sabato 11 febbraio 2012

Copertine edulcorate per lettori americani

Lo avevo già scoperto tempo fa dal blog Sociological Images, che parlava di come "Time" e "Newsweek" ucissero di frequente negli Usa con una copertina diversa da quella usata per il resto del mondo.

Ieri Slate pubblicava un'anteprima della prossima copertina di "Time", aggiungendo, sotto il titolo "Does Time Magazine Think Americans Are Stupid?": "While readers in Asia, Europe, and the South Pacific—really, the rest of the Time-reading world—confront a serious profile about Italian Prime Minister Mario Monti and his role in the euro crisis, Americans are in for a special treat: a cover story called 'The Surprising Science of Animal Friendships*.' (The asterisk leads to a footnote at the bottom of the cover that says, 'BFFs are not just for humans anymore.') With not one but two adorable dogs against a hot-pink background, this week’s Time really signifies the editors’ staunch commitment to serious, hard-hitting journalism, even if it means risking unpopularity."


Ecco alcune altre copertine, prese da Sociological Images:




E c'è anche "Newsweek":


21 commenti:

  1. é abbastanza imbarazzante, le copertine usa fanno sembrare la rivista una cosa tipo focus.

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    1. Sì, un amico su fb le ha paragonate a quelle di Riza Psicosomatica!

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  2. http://www.time.com/time/covers/

    io vedo solo un giornale in versione molto "locale", i contenuti seri ci sono pero' che riguardano solo gli Stati Uniti.
    Piu' stupidi? Io direi piu' intelligenti, perche' rovinarsi il fegato leggendo tutte le possibili ingiustizie del mondo quando uno non sa nemmeno cosa accade all'interno del proprio Paese? Si vede che vende di piu' questa roba.

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  3. A me ha colpito molto anche la nota a piè di pagina sulla copertina con gli animali, e mi sono chiesta quale possa essere il profilo demografico dei lettori di TIME in America: immagino che l'acronimo BFF, Best Friends Forever, sia usato e immediatamente riconosciuto soprattutto in una specifica fascia di età, con maggioranza femminile ecc. Non credo potremmo mai trovarlo in The Economist, per dire...

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    1. Infatti, anche questo dev'essere un segno del diverso "target" demografico cui punta l'edizione americana della rivista, anche se in modo poco coerente. Sembra che voglia raccogliere un po' tutti, insomma (a eccezione di quelli interessati alla politica estera, che devono essere proprio pochini, se vengono trascurati così!).

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  4. come sono coccolati i lettori americani !!

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  5. Secondo me e' semplicemente che qui si vive (vivono) in una sorta di bolla mediatica in cui e' rilevante cio' che accade localmente. Gia' relativamente scarsa e' la copertura di che accade nel Paese, nulla se non per fatti normi per l' estero.

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  6. Un dubbio.
    Ma è solo un tema di edulcorazione o più che altro gli americani tendono ad essere disinteressati rispetto a quello che accada al di fuori del loro paese?

    Noto che tutte le copertine citate parlano di Europa, Africa, Asia...
    Forse quello è il motivo del cambio.

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  7. ah, ecco perche' il marito vuole disdire l'abbonamento al time...

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  8. @Giacomo, @Chottomatteo, @Emigrante: avete ragione, più che di "edulcorazione" si dovrebbe parlare di "insularizzazione". Al di là dei facili luoghi comuni sull'ignoranza degli americani, nella mia eperienza l'americano medio è generalmente meno interessato a quanto succede all'estero dell'europeo medio. Anche se naturalmente non è che in Italia, per esempio, tutti si aggirino facendo profonde discussioni sulla situazione politica in Medio Oriente!

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    1. Avendo a che fare con studenti americani, percepisco spesso anch'io questa "insularizzazione" (o "inward-looking approach") e mi chiedo, però, quanto influisca su questo una diversa "forma mentis" culturale e sociale.
      Gli Stati Uniti sono infatti una nazione di circa 310 milioni di persone, divise in 50 Stati diversi, in cui si parla però un'unica lingua ufficiale e domina un modello culturale pressoché unico (tutti si sentono prima cittadini americani, e poi cittadini del Connecticut, Virginia, etc.). Secondo me è quindi più difficile, rispetto ad un europeo, che una persona cresciuta in questo ambiente, sia portata ad interessarsi a ciò che è "altro", al di fuori degli Stati Uniti. Questo è anche il motivo per cui relativamente pochi americani conoscono lingue diverse dall'inglese.

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    2. Infatti, è proprio così. A proposito del fatto che si sentono prima di tutto cittadini americani e poi di un singolo stato, parlavo ieri sera con un amico delle differenze tra l'Unione Europea e la federazione americana, e di come a questa coesione - attualmente impensabile per l'Europa - sia stato possibile arrivare solo attraverso un evento catastrofico come la Guerra Civile.

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  9. ahahah ma sai che hanno appena usato al TG1 la prima fila di copertine per far vedere Mario Monti? Era la stessa immagine, con la copertina americana e le tre copertine con monti accanto!

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  10. Curiosa questa cosa delle copertine ad hoc!
    A proposito di quest'argomento, propongo un excursus di L. Bellocchio, docente di Scienze Politiche all' Università degli Studi di Milano, che affronta il problema dell'"etnicizzazione della politica estera americana". Lo trovo interessante, anche se richiede un po' di tempo. In particolare alle pagg. 3 e 4 si mette in risalto il fatto che l'assenza di una minaccia esterna (una volta c'era l'URSS, poi Al Qaeda) unita alla crescente apatia per la politica estera siano fattori altamente destabilizzanti per la democrazia americana, in quanto le lobbies casalinghe -sempre più "etniche"- presserebbero per veder crescere i loro interessi (si pensi alle spinte contraddittorie anti-castriste dei cubani e quelle pro-comuniste dei cinesi, i difficili rapporti con l'Azerbaijan e la pressione armena, ad esempio).
    Il consigliere di Gorbaciov alla fine della guerra fredda ebbe a dire a Reagan "Lo sgarbo più grande che potevamo farvi era privarvi di un nemico".

    Ad ogni modo il cambio della copertina del Newsweek "Losing Afghanistan" francamente mi pare una cosa ben studiata, altro che apatia :)

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    1. Argh, il link non mi si apre! Sarà un altro dei pasticci che combina google ultimamente? Me lo rimandi, per favore?

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  11. uhm, a me lo fa aprire.
    comunque riprovo in maniera bruta:
    http://dottrina.finanze.it/dottrinaWeb/contents/Articolo%20di%20Bellocchio.pdf?itemId=A1001001A08F10B84632A66937&nomefile=Articolo%20di%20Bellocchio.pdf

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  12. Mi dà "JSP processing error". Però l'ho trovato su google con il titolo che mi hai dato tu. Chissà se così funziona...
    Comunque è molto interessante, l'ho salvato e appena ho tempo lo leggo.

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  13. Buffa 'sta cosa, se clicco sul mio link funziona, se clicco sul tuo mi appare il caro JSP. E a te accade lo stesso...forse si stanno divertendo ai quartieri generali di Mountain View :)

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    1. Non saprei, in questi giorni blogger/google è insopportabile. Un amico che commentava spesso non riesce più a commentare, un'altra è finita inopinatamente nello spam, mi hanno tolto il collegamento alla mia pagina Flickr, mi cancellano foto a casaccio dalle pagine del blog, hanno eliminato il collegamento del blog a Paperblog. In poche parole, stanno proprio rompendo le palle.

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