lunedì 6 ottobre 2014

Cartoline dal paradiso/5. La marcia in più degli artisti americani

Djerassi dall'alto


Quando io e Mr K ci conoscevamo da pochi giorni andammo a visitare un laboratorio di soffiatura del vetro. Lui e la nostra amica che ci accompagnava, una scultrice, si fecero spiegare come funzionava, e in quattro e quattr'otto cominciarono a produrre complicate sculture di vetro, animaletti e maschere e forme astratte. Io uscii dal laboratorio con un paio di sgraziati caramelloni avvitati su se stessi e un potente senso di inferiorità.
Altro che puma







Qui a Djerassi succede la stessa cosa. Gli artisti lavorano il legno, saldano il ferro, usano materie plastiche. Mr K discute con un'artista di quanto gli piacesse il laboratorio di metallurgia della sua scuola superiore, mentre lei era entusiasta di quello di carpenteria. 


D'altronde, anche Alfred Lambert aveva un laboratorio di metallurgia nel seminterrato. Da queste parti non è una cosa tanto strana.

Dalla finestra del mio studio





E poi c'era quella scrittrice che tempo fa mi disse: "E così ho deciso di diventare un'artista." Frase impensabile per un'europea (o forse solo per un'italiana), cresciuta con l'idea che l'artista è una persona toccata dal sacro fuoco dell'ispirazione, e che artisti si può solo nascere, non certo diventare.  


E così io un po' li invidio, questi artisti americani che sono diventati artisti anche perché nelle loro scuole superiori (mica in tutte, eh) si studiavano metallurgia, carpenteria e altre robe pratiche, questa gente che sa cosa fare con le proprie mani, che si è abituata presto a toccare la materia, a modificarla, a imparare tecniche e non solo teorie.

Sempre dalla finestra del mio studio. Uno più coraggioso

58 commenti:

  1. Il problema dell'Italia e' atavico e nasce con la "specializzazione" delle scuole superiori, e la presunta e acquisita superiorità dei licei classico e scientifico (soprattutto il classico), concetto di derivazione aristotelica, contro le scuole "tecniche" come gli Istituti d'Arte per esempio. Ad una concezione sbagliata in partenza (cioe' che si possa fare a meno dello studio delle materie artistiche e tecniche nella scuola superiore) si aggiunge una consuetudine consolidatissima (almeno nella mia regione e' cosi') che si mandano i piu' bravi ai licei e gli svogliati al liceo artistico e agli istituti d'arte, che sono diventati nel tempo scuole di quarta categoria. Se poi ci metti che quando esci dalla scuola non c'e' NESSUN sostegno, incentivo, promozione o anche cultura del diventare artista, allora facciamo bingo!!

    E senza andare a finire all'arte nella sua concezione "alta" e forse anche un po' troppo snob (mi riferisco a tante porcate che vedo in giro, spacciate come arte solo perche' corredate di ampio e filosofico "artist's statement" ), perche' non parliamo di quella nobilissima, antica, e utilissima forma d'arte che e' l'artigianato? L'Italia ha, anzi aveva, un patrimonio unico di artisti dell'artigianato che lavorano con il vetro, i metalli, il legno, le materie tessili (tanto per dirne alcune), e lo sta perdendo quasi completamente, grazie allo stato di cose di cui sopra, alla pressione fiscale assurda sulle piccole imprese e alla completa assenza di attenzione per questo genere di attività (la televisione docet in un paese dove il sogno dei bambini e' diventare o calciatore o velina).

    La questione mi tocca molto da vicino.

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  2. Secondo me quello che si sta ignorando in Italia è che un così detto "artista" può avere un talento innato, ma ha anche acquisito diverse capacità manuali e mentali per diventarlo. Ho letto poco tempo fa il post di una ragazza che diceva di aver imparato Ben poca tecnica al liceo artistico, ma che i suoi professori erano ben più concentrati a lasciare che gli studenti si esprimessero ed espletassero la loro vena artistica. Ecco, a me 'sta cosa ha fatto venire l'orticaria: in pratica, non solo mi stai dicendo che i professori non ti hanno aiutata ad incanalare il tuo potenziale in qualcosa che può diventare un linguaggio, ma non si sono neppure disturbati ad insegnarti una tecnica, con la quale, anche senza particolare talento, puoi comunque metterti sul mercato del lavoro. Che rabbia!

