martedì 10 maggio 2011

La lunga marcia verso la Green Card/3: Grande è la confusione sotto il cielo

Dopo la “cattura” dei dati biometrici (che ho raccontato qui) mi sono rimessa in attesa del famoso advance parole, ovvero il permesso di viaggio con il quale sarei potuta tornare in Italia. Secondo le statistiche ufficiali, in California il permesso di viaggio/permesso di lavoro viene rilasciato dopo circa tre mesi dall’inizio delle procedure per la richiesta della green card. Nel mio caso, quindi, sarebbe dovuto arrivare verso l’inizio di giugno. L’avvocato ci aveva avvisati (l’unico caso, finora, in cui ha dimostrato di sapere qualcosa) che era in corso una riforma della procedura, e che questo avrebbe potuto comportare un’accelerazione come anche un rallentamento nel disbrigo della mia pratica. Quale delle due, non gli era possibile saperlo (che strano).
Fatto sta che mercoledì scorso, meno di una settimana prima della partenza per New York (dove rimarrò dal 9 al 16 maggio), ho ricevuto per posta (niente raccomandate, tanto qui le poste funzionano) la convocazione per la famosa e temutissima interview (data: 3 giugno). Chi di voi ha visto il film Green Card (tutti tranne me, a quanto pare, e non ho certo intenzione di vederlo adesso) sa di cosa sto parlando. Quell’agghiacciante interrogatorio di coppia in cui l’Officer ti può chiedere di tutto, dal nome della nonna paterna di tuo marito alla marca delle sue mutande (del marito, ma se gli gira, perché no, anche della nonna), per poi decidere insindacabilmente (anzi, no, se la prima interview va male te ne fissano una seconda: qui c’è la lista delle centinaia di possibili domande di approfondimento per chi viene rimandato) se il vostro è un matrimonio vero oppure una truffa.
Ora, in teoria, secondo la procedura standard, le cose sarebbero dovute andare così: 1) avvio della procedura; 2) ricevimento del permesso di viaggio/lavoro dopo tre mesi; 3) convocazione per l’interview dopo circa un anno dall’inizio della procedura.
Invece a quanto pare è cambiato tutto, ed ecco che la convocazione per l’interview mi arriva dopo due mesi, addirittura prima del permesso di viaggio!
Confusione totale.
L’avvocato ovviamente cade dalle nuvole e dice che dev’essere per via di questa nuova procedura, e che adesso probabilmente il buon vecchio advance parole non lo riceverò neppure. Quello che devo fare, secondo lui, è presentarmi all’interview, superarla e farmi mettere un timbro che mi permetterà di viaggiare da quel momento stesso. Unico problema: se non passo l’interview al primo colpo e devo ripresentarmi una seconda volta, rimango di nuovo bloccata.
Tutto questo, dicevo, è successo mercoledì.
Venerdì pomeriggio ho ricevuto per posta l’advance parole.
Ora, non starò a spiegare la miriade di contrattempi a catena che tutti questi eventi inaspettati mi stanno provocando. Mi limiterò a dire che, fra tutte le possibilità prese in considerazione mentre tentavo di prendere una decisione alla cieca riguardo al mio incerto futuro prossimo, c’è stata per un momento anche quella di rimandare la terrificante interview. “It’s not a big deal”, diceva l’ineffabile avvocato: non è un problema, si può fare benissimo. Io, che ormai mi fido dell’avvocato come delle poste italiane, ovviamente sono andata a controllare. Ebbene, su internet si trova non solo una sfilza di forum giuridici che sconsigliano tassativamente di rimandare l’interview, ma anche un bel documento ufficiale del Department of Homeland Security che spiega che il richiedente deve dimostrare di avere una “good cause” per volerla rimandare. Insomma, cosa potrei raccontare all’Officer? Che ho nostalgia della mamma? E all’avvocato, soprattutto. Cosa gli dico, all’avvocato?

12 commenti:

  1. dai, il 3 giugno è vicino, e cosa vuoi che sia una interview sul marito, per una che è abituata a entrare nella testa degli autori che traduce?
    Vai e stendili!

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  2. Ok, ci proverò... e grazie dell'incoraggiamento! Il mio problema è che non ho memoria (ma sul serio, non ce l'ho proprio), e quella poca che ho svanisce completamente davanti a qualunque rappresentante dell'autorità. Figurati che quando sono andata a farmi catturare i dati biometrici mi hanno chiesto il mio numero di telefono, e io ho dovuto chiedere la guida perché non me lo ricordavo!

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  3. Il film è carino, e soprattutto fa capire che se lasci parlare il cuore non potrai sbagliare! magari non ti ricorderai il cognome della sua nonna materna (che comunque io non so di mio marito e non mi frega nulla saperlo... ;-), ma caspita, sulle cose mooolto personali di tuo marito non potrai mica sbagliare!
    Coraggio!!!! Anche perché qui in Italia sei molto famosa e tanti vorranno incontrarti!!!
    In bocca al lupo!
    (io adoro i traduttori, per me siete equivalenti agli scrittori stranieri che amo, cioè non c'è uno senza l'altro!)
    Angela

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  4. Grazie Angela per le tue belle parole. E complimenti per il tuo bel blog!

