Tornando al minicorso sulle erbe selvatiche che ho seguito una mattina al Golden Gate Park, mi è tornato in mente un aneddoto che ci ha raccontato Leda Meredith, l'esperta che teneva il corso.
Prima però vi faccio vedere un paio di altre cose fra quelle che abbiamo visto.
La prima è il wormwood, cioè il famoso assenzio, quello del liquore. Non sapevo che fosse così bello (e che si trovasse letteralmente dappertutto: l'ho visto un sacco di volte senza sapere cosa fosse)
La seconda è questa pianta che si chiama tetragonia, o spinacio della Nuova Zelanda. Si mangia cotta come gli spinaci o cruda in insalata; l'abbiamo assaggiata ed è buonissima! Ah, se trovate in giro questa o altre piante e volete portarvene un po' a casa da mangiare, ricordatevi di cogliere la parte in cima al gambo, perché così la pianta può rigenerarsi.
Poi c'è la lobularia, o alisso, che avrete visto un sacco di volte ma che forse non avete mai assaggiato. Provate i fiori in insalata: malgrado il profumo dolce, sanno di senape.
E per finire, queste le conoscete tutti, vero? Leda ci ha raccontato che spesso tiene giornate come questa per gli alunni delle scuole. Un giorno, mentre portava in giro una classe delle elementari insieme ad alcuni genitori, ha trovato un bel cespuglio di more. I genitori, malgrado lei fosse lì come esperta di erbe selvatiche pagata dalla scuola, si sono rifiutati di far assaggiare le more ai loro figli, temendo che fossero chissà quali frutti velenosi. Qualche ora dopo, Leda ha visto uno di quei genitori fare la spesa in un negozio e comprare more e lamponi dentro le loro belle scatoline di plastica.
In Marocco l'assenzio (sheeba in marocchino) in foglie lo mettono nel tè, al posto della menta. Ma tu lo vedi in giro anche in Italia? A me non è mai capitato, ma non sono una grande osservatrice.
RispondiEliminaSulle more mi vien da piangere.
Prisca
Che bel nome sheeba. Sì, lo vedo anche in Italia, viene usato nelle bordure dei giardini.
EliminaE sì, la storia delle more è proprio triste.
A me questa storia fa un po' ridere: ma come, non si erano accorti che fossero gli stessi frutti?
RispondiEliminaE poi mi chiedo da dove provenga il nome wormwood. Ha qualcosa a che vedere con i vermi?
Vero? E' una storia tristemente ridicola (o ridicolmente triste).
EliminaQuanto all'etimologia, è incerta. Ho cercato, e pare che sia una combinazione germanica di wer, “uomo”, e mut, “coraggio”, per via dei suoi effetti sull'umore. L'etimologia popolare la vuole proprio come una combinazione di worm e wood, per le sue proprietà vermifughe. Però nessuno è sicuro.
Grazie per la spiegazione. Scoprire l'origine delle parole ha sempre un certo fascino.
EliminaSì, cerco sempre di spiegare l'etimologia delle parole italiane - quando la conosco - ai miei studenti americani. E' anche un ottimo modo per ricordarne il significato.
EliminaAahha ormai si è perso del tutto il contatto con la natura, che passa dritta dal banco di un supermarket.
RispondiEliminaPeccato per quei bambini e quei genitori...
Moz-
Peccato più che altro per i bambini, i genitori mi sembrano ormai rincoglioniti senza speranza.
Eliminam'hai rubato le parole di bocca
EliminaTemo che tanti bambini non sappiano come si presentano le more in natura e che le piante non "addomesticate" facciano loro anche un po' di paura!
RispondiEliminaIn effetti, con tutte quelle spine... pericolosissssssime!
EliminaChe bella la pianta di assenzio!
RispondiEliminaDa piccola andavo a cercare le more con mia nonna, certe volte ci graffiavamo nei rovi ma appena colte sono buonissime (la nonna aumentava il gusto). Nei supermercati i frutti di bosco costano come l'oro, forse le persone credono che il costo comprenda la sicurezza di mangiare una cosa sana?
Forse sì. Mah. Io se avessi un giardino lo riempirei di piante di more e di lamponi.
Eliminaun po come mia figlia che vivendo in Kuwait non ha ancora capito che esistono le piante di tutto quello che vede....in italia ci provo....ma ancora non ci siamo! le more che bontà...assenzio mi pare lo mettano anche dentro un cocktail scoperto qs estate HUGO!!! che bontà pure quello. Un abbraccio
RispondiEliminaMa quello non era il sambuco? :-D
EliminaUn abbraccio anche a te!
Io vorrei trovare e assaggiare quello spinacio della Nuova Zelanda! Dici che si trova anche in Canada? Adesso cerco.
RispondiEliminaSo che in Italia vendono i semi per coltivarlo, ma non l'ho mai visto da nessun fruttivendolo.
EliminaNon credo neanch'io che si trovi a vendere, forse in qualche mercatino biologico? Mia mamma ce l'ha da sempre nell'orto (non occorre fare nulla, l'anno successivo nasce da sola, e verso la fine dell'estate cresce molto velocemente) e secondo me è più buona degli spinaci tradizionali. Non l'ho mai assaggiata cruda, proverò di sicuro!
EliminaAh, ma allora è diffusa in Italia! Buono a sapersi!
EliminaQuesta storia delle more dà la dimensione di quanto molti abbiano perso il contatto con la natura più semplice e con la realtà, mi viene da pensare.
