Io non è che sia una gran camminatrice, anzi. Però ogni anno sogno di tornare all'alpe Devero per il mio compleanno. L'ultima volta ci sono riuscita quattro anni fa, che per un sogno così modesto sono decisamente troppi. Però questa volta sono stata compensata da una rara botta di fortuna. Nessuna fantozzata, anzi, abbiamo beccato proprio i tre giorni perfetti, con un tempo splendido mentre giù in pianura imperversava l'orrida caldazza che mi gonfia i piedi e mi dona una verve da bradipo narcotizzato. Avevo quasi rischiato di non partire, spaventata da una farmacista che la sera prima, alla vista del mio piedone elefantiaco - dovuto non solo alle prime avvisaglie del caldo, ma soprattutto ai postumi della rovinosa caduta di un paio di settimane fa - mi aveva esortata a farmi vedere dalla guardia medica perché forse non era il caso che andassi a camminare. Sì, ciao. Perdermi il paradiso terrestre fresco per un paio di bozzi sulla gamba? Ma fossi matta.
Al mio ritorno ho trovato ad attendermi il tradizionale racconto di compleanno di Amanda, che ogni anno scrive cose sempre più meravigliose.
Eccovi qualche foto del mio paradiso vicino a casa.
La piana del Devero. In fondo a destra la stradina che porta al sopraffino ristorante Casa Fontana, dove andavamo ad abbuffarci la sera |
Mr K con originale cappello e bussola per orientarsi fra i monti |
Il laghetto delle streghe, dove abbiamo passato un paio d'ore a leggere in santa pace |
Si scioglievano le nevi e i torrenti erano in piena. Un paio di volte ho avventurosamente guardato un ruscello mettendo i piedi nell'acqua |
Foglie ingioiellate |