Proprio ieri passeggiavo per Chinatown, ammirando l'assortimento di cibi misteriosi in vendita nei negozi, tra cui enormi cumuli di pinne di squalo essiccate, che si usano appunto per la famosa zuppa. Non ho dovuto combattere molto fra il rispetto per le tradizioni altrui e l'orrore per la morte atroce degli squali che subiscono lo "spinnamento" (73 milioni all'anno, un'ecatombe che si è portata via il 90% degli squali, minacciando seriamente anche l'equilibrio della catena alimentare), cioè la pratica di tagliare la pinna mentre lo squalo è ancora vivo e buttare il resto del corpo in mare. Gli squali "spinnati" muoiono dopo una lentissima agonia, alcuni di fame, altri divorati da altri pesci, e molti annegati, perché gli squali devono continuare a muoversi per far entrare l'acqua attraverso le branchie per l'ossigeno.
Insomma, proprio ieri pensavo: "ma non possono vietare di vendere 'sta roba?" E proprio stamattina ho trovato un articolo sul NYT che parla di questo. Dopo le Hawaii, che hanno bandito la zuppa l'anno scorso, ora anche la California ha presentato una proposta di legge analoga. La comunità cinese, soprattutto i suoi membri più anziani e legati alle tradizioni, è prevedibilmente infuriata (la vendita delle pinne di squalo è anche una grossa fonte di introiti), anche se uno dei due firmatari della proposta è proprio un deputato cinese, Paul Fong, un democratico di Silicon Valley. Invece il senatore Leland Yee, candidato a sindaco di San Francisco, si oppone al bando, dicendo che si spinge troppo in là, vietando la vendita di pinne anche da squali catturati legalmente.
Sarà interessante vedere chi l'avrà vinta, in una disputa che vede coinvolte molte tematiche importanti per San Francisco: i diritti della comunità cinese, l'anima "foodie" della città e quella ambientalista.
" 'Sta cosa di mangiare le pinne di squalo non ha senso. Sinceramente ci sono tradizioni buone e tradizioni meno buone. Questa e' una tradizione stupida che fa il paio con il corno di rinoceronte.
RispondiEliminaNon si puo' uccidere un animale selvaggio solo per una parte infinitesima della sua carne. E' uno spreco "energetico".
Buona domenica Silvia!
A me sembra che le antiche tradizioni di certi popoli vengano considerate degne di essere salvaguardate solo quando sono utili per far soldi. Si urla alla dignità offesa degli antenati se non si possono più vendere le pinne di squalo o il corno di rinoceronte, ma francamente offendere qualche antenato mi sembra poca cosa rispetto all'estinzione di un'intera specie animale.
RispondiEliminaBuona domenica anche a te!