"Al
tramonto la sua avanzata si interruppe. Era fermo sull’orlo di un dirupo. Aveva
trovato una strada alternativa attraverso una specie di anfiteatro che
racchiudeva uno specchio d’acqua chiamato Spruce Lake, e ora lo stava
guardando, decine di metri sotto di lui, la superficie piatta immobile e nera
come ossidiana, circondata dall’ombra dei dirupi circostanti, accerchiata dalla
doppia cerchia dei sempreverdi e del loro riflesso. Più in là vide le Montagne
Rocciose canadesi dalle cime innevate, ancora illuminate dal sole, a
centocinquanta chilometri di distanza, come se la terra fosse nel bel mezzo
della creazione e le
montagne si stessero
materializzando dalle nuvole. Non aveva mai visto un panorama così maestoso. Le
foreste che gli riempivano la vita erano così popolose e alte che di solito gli
impedivano di vedere quanto fosse lontano il mondo, ma in quel momento gli fu
chiaro che c’erano montagne a sufficienza perché ciascuno avesse la propria."
Esce in questi giorni Train Dreams, la novella del grande Denis Johnson che ho tradotto per Mondadori.