Domenica era una giornata inaspettatamente limpida dopo un mese di nebbia, e io, presa alla sprovvista, non avevo organizzato niente da fare. Cercando una gita dell'ultimo minuto, ho visto che a Treasure Island c'era il mercatino dell'usato, durante il quale si sarebbe svolto anche un matrimonio canino. Siccome non ero mai stata a Treasure Island, ho pensato che magari fosse un'altra perla ancora da scoprire come la bella Angel Island, e così sono partita.
Arrivare a Treasure Island è facile, basta prendere l'autobus numero 10 che passa praticamente sotto casa e poi il 25 che ti porta direttamente all'isola. Sì, perché l'isola non è una vera isola, bensì una lingua di terra costruita nel 1936 buttando 260.000 tonnellate di terra intorno alle secche di Yerba Buena, ed è collegata alla terraferma con il Bay Bridge, che poi prosegue verso la East Bay.
L'isola è stata una base navale fino al 1997, poi è diventata una zona residenziale per residenti a basso reddito, non proprio salubre perché parecchio radioattiva. Proprio come Hunters Point, per chi ha letto il mio libro. E come a Hunters Point, anche qui c'è il progetto di costruirci case per ricchi, che probabilmente verranno tenuti all'oscuro degli allarmanti livelli di cesio-137 presenti sulla loro bella isoletta.
Ma procediamo. Aspetto il 10 per circa mezz'ora, meno male che mi sono portata un libro. Raggiungo la fermata del 25, in una parte di SoMa (South of Market) piena zeppa di grattacieli nuovi di pacca, che sorgono accanto agli ultimi resti dei vecchi magazzini industriali della zona. Quello qui sotto, che svetta accanto a un antico calderaio, si chiama "Lumina" e condivide il nome del cazzo con il suo gemello "Infinity".
Per un momento, mentre aspetto il 25 che passa ogni 40 minuti (perché qui i trasporti pubblici sono davvero efficienti), mi sembra di ricordare che uno di questi mostri è quello che sta sprofondando perché i costruttori, per risparmiare, non lo hanno ancorato allo strato di roccia sottostante. Adesso gli abitanti miliardari stanno facendo causa ai costruttori, i quali a loro volta stanno facendo causa alla città perché gli sta costruendo di fianco una stazione degli autobus o qualcosa del genere. Perché ovviamente questi stronzi costruiscono un grattacielo che al primo terremoto viene giù ma poi danno la colpa al comune che li deve risarcire con i soldi delle tasse dei cittadini. (Sempre della serie "tutto il mondo è paese".)
Comunque, anche se il mostro che sprofonda in realtà è un altro, mentre aspetto il 25 non posso fare a meno di pensare: 1) ma se sei miliardario perché vuoi abitare in un bidone di vetro dove non puoi neanche aprire le finestre, quando potresti comprarti una bella casa vittoriana? 2) speriamo che non venga il Big One proprio adesso perché se questi cadono fanno uno sfracello.
Mentre vado a prendermi un panino - secondo il tabellone mancano ancora 20 minuti all'arrivo dell'autobus - il 25 mi fa uno scherzetto e passa non annunciato, e a me girano le balle e viene voglia di tornare a casa, ma poi guardo la rarissima giornata di sole e penso che tutto sommato vale la pena di portare pazienza.
E finalmente arrivo sull'isola. Allora, Treasure Island francamente fa un po' cacare, tutta piatta e spoglia; però, per quel poco che ho visto, ha almeno una cosa bella e una cosa interessante.
La cosa bella, che però si esaurisce subito, è la vista sulla città:
La cosa interessante sono due edifici in rovina della ex base navale, Cosson Hall e Sage Hall, che sono fatti così (la foto ovviamente non è mia)
e che oggi sono un paradiso dei graffitari (mentre me ne andavo ho visto due gruppi saltare la recinzione). In particolare il cerchio centrale di Cosson Hall sembra veramente affascinante (pare che ci siano anche i fantasmi). Anche questa foto purtroppo non è mia
Insomma, mentre gironzolavo per il mercatino che non è dell'usato ma della paccottiglia nuova, la mia attenzione era attirata soprattutto dall'inquietante edificio che fa da sfondo alle bancarelle di saponi, vestiti e gioielli fatti a mano
Davanti a questa meraviglia di degrado urbano (e oltretutto radioattivo), devo dire che il matrimonio canino ha perso un po' del suo fascino, a parte l'oggettiva bellezza della sposa
Dopo aver assistito allo scambio delle fedi, pardon, dei biscottini, ho deciso che la mia gita era completa e potevo anche tornare a casa
Domani partiamo per una vacanzina nella terra delle sequoie e dei coltivatori di marijuana, quella che descrivo QUI. Poi vi racconto.