Prima sono stata nel mio posto preferito della città, Land's End, la fine della terra. Eccola
Poi sono andata al Golden Gate Park dove c'era questa cosa meravigliosa, dodici pianoforti sparsi in giro per il giardino botanico, in posizioni scenograficamente perfette, con pianisti più o meno bravi che davano un concerto per chi passava di lì
Ad ascoltarli in quell'atmosfera fiabesca sembrava che il mondo fosse un posto bellissimo.
Poi siamo capitate in una radura che sembrava un po' Central Park, con una piccola scalinata e un gazebo in cima. La persona che stava suonando aveva finito, e al pianoforte si è messo un bambino. La prima cosa che ho detto è stata "no, il bambino no, ora si metterà a pestare sui tasti come un ossesso".
Il bambino ha cominciato a suonare. Io e la mia amica ci siamo guardate a bocca aperta. Di rado ho sentito qualcuno suonare così, e sicuramente mai un bambino. Nel giro di quattro secondi ho capito che mi trovavo davanti a un genio. Non suonava una musica che conoscevo, ma qualcosa di malinconico e particolare, qualcosa che era veramente suo, ed era meraviglioso. Lo vedevi sulle facce di quelli che lo ascoltavano, non tanta gente, ma tutti rapiti. Ogni tanto i presenti si scambiavano delle occhiate, come a dire "ma cosa stiamo vivendo?"
Quando il bambino ha finito di suonare siamo tutti scoppiati in un applauso, e lui si è girato a guardarci con aria stupita, come a dire "ma voi cosa ci fate qui? Perché mi battete le mani?", con quegli occhiali da sole dalla montatura bianca che facevano un po' divo e un po' extraterrestre. Gli abbiamo chiesto il bis, e lui ha fatto un'altra magia. Mi sono commossa per la pura bellezza di quel momento.
Mentre uscivamo dal parco, abbiamo attaccato discorso con una signora che fa la volontaria per la manifestazione e ci suona anche. Le abbiamo chiesto del bambino, e lei ha detto: "Un bambino biondo, di cinque anni? Quello è Arthur. Era qui anche l'anno scorso." Anche a quattro anni Arthur suonava così, malgrado avesse le mani ancora troppo piccole per raggiungere i tasti neri.
Poi ci ha raccontato una storia su Arthur, perché a quanto pare le storie su Arthur stanno girando per il parco. Un giorno questa signora pianista è andata dalla mamma di Arthur, che gli siede accanto per terra mentre lui suona, e le ha chiesto se Arthur suona improvvisazioni. La mamma di Arthur le ha risposto di andare pure a chiederlo a lui. La signora ha chiesto ad Arthur: "Arthur, mi suoneresti per favore il vento?" Ma Arthur l'ha guardata come se non capisse cosa stesse dicendo. Allora la signora è tornata dalla madre e le ha detto: "Non credo che Arthur abbia voglia di improvvisare", e la madre le ha risposto: "Oh, ma ultimamente Arthur sta suonando elettroni". Allora la signora è tornata da lui e gli ha chiesto: "Arthur, potresti suonarmi degli elettroni nel vento?" E Arthur ha immediatamente cominciato a suonare una musica meravigliosa che sembrava proprio un volo di elettroni nel vento.
Signore e signori, ecco a voi Arthur. Sentiremo presto parlare di lui.
Mi ricorda il film Piano forest. Che esperienza fantastica!
RispondiEliminaAllora adesso voglio vedere Piano forest!
EliminaIl parco, 12 pianoforti, Arthur: storie che fanno tornare fiducia nel genere umano.
RispondiEliminaSì, almeno finché non esci dal parco. Ma devo dire che la dose di bellezza è stata così potente che credo me la porterò dietro per un giorno o due.
EliminaPrenoto due posti in prima fila.
RispondiEliminaSecondo me tra non molto potrai farlo.
EliminaMa vorrei sentire Arthur suonare!
RispondiEliminaQuesto è uno di quei pochi casi in cui mi sarebbe piaciuto avere uno smartphone.
EliminaCazzarola, interessante.
RispondiEliminaImmagino quanto sia stato travolgente essere entrata in contatto con una personalità simile.
Grande Arthur :)
Moz-
Sì, timore reverenziale davanti a un fenomeno inspiegabile, soprannaturale.
EliminaMi sono commossa! Avrei voluto sentirlo, posso solo immaginare. Certo che è proprio un dono.
RispondiEliminaCiao Simo, mi sono commossa anch'io! La mia amica ogni tanto scoppiava a ridere per l'incredulità, mentre io piangevo.
EliminaSiccome sono rimbambita ho schiacciato "elimina" anziché "pubblica" sul commento di Clara che mi chiedeva che albero è quella della terza foto. La risposta è che non lo so, dovrò tornare al parco la settimana prossima per controllare, così magari rivedo Arthur.
RispondiEliminaGrazie! Quell'albero è magnifico. E buona magia col piccolo Arthur. Ciao ;-)
EliminaOddio che mi sono perso!!! Che darei per sentire Arthur!!! Magari riesci a sapere le sue prossime "date"? :-D Ci vengo su apposta!!!
RispondiEliminaInfatti, che peccato che non c'eri! Arthur suona fuori programma, quando hanno finito i concertisti ufficiali. Sabato prossimo proverò a tornare alla stessa ora per vedere se lo ritrovo.
EliminaDevi tornare su fb per farlo leggere a tutti :) pensa se lo facessero ai giardini di palermo, tra l'altro.
RispondiEliminaStarebbe bene in qualunque giardino, ma ci hanno detto che quello di SF è l'unico in cui fanno una cosa del genere. Non so se è vero, ma gli altri dovrebbero prendere esempio!
Eliminadavvero bello, da invidia :-)
RispondiEliminaUn incontro così è un antidoto contro la tristezza da brutte notizie :-)
EliminaCiao Silvia! Non smetterò mai di ringraziarti perchè, quando ti leggo, mi prendi per mano e mi fai volare negli U.S.A. Forse fisicamente non ci andrò mai, ma con i tuoi occhi e i tuoi reportage vedo e sento l'America. Grazie in particolare del resoconto di questi momenti di pura grazia. Un abbraccio da Palermo.
RispondiEliminaCara Maruzza! Un abbraccio anche a te, e salutami la tua bella Palermo. Come diceva la mia amica qui sopra, che bello sarebbe fare un'iniziativa del genere nel vostro orto botanico!
EliminaEsperienza memorabile.
RispondiEliminaChe spettacolo!!!
RispondiEliminaOgni tanto passo di qui, leggo gli ultimi post e con l'occasione lascio un semplice saluto, giusto per far vedere che non ti ho dimenticata.
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