lunedì 21 febbraio 2011

High Times in the City: marijuana in California


In California, in seguito a un referendum del novembre 1996 (approvato con il 56% dei voti), è consentito il consumo di marijuana per uso medico. Il paziente può ottenere una tessera, la Medical Marijuana Card, per svariati motivi, fra cui AIDS, anoressia, artrite, cancro, emicrania, spasmi muscolari, nausea, e "altri sintomi cronici o persistenti" (definizione, quest'ultima, che lascia molto spazio alla fantasia). Una volta ottenuta la tessera, il paziente si reca in un dispensario (luoghi ad alto tasso di security, naturalmente), e acquista la quantità necessaria, scegliendo da un vasto menu adatto a ogni esigenza.


Nel novembre 2010 si è votato per un altro referendum, la Proposition 19, questa volta per legalizzare l'uso della cannabis. I promotori del referendum sostenevano, intelligentemente, che legalizzando la marijuana si sarebbe potuto imporre una tassa sul consumo, la quale avrebbe contribuito a risanare le disastrate casse dello stato californiano. Il referendum è stato sconfitto con il 46.5% dei voti contro il 53.5%, ma alcune città, come Sacramento e San Jose, hanno approvato ugualmente una tassa sulle rivendite di marijuana, i "recreational pot businesses".  

Yoga & Cannabis: pura California
Uno dei motivi della sconfitta del referendum pare sia stata la decisione del governatore Schwarzenegger, decisione presa appena un mese prima del referendum stesso, di depenalizzare l'uso di marijuana, facendolo passare da "misdemeanor" a "civil infraction": semplice infrazione non processabile, che comporta una multa fino a 100$ (come una multa per eccesso di velocità, si diceva). La multa in realtà c'era anche prima, ma la chiave di questa nuova legge è l'abolizione del processo: Schwarzenegger ha sostenuto, firmandola, che avrebbe risparmiato notevoli spese alle casse dello stato in un periodo di drastici tagli al bilancio. La verità, forse, è che il governatore non ha affatto abbandonato le speranze di candidarsi a presidente della nazione (cosa che, come è noto, richiederebbe l'abolizione della legge che proibisce ai cittadini nati fuori dagli Usa di diventare presidente), e la prospettiva di venire identificato come "il governatore che ha legalizzato la marijuana" non deve essergli sembrata particolarmente allettante.


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