Ormai è diventato un classico: io attacco questa città ormai oscenamente ricca e avida, e Mr K la difende. E ogni volta che trovo la notizia di un locale storico della "vecchia" San Francisco in procinto di essere demolito per fare spazio a un condominio per ricchi, gli dico,con un amaro senso di trionfo: "eccone un altro. Tornaci presto, perché sarà l'ultima volta."
Stavolta toccherà a Grubstake, uno storico diner dalle nostre parti che restava aperto fino alle 4 di notte, cosa incredibile in questa città dove la gente mangia alle 6 e va a letto con le galline. I proprietari lo hanno venduto facendosi promettere che il nuovo acquirente lo avrebbe mantenuto così com'è, e subito dopo l'acquirente ha portato in comune un progetto per un bel palazzone di sette piani. La città sta ancora esaminando il progetto. Haha, chissà cosa risponderà il caro sindaco (nel senso di costoso) ora indagato per corruzione (e basta con la stronzata che "queste cose succedono solo in Italia", per favore).
Qualche mese fa è toccato al Chameleon, il nostro caffè preferito sotto casa, un tempo frequentato dagli scrittori della zona che si piazzavano lì a scrivere per tutto il giorno sotto il benevolo sguardo di Melanie, la simpatica gestora. Mr K ci aveva passato anni, lì dentro. In questo caso pare che il proprietario fosse infastidito dai bambini che scrivevano con "scivolosi gessetti" sul marciapiede, e dal food truck (uno dei tanti furgoni-ristoranti ambulanti che vanno tanto di moda in città) che si fermava lì davanti una volta alla settimana. Ora rimarrà così, sbarrato, chissà per quanto: la città più ricca degli Usa sta cominciando ad assumere l'aspetto di una città depressa, perché - come raccontavo a Spicy Ginger Ale che a New Orleans ha un problema analogo - tutti i baretti e i
negozietti per gente normale chiudono e non vengono sostituiti da
niente perché con un'attività normale nessuno può permettersi di pagare gli affitti osceni di questa città.
Il Chameleon ieri |
Il Chameleon oggi |
(L'ultima notizia è che la città non riesce più a trovare insegnanti per le scuole pubbliche, perché con uno stipendio di insegnante non ci si può permettere di abitare a San Francisco. Naturalmente lo stesso vale per anche per altri fornitori di servizi essenziali, tipo infermieri, pompieri, spazzini... vi ricordate come finiva re Mida?)
Io non mi ricordo come finiva re Mida, ma se presto non ci saranno più pompieri né infermieri si potrebbe dar fuo... protestare apertamente..
RispondiEliminaOrmai la maggior parte di quelli che avevano motivo di protestare sono andati a vivere altrove...
Eliminanon voglio toglierti l'ultima speranza ( quella di sederti sulla sponda e..) ma prima che il Re Mida si blocchi, tenteranno di risolvere il problema degli insegnanti con lezioni online e quello degli infermieri, spazzini ecc. con kit per l'auto medicazione, il compostaggio ecc.ecc., così ci sarà ancora una volta chi ci guadagnerà ( i produttori di kit, of course ). E' la mentalità che adda cambià!
RispondiEliminaOppure, come è avvenuto da noi per molti mestieri poco lucrosi, verranno svolti da chi è abituato o disposto a vivere in condizioni più svantaggiate (per esempio condividendo un appartamento con molte persone) pur di lavorare.
EliminaQuello che dice Hermione già succede, e in realtà anche quello che dice giacy.nta. Comunque io una seggiolina sulla riva del fiume ce la lascio lo stesso.
EliminaIo ho amato San Francisco negli anni '90, se ci tornassi ora credo morirei ... Ogni tuo post di questi mi fa piovere dentro ...
RispondiEliminaGià, figurati a me che ci abito :-(
EliminaQuesta cosa delle riserve indiane per ricchi e poveri, questa cosa delle segregazioni in base al reddito è la fogna che ci soffocherà tutti
RispondiEliminaUna volta qui negli Usa i ricchi se ne andavano a vivere nei sobborghi, tranne alcuni che rimanevano nei quartieri patrizi che erano comunque belli. Ora invece vogliono restare tutti in città perché la città è varia e divertente, peccato che con il loro arrivo la città diventa omogenea e noiosa e non si diverte più nessuno.
