mercoledì 31 dicembre 2014

Buon anno da Psychedelic Jesus

Nel paese delle lucine di Natale, quest'anno si sono superati.
Forse con l'aiuto di qualche funghetto magico?


Chissà. Comunque, oltre alla fantastica casa del signor Lino, che vi ho mostrato l'anno scorso, quest'anno direi che il pezzo forte era il presepe psichedelico. Nella piazza, vicino alla fontana di ghiaccio fatta con le bottiglie di plastica schiacciate, c'era una porticina bianca che sarebbe passata inosservata, se non fosse stato per un grande orso bianco che mi faceva vigorosamente cenno di entrare (muto, ovviamente, perché gli orsi bianchi mica parlano). Appena sono entrata, l'orso mi ha richiuso la porticina alle spalle e mi sono ritrovata qui dentro:


Io, Mr K e Psychedelic Jesus vi facciamo tanti auguri di un felice 2015.

lunedì 22 dicembre 2014

Nel mare ci sono i coccodrilli, di Fabio Geda e Enaiatollah Akbari

Lo sto rileggendo perché - che bello! - il prossimo trimestre lo leggerò con i miei studenti americani. Se non lo conoscete già ve lo consiglio, di tutto cuore.

"I talebani hanno fatto uscire tutti, bambini e adulti. Ci hanno ordinato di metterci in cerchio, nel cortile, i bambini davanti, perché eravamo più bassi, e gli adulti dietro. Poi, al centro del cerchio hanno fatto andare il maestro e il preside. Il preside stringeva la stoffa della giacca come per stracciarla, e piangeva e sivoltava a destra e a sinistra in cerca di qualcosa che non trovava. Il maestro, invece, era silenzioso come suo solito, le braccia lungo i fianchi e gli occhi aperti, ma rivolti dentro se stesso, lui che, ricordo, aveva dei begli occhi che dispensavano bene tutt’intorno.
Ba omidi didar ragazzi, ha detto. Arrivederci.
Gli hanno sparato. Davanti a tutti.
Da quel giorno la scuola è stata chiusa, ma la vita, senza scuola, è come la cenere.
  A questo tengo molto, Fabio.
  A cosa?
 Al fatto di dire che afghani e talebani sono diversi. Desidero che la gente lo sappia. Sai di quante nazionalità erano, quelli che hanno ucciso il mio maestro?
  No. Di quante?
 Erano venti quelli arrivati con le jeep, giusto? Be’, non saranno stati di venti nazionalità diverse, ma quasi. Alcuni non riuscivano nemmeno a comunicare tra loro. Pakistan, Senegal, Marocco, Egitto. Tanti pensano che i talebani siano afghani, Fabio, ma non è così. Ci sono anche afghani, tra di loro, ovvio, ma non solo: sono ignoranti, ignoranti di tutto il mondo che impediscono ai bambini di studiare perché temono che possano capire che non fanno ciò che fanno nel nome di Dio, ma per i loro affari.
 Lo diremo forte e chiaro, Enaiat. Dove siamo rimasti?"

PS: Questo è Enaiatollah, a scuola, in Italia.

 

domenica 14 dicembre 2014

Justice for All: l'America che mi piace

Sabato 13 dicembre il reverendo Al Sharpton ha guidato una marcia per i diritti civili a Washington. Contemporaneamente si sono tenute dimostrazioni in altre città, fra cui New York e San Francisco. La partecipazione è stata massiccia, e soprattutto multirazziale. Il momento culminante della manifestazione di Washington è stato quello in cui hanno preso la parola le mogli e le madri di  uomini innocenti e disarmati uccisi dalla polizia: Eric Garner, Michael Brown, John Crawford III, Tamir Rice e Amadou Diallo. (Le madri hanno parlato anche in un'intervista trasmessa dalla CNN, nella quale è apparsa anche la madre di Trayvon Martin)
Insomma, sembra proprio che qualcosa si stia muovendo. 

