venerdì 14 febbraio 2014

"Nella città nuda": la New York di Antonio Monda

Antonio Monda è una figura di rilievo nell'ambiente culturale newyorkese: oltre a insegnare cinema alla New York University, scrivere saggi e romanzi e organizzare il festival letterario le conversazioni, Monda ospita, insieme alla  moglie Jacqueline Greaves, i migliori nomi della cultura americana nel suo appartamento nell’Upper East Side: scrittori, giornalisti, critici, attori e registi (e traduttrici, aggiungo), tutti vengono conquistati dall’accoglienza e dalla buona cucina dei Monda.

Nel suo libro più recente, Antonio Monda ha raccolto alcune delle numerose foto che ha scattato di nascosto ai viaggiatori della metropolitana di New York, e a ognuna ha affiancato un breve racconto, una storia inventata ma che potrebbe anche essere vera. Perché le sue non sono favole, ma storie intense, a volte dolorose, che sanno di verità.


Una delle foto di Antonio Monda
"Li vedo salire e scendere senza sosta. Sognare e soffrire in una città che è una promessa, e può essere mantenuta solo da chi la vive. Sono anch'io uno di loro, e la cosa più importante che ho imparato è che New York è infinita proprio perché è una promessa. Passo in metropolitana quasi un'ora al giorno. Specie nelle prime ore del mattino, chi ci viaggia è disarmato, nudo, e le foto che scatto di nascosto, con un iPhone, mi restituiscono il mosaico crudo e dolente di una città che è la mia da vent'anni. La amo, ma confesso che queste foto mi mettono in crisi, come se volessero svelarmi una verità che tendo a rimuovere, come se nel tempo del viaggio le persone mostrassero una fragilità che non possono permettersi fuori dal treno, dove è necessario indossare un'armatura. Le brevi storie che ho scritto su di loro sono invenzioni allo stato puro: non rievocano il passato, ma immaginano gli spasmi e gli aneliti di persone vive, e raccontano un viaggio condiviso nel quale un frammento immaginario di questa città-mondo tenta di rivelare un insieme impossibile da comprendere nella sua totalità. Mi auguro che la nudità di queste immagini riesca a rappresentare una verità indissolubilmente legata allo spirito di New York: in questa energia e volontà di non cedere, anche nei momenti di dolore e solitudine, risalta sempre l'ambigua, struggente e irresistibile idea di libertà." (Antonio Monda)

20 commenti:

  1. faccio da corto circuito fra questo tuo post su Antonio Monda e quello su Fabio Geda di ieri da Giovanni Turi in cui era citato Bernard Malamud “Storie, storie, storie: per me non esiste altro. Spesso gli scrittori che non riescono a inventare una storia seguono altre strategie, perfino sostituendo lo stile alla narrazione. Invece io sono convinto che la storia sia l’elemento di base della narrativa, anche se questo ideale non gode di molta popolarità tra i discepoli del nouveau roman. Mi ricordano quel pittore che non riusciva a dipingere le persone, così dipingeva sedie. Le storie ci accompagneranno finché esisterà l’uomo. Lo si capisce, in parte, dall’effetto che hanno sui bambini. Grazie alle storie i bambini capiscono che il mistero non li ucciderà. Grazie alle storie scoprono di avere un futuro” per dire che le storie sono vite e vita

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    1. Grazie della segnalazione, Amanda! Sono andata a commentare anch'io, come sai ammiro molto Fabio Geda, come scrittore e come persona.

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  2. Bello bello questo libro, e bravo lui! Ma quindi, fammi capire, tra le traduttrici che si sono deliziate alla sua tavola ci sei anche tu? Dev'essere davvero un arricchimento personale conoscere una persona come lui.

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    1. Sì, i Monda sono una bellissima coppia, genuinamente simpatica e accogliente. Per questo gli intellettuali newyorkesi adorano frequentare i loro ritrovi. E per questo le storie di Antonio Monda sono così belle, intense e ricche di umanità.

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  3. I veri inglesi li riconosci sulla metro perché hanno gli occhi stanchi. Chissà da cosa si riconoscono i veri Newyorkesi? (Se esistono veri Newyorkesi...)

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    1. Chissà perché, gli occhi stanchi sono un tratto comune di chi viaggia in metropolitana, in tutto il mondo.

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    2. No, ti parlo dei Veri inglesi, loro hanno sempre gli occhi rossi e affaticati, non parlo di turisti e immigrati ( come me) ma dei veri British men/women.

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    3. anche i pendolari di trenitalia hanno gli occhi stanchi, si stancherebbe anche Giobbe a pendolare sui regionali italiani

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    4. Sui pochi regionali rimasti, vuoi dire. Sudici e malandati, cronicamente in ritardo, un servizio utile mandato in malora per favorire i superlusso dell'alta velocità e le maledette automobili.

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    5. Chissà se ora che la FIAT è stata smantellata dopo aver ingurgitato milioni di aiuti di stato si potrà pensare un po' meno alle auto ed un po' più ad un reale piano di mobilità sostenibile..... utopia, utopia per piccina che tu sia

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  4. quante storie in tutti quei volti che incontriamo ogni giorno

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  5. Detesto profondamente guidare ed amo i mezzi pubblici, la libertà di andare da una parte all'altra senza dovermi preoccupare di badare a chi mi viene addosso con la macchina o il motorino, a chi parcheggia in doppia fila, ai pedoni superindisciplinati e soprattutto senza lo strazio del parcheggio e poi amo chiacchierare con gli sconosciuti ed osservarli è meglio della televisione.

    Sogno di poter conoscere persone brillanti con cui trascorrere lunghe e piacevoli serate impegnati in soddisfacenti considerazioni!

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  6. Non so, ma avendo preso per anni il treno regionale delle 7,50 tra Bologna e Ferrar, trovo che i pendolari di New York, non siano così diversi da quelli dei treni italiani.E che le loro storie abbiano in fondo la stessa umanità.
    Pendolari di tutto i mondo unitevi!

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  7. Bello, questo libro devo comprarlo, fa quello che piace fare a me: guardare le persone ed immaginare delle storie :)

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  8. Anche a me è sempre frullata in testa l'idea di riprendere i viaggiatori che incontro e affibbiare loro delle storie. Geniale.

    Buona domenica.

    Bacio

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  9. Già il brano che hai riportato è un racconto di per sé. Ci faccio un pensierino, mi sa :)

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  10. Bello bello.
    Affascinante il mondo della metropolitana.
    Per me almeno quanto quello dei sobborghi semi-dimenticati.

    PS ho letto di grandi buffet dai Monda, del resto prendere gli ospiti per la gola è anch'essa un'arte!

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