EliminaInfatti! Che se ne tornino nei sobborghi! Silvia, meno male che ci sei tu e che non sono la sola a lacerarmi di questa situazione anche se in un'altra zona geografica. Li voglio vedere in nuovi arrivati a pulirsi i cessi e i tavoli quando tutta la service industry non potrà più permettersi di vivere qui (di questo passo gli do ancora... un anno)
EliminaOh, qui sono tutti talmente lanciati nel futuro che inventeranno dei robot per pulire i cessi. Quanto a pulire i tavoli... che bisogno c'è di uscire, quando ci sarà un drone che ti porta il tuo bel frappuccino a domicilio?
EliminaTristezza. Qui però la tecnologia non c'è e stanno sempre tutti fracichi... li voglio vedere a far da soli :D
EliminaQuando finirá questa parabola discendente che ci coinvolge tutti al di lá e al di qua dell'oceano?
RispondiEliminaSiamo proprio in un brutto momento, eh?
EliminaIl conformismo globalizzato che avanza e vederlo corrodere anche S. Francisco fa molta tristezza.
RispondiEliminaL'ho amata tantissimo quando ci sono stato ospite di un'amica; da qualche anno se n'è andata anche lei. Mi ricordo che passai un pomeriggio intero da Amoeba: non avrà chiuso anche lui?
Amoeba c'è ancora, per fortuna. Io non vado mai in quella zona (Haight), perché è piuttosto lontana da casa mia (un'oretta cambiando due autobus, visto che non ho la macchina), però il solo pensiero che Amoeba esiste ancora mi fa stare meglio.
EliminaChe peccato, non ci rimarrà più nulla che val la pena di ricordare.
RispondiEliminaE' come togliere poesia ad un luogo :(
La poesia non è monetizzabile, perciò a questa gente non interessa.
EliminaSì, finiranno come re Mida ma noi purtroppo ce ne andremo molto prima...
RispondiEliminaÈ una grande e continua sofferenza...
Arrabbiati pure!!!
Bene, vedo che mi capisci :-)
EliminaOmg come vorrei abitare e lavorare in una città oscenamente ricca e avida....
RispondiEliminaPerché? La ricchezza non si diffonde mica per osmosi.
EliminaE pensare che fino a un po' di anni fa tutto questo ci sembrava "letteratura"...
RispondiEliminaAnche la fantascienza ormai è uscita dalle pagine dei libri.
EliminaGli esercizi commerciali che chiudono e non vengono rimpiazzati sono un problema anche qui nella verde Brianza. La frazione in cui vivevo prima di sposarmi ha spostato tutte le attività commerciali da quello che poteva considerare il centro (che in una frazione della provincia brianzola significa il quadrilatero composto dalla piazza della chiesa e la via parallela, quella dell'oratorio) alla provinciale. Venti metri più in là rispetto al centro, su una strada dove attraversare, nonostante i semafori, è pericoloso, trovi la farmacia, un piccolo supermercato, un caffè carino. Vai verso la chiesa (venti metri, ripeto): paesaggio da Far West.
RispondiEliminaSono stata in una frazione di un paese vicino per un matrimonio: altro posto dimenticato da Dio, marciapiedi sconnessi, erbacce altre due metri che spuntano tra i buchi.
Sicuramente la soluzione c'è, ma deve coinvolgere tanti aspetti: inutile berciare che l'amministrazione pubblica non fa aprire i servizi se io, per prima, snobbo l'edicola vicino a casa perché è più comodo andare al centro commerciale. Inutile berciare che l'amministrazione non mi aiuta se io, esercente, do' un servizio pessimo. Inutile berciare che i servizi non ci sono se io, amministratore, non concedo le licenze. Inutile berciare che nessuno viene ad abitare o ad aprire negozi nel mio nuovo stabile se io, immobiliare, pretendo affitti da Rockefeller Center.
Accade nella facoltosa San Francisco proprio come a Borgo Tre Case....
Eh, sì, l'ennesima dimostrazione che tutto il mondo è paese, e che l'avidità combinata alla stupidità crea una miscela micidiale che distrugge tutto quello che tocca. Io mi irrito tantissimo quando sento qualcuno elogiare a vanvera gli Stati Uniti, perché certo, qui ci sono cose che funzionano meglio, ma in Italia ce ne sono altre, grazie tante. Per quanto mi riguarda scambio volentieri lo sfoggio di ricchezza e potere con il calore umano e la cordialità. Purtroppo mi sembra che stiamo andando tutti nella direzione dell'omologazione, e questo vale per il paesino della Brianza come per le città interessanti degli Usa (San Francisco, New Orleans, anche New York, che ancora si salva perché è così grande che è impossibile ammazzarla tutta). Là dove arriva il soldo - o il miraggio del soldo - rimane solo un deserto di noia.
