venerdì 29 giugno 2012

Obamacare: un post controcorrente


Insomma, a me questa riforma obamiana non convince affatto. Ora vi spiego perché.

Sul sito ElectoralVote ho trovato una breve storia dei tentativi di far passare la riforma della sanità negli Usa. Ho così scoperto che nel 1989, la molto conservatrice Heritage Foundation cercò una soluzione conservatrice al problema della sanità. Il loro progetto prevedeva di fornire la copertura a tutti i cittadini obbligandoli a comprare l'assicurazione sanitaria da una compagnia assicurativa privata. Questo progetto aveva il vantaggio di lasciare l'intero settore nelle mani dei privati, assicurando loro profitti ancora maggiori. Presentato dal senatore repubblicano Don Nickles nel 1993 con il nome Consumer Choice Health Security Act (che trovate qui. Io non lo linko - brutta parola, lo so -  perché è un documento ufficiale), il progetto della Heritage Foundation non venne approvato. Nel 2006, l'allora governatore del Massachusetts Mitt Romney riuscì a farne passare una versione modificata nel proprio stato.
Nel 2009, Obama pensò che il modo migliore per convincere i repubblicani a sostenere una riforma della sanità fosse usare il loro stesso progetto, e così propose la riforma di Romney su scala nazionale. I repubblicani però si opposero, per motivi esclusivamente politici (e non costituzionali), visto che la riforma Obama era stata in origine una loro idea. Ed è questa la riforma che verrà messa in atto grazie al voto di ieri della Corte Suprema.

Tutto questo, per me, comporterà l'obbligo di assicurarmi a pagamento. Ci sarà un sussidio statale, certo, come spiega anche Rampini QUI. In pratica: lo stato devolverà denaro alle assicurazioni, costringendo i cittadini ad acquistare un prodotto da un privato.
Ok, di meglio proprio non si poteva fare, però che lo stato mi imponga (aiutandomi, certo, ma devo ancora ben capire in che misura) di comprare il mio diritto alla salute da un privato che ci specula sopra, a me non piace proprio per niente. 

Questo articolo, che parla di "the Dark Side of Thursday's Supreme Decision on Health Care", contiene una frase illuminante: "Health care is a commodity".
Be', per loro l'assistenza sanitaria sarà anche una merce. Per me è un diritto umano fondamentale.

32 commenti:

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    1. Giusi, tu mi hai già sentita su questo tema. E qui ho cercato di trattenermi!

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  2. Che dire? Io vengo dalla parte dell'Italia dove la sanità funziona e anche bene, ora sono qui in Nica dove praticamente la sanità è inesistente, gli stranieri però si possono curare bene in ospedali eccellenti mentre i nicaraguensi fanno affidamento a misere strutture ospedaliere e a meravigliosi volontari.Vedo mille discrepanze in questo mondo e intanto qui c'è chi non ce la fa a curarsi una gripe (influenza).
    Non ti sembra che in un modo o nell'altro sia sempre la stessa musica? A tutti viene imposto di guadagnarsi qualcosa che dovrebbe comunque avere di diritto!
    Ciao Silvia a presto!

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    1. Ciao Carla, questo problema della sanità, da quando vivo (almeno in parte) negli Usa ha assunto per me un'importanza così fondamentale che praticamente ne sono ossessionata. Per ora rimane uno dei motivi principali per cui non voglio viverci a tempo pieno, e un giorno potrebbe anche diventare uno dei motivi principali per cui me ne andrò via a tempo pieno. Per me il modo in cui viene gestita la salute dei cittadini è uno dei parametri fondamentali per giudicare la civiltà di un paese, non riesco a prescindere da questo, trovo che trasformarlo esclusivamente in una merce sia un sintomo di barbarie con il quale faccio estremamente fatica a convivere. (Lo dicevo che ne sono ossessionata, no?)

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    2. PS: probabilmente questa mia risposta susciterà le obiezioni di chi - diversamente da Carla e anche da me - non ha la fortuna di provenire da una regione d'Italia in cui la sanità - per ora - funziona abbastanza bene. "Per avere questo schifo di servizio pubblico, allora meglio privatizzare", potrebbe essere, più o meno, l'obiezione principale.
      Be', no. Secondo me, meglio migliorare il servizio pubblico. E poi comunque quello privato - almeno in America - non è che sia poi così buono. A meno che non siate ricchi e non vi possiate permettere di acquistare la merce migliore sul mercato.

