- Questo potrebbe essere il momento in cui finalmente il partito Democratico riuscirà a bloccare una nomina, e anche molto importante. Trump ha annunciato la sua scelta per il giudice della Corte Suprema, Neil Gorsuch. Si tratta di un conservatore, naturalmente, che molto probabilmente voterebbe per limitare i diritti dei gay, il diritto di aborto e i programmi di affirmative action. Però è un pensatore indipendente e apparentemente non al soldo dei repubblicani. Insomma, trattandosi di Trump poteva andare anche peggio. Il problema non è tanto questo, quanto il fatto che quello di Gorsuch è un seggio rubato. Nessuno (a parte i repubblicani, che ora fanno finta di niente) dimentica che lo scorso marzo il GOP ha annunciato che non avrebbe preso in considerazione nessuna candidatura, anche se Obama aveva davanti ancora 10 mesi e in passato era già successo che un giudice venisse confermato durante l'ultimo anno di una presidenza. Una mossa disastrosa, la prima di molte, per la democrazia americana. Obama candidò Merrick Garland, al quale i repubblicani non concessero neppure un'udienza. Per questo, perché si tratta di un seggio rubato, i Democratici non hanno nessuna intenzione di concederlo. Ma ci sono molte variabili in gioco, fra cui altri tre giudici molto anziani che potrebbero essere sostituiti da Trump. Ad ogni modo, i Democratici hanno subito annunciato che faranno ostruzionismo alla nomina di Gorsuch. Attualmente il Senato ammette il filibustering per le nomine della Corte Suprema, ma molto probabilmente il leader dei Repubblicani al Senato, Mitch McConnell, lo eliminerà, come gli ha chiesto di fare Trump (QUI trovate una spiegazione in italiano su cosa sono il filibustering e la cosiddetta "opzione nucleare" che lo elimina). Questa volta però i Democratici sembrano almeno decisi a provarci: la loro base lo esige.
- La città di San Francisco fa causa a Trump per il decreto esecutivo che minaccia di tagliare i fondi alle "città santuario" che non espellono gli immigrati.
- Nel frattempo, com'era prevedibile, riprendono i lavori per la Dakota Pipeline.
- Myron Ebell, il consigliere di Trump negazionista climatico (secondo Avaaz uno dei sette più pericolosi criminali del clima), ha dichiarato che il movimento ambientalista è "la più grande minaccia alla libertà e alla prosperità del mondo moderno".
- Ancora nomine: la commissione del Senato ha approvato Jeff Sessions come ministro della Giustizia (ne ho parlato ieri). La sua nomina verrà sicuramente confermata dall'intero Senato. Le nomine al tesoro (Mnuchin) e alla sanità (Price), che erano rimandate per l'ostruzionismo dei democratici, sono state approvate dalla commissione, che ha sospeso le regole vigenti e ha dato l'approvazione senza la presenza dei senatori democratici.
- Interessante questo articolo di GQ sull'ascesa delle donazioni "rabbiose", dopo che lo scorso fine settimana l'ACLU ha ricevuto 24 milioni di dollari in donazioni, sette volte di più di quello che riceve in un intero anno. Per gestire questi soldi l'ACLU ha chiesto l'aiuto dell'acceleratore per startup YCombinator, il cui presidente Sam Altman ha criticato Trump, ma che ha tra i suoi soci Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e consigliere di Trump.
- Le istruzioni di Stephen J. Adler, il caporedattore di Reuters, su "Covering Trump the Reuters Way", in cui sostanzialmente si afferma che gli Usa sono oggi un paese in cui la libertà di stampa è a rischio.
- Molto bella questa infografica sulle emozioni dominanti nei vari discorsi di insediamento degli ultimi presidenti Usa.
- Cresce la tensione internazionale: dopo il test missilistico dell'Iran, il consigliere per la sicurezza nazionale Flynn annuncia che gli Usa hanno ufficialmente "avvertito" l'Iran.
Nel frattempo, silenzio sulla ripresa del conflitto in Ucraina.
- Due senatrici repubblicane, Susan Collins and Lisa Murkowski, voteranno no alla nomina di Betsy DeVos al ministero dell'Istruzione. Se solo un altro repubblicano e tutti i democratici voteranno contro, DeVos sarà respinta. Dita incrociate.
- La città di San Francisco fa causa a Trump per il decreto esecutivo che minaccia di tagliare i fondi alle "città santuario" che non espellono gli immigrati.
- Nel frattempo, com'era prevedibile, riprendono i lavori per la Dakota Pipeline.
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- Ancora nomine: la commissione del Senato ha approvato Jeff Sessions come ministro della Giustizia (ne ho parlato ieri). La sua nomina verrà sicuramente confermata dall'intero Senato. Le nomine al tesoro (Mnuchin) e alla sanità (Price), che erano rimandate per l'ostruzionismo dei democratici, sono state approvate dalla commissione, che ha sospeso le regole vigenti e ha dato l'approvazione senza la presenza dei senatori democratici.
- Interessante questo articolo di GQ sull'ascesa delle donazioni "rabbiose", dopo che lo scorso fine settimana l'ACLU ha ricevuto 24 milioni di dollari in donazioni, sette volte di più di quello che riceve in un intero anno. Per gestire questi soldi l'ACLU ha chiesto l'aiuto dell'acceleratore per startup YCombinator, il cui presidente Sam Altman ha criticato Trump, ma che ha tra i suoi soci Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e consigliere di Trump.
- Le istruzioni di Stephen J. Adler, il caporedattore di Reuters, su "Covering Trump the Reuters Way", in cui sostanzialmente si afferma che gli Usa sono oggi un paese in cui la libertà di stampa è a rischio.
- Molto bella questa infografica sulle emozioni dominanti nei vari discorsi di insediamento degli ultimi presidenti Usa.
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Nel frattempo, silenzio sulla ripresa del conflitto in Ucraina.
- Due senatrici repubblicane, Susan Collins and Lisa Murkowski, voteranno no alla nomina di Betsy DeVos al ministero dell'Istruzione. Se solo un altro repubblicano e tutti i democratici voteranno contro, DeVos sarà respinta. Dita incrociate.
- Il NYT pubblica il conteggio live dei voti al Senato: Rex Tillerson è confermato Segretario di Stato.