EliminaBello spaccato che, dall'Italia, fa capire - per stare in tema con la tua citazione del Re Mida - che "non è tutto oro quello che (ci dicono) luccica"... un saluto
RispondiEliminaDaniel
No, no, non lo è! Lo strato di fette di salame che molti si mettono sugli occhi quando parlano di questo paese è davvero molto spesso.
EliminaMi piange il cuore, ho amato S. Francisco tantissimo. C'ho passato un mesetto intero cinque o sei anni fa e ho avuto il tempo di girarmela tutta a piedi. Peccato se piano piano sta morendo. Spero di no, comunque.
RispondiEliminaLa cosa brutta per me è che ci sono arrivata quando questo cambiamento non era ancora cominciato, nel 2008, e me lo sono beccato tutto fin dall'inizio. Non un bello spettacolo.
EliminaQuando ho visto che chiudeva il Chameleon, ti ho pensata tanto. Meno male che mi ci hai portato qualche mese prima!
RispondiEliminaSalutoni da un'insegnante di asilo nido. :D
Ah, già, è vero che ti ci ho portata! E ti avrò senz'altro detto qualcosa tipo "questo è uno dei pochi posti carini che ci sono rimasti in giro"...
EliminaPiena solidarietà anche da questa parte. Nemmeno a me, che sono un informatico, piacerebbe vivere in un posto ridotto così. Anche se spero che questa della tech economy non sia una bolla.
RispondiEliminaPietà, non gufarmi troppo, ricorda che l'informatica permette anche a gente comune come il sottoscritto di mantenerci onestamente una famiglia. E che se il settore va in crisi sono dolori per la gente comune, mica per i ricconi.
Davvero, non scherzo, non augurarmi tanto male, ne ho passate troppe finora, l'ultima cosa di cui ho bisogno è una crisi del settore.
Non temere, Luciano, una crisi dell'intero settore è altamente improbabile, visto quanto ormai siamo completamente dipendenti da internet. La bolla che scoppierà - e non sono io a gufare, ma lo dicono le previsioni di molti esperti, anche se nessuno è d'accordo sul quando - è quella dei cosiddetti "unicorns", le start-up sopravvalutatissime di Silicon Valley e dintorni. Prova a cercare su google qualcosa tipo "unicorns tech bubble" e vedrai. Ma tu non sei uno startapparo di Silicon Valley, dovresti essere al sicuro.
Eliminaquello sì, anche se non conosco bene i termini e le teorie degli economisti, siamo tutti d'accordo che progetti come whatsapp o facebook non hanno dietro grande competenza tecnica, né idee originali, anzi oggi ogni ventenne si sente in grado di diventare il Larry Page del momento. Non può durare.
EliminaIl problema, a quanto mi pare di capire, è che queste start-up, e non solo loro, ma anche giganti come Twitter e apparenti successi come Uber (la più odiata tra le aziende tech), non fanno soldi. Cioè, in poche parole, sono tutta fuffa.
Eliminavedo che per certi problemi non ci sono confini...
RispondiEliminaL'animo umano è uguale dappertutto. Non c'è scampo!
EliminaQuesto problema riguarda anche le cittadine italiane, come già scritto da altri. Le piccole attività commerciali a poco a poco chiudono e vengono soppiantate da centri commerciali (piccoli o grandi che siano) e outlet.
RispondiEliminaPer un negozio di piccole-medie dimensioni, in una cittadina di 5000 abitanti arrivano a chiedere 3000/4000€ di affitto. Risultato: non lo affittano più e resta chiuso. Dove sta il senso logico? Perché comunque le imposte poi i proprietari le devono pagare ugualmente.
Intanto le città muoiono... e a me viene in mente una pubblicità di qualche anno fa: vivi la tua città!
Io questa cosa proprio non la capisco. Anche il mio paesello è pieno di attività e case sfitte o invendute, perché i proprietari chiedono prezzi troppo alti e preferiscono lasciarle vuote piuttosto che cedere anche solo di un euro. Di nuovo, l'avidità mista all'ignoranza genera mostri.