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    3. silvia, io comunque non capirei questa obiezione. cioè, è vero che abbiamo un servizio sanitario nazionale che fa acqua da tutte le parti, ma almeno ce l'abbiamo. poi anche in italia chi è ricco va in clinica privata.
      la soluzione sarebbe ridurre gli enormi sprechi della sanità pubblica e come dice giustamente elle, impedire ai privati di fare servizio anche in ospedale.

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    4. Certo, sono d'accordissimo con te. Anch'io non capisco questa obiezione, e la riporto solo perché l'ho già sentita. La logica del libero mercato non può funzionare per un servizio fondamentale come la cura della salute pubblica, e lo si vede benissimo negli Usa: malgrado gli americani spendano molto di più per la sanità di ogni altra nazione, hanno una qualità di servizio sanitario inferiore e si ammalano di più. Prendiamo per esempio la prevenzione: uno studio del Commonwealth Fund datato novembre 2011 ha scoperto che gli adulti negli Stati Uniti si ammalano con molta più facilità rispetto ai loro omologhi in dieci altre nazioni ad alto reddito, perché rinunciano a cure mediche costose. Il perché è presto spiegato: se l'accesso alle cure mediche è più difficile e costoso, la gente eviterà di farsi visitare e curare se non quando è strettamente necessario, il che spesso vale a dire quando è troppo tardi.

      Per quanto riguarda l'Italia, a ridurre gli enormi sprechi si potrebbe cominciare fin da subito, basterebbe mettersi a controllare. Sulla questione dei medici "a doppio servizio" non saprei invece come si potrebbe fare, senza rischiare che poi tutti vogliano andare solo a lavorare nel privato dove guadagnano di più. Però non so come funziona questo sistema, non ci ho mai riflettuto. A casa mia in clinica privata non ci è mai andato nessuno!

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  3. Sì, migliorare il pubblico sarebbe l'ideale, invece si va avanti a pagare fior di quattrini per le visite private agli stessi medici che fanno anche servizio nel pubblico. Questa è la vera piaga per noi.
    Per quanto riguarda gli USA, concordo con te, è scandaloso che un minimo di assistenza non sia garantito a tutti. Nel caso della riforma bisogna capire quanto sarà il sussidio statale, perché può fare la differenza, magari non per tutti, ma per molti.

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    1. Hai ragione, al di là del principio - che comunque rimane fondamentale - bisogna vedere quali saranno le conseguenze sul piano pratico per i cittadini. Il primo problema che mi viene in mente è che questo versamento di soldi dallo stato alle assicurazioni comporterà un aumento del deficit pubblico, che già adesso è fin troppo elevato.

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  4. Sono pazzi a far dare soldi pubblici alle assicurazioni private? Se l'obiettivo di Obama era di dare un'assicurazione a tutti questo "coso" cambia poco o nulla e non raggiunge quell'obiettivo, almeno secondo me e secondo le poche informazioni che ho.
    Leggendo qua e la' le reazioni su Facebook, mi pare anche di capire che per i redditi davvero bassi (i piu' interessati) sara' piu' conveniente pagare la multa annuale piuttosto che farsi l'assicurazione, rimarra' quindi la stessa situazione.
    Inoltre la storia dell'obbligare i cittadini a stipulare una polizza dai privati con un movimento di soldi tra Stato e assicurazioni non mi piace per niente, esistono assicurazioni pubbliche, perche' piuttosto non migliorare quelle e tenere tutto sul pubblico?
    Non conosco la storia dei tentativi dei repubblicani di fare la stessa identica cosa, poi mi informero' quando ho un minimo di tempo e voglia, ma Obama deve aver battuto la capoccia per prendere il peggio di loro (perche' pure per me sembra 'na schifezza ed anche a molti altri repubblicani) e riuscire a farlo approvare. Non so quindi se c'e' da gioire per l'approvazione o disperarsi per le conseguenze non volute che questo coso produrra'. C'era una strada abbastanza dritta e precisa se l'obiettivo era estendere la copertura sanitaria a tutti, lui mi sembra che ha scelto di arrivarci facendo zig zag, sara' che deve accontentare tutti...

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    1. Grazie Giacomo, hai centrato in pieno il problema. Nel frattempo ho sentito che il presidente della Corte Suprema John Roberts ha giustificato il suo voto positivo alla riforma Obama dicendo che si tratta di "una tassa". Una tassa che i cittadini d'ora in poi saranno costretti a versare ai privati! Ma allora non si poteva infilare quella tassa direttamente nelle casse pubbliche e usarla per rimpinguare il programma di assistenza pubblica Medicare, per esempio?