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    1. Questa idea crociana dell'artista dotato di talento divino, contrapposto all'artigiano che non vale niente perché fa un lavoro umile con le mani, ha tirato un bel calcio nei denti alla pratica artistica italiana dell'ultimo secolo.
      I professori che lasciano che gli studenti espletino la loro vena artistica senza insegnargli una cippa mi sembrano tanto dei fannulloni incompetenti che hanno trovato la loro condizione ideale.

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    2. Purtroppo questa pratica del lasciare gli studenti "liberi di esprimersi" senza dare loro importanti indicazioni critiche e professionali e' una cosa che esiste anche qui in America. Nel college famosissimo dove ho studiato per un master, Il CalArts, la maggioranza dei miei prof risolveva il programma delle lezioni cosi': "allora ognuno di voi pensa ad un progetto e lo illustra ai suoi compagni, una lezione alla volta"!! E poi quando si trattava di fare critica ogni cosa era piu' o meno buona…Come ha detto giustamente Silvia questo fintissimo atteggiamento post-sessantottino libertario non e' altro che la strategia vincente per evitare il duro lavoro dell'insegnamento (che ho fatto di persona, e vi assicuro che non e' una passeggiata) e fare mezzi contenti pure gli studenti (perche' spesso la cosa piu' difficile e' offrire critiche costruttive agli studenti senza tarpare loro le ali).

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    3. Sul tema dell’insegnamento non ho esperienza e sono solo coinvolta attualmete come mamma. Vorrei essere equilibrata ed imparziale ma non ci riesco molto bene perché mi accorgo di criticare troppo. Vi racconto che qui in Peru il professore di arte di Ale non e’ artista, ma matematico. Il povero si sforza di insegnare delle tecniche e fin qui e’ interessante, ma invece di lasciare un po’ di spazio espressivo ai bambini, da' loro disegni già fatti e loro devono completarli usando la tecnica descritta; lui poi valuta se e’ stata eseguita correttamente. Ale l’altra volta ha deciso di mescolare la tecnica del caffè con quella della plastilina, ed il professore ha valutato negativamente perché non aveva rispettato gli ordini. Io non ho mai criticato un professore quindi questi sono discorsi che faccio con me stessa e lo lascio lavorare, ma non vi sembra che in questo caso c’e’ qualcosa che non funzioni ? durante il Rinascimento le tecniche non si imparavano perché si vedevano fare al maestro in bottega ? pure io non ho imparato a cucire solo guardando mia nonna ? pure nella storia che racconti tu Silvia, avete visto come si faceva, fatto alcune domande, e poi vi siete espressi ? io credo che le espressioni vadano rispettate e che non tutti si esprimono allo stesso modo ma se ci si mette impegno e passione, queste vadano riconosciute anche se poi non dipingerai la Gioconda o non scriverai La Divina Commedia. Per riassumere: secondo me per insegnare arte un professore dovrebbe far vedere lui stesso agli alunni come si applica una tecnica e poi dire loro di produrre un lavoro in cui la applicano. Se vogliono contaminare più tecniche, mi sembra comunque un’opzione interessante da fare. Forse nell’arte non e’ così pericoloso infrangere le regole come per esempio nel laboratorio di Chimica in cui potresti invece generare un’esplosione o scioglierti un dito.

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    4. Proprio stasera una ex studentessa del Massachusetts College of Art and Design (ottima scuola di impronta "americana") mi raccontava che una volta hanno dovuto cambiare le regole di sicurezza perché avevano trovato due studentesse che stavano andando a segare un'enorme lastra di vetro nel laboratorio di carpenteria: forse anche l'arte può essere pericolosa! Scherzo, ma che tristezza che Ale non possa sperimentare ma debba per forza seguire gli ordini!

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    5. Anche io poi ho riflettuto meglio su quello che avevo detto: l’arte e’ pericolosa perché se e’ un mezzo per esprimere idee e le esprime in maniera forte, immediata, potente, e quelle idee non piacciono a qualcuno, allora viene considerata una minaccia e bisogna sopprimerla. Stavo ascoltando stamattina Victor Jara e lui e’ un esempio di come la musica possa contribuire ad aprire strade nuove e quindi e’ considerata pericolosa da parte di chi invece vuole che le strade rimangano ben chiuse. Dici che anche in Italia non e’ un caso che negli ultimi 20 anni la fiamma artistica si sia ingrigita ?

