giovedì 1 marzo 2018

L'effetto Uber a San Francisco


Le strade di San Francisco
Chiunque viva a San Francisco da almeno qualche anno vi dirà che il traffico sta peggiorando a vista d'occhio. Sempre più gente viene a vivere qui per lavorare a Silicon Valley, e la città continua a dare permessi per costruire palazzoni senza aggiungere parcheggi né modificare l'inadeguata rete stradale. Risultato: un incubo. Code di decine di chilometri ogni giorno per i pendolari che vanno al lavoro, e le strade del centro cittadino completamente intasate. Fino a qualche anno fa attraversare la strada, per me abituata ai pirati della strada italiani, era bellissimo: agli incroci le macchine si fermavano ancora prima che tu scendessi dal marciapiede (perché qui non si fa il "rolling stop", cioè quella cosa per cui allo stop si rallenta e basta: qui è - sarebbe - obbligatorio fermarsi proprio). Ora non più: i pedoni travolti agli incroci sono in vertiginosa crescita, abbiamo rischiato tantissime volte anche noi.

Oltre all'aumento della popolazione, la causa principale di questa congestione sono i servizi di trasporto privato, cioè Uber e Lyft. Più della metà delle macchine che vedete in giro hanno sul parabrezza gli adesivi di uno o dell'altro, più spesso di entrambi. So che la gente li ama, sì, che bello, costano poco e danno una lezione a quei maledetti tassisti. Bello, eh? Bene. Ecco come funziona l'effetto Uber. I tassisti di San Francisco erano una categoria disprezzata prima dell'avvento dei loro concorrenti: non arrivavano mai, i telefonisti erano maleducati, ecc. ecc. Io quell'epoca non l'ho vissuta, e siccome ho schifo della "gig economy" ho sempre usato solo i taxi (che adesso, spaventati dalla concorrenza, funzionano benissimo), attirandomi lo scherno generale per la mia arretratezza. 
I tassisti di San Francisco sono stati costretti dalla città a comprare una licenza (il cosidetto "medallion") che costa $250.000, gli autisti di Uber e Lyft no; le compagnie di taxi pagano le tasse alla città, Uber e Lyft no; i tassisti di San Francisco guidano macchine ibride, Uber e Lyft no; i tassisti hanno un sindacato, Uber e Lyft... ahahah. Spesso chi guida per Uber e Lyft vive fuori città (perché ovviamente nessuno può permettersi di vivere in città con i magri guadagni della gig economy) e viene qui per 5-6 giorni alla settimana e dorme in macchina. Un tempo i tassisti potevano guadagnarsi da vivere con il loro lavoro, oggi non più. 
Qual è il piano di Uber e Lyft? Ancora una volta, l'arrogante (e redditizia) idea della "disruption" che è alla base della Silicon Valley: mandiamo in rovina i taxi offrendo un servizio più economico; poi quando li avremo eliminati dal mercato e avremo il monopolio del trasporto privato, potremo aumentare i prezzi. In effetti al momento i prezzi sono così bassi che anche il trasporto pubblico ne risente, e l'azienda di trasporti cittadina è sempre più in crisi. Sempre meno autobus, sempre più macchine private che intasano la città. E poi è vero che i prezzi sono più bassi, ma il servizio è pessimo: gli autisti improvvisati non hanno idea di dove si trovano e seguono pedissequamente il loro gps, mentre i tassisti sono vecchie volpi che conoscono la città come le loro tasche. Tutte le numerose volte, tranne una, che ho rischiato di essere investita a un incrocio, il pirla che non si è fermato allo stop era un autista di Uber o Lyft. Troppo impegnato a seguire il gps? Troppa fretta di prendere la prossima corsa sottopagata?

E poi, naturalmente, anche questi protagonisti sfruttati della gig economy scompariranno quando arriveranno le self-driving cars, che ormai si vedono (in fase sperimentale, ma ancora per poco) a tutti gli angoli della città.
Dove la metteremo poi, tutta questa gente che è stata "disrupted"? Be', trovare una soluzione non è certo il compito di questi giganti della new economy. Il loro compito è solo quello di far soldi. E noi, "siccome costa meno", glieli diamo sempre volentieri.

32 commenti:

  1. Povera america! E questa realtà sociale ce la racconti dopo due mandati di Obama alla Casa Bianca. Cosa ci racconterai dopo quelli dell'attuale inquilino? Oppure la politica è staccata dall'economia, che detta le regole e chi c'è al comando è solo un nome che ubbidisce? Domande pesanti, forti, che fanno riflettere.

