lunedì 11 luglio 2011

Sul titolo del blog e su uno scrittore da scoprire

Molti conoscono il film di Fred Schepisi Sei gradi di separazione, che ha reso popolare la teoria omonima, secondo la quale ciascuno di noi può essere collegato a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze composta da non più di cinque intermediari.
Nel 1967 il sociologo americano Stanley Milgram  (l'ideatore del famoso Esperimento Milgram, che probabilmente aveva deciso di passare a qualcosa di più tranquillo) decise di testare quella che lui definiva "teoria del mondo piccolo" (altro nome suggestivo), scegliendo a caso un gruppo di americani del Midwest e chiedendo loro di mandare un pacchetto a un estraneo che abitava nel Massachusetts. Il mittente  - che conosceva il nome del destinatario, la sua occupazione e la zona in cui risiedeva, ma non l'indirizzo preciso - doveva spedire il pacchetto a una persona di sua conoscenza, che a suo giudizio avesse il maggior numero di possibilità di conoscere il destinatario finale. Quella persona avrebbe fatto lo stesso e così via, fino al raggiungimento del destinatario. Il pacchetto arrivò in media dopo soli cinque-sette passaggi: voilà, la teoria dei sei gradi di separazione era nata.

Ma forse non tutti sanno che in realtà la teoria aveva già visto la luce nel 1929, a opera dello scrittore ungherese Frigyes Karinthy (o Karinthy Frigyes, come si dice in ungherese). Romanziere, poeta, giornalista e traduttore, figura di grande importanza per la letteratura ungherese, Karinthy è stato il primo a proporre il concetto dei sei gradi di separazione nel suo breve racconto del 1929 Catene
Tutto questo l'ho scoperto grazie ad Andrea Rényi, la traduttrice che ha curato la versione italiana di Viaggio intorno al mio cranio, il volume edito da BUR che riunisce l'omonimo romanzo (con prefazione di Oliver Sacks) e il suddetto racconto.
Questa la sinossi: "Il fragore assordante di un treno di passaggio sorprende Frigyes Karinthy mentre, seduto al suo tavolo preferito in un elegante caffè di Budapest, è assorto nei propri pensieri. Ma non ci sono stazioni e non passano treni, nel centro della città. Il boato è in realtà una potente allucinazione. Dopo aver consultato specialisti di ogni tipo, lo scrittore scopre di avere un tumore al cervello e che un intervento chirurgico è la sua unica possibilità di sopravvivenza. E il 1936 e la neurochirurgia è in una fase pionieristica, ma di forte sviluppo. Karinthy va a Stoccolma e si affida alle mani di Olivecrona, allievo del grande Harvey Cushing. Il suo racconto dell'operazione, subita da sveglio, è - oltre che la prima testimonianza storica di questo tipo - un autentico capolavoro letterario : Karinthy flirta divertito con il presentimento della morte e trasforma il proprio viaggio negli abissi della malattia in una brillante esplorazione della natura umana."

Frigyes Karinthy
Questo, invece, è Dario Olivero su Catene: "Il testo di Catene è un discorso tra un gruppo di amici che parte da un assunto: come scriveva Chesterton, i filosofi si affannano a immaginare un cosmo grande, in realtà è piccolo. Tanto piccolo che, ecco la formulazione della teoria, 'selezioneremo una persona a caso fra il miliardo e mezzo che popola il pianeta, una qualsiasi, dovunque'. Poi scommettiamo che, passando per non più di