lunedì 3 ottobre 2016

Colazione da Felicity

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La foto non è mia, ma volevo mostrarvi i waspafarian
Il Golden Harvest Cafe è il regno di Felicity, la decana delle hippy di Arcata. Alta, con i lunghi capelli grigi raccolti in una coda di cavallo e il corpo massiccio sempre coperto da informi camicioni indiani, Felicity è famosa per aver vissuto sei mesi su una sequoia per salvare un tratto di foresta dal disboscamento. Quando è scesa dalla sua sequoia, Felicity ha aperto questo caffè, che vende esclusivamente prodotti biologici e dà lavoro a mezza dozzina di studentesse del college locale. Felicity è materna e generosa, sempre pronta a dare una mano a chi è in difficoltà, e in paese tutti le vogliono bene e l’assecondano volentieri nella sua strana mania: il gioco del bridge. Ogni sabato sera vecchi hippy canuti, coltivatori legali e illegali, persino giovani lavoratori stagionali che migrano a Humboldt nella stagione del raccolto si ritrovano intorno al tavolo di Felicity, nella sua casetta tra le sequoie, per qualche mano di bridge. Non si può arrivare ubriachi né troppo fumati, perché Felicity vuole solo giocatori lucidi. Anche così, però, nessuno si è mai accorto che Felicity bara con grande voluttà.
Il Golden Harvest è frequentato soprattutto da giovani in vari stadi di alterazione da THC. Alle dieci del mattino le studentesse-cameriere hanno lo sguardo abbastanza sveglio, eppure impiegano mezz’ora per farti un panino. Tre minorenni dal sorriso beota si inginocchiano davanti al frigo delle bibite e rimangono lì a indicarsi a vicenda una bottiglia con aria estatica. Poi ci sono i waspafarians, cioè i rastafarian wasp, i ragazzetti bianchi con i dreadlock che accorrono qui da tutto il mondo per lavorare nelle piantagioni durante il raccolto. C’è anche un’italiana, drizzo le orecchie e la sento descrivere al telefono il motel dove sta dormendo con tre amici, nell’attesa di trovare un’altra piantagione in cerca di manovalanza. «Comunque non sai cosa ci è capitato venendo qui con il Greyhound» racconta. «L’autista si è incazzato con un passeggero, lo ha buttato giù dall’autobus, lo ha spinto dentro una cabina del telefono e ha legato una corda intorno alla cabina per non farlo scappare. Poi ha chiamato la polizia ed è ripartito. Erano le tre di notte.»
Oh oh. Domani devo prendere il Greyhound per tornare indietro. Sicuramente non mancherà l’intrattenimento a bordo.


21 commenti:

  1. Quello che preoccupa è pensare che gli autisti Greyhound si portino appresso corde che possano servire per chiudere qualcuno dentro una cabina ... e chissà per cos'altro ... 50 shades of Greyhound!

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    1. Ormai ho capito che dagli autisti di Greyhound ci si può aspettare qualunque cosa.

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    2. 50 shades of Greyhound e' bellissima.

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  2. Mi fai scoprire un America inedita. Mi toccherà rubarti qualche descrizione :D

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    1. Descrivere l'America inedita è il mio secondo mestiere ;-)

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  3. ciao silvia,
    sono descrizioni bellissime e davvero inedite.. continuerò a leggerti con molta curiosità.
    chiara

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  4. Mmmh... I waspafarian. Che fastidio epidermico.

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    1. Una volta tanto tempo fa ho provato anch'io a farmi i dread, ci ho provato tipo per due giorni e poi mi sono stufata.

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  5. Mi piace che tutto cominci e finisca con il Greyhound e con le cose assurde che vi succedono dentro/intorno :D

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    1. Sì, il Greyhound è decisamente il nucleo di questi microracconti.

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  6. Necessita un secondo libro di racconti:Greyhound telling

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    1. Sì, e poi forse potrei scrivere anche altre storie ambientate lassù, è proprio un posto affascinante.

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  7. Concordo con Amanda anche senza conoscerla: Greyhound è una miniera che dovresti sfruttare.

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  8. Ora mi ricordi lo Scorsese dei primi film ... occhio all'autista :)

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  9. Non so se mi immedesimo di più in Felicity o in un'avventore del Golden Harvest Cafè... Buon rientro sul Greyhound ;)

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