L'intervista la trovate QUI.
La versione integrale dell'intervista - che piacerà ai lettori del blog perché si parla anche del blog - si trova nel link all'inizio dell'articolo, oppure QUI.
L'articolo è corredato dalla solita foto di me e Mr. Franzen molto attenti e concentrati nel parco della Sila, durante il nostro viaggio insieme. Non posso mostrarvene altre senza permesso, però posso regalarvene una inedita in cui Mr. Franzen e Anna Giordano compaiono di spalle (i due al centro) mentre osservano il passaggio dei falchi pecchiaioli sullo stretto di Messina.
Un'intervista molto simpatica, mi sono piaciute tutte le risposte tranne la bocciatura del burro di arachidi che per raggiunti limiti d'età non mangio più, del quale però conservo un caro ricordo :-) Il Fato: un libro che determina tutta la tua esistenza. Bello.
RispondiEliminaMolto letterariamente romantico, vero?
EliminaSì, l'intervista è simpatica, Nicolò Porcelluzzi mi ha chiesto cose un po' insolite, mi ha divertita e in cambio ha ottenuto informazioni che non avevo mai raccontato a nessuno (tipo quelle su Franzen).
Scaricata l'intervista completa, questa sera la leggo con calma!
RispondiEliminaScaricata (ieri) e letta (ieri) in due nanosecondi.
RispondiEliminaMolto spiritosa e leggiadra, come te del resto!
Quindi il Franzen ha rafforzato in te la passione per gli uccelli? Ma che bello!
Che traversata stupenda avete fatto, i posti -che in parte conosco- sono fantastici...peccato per il bracconaggio (mi viene in mente ahimé anche la pesca con le bombe praticata in Puglia, per fortuna oggi molto meno rispetto al passato).
Grazie, leggiadra non me lo aveva mai detto nessuno! :-D
EliminaDiciamo che il Franzen ha praticamente *creato* in me la passione per gli uccelli, ma non dal viaggio, già da prima.
E per quanto riguarda i posti, non erano tutti belli, ahimè. Vicino all'oasi del WWF c'erano le ecoballe...
è bella perché distante da come me la sarei immaginata un'intervista ad una traduttrice e perché tu sei tu, per come ho imparato a conoscerti sul blog
RispondiEliminaGrazie Amanda! Ma come te la saresti immaginata un'intervista a una traduttrice?
Eliminaio ti chiederei se la traduttrice finisce col sentirsi più una madre adottiva o affidataria di un libro tradotto che ha amato;
Eliminase come Franzen, che lo dichiarò da Fazio, gli scrittori amano essere interpellati spesso dal loro traduttore per sviscerare al meglio il significato di certi passaggi o se alcuni vivono la cosa come una possibile seccatura; se si finisce sempre col creare un feeling con l'autore che traduci e la cui opera ti piace, si intende con varie sfumature a seconda dei diversi caratteri, o se a volte è impossibile; come si arriva alla fine della traduzione di un libro poco amato in cui comunque si è investito molto di se stessi in quanto almeno ad impegno e lavoro
ora sono queste le cose che ti avrei chiesto io così d'impulso
Ottime domande. Oggi sono di corsa, ma prometto che ti risponderò presto :-)
EliminaUn attimo: ha guidato per le strade di Napoli?? E io che facevo in quel periodo invece di conoscere questo blog? :-O Avrei potuto saperlo e in qualche modo intercettarlo per strada, da non crederci.
RispondiEliminaSì, e con grande gusto e abilità. Per non parlare dello slalom alla periferia di Messina quando ci siamo persi sulla via dell'aeroporto!
EliminaMa che bell'intervista, e che belle risposte! Brava Silvia. Un saluto dall'India
RispondiEliminaBella intervista! Le domande erano originali (a parte gli scontati tentativi di scucirti qualche commento sul libro appena tradotto, ma era ovvio che ci provasse e ha fatto bene...) e mi sono piaciute molte le tue risposte, molto in linea con l'idea che mi sono fatta di te su queste pagine. Il viaggio con l'autore preferito è un sogno!!!! :-)
RispondiEliminaUn'intervista molto simpatica: sia le rdomande sia le risposte!
RispondiEliminaHai soddisfatto alcune delle mie curiosita', infatti mi chiedevo se prima di tradurre un libro lo leggessi per intero.
RispondiEliminaPer "colpa" tua quando leggo qualche frase interessante o particolare in un libro mi chiedo come si potrebbe tradurre in italiano.
Ho visto il promo di un nuovo show in tv, uno degli attori, Brad Garrett, usa un libro di Franzen per coprirsi, naturalmente ho pensato a te!
Una bella intervista. Concordo con le tue parole del post precedente.
RispondiEliminaBacio
Ringrazio il tuo naso per rappresentarci così bene ;-) nel mondo. Leggo sempre volentieri le tue interviste, Silvia, perchè riescono a dosare piacevolmente l'aspetto professionale del tuo lavoro e quello che sei tu come persona. Le lodi al blog sono meritatissime.
RispondiEliminaBene, adesso che so che sei per le passeggiate e non per lo sport, ti aspetto sempre di più al varco di NOLA per andare a qualche concerto Jazz ai quattro lati della città :)
RispondiEliminaContaci!
EliminaGrazie a tutte dei commenti, ho avuto un paio di giornate pesanti e non riesco a rispondere a tutte, ma da domani spero di tornare alla normalità!
RispondiEliminaHo letto l'intervista, anzi le interviste, con calma e ho ritrovato non solo la traduttrice, ma anche la bellissima persona che sei. Sono sempre più contenta di averti" pescato" nel grande mare di internet.
RispondiEliminaLa contentezza è reciproca! :-)
EliminaE finalmente riesco a caricare la pagina dell'intervista integrale (non a scaricare, in quel caso si blocca e basta), accidenti alla connessione lenta! Quindi: ho letto con curiosità soprattutto la parte sulla traduzione, mi affascina ciò che dici sul passaggio, o meglio "sul delicato equilibrio" (ti cito, eh) fra le due lingue. Ora non mi sentirò più in colpa perché penso prevalentemente in italiano, anche se non sono traduttrice e anche se una delle due lingue in cui potrei pensare la conosco troppo poco per poter fare un vero confronto!! Io una volta ho tradotto un libro dal tedesco e non l'ho letto tutto prima, anche perché non l'avrei capito: il tedesco lo conoscevo ancora meno di ora! (non sapevo una mazza di traduzione, perciò mi ero offerta volontaria).
RispondiEliminaBellissima intervista :) anche io mi son tolta un paio di curiosità soprattutto sulla traduzione, cosa che ho sempre amato da quando studio, thanks for sharing!
RispondiEliminaEcco, ora ti "conosco" (si fa per dire) un filino in più.
RispondiEliminaNon ho la pretesa di "conoscerti"... ci mancherebbe!
Mi è piaciuta, sì sì, ora so qualcosina in più.