EliminaHo quasi paura a tornare...
RispondiEliminaL'IT è già un crisi, anche io ho un informatico in casa e lavoravo in quel settore io stessa, tanto che la sede americana di mio marito è stata chiusa, il gruppo di lavoro in 10 anni ridotto di percentuali preoccupanti. E l
...ops, ipod birichino ha inviato prima del tempo! Volevo aggiungere: mio marito e colleghi peró sono tutt'altro che startupper. La seggiolina lungo il fiume, anche se non è carino dirlo, ti porterà a vedere parecchi cadaveri.
RispondiEliminaConfermo che succede anche in Italia, anzi si è andati oltre: stanno iniziando a desertificarsi anche i centri commerciali.
Le piante ci salveranno, meglio concentrarsi sulle foreste...
Ovviamente io poi mi sento una merda perché ho vari amici che lavorano nell'IT e non vorrei certo veder passare i loro cadaveri... il problema è che qui si è completamente perso il senso della misura, e non è colpa di chi lavora nel settore se alcuni di loro (perché ricordiamolo, mica tutti diventano miliardari!) guadagna tipo cento volte più di un insegnante e può permettersi di comprare una casa in contanti offrendo centinaia di migliaia di dollari più del prezzo richiesto, facendo schizzare i prezzi immobiliari della città a livelli surreali.
EliminaLa desertificazione dei centri commerciali mi fa un immenso piacere, peccato che gli imbecilli (o criminali?) continuino a costruirli anche quando sono inutili e si sa che rimarranno vuoti.
Le foreste ci salveranno, su questo non ho dubbi, se non le distruggiamo tutte prima.
Uhm, oggi sono proprio di buon umore :-D
Di questo passo il tuo sarà un libro di denuncia, lamentazioni e proteste! Anyway...che tristezza, non mi viene proprio altro da commentare!
RispondiEliminaEh, ma il mio non è più un libro su San Francisco! A un certo punto, l'anno scorso, mi sono detta "ma perché voglio scrivere un libro su questa città, visto che neanche mi piace?" E così, dopo un momento di crisi, sono passata a scrivere racconti. Che sono ambientati in parte a San Francisco, ma non solo. C'è anche la costa est, e adesso ne sto scrivendo uno ambientato a New Orleans.
EliminaAh ma che bello! Io non avevo mica capito pensavo fosse una specie di guida. Allora sono piú rilassata.. Haha mi stava venendo l'ansia al pensiero di doverti dividere tra ciò che pensi e ciò che NONpuoi scrivere. ;-)
EliminaInvece cosí è moolto piú rilassante per tutti e si possono dire le peggiori cose sulla città.. appellandosi al fatto che sia solo finzione letteraria! Bravissima, un genio (clap! clap!)
Grazie, in effetti l'idea di trasformare il saggio in racconti mi ha risolto molti problemi!
Eliminami piace il tuo punto di vista e lo condivido.
RispondiEliminaStanno chiudendo locali storici anche qui, librerie, caffetterie, locali notturni. Persino i locali storici protetti dai beni culturali stanno morendo, e così muore anche la città. Intanto crescono come funghi palazzi orribili che restano vuoti perché gli appartamenti costano troppo.
RispondiEliminaEcco, sì, questa cosa devo ancora capirla. Perché in Italia si continua a costruire forsennatamente quando poi le case nuove rimangono vuote? Nel mio comune di 10000 abitanti ci sono 500 appartamenti sfitti, eppure continuano a costruire obbrobri. Immagino che sia un modo per riciclare i soldi, ma non capisco come funziona.
EliminaNon ha molto senso chiudere i posti più caratteristici.
RispondiEliminaNel mio comune di circa 41.000 abitanti le case sfitte sono 5.000!
Un dramma.
Ma è pazzesco! Ovviamente dovrebbero esserci delle leggi che regolano questo cancro edilizio, ma non ci sono perché la gente che ci specula sopra è troppa.
EliminaChe tristezza ... Altro che qualità della vita: contano solo i dollari (o gli euro). Mi convingo sempre più che noi umani siamo una specie stupida e infestante.
RispondiEliminaEh, sì, purtroppo lo penso anch'io.
EliminaCerti locali, sono come prati verdi, sono cioè parte del vissuto, come una cosa naturale. Tristezza e fastidio, sì!
RispondiEliminaLo so che mi capisci, caro Alli...
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