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    6. a parte l’altro commento, mazzate che cervelli quelle ragazze !! io non avrei mai pensato di segare il vetro ma mi affascina il fatto che abbiano avuto il coraggio di avere quell’idea e sperimentarla, solo avrei spiegato loro che prima di sperimentare, si deve pensare agli effetti ed investigare un attimo, no ? anche in cucina, se quando decido di cambiare un ingrediente della ricetta magari chiedo un parere a qualcuno che ha più esperienza, magari mi evito di fare un pasticcio. Silvia, e’ inutile, ci giro intorno, ma e’ che a me piace chi si azzarda a fare. Per fortuna con gli anni ho capito che va bene ma essere pronti alla conseguenze, e’ molto importante per ottenere un buon risultato.

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    7. Estrellazul, mi permetto di inserirmi di nuovo nella conversazione, perche' mi ha molto intristito leggere di tua figlia Ale e del suo "professore d'arte" (che poi e' un matematico, infatti). Ho criticato il liberalismo di stampo americano senza fondamenta (come nel caso del mio college) ma il caso che citi tu e' l'esempio opposto, che ricorda il modo in cui si insegnava l'arte in Italia ai tempi dei miei genitori, tempi in cui gli studenti non venivamo mai incoraggiati ad esprimersi, piuttosto a copiare alla "perfezione" quello che era fatto dal maestro. Terribile! non e' arte questa. Mi permetto di criticare perche' ho insegnato discipline artistiche; non e' facile, e la difficoltà sta proprio nel trovare un giusto equilibrio tra quello che dai e quello che "non togli" agli allievi. Se non puoi fare niente a livello scolastico per tua figlia, incoraggiala quando e' con te, a casa, ad esprimersi come crede, falle contaminare i suoi disegni, i suoi lavori, fate qualcosa insieme. Non dev'essere un capolavoro e non dev'essere la perfezione, ma solo l'umana espressione della vostra intelligenza creativa, che come quella razionale e quella emotiva fa parte di noi da quando siamo nati!

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    8. Salve Sandro, grazie per intervenire perché il confronto di idee per me e’ sempre positivo se avviene con rispetto. In effetti quando dicevo che mi sembra più utile che il professore faccia vedere come si fa una cosa e poi gli alunni eseguono, questi ultimi devono avere la libertà di esprimersi e la loro creatività, originalità, coraggio devono essere valorizzati. Io sto lasciando lavorare il professore a scuola come vuole lui, senza metterlo in discussione perché cmq lui sta lavorando e non e’ diverso dall’ambiente che lo circonda a livello di tutto il paese, non solo di questa scuola, ma come anche suggerisce lei alla fine, a casa propongo ad Alejandro altre attività e tipo in questi giorni mi stavo vedendo dei video su come fare sculture in cartapesta, per provare insieme.

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    9. Estrellazul, grazie per esserti rivolta a me con il "lei", e' un grande onore, ma va benissimo se mi dai del tu (come ho fatto io, spero di non aver sbagliato). Anzi scusa perche' ho dato per scontato che Ale fosse una bambina; non cambia niente, ma saluto Alejandro che si chiama un po' come me. Sono d'accordo con te, stai facendo la cosa piu' giusta, e ti fa davvero onore il rispetto che hai per il professore, consuetudine che in Italia si e' persa (e ultimamente anche qui negli USA; i famosi genitori impiccioni che difendono sempre e solo i figli si chiamano "genitori-elicottero" :D ). La carta pesta e' fantastica. Per ispirazione ti suggerisco il sito di una mia amica artista toscana bravissima (Silvia prendi nota pure tu :), che fa sculture in cartapesta. Puoi guardare i suoi lavori qui:
      http://www.sabinaferoci.com/index.php
      In bocca al lupo per Alejandro!