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    1. C'è un libro molto interessante che ho appena finito di leggere, si chiama "I frantumi dell'America", di George Packer, e racconta la distruzione dei valori americani e della classe media dagli anni '80 in poi. Il succo della sua tesi, del tutto condivisibile, è proprio quello che sono i grandi poteri economici a decidere, e la politica è solo un burattino nelle loro mani.

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  2. Stesso motivo per cui io non uso Deliveroo!

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  3. Ma anche in Italia quando i tassisti hanno protestato contro Uber era per gli identici motivi. In Italia invece chi ti stende sulle strisce ormai nel 90% dei casi lo fa perché sta chattando sul furbofono o si sta scattando un selfie, i dati in mano alla Polizia Municipale ed alla Stradale sono terribilmente allarmanti. Alla guida il furbofono è paragonabile ad un'arma di distruzione di massa

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    1. Qui poi c'è un altro problema, molto più diffuso che in Italia: tantissima gente gira senza assicurazione. Mio suocero è stato investito (sulle strisce, mentre attraversava col verde) l'estate scorsa da un tizio che girava senza patente (gli era stata ritirata perché guidava ubriaco) e senza assicurazione. E' stato diverse settimane in terapia intensiva e poi in riabilitazione. Il conto? Circa 1 MILIONE DI DOLLARI. Il tizio non era assicurato e non aveva niente, così non ha pagato e oltretutto non è neanche finito nei guai più di tanto. Se mio suocero non avesse avuto una sua assicurazione (oltre a quella federale perché è over 65, ma naturalmente adesso il governo Trump vorrebbe limitare anche quella) avrebbe perso tutto quello che aveva.

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  4. Bel post! Che condivido al 100%.
    Tutti questi "brand" dell'informatica (che nome obsoleto) puntano al monopolio e poi si quoteranno in borsa ! Alla faccia dei pedoni.

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    1. E ricordiamoci che non avrebbero la strada così spianata, se noi consumatori facessimo scelte più consapevoli. Ho appena visto che negli Usa amazon non ha pagato NEANCHE UN DOLLARO di tasse sul reddito per il 2017! Non è indispensabile usare amazon (per adesso, almeno)!

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  5. Non avevo ancora considerato l'effetto moltiplicazione delle auto causato da Uber e Lyft. Succederà anche da noi?

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    1. Di solito i problemi che nascono negli Usa dopo un po' arrivano anche da noi. E' il primo prodotto del loro export.

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  6. Uso poco il taxi ma non ho mai usato Uber, soprattutto dopo averne parlato con il mio amico tassista. È sconfortante tra l'altro come, invece di andare verso la direzione del preservare quel che resta dell'aria pulita, si vada esattamente in quella opposta.

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    1. Ciao cara, ti rispondo la mattina dopo le elezioni, e capirai in che stato d'animo mi trovo. Altro che aria pulita, non abbiamo preservato neanche la dignità.

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  7. Mi chiedo se quello che descrivi sarà anche il nostro futuro. Certo...pensavo che le auto Uber fossero normali auto di privati che offrono questo servizio a tempo perso, invece dalla foto vedo che si tratta di auto addirittura "griffate".
    Comunque, per pura curiosità, quando sono stata a Mosca, nel 2007, ho scoperto che lì i privati che si offrono come tassisti (data la scarsità di quelli ufficiali) sono una consuetudine, soprattutto nel fine settimana, quando non si lavora. Basta mettersi sul marciapiede con una mano alzata e qualcuno si ferma, si contratta il prezzo e via. Devo dire che l'ho anche usata questa forma di taxi, ma il prezzo e la destinazione al guidatore li comunicò la nostra guida parlante russo perché lì, almeno nel 2007, l'inglese era un po' un'utopia. Fu un'esperienza folle, in tre a seguire il percorso sulla cartina temendo che ci rapissero, ma ne valse la pena perché andammo a vedere gli impressionisti al museo Puskin. Cosa non si fa per un po' di bellezza!

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    1. Gli autisti di Uber non offrono più, per la maggior parte, un servizio a tempo perso, ma lo fanno proprio di mestiere. Solo che i regolamenti e soprattutto la tassazione sono molto diversi da quelle dei tassisti, che subiscono una concorrenza sleale. E magari ti portassero a vedere il museo Puskin!

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  8. Leggerti è una necessaria doccia gelata per capire bene come va il mondo. E forse mi dà qualche ideuzza su chi non votare domenica ... Un abbraccio.

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  9. Tutto questo va in direzione esattamente contraria a quanto si dovrebbe fare per salvare l'ambiente. E pensare che in Colombia (non esattamente il primo paese che verrebbe in mente di citare come esempio) hanno investito sul trasporto pubblico, dotandosi addirittura di teleferiche! https://www.internazionale.it/notizie/ania-nussbaum/2016/06/14/funivia-cabinovia-trasporti-citta

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    1. Sì, ho sentito dire che la Colombia non è affatto male in termini di politiche ambientali. Quindi non bisogna per forza essere un paese ricco per rispettare l'ambiente.

