiElimina
  2. Mi piacerebbe approfondirla, questa Chinatown che ho a due passi da casa, ma non è facile. L'altra sera ho finalmente deciso di provare un ristorante (non sono un'appassionata di ristoranti cinesi) e il risultato è stato disastroso. Però c'era sempre la musica: nel palazzo di fronte si tenevano le prove della Dragon dance, troppo in alto per vedere qualcosa, solo percussioni ostinate che lasciavano grande spazio all'immaginazione. Sì, ecco, Chinatown per me è un mondo misterioso pieno di stimoli ignoti.

    RispondiElimina
  3. Perché disastroso? Che cosa è successo?
    In Thailandia ho cenato nella Chinatown di Bangkok ed è stata una scoperta...non sono sicura di cosa ci fosse nel menu ma l'accostamento dei sapori era talmente inatteso che mi ha lasciato la voglia di riprovare!

    RispondiElimina
  4. Sulla cucina cinese concordo con Silvia. Ho sempre grandi problemi a digerirla (nel senso che impiego perlomeno due giorni a non sentirmela più sullo stomaco). Ma gli appassionati del caso mi dicono che la Cina è grande, e la cucina ampia e diversificata, e quindi prima di esprimere un giudizio definitivo devo andare a provarla a Pechino... (cosa che difficilmente farò...)
    Per cui che dire? Vado al ristorante giapponese e aspetto notizie sulla Dragon dance.

    RispondiElimina
  5. A me fa impazzire questa cosa per cui in Cina tenere le mani in tasca o soffiarsi il naso è considerato un gesto estremamente offensivo, mentre i loro sputazzi continui sono DEPURATIVI. Bleah!

    RispondiElimina
  6. Depurativi? Mmm, interessante! Allora forse non è la dieta, il segreto della longevità: sono gli sputi!

    RispondiElimina