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    10. Grazie Sandro per il sito, vado ora a guardarlo !! ecco, i genitori elicottero non sapevo si chiamassero così ma qui si comportano tutti così’ e mi da sollievo sapere che non e’ solo una situazione mia. Alejandro intanto si diverte un sacco a scuola perché io questi discorsi teorici li faccio con te, Silvia o sul mio blog, ma a lui dico solo che deve sempre fare del suo meglio e rispettare i professori.

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    11. Bravissima la tua amica, Sandro!
      E penso proprio che tu faccia bene, estrellazul, a dire così ad Alejandro, perché mi sembra che quello della sua scuola sia un problema "sistemico" e non di un solo professore. Per fortuna a casa può integrare facendo cose diverse.

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    12. Mi intrometto di nuovo nei commenti perché vedo che ne è sorta una bella conversazione! cara Estrellazul, secondo me è molto importante che i giovani imparino ad esprimersi anche attraverso l'arte, è il mio commento precedente non era contro la libertà di espressione o la sperimentazione di nuove tecniche ( spero si sia capito). Fai bene ad incoraggiare tuo figlio se vuole provare qualcosa di diverso rispetto a quello che gli insegnano a scuola, non vorrei sbagliare, ma da ciò che ho capito, tuo figlio non va ancora al liceo o non ha scelto ancora una carriera artistica, e non c'è nulla di più bello che imparare anche infrangendo le regole. ma quando dai intraprende uno studio artistico, è bene applicarsi e conoscere a fondo le tecniche prima di infrangerle. Quello che secondo me la scuola( parlo di liceo e istituti superiori che dovrebbero indirizzare al lavoro) non fornisce è un'adeguata preparazione tecnica. È giusto che ognuno si esprima come vuole, ma se vuoi farlo diventare un mestiere devi saper comunicare, e per comunicare serve imparare l'ABC.
      Spero di essere stata chiara, è comunque bello che tu cerchi di incoraggiare tuo figlio ad applicarsi su nuove tecniche, continua così, nonostante la scuola!

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  3. I "lavoretti"si fanno all'asilo per la festa della mamma e del papà (ai miei tempi non c'era nemmeno la festa dei nonni), per farli da adulto devi essere un po' svitato.

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    1. Oppure, se vuoi campare decentemente, avere tanti soldi del papà.

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    2. Mio figlio (3 anni) porta a casa "capolavori" realizzati interamente....dalla maestra!!! No dico fagli fare una schifezza con le manine sue sante che sono più contenta!!! Se devo giudicare la scuola dal principio cominciamo proprio male chissà come può peggiorare andando avanti.
      Fatemi sognare, ma quelle meraviglie dei progetti di scienze che i ragazzini americani fanno a scuola è roba solo da telefilm della mia gioventù o li fanno davvero???

      P.s. Silvia, ma che vista hai dalla finestra dello studio...no dico io vedo le mutande stese del vicino....molto molto molto invidiosa!!

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    3. Ah, quante cose che stanno venendo fuori. Sembra proprio difficile trovare qualcuno che sappia insegnare senza imporsi e senza infischiarsene.
      Quanto ai progetti scolastici dei bambini americani, non sono molto informata sull'argomento, però so che Mr K li faceva. Non credo che siano solo roba da telefilm!

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  4. Grazie Silvia, credevo che il senso d'inferiorità di fronte a chi usa le sue mani con ingegno fosse una mia debolezza...sigh!

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  5. Il problema è che in Italia non esiste la formazione pratica in nessun campo. Tanto meno in quello dell'arte. Siamo talmente convinti della nostra genialità naturale che non ce ne preoccupiamo nemmeno!

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  6. Vero, cara... In molti casi è proprio l'avere a che fare con la materia in sé che espone la gente al fuoco dell'arte.
    Spesso da noi si fa solo teoria, e comunque i sogni restano solo sogni...^^

    Moz-

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    1. Infatti, io forse a quest'ora sarei una bravissima scultrice, se qualcuno mi avesse mai insegnato a lavorare il legno. E la creatività passa attraverso le mani, oltre che attraverso il cervello.

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  7. Anch'io condivido parola per parola il commento di Sandro Del Rosario. Non dovremmo togliere i licei ma integrarli con l'esercizio artistico-manuale. E integrare con filosofia e letteratura i corsi professionali e gli istituti d'arte.