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    2. Infatti, se voleva le assicurazioni pubbliche da potenziare c'erano, fare questa cosa con quelle private ha poco senso. Cioe' ha senso se sei un venduto, o se le assicurazioni private sono in crisi come funziona con gli incentivi statali per il mercato dell'auto, ma mi pare tanto mentalita' repubblicana e anche parecchio distorta.
      John Roberts s'e' ammattito, cioe' quindi sta dicendo che era a favore proprio perche' e' una tassa ai privati? Mi sa non ha ben chiaro nemmeno l'ideologia del proprio partito, si sara' preso qualche milione dalle assicurazioni per votare in quel modo.

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    3. Infatti, tutti i liberal - americani e anche italiani - la stanno presentando come una vittoria di Obama, ma a me sembra soprattutto una gran vittoria delle assicurazioni.

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  5. Cara Silvia, sai benissimo che su questo argomento la penso esattamente come te (una volta tanto non devo fare bastian contrario!). Anzi, fin da subito, dal giorno in cui e' stata annunciata, due anni fa circa, ho salutato la notizia come un disastroso passo indietro. Anzi, una vera e propria condanna a vita per gli Americani, la ratificazione di un sistema perverso, che legittima la logica del profitto sulle questioni di salute.

    Saro' perentorio: per me, in QUALSIASI paese del mondo, il profitto sui servizi sanitari NON E' ETICO, e non dovrebbe essere consentito!

    Purtroppo, da cittadino Italiano di una parte d'Italia dove la sanita' soffre da sempre malservizi, corruzione e deficit atavici, devo confessare che non so dove sia il male peggiore: se in una logica di profitto "alla luce del sole" o in una del profitto illegale sottobanco, che sottrae parte dei finanziamenti pubblici destinati al completamento delle strutture e all'implementazione dei servizi per rimpinguare le tasche de vari politici , amministratori locali, ecc. con il sistema delle tangenti. E questo tanto per parlare su grande scala...perche' gia' nel piccolo, mi vedo sempre costretto a ricorrere a visite ed esami a pagamento, per il malfunzionamento o l'impossibilita' di accedere ai servizi della ASL Italiana (liste d'attesa strategicamente lunghissime per costringere i pazienti a buttarsi sul privato, per esempio).

    Infine, da residente negli Stati Uniti, fatte tutte le considerazioni di cui sopra, devo pure segnalare che, con un po' di ricerca e molta pazienza, almeno nello stato della California (ma c'era anche a New York, e in Colorado, due stati in cui ho abitato) e di sicuro nella contea di Los Angeles, esistono vere e proprie strutture, ospedali e cliniche pubbliche, finanziate dalle tasse dei cittadini o da donazioni, che offrono servizi a prestazioni scontate e spesso gratuite in base al reddito. Per esperienza personale e di persone a me vicine, posso testimoniare di aver usufruito di questi servizi al punto da meravigliare pure i medici Italiani che sono stati informati (perche' determinati esami e medicinali, invece, in Italia li avrei dovuti pagare di tasca mia!).

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    1. Grazie Sandro! Ma a te non risulta che ci siano rimborsi dall'Italia per le spese mediche dei residenti all'estero? Me lo ha detto proprio oggi un'amica che lavora per il ministero degli Esteri, dicendo che c'è una nuova normativa... io mi informerò al più presto.
      Quanto al resto, ribadisco che la cosa che più mi stupisce è il giubilo universale (con l'eccezione tua, di Jonathon e di pochi altri) per l'approvazione di questa riforma, tanto che quasi mi vergogno a dire che non sono d'accordo...

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  6. Silvia, rispondo alla tua domanda: si', esistono rimborsi dall'Italia per le spese mediche dei residenti all'estero. MA ci sono delle clausole (e sei vai al tuo distretto sanitario e hai la fortuna di beccare un impiegato preparato e gentile ti danno le informazioni): cioe' il rimborso - previa compilazione di un modulo - puo' essere stabilito per le cure fatte nei paesi dell'Unione Europea, e comunque e' soggetto a procedure che variano a "seconda dei casi"... Checche' ne sappia io per gli Stati Uniti NON esiste nessun tipo di rimborso. Ed anche per altri paesi che non fanno parte della convenzione (come per esempio la Svizzera) il protocollo da seguire per ottenere un rimborso (che e' comunque parziale) e' macchinosa e non limpida...bisogna infatti dimostrare che non esisteva la possibilita' nel proprio paese di ottenere quelle determinate cure, che non esistevano medici equivalenti, ecc.