  


E questa, se non l'avete già vista, è la moglie di Eric Garner.

giovedì 11 dicembre 2014

Il diritto di portare armi


Secondo una nuova ricerca del Pew Research Center, oggi la percentuale di cittadini americani che sostengono il diritto di portare armi ha superato quella dei sostenitori di maggiori controlli sui portatori d'armi. Se andate a vedere come si sono evolute queste percentuali dal 1993 a oggi, vedrete che gli amici delle armi non sono mai stati così forti. Alla faccia delle stragi nelle scuole.

martedì 9 dicembre 2014

Alla salute del puma

Scrivere è faticoso, soprattutto se non si ha tempo per farlo. Mi mancate, ma devo cercare di rimanere concentrata, almeno finché non capisco dove sto andando a parare (sempre che stia andando a parare da qualche parte, perché non ne sono mica sicura). Intanto, naturalmente, traduco. Però il racconto sul puma mi piace. E per fortuna c'è Mr K che mi aiuta.


giovedì 4 dicembre 2014

American Justice: I Can't Breathe



Succede anche in Italia, lo sappiamo molto bene. E succede negli Usa, ma quasi esclusivamente ai neri. Il poliziotto non verrà neppure processato. Il sistema del Grand Jury andrebbe completamente modificato, ma nel frattempo spero che i neri americani si incazzino sul serio.



mercoledì 3 dicembre 2014

Fidelio alla Scala e Patti Smith a Bergamo: due prove generali

 
Domenica sera: prova generale del Fidelio alla Scala. Abbiamo due ambitissimi biglietti di platea, regalati da un amico che lavora lì. Fuori dal teatro la solita ressa di chi spera di recuperare un biglietto, e a volte ci riesce ("ha un biglietto?" "ha un biglietto?" è il sottofondo di sussurri che ci accompagna. Quando il nostro amico esce dall'ingresso laterale di via dei Filodrammatici per darci i biglietti, ne regala uno anche a una persona in attesa di fianco alla porta, e la folla si scatena: "anch'io, anch'io", "ha un biglietto anche per me?"). 


Foto da QUI


Lo spettacolo, vedrete, sarà criticato alla Prima perché troppo "moderno". A noi è piaciuto un sacco, con quelle scenografie grigie di cemento armato (in realtà mattoni di polistirolo costruiti uno a uno nei mitici laboratori-atelier dell'Ansaldo) e i costumi da carcerieri e carcerati contemporanei ma stilizzati. Bravi tutti, e un bravo speciale a Daniel Barenboim, che dopo questa se ne va.






La sera dopo, straordinaria doppietta: Patti Smith a Bergamo.
Un'altra prova generale, per così, dire, perché la Patti ha scelto Bergamo per inaugurare il suo "family tour", in cui la cantante si esibisce in versione acustica, accompagnata per la prima volta dai figli Jesse Paris al pianoforte e Jackson alla chitarra, più il bassista Tony Shanahan.
Era da una vita che sognavo di vedere Patti Smith, seconda solo all'eccelso idolo Tom Waits nella mia classifica dei musicisti da vedere assolutamente in concerto (ma su Tom Waits c'è tutta una storia dietro che forse un giorno racconterò). 
Ehm. 
I suoi figli non è che suonino proprio benissimo. Lei non è che ci sappia molto fare con le versioni acustiche (cioè, cantava come se avesse dietro una vera band invece di quei tre che strimpel... che suonavano in acustico). Il tecnico delle luci era in realtà il secondino di una prigione, che manovrava i fari sul palco con l'intento evidente di accecare gli spettatori o trovare un evaso nascosto fra il pubblico (ho tenuto gli occhi chiusi per quasi tutto il concerto. Ne ho visti di tecnici delle luci pessimi, in vita mia, ma questo li batte tutti). La Patti aveva cenato dagli alpini prima del concerto, e doveva aver buttato giù qualche bicchierino di troppo, visto che continuava a ridacchiare e ha dovuto ricominciare da capo Perfect Day di Lou Reed dopo averla distrutta con una risatina. Ha parlato anche molto di Papa Giovanni (di cui aveva visitato la casa il giorno prima), poi ha cantato una canzone di Natale e infine ha raccontato la storia di san Francesco e del lupo di Gubbio, facendo anche degli ululati da lupo. Se non fosse stato per la sua voce straordinaria, avrei pensato che la Patti avesse mandato una controfigura. 

Foto scattata in uno dei rari istanti in cui i fanali da 1 miliardo di watt erano spenti, mentre sullo schermo dietro il palco venivano proiettate inesplicabili geometrie in bianco e nero