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    1. Sono d'accordo. Questa separazione fra il cervello e le mani non ha fatto altro che danni, a cominciare dalla scuola.

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  8. Io non sono proprio portata per i lavoretti manuali, non potrei mai diventare artista. Ma ammiro chi con talento o con studio riesce a fare cose incredibili.

    Buona giornata!

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    1. Il talento ci vuole, ma anche lo studio è fondamentale.

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  9. il totem antipuma mi piace molto, a me a 7 anni per farmi stare zitta hanno messo in mano un gomitolo ed un uncinetto, ma non ha funzionato quindi mi hanno dato ferri e lana, poi siccome parlavo lo stesso mi hanno messo in mano ago e filo da ricamo, pensando che dovevo contare i fili e sarei stata zitta, ma parlavo lo stesso insomma il silenzio non l'hanno ottenuto ma diverse maglie sì certo non è essere artisti questo, ma del buon artigianato dà molte soddisfazioni

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    1. Oh, sì, mi basterebbe senz'altro!

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    2. allora quando finalmente mangeremo i ravioli porterò anche gomitolo e ferri, o tela e filo per il patchwork :D

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  10. Mi ero arrestata a "here not", ma il mondo è andato avanti o da quel che leggo...quasi. Rimangono le tue "bellissime" finestre aperte. L'ingresso umano è a numero chiuso? (spero)

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  11. Anche io, un giorno, deciderò di diventare un artista. Spero con la penna.

    Ciao Silvia!
    Un abbraccio!!

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    1. Ehilà! Poi ho visto che il post sul viaggio non l'hai più scritto!

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    2. Lo scriverò, non ho ancora finito di convertire in jpeg tutte le foto :(((

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    3. Misteri della tecnologia... non le scarichi direttamente in jpeg?

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  12. Artista in Spagna (almeno dove vivo io) = scansafatiche accannato, figlio di papà, che non deve preoccuparsi della vita reale. Poi qua c'è quest' ansia dell'essere moderni a tutti i costi e allora pagano fior di quattrini a 'artisti' per delle sculture che adornano le rotonde della città che non ti dico. Io in Lituania sono rimasta affascinata dalla perizia che hanno nell'intagliare il legno, ho cercato corsi in Spagna e Italia e non ho trovato nulla ... :-(

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    1. Eh, sì, perché poi di arte non ci capiscono più niente e pagano l'amico dell'assessore per fare la scultura merdosa in mezzo alla rotonda. Come in Italia!

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  13. Quando dicevo che volevo fare il liceo artistico la gente (non tutta, ma direi il 99%) pensava che non avevo voglia di studiare. Di conseguenza, non avevo nemmeno voglia di lavorare.

    (Per la cronaca ho poi studiato altro).

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    1. infatti, purtroppo e' cosi' che la pensano in Italia. A me il liceo artistico me l'hanno vietato perche' "andavo bene a scuola" (per non parlare dell'Istuto d'Arte, quello era poi proprio fuori discussione!!). Anche se capisco da dove veniva l'ostilità dei miei genitori, mi ci sono voluti anni per recuperare il terreno perso. La famosa riforma delle scuole superiori e' una cosa che girava fin dai tempi in cui facevo io la scuola superiore (cioe' ormai 30 anni fa!), e che non si e' mai messa in atto.

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    2. Ma il liceo artistico è ancora così? Mi sembra che il liceo classico non sia molto cambiato, ma l'artistico aveva bisogno di una profonda revisione, no?