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  5. ciao Silvia,
    l'avvocato imparerà da te le nuove procedure forse......sono certo che andrà bene. La prima cosa che mi è venuta in mene è che nelle prossime 3 settimane puoi mettere sotto Jonathan nella trasmissione di una accuratissima biografia! (che poi tradurrai con calma)
    la memoria ti verrà, fagli vedere chi sei! fagli una scenata napoletana all'officer! in bocca al lupo!

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  6. dai, su, non c'e' motivo per rimandarlo! tranquilla!
    e che bello, poi te ne puoi tornare un po' in patria...

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  7. Ciao Silvia,

    sono capitata per caso in questo blog. Io vivo in california da 5 anni, sposata da 1 anno con un ragazzo americano.
    Ci sono voluti meno di 5 mesi per ottenere la green card:
    -sposati maggio 2010
    -inizio pratiche fine giugno/inizio luglio 2010
    -green card interview: meta' ottobre 2010

    L'interview e' stata tranquillissima: ci hanno solo chiesto date di nascita, di matrimonio, di consegnare 3 foto e i documenti che provassero la nostra storia (lease dell'appartamento in cui conviamo da 3 anni -2 all'epoca dell'interview-, conti in banca, macchina...).
    Tutto qua.
    Interview: venerdi'. MErcoledi' ho trovato la green card nella cassetta della posta.

    Stai tranquilla e in bocca al lupo!!!
    Ondina

    PS: anche io ho ricevuto l'interview notice prima dell'advance parole! Ho creduto me l'avessero rifiutata!

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  8. Ah, aggiungo che noi abbiamo fatto tutto senza avvocato. A leggere alcune storie mi vengono i brividi per tutto quello che ci sarebbe potuto capitare facendo da soli (sbagliare e' facilissimo!), ma visto che e' andato tutto bene siamo contenti.. e con qualche $$ in piu' visto che siamo giovani.

    Alcuni miei amici sostengono che tutto sia andato cosi' smoothly perche' il mio visto studenti scade nel 2014 quindi non avrebbe avuto senso fare un finto matrimonio cosi' presto. Bah! Secondo me invece le persone che fanno l'interview si sono fatte l'occhio "clinico" e nella stragrande maggioranza dei casi capiscono subito chi mente e chi no.

    auguri!!!
    Ondina

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  9. Grazie Igor, grazie Marica e grazie Ondina! Sto ricevendo tanti incoraggiamenti, e dall'altra parte tanti mi sconsigliano di rimandare l'interview. Insomma, ormai è deciso... la faccio! E poi... giugno in Italia, con un po' di belle cose da festeggiare! Grazie ancora!

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  10. Cara Silvia,

    in bocca al lupo! Da residente all'estero capisco perfettamente la tua ansia, la noia della documentazione per il visto, le trafile burocratiche etc. ecc. eccetera.
    In Giappone il visto permamente si riceve dopo tantissimi anni (ci vivo da quasi sei e ancora non l'ho ricevuto) ma, per fortuna, non ci hanno fatto nessuna interview.

    Cambiando discorso proprio ieri, parlando con una dottoranda in italianistica, ho notato che mentre in Giappone viene segnalato nei libri sia il profilo dell'autore che quello del traduttore/traduttrice, in Italia no. Ci si limita al nome. Un peccato.

    Buona giornata (?)!

    Laura

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  11. Vacci assolutamente al colloquio, non rimandare.

    Quel post con la lista di domande per i "rimandati" proviene da un sito commerciale di avvocati, dunque e' una forma di pubblicita'. Hanno interesse a mettere paura alla gente perche' corra da loro e sganci i dollaroni.

    Semmai, investi i tuoi soldi in una buona camomilla pre-colloquio, o meglio ancora, un drinkino. Cosi' ti dai una calmata.

    In bocca al lupo, sono sicura che ce la farai.

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  12. @Laura: il profilo del traduttore? Che paese civile! Sai, sono molto incuriosita dal tuo blog. Adesso dirò una grossa banalità (tipo quella del post di oggi su New York), ma il Giappone mi affascina molto. Mi piacciono la letteratura, il cinema, la cucina (non il sushi); e soprattutto, una delle mie più care amiche è giapponese. Se mai riuscirò a fare un viaggio di nozze, credo proprio che verrò in Giappone!

    @Cynthia: acuta come al solito, grazie per avermi aperto gli occhi sul sito degli avvocati. In effetti lo sfruttamento commerciale della paura è uno dei pilastri della nostra civiltà... Quanto al bicchierino, forse in questo caso è meglio la camomilla. Non vorrei esagerare e mettermi a sparare ca... ehm, a dire stupidaggini!

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