    Se puo' aiutarti, io lo grido ai quattro venti che non sono d'accordo sulla riforma!!!!

    Il giubilo universale nasce dalla superficialita' con cui gli affari esteri sono recepiti e filtrati dalla gente: cosi' come l'equivoco che Obama abbia liberato gli Americani dall'oppressione di un sistema creato invece proprio da buona parte di loro e' evidente solo a noi che abitiamo negli USA, pure il fatto che Berlusconi non fosse il responsabile dei mali dell'Italia e' una cosa evidente solo a chi abita in Italia, dove la maggioranza dei cittadini sostiene o silenziosamente avalla un sistema corrotto di cui B. e' stato solo l'ultimo e piu' distrastroso prodotto.

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    1. Che bel commento, però purtroppo io riscontro la facile tendenza a dare le colpe dei mali d'Italia al "sistema" ed ai politici, piuttosto che passarsi la mano sulla coscienza per tirar fuori le piccole e grandi magagne personali.

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    2. Elle, è vero, ma è proprio quello che diceva Sandro, mi sembra. Cioè, il sistema siamo noi. Ma siamo noi sempre, perché il sistema è dentro di noi, lo facciamo noi per come siamo, anche nelle nostre parti migliori, più simpatiche, alle quali non vorremmo mai rinunciare. Ci pensavo proprio ieri sera. Ristorantino che adoro, gestito da due ragazzi bravissimi e simpatici, economico, in un posto stupendo, praticamente l'unico posto bello rimasto in una zona come la mia dove la ristorazione è pessima. I due sono sempre stati ligi, ma adesso - hanno avuto spese impreviste, c'è la crisi - non fanno più la ricevuta, prendono i soldi e ciao. Cosa faccio, gliela chiedo? Ma neanche per sogno. Mi sentirei stronza se lo facessi.

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  7. Concordo Silvia. Sai come la penso sulle assicurazioni sanitarie americane. Non gioisco affatto per una cosa che mi pare giusto una misera mezza vittoria del cittadino.

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    1. Misera, mezza, e forse neanche vittoria. Cominciano ad apparire le prime crepe sul fronte dell'esultanza generale:
      http://www.washingtonpost.com/blogs/ezra-klein/wp/2012/06/28/the-supreme-court-surprise-medicaid-ruling-could-reduce-coverage/

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    2. Bah, io l'avevo capito che tanto non sarebbe migliorata per chi non se la può permettere già ora. Ogni giorno ringrazio il cielo di avere l'opzione di tornare in Europa in caso di bisogni medici. Non se se gli Stati Uniti usciranno mai fuori dal loro loop sanitario.

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    3. Anch'io, però vivo nel terrore di dover andare al pronto soccorso. Proprio stamattina ho tirato un gran calcio alla gamba del tavolo, e adesso ho un dito viola e gonfio. Non è rotto, però il mio primo pensiero è stato quanto avrei speso per una cazzata del genere se fossi dovuta andare in un pronto soccorso Usa... il secondo pensiero è stato "meno male che sono in Italia", e il terzo è stato "voglio restarci".

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  8. Quindi prima uno poteva nonassicurarsi,ora é obbligato tipo assicurazione della macchina?
    Ho letto che adesso l'assicuratore non puó piú rifiutare di assicurare a causa di condizini mediche pre esistenti, mi sembra una bella cosa.

    Come hai scritto sembra una grosa cavolata, sembra una tassa pagata alle compagnie private, speriamo sia un modo per convincere gli americani che questa tassa é giusto che ci sia ed é utile e che sarebbe meglio che andasse allo stato. Insomma un procedimento per gradi

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    1. Proprio così. La percentuale di americani non assicurati è in continua crescita (proporzionalmente ai prezzi delle assicurazioni), e nel 2011 ha raggiunto il 17%, come si vede qui. Dal 2014 sarà obbligatorio per tutti, a meno che non si voglia pagare una penale, che, a quanto dice Giacomo qui sopra, potrebbe comunque essere più economica dell'assicurazione stessa.

      Credo che il procedimento per gradi sia quello in cui sperano i sostenitori di questa riforma, ma diciamo che per il momento questo passaggio intermedio non è proprio ottimale...

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  9. Sono convinta che il miglior sistema sanitario o uno dei migliori sia proprio quello italiano. Probabilmente il buon Barack in vista delle elezioni sforna un po' di demagogia....
    Che significa pagare la penale? Se non sono assicurata e devo farmi operare di calcoli renali mi devo pagare l'intervento (se non sono assicurata) oppure devo pagarmi tutto l'intervento?