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  14. Condivido i vostri commenti.
    Trovo che in Italia, nonostante le varie riforme, non sia cambiato nulla, anzi si e' tornati indietro. I bravi vanno al liceo e i meno bravi altrove. Inoltre gli istituti d'arte e le scuole alberghiere sono state private dei laboratori (forse perche' costosi? Qui si limano i finanziamenti all'istruzione fino all'inverosimile), almeno dalle mie parti, il che e' un assurdo, per cui l'istituto d'arte e' diventato un liceo artistico e l'alberghiero e' una scuola dove si cucina molto meno di prima, credo solo nel triennio finale, mentre prima si iniziava subito ed era conosciuta in tutta Europa.
    Io insegno e mi vergogno a dirlo, perche' avendo fatto anche sostegno ai disabili, oltre alle lingue straniere, ho potuto osservare come lavorano i colleghi in classe e mi vergogno profondamente per alcuni di loro.
    Io passo ore a preparare le lezioni e i materiali e cerco di non ripetermi per non annoiare e per non annoiarmi. Questo ovviamente non vuol dire che non sbagli, ma per abitudine mi metto sempre in discussione e cerco sempre il confronto con i colleghi validi. E gli allievi non sono stupidi: sanno distinguere chi vale e li prepara da chi non lo fa. E' troppo facile lasciare liberta' assoluta come non lasciarne affatto. E' molto piu' complicato, come avete detto, dare agli studenti gli strumenti per progredire: ci vuole piu' tempo, piu' fantasia, piu' preparazione, piu' voglia.
    Barbara
    PS quando col mio fratellino guardavo le serie tv tipo Beverly Hills o i film americani, sbavavamo nel vedere i laboratori alle High School. Qui per laboratorio (data la mancanza di finanziamenti) ormai si intende qualunque cosa che sia un lavoro svolto in classe. Mah...

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    1. nella sfortuna di essere cittadini della terra dei cachi i tuoi studenti hanno la fortuna di avere una insegnante che li rispetta, che ama il suo lavoro, che pensa, per quanto è nelle sue facoltà, al loro futuro

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    2. Grazie Amanda, e' vero. Ho scelto questo lavoro per passione e loro lo percepiscono. Spero solo che la terra dei cachi possa offrire loro, un giorno futuro, le giuste opportunita' lavorative, quelle che a molti stanno mancando oggi.

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    3. Provo un grandissimo rispetto per gli insegnanti che amano il proprio lavoro (uno dei più importanti e preziosi per una società civile) e sono costretti a farlo in condizioni sempre più misere. Stipendi bassi (ma gli insegnanti contribuiscono a educare le generazioni future, è un lavoro importantissimo che dovrebbe essere riconosciuto anche economicamente), scarsi riconoscimenti, risorse al lumicino... un mondo che gira alla rovescia, come al solito.

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    4. Gia'... hai proprio ragione Silvia!

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  15. Ti capisco, in quanto con la manualità io sono zer: disegno, scultura, arti manuali, io faccio solo sgorbietti. Be', mi consolo con la finestra della tua camera...

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  16. io da piccola scuola ispirazione waldorf. di matematica mai capito niente, ma se mi metti in mano un uncinetto per fare una presina, mi chiedi di fare un pom pom con filo e forchetta o di fare un millepiedi con le castagne, vado col pilota automatico :-D da qualche parte in cantina dai miei c'e' un museo di lavoretti, compresi i canovacci a punto croce di una under diecenne:-D

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    1. Fantastico, Valentina! Ti invidio!
      A me questa manualita' e' sempre mancata, tranne che per il disegno e per cucinare i dolci :)
      Mia nonna, quando le chiedevo di insegnarmi l'uncinetto, mi rispondeva: "si, si, ti insegno, tu guarda come faccio". Io guardavo e dopo i primi due punti facevo un pasticcio e rinunciavo. :*)

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    2. Mi associo all'invidia. Se ripenso ai miei lavori a maglia...

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  17. Dovrebbero esserci piu' laboratori nelle scuole italiane, invece sono improvvisati e mal gestiti.
    Oppure li chiamano "laboratori" quando non sono niente altro che un'aula diversa dalla propria con un docente che spiega.

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  18. Direi che godi di ottima vista dal tuo studio, l'ispirazione alla creatività di certo non ti mancherà.
    Io credo che ci siano tanti modi e tante forme per essere creativi, certo quella manuale è di facile visibilità( comprese le tante "oscenità" dell'arte moderna) ma la creatività pura credo abbia radici ancora più profonde.
    Grazie della visita al mio blog.
    Francesca

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    1. Sì, certo, però se viene stimolata e sostenuta è meglio. Come hanno fatto qui con noi in questo paradiso, per un mese. Ma oggi è l'ultimo giorno che ho questa vista dal mio studio :-(

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  19. questi americani... li crescono proprio in maniera diversa!! :)dovrebbero spronarci un po' di più anche noi..

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