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  10. Post molto bello, Silvia, e condivisibile sotto tutti i punti di vista. Grazie. Anch'io mi vanto di non aver mai preso Uber, passando per la cretina a cui va bene spendere di più. Non solo, quando prendo un taxi chiedo sempre al tassista come vanno le cose rispetto ad uber ed e' molto interessante sentire le loro opinioni sul fenomeno. Sono un po' il termometro della situazione.

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    1. Io a dirti la verità ho smesso di chiederlo, perché tanto me lo raccontano già spontaneamente, e sono sempre molto incazzati. E sì, anch'io passo sempre per la cretina che vuole spendere di più, ma in questo caso sono fiera di non avere il braccino corto :-)

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  11. Cara Silvia, era come se stessi descrivendo Auckland. Stessa cosa. A parte le auto che guidano da sole (che qua non si fanno ancora vedere) il traffico, Uber etc... stessa cosa. Sopravviveremo alla prossima disoccupazione di massa? Io sto imparando a pescare, male che vada, mi trasferisco su un'isola non ancora infestata dalla moltiplicazione dei droni (altro problema sempre più preoccupante). Un abbraccio.

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    1. Io ho comprato una guida alla raccolta e al consumo delle erbe selvatiche! :-D

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  12. Erano belle idee (uber ed airbnb che conosco meglio) ma si sono trasformate in un vortice tremendamente distruttivo :(

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    1. La colpa è dell'amministrazione cittadina, che non impone a questi nuovi servizi di pagare le tasse come gli altri.

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  13. Ma grazie per questo post! Un'illuminazione e un'analisi molto più intelligente di quella che riesco a balbettare io quando devo spiegare perché qui in Australia o in Italia non uso uber. Il mio istinto e la famiglia del mio compagno che vanta una lunga tradizione di english black cab taxi driver, mi hanno portato a decidere che la categoria taxi deve sopravvivere e quindi io chiamo il taxi e aspetto e pago la tariffa segnata sul conta km. I miei amici intellectual -chic pensano che io sia indietro e mi regalano incentivi per le corse di uber ma io resisto e adesso grazie a questo tuo post avrò anche più argomentazioni! L'analisi economica vale anche fuori US right?

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    1. Vale eccome! Ma lo sai che il tuo commento era finito nello spam e l'ho ritrovato solo adesso?

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  14. A Mumbai Uber è stata una rivoluzione in positivo. Se provi a salire su un treno urbano o su un autobus... auguri, lo facevo da giovane... ora faccio fatica. Gli Uber almeno lì sono tutti CNG e la gente usa soprattutto gli shared Uber. Molti tassisti tradizionali si sono convertiti a Uber. Io a Mumbai usavo spesso il servizio shared (non per risparmiare in soldi)... e di sicuro garantisce sicurezza per le donne, servizio tracciabile ecc ecc. Certo, in una città mostruosa dove camminare è praticamente impossibile e dove prendere un risciò è come fumarsi un pacchetto di sigarette (quando ti va bene...). Ora sn in un posto dove semplicemente si cammina o si va felicemente in bici ☺
    In quanto a veicoli non assicurati... fatti un giro nella mia Puglia.

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    1. Già, il traffico delle città indiane... ricordo ancora l'incubo di New Delhi. Il problema era che lì non ti muovevi proprio perché era tutto bloccato, e se andavi a piedi rischiavi tantissimo :-(

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  15. ah ma dai, qui in italia siamo indietro anni luce :(

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    1. Certe volte è meglio essere indietro anni luce, credimi!

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  16. Ho imparato ora che anche io sono parte della Gig economy in questo momento della mia vita e devo dire che é stimolante ma impegnativo. Sto cercando di trasformare il lavoro a tempo piú che completo (piú di 12 ore al giorno fuori di casa compreso il viaggio), a un lavoro tempo parziale e vari attivitá autonome. Detto questo, anche io boicotto Uber serialmente. Amici tassisti sono stati rovinati dalla presenza di Uber ed io stessa ho lavorato in passato com ciclista per un servizio di consegne a domicilio che funzionava come Uber ed a parte delle bellissime amicizie sul lavoro, per noi era disastroso: non c′erano garanzie di nessun tipo, la manutenzione, le spese mediche tutto a carico tuo, nessun orario perché guadagni talmente poco che alla fine lavori moltissimo per arrivare ad un guadagno decente. Insomma, NO a Uber in qualsisi paese.

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