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    1. Pagheranno la penale quelli che decideranno di non farsi l'assicurazione obbligatoria. Si paga in ogni caso. E sempre alle assicurazioni.

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  10. sospirone...
    io non mi abituerò mai ad averci a che fare :(

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  11. Guarda, noi abbiamo già riscontrato un elemento positivo della riforma, un altro lo apprezzeremo in futuro; prima della riforma, la nostra assicurazione non copriva le "well child visits" per i figli dopo i 2 anni. Ora invece si' (per legge). Prima appena compiuti i 21 anni, i figli perdevano la copertura assicurativa ricevuta attraverso i genitori: a 21 anni solitamente un ragazzo e' un junior in università', quindi avrebbe passato il senior year, e gli anni seguenti se, ad esempio, vuole fare un master, senza assicurazione. Ora invece la legge obbliga le assicurazioni a coprire i figli fino ai 26 anni, a prescindere dal loro stato di studenti. Ovviamente per noi, con 4 figli, questi sono cambiamenti importanti.

    Ma anche per gli individui giovani e in salute come te, sarà' possibile acquistare un'assicurazione a prezzi decenti attraverso le cosiddette Affordable Insurance Exchange", una sorta di "pool" di persone e piccoli business uniti per creare un potere d'acquisto altrimenti irraggiungibile.

    Questo il link con info : http://cciio.cms.gov/programs/exchanges/index.html

    Quindi non disperare: e' una riforma imperfetta, ma se mi ricordo bene la Public Health Option, che Obama voleva inizialmente far passare con tutta la riforma, e' stata sparata a zero subito dall'inizio e per raggiungere una sorta di compromesso cui i republicans fossero più' o meno d'accordo, e' stata tolta dal disegno di legge. Questo ancora nel 2009, mi sembra.
    E' un piccolo passo in avanti. La mutua italiana e' certo molto meglio come dice Titti, ma la pagano tutti (quelli che pagano le tasse, ovviamente), e anche pesantemente.
    Purtroppo il motto dei republicans e' "small government", e pagare tasse per offrire accesso sanitario gratis a tutti (anche ai poveri, mioddio!) , attraverso il governo, come in Italia, non succedera' mai qui. Siamo il paese dove il capitalismo e' una religione, e offrire equalita' di accesso senza profitto e', per i republicans, un'eresia. Tanta grazia che questa min-riforma della sanità e' passata...

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    1. Moky, ti ringrazio molto di aver fornito un punto di vista informato e positivo sulla riforma. Lo so che è meglio di niente, e che dovrei vederne i lati positivi. Eppure non mi riesce per due ragioni: la prima, diciamo così, "ideale", che è quella che spiego nel post. Sarò sempre una disadattata negli Usa per questo motivo - e infatti finché posso eviterò di fermarmi in pianta stabile - ma proprio non riesco a non arrabbiarmi tantissimo ogni volta che ci penso.
      La seconda è una ragione tutta personale, che paradossalmente si allinea, se vogliamo, alla fobia repubblicana delle tasse: sto affrontando il mio primo anno di doppia tassazione, e se per l'Italia, lavorando in ritenuta d'acconto, sono in credito d'imposta, per gli Usa dovrò pagare le tasse sul mio reddito complessivo, cioè anche su quello che guadagno in Italia (che al momento è circa l'80% del mio reddito), e questa cosa non mi va giù proprio per niente. Insomma, sono molto, molto arrabbiata con gli Stati Uniti, tanto che ogni tanto penso addirittura di restituire la green card!

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  12. ... magari ti conviene, se riesci a tornare in Italia ogni 6 mesi! :) Sto pensando ad Aleys, che aveva un blog che non aggiorna più da un paio d'anni, anche lei, pur vivendo negli USA con la green card (all'epoca) a tempo pieno, lavorava come freelance per ditte italiane, ma non si e' mai lamentata di questo problema. Magari esiste una soluzione anche per te. Ti sarai di sicuro già informata, ma magari consultare un tax lawyer? Oppure attraverso turbotax...
    Mi spiace che facciano il "double-dipping" con il tuo reddito.

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    1. Infatti, sì, ci torno spesso e ci resto a lungo. Uhm, un tax lawyer... buona idea, grazie! Finora abbiamo sentito solo il commercialista di mio marito, che però non è specializzato in questi problemi.

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