RispondiEliminaAltro che sostenibilità alimentare...
E questo spiega anche la scarsa opposizione alle devastazioni compiute dagli uomini sulla natura: se la ignoriamo, non ci viene neanche voglia di difenderla quando è minacciata.
EliminaQuesta storia delle more e delle erbe selvatiche mi ha fatto venire in mente mia madre che, trascinandosi mio fratello piccolo dietro, se ne andava alla ricerca delle more e dei lamponi selvatici su in montagna, quando eravamo bambini... A me allora le more non piacevano per niente, mangiavo solo le fragole. Meno male che oggi adoro tutti i frutti di bosco. :)
RispondiEliminaOddio, i lamponi selvatici non li ho mai mangiati, chissà che buoni! Ma forse il record di bontà lo battono le rarissime fragoline di bosco.
EliminaMi piacerebbe farti parlare con mia madre....infatti proprio quelle fragile di bosco erano le "perle" che lei riusciva a scovare tra i cespugli di Rigopiano (località montana del Gran Sasso, dove andavamo in vacanza, non c'era niente a parte l'albergo in cui stavamo, bellissimi ricordi...), oltre alle more e ai lamponi. Io ne ho vista qualcuna, me la ricordo ancora. :) Niente a che vedere con le odierne "fragolone", anche biologiche, che vediamo in vendita.
EliminaE dai non me le dire queste cose!! Maledetti (e ignoranti) americani!
RispondiEliminaMa dici che nelle città italiane non è ancora così?
EliminaUhm, nelle città credo che sì, si stia raggiungendo la stessa ignoranza: non credo che dei bambini cittadini in gita in fattoria didattica (che ora è tanto trendy) associno le gallinelle che becchettano in giro con il vassoio di polistirolo contenete le coscie di pollo...
Eliminala dice lunga sulla capacità della gente di lasciarsi bere il cervello
RispondiEliminaAneddoto istruttivo, vero?
EliminaChe belle idee, mi piace mangiare cose così naturali, senza il filtro del supermercato. Spesso mio nonno coglie il finocchhio selvatico o gli asparagi, e sono mille volte più buoni di quelli comprati...
RispondiEliminaIl che mi fa pensare che la pigrizia e l'ignoranza ci rendono davvero ottusi, se anche le more si vanno a comprare, quando basterebbe cercarle e passare un'allegra giornata in famiglia, a coglierle da qualche parte. Sono piccoli grandi piaceri che non abbiamo più voglia di riscoprire :-(
Ah, sì, gli asparagi selvatici, che delizia! Magari alla fine questa ottusità verrà a nostro vantaggio, per due ragioni:
Elimina1) ci saranno più more da cogliere per chi le conosce;
2) noi conoscitori delle erbe selvatiche avremo più speranze di sopravvivere in caso di apocalisse.
Posso dare un po' di speranza? Sono stata in diversi luoghi italiani in cui i bambini riconoscevano le piante, sapevano i nomi dei fiori e degli alberi, e avevano le more nel giardino!
RispondiEliminaMa, sbaglio o la lobularia assomiglia al sambuco? E all'acacia? Non ti ha detto se c'è il rischio di confonderla con qualche altro fiore velenoso?
Grazie!
Ciao Evita, hai ragione, Meredith è stata molto attenta a spiegare quando una pianta commestibile somiglia a una velenosa. Nel caso della lobularia, hai ragione per quanto riguarda i fiori, ma se guardi le piante intere vedrai che ci sono grandi differenze: la lobularia è una pianta erbacea, usata infatti spesso per le bordure dei giardini, mentre il sambuco è un arbusto. I fiori della robinia/acacia sono invece diversi, ed è anch'essa una pianta arbustiva o addirittura arborea.
EliminaMi torna in mente quando da ragazzo facevo i campi wwf con i ragazzini, e il loro entusiasmo per le piante e i fiori, e pure le deiezioni animali ... ragazzini quasi tutti provenienti dalla città. Chissà cosa è rimasto in testa a quei bambini che ora saranno ventenni?
RispondiEliminaBe', se li prendi da piccoli hai buone possibilità di influenzarli positivamente. Forse adesso alcuni di loro saranno guide alpine ;-)
EliminaMia moglie è figlia di un biologo con la fissa delle passeggiate in montagna. E' cresciuta così, fin da bambina. Adesso, ovunque siamo, riconosce piante, arbusti e prodotti commestibili. Mesi fa passeggiavamo in montagna e dice "guarda che belle quelle cipolline selvatiche". "Quelle che?" chiedo seguendo l'indicazione del suo dito e trovando solo delle specie di spessi fili d'erba (che, come il tuo Wormwood) avevo visto spessissimo senza mai farci davvero caso. Detto fatto: estratti i fili d'erba, trovate le cipolline e consumate (previa ripulitura dalla terra) seduta stante. Mmmmmhmmm, che buone....
RispondiEliminaSei proprio fortunato ad avere una moglie così esperta di piante commestibili. Anche voi eviterete l'Apocalisse!
EliminaAggiungo all'elenco anche l'ortica, che, opportunamente cucinata, è deliziosa.
RispondiEliminaIn Olanda ci fanno anche una varietà di formaggi da leccarsi i baffi.
Ottima l'ortica! La conosco in risotti e tagliatelle, ma non sapevo proprio del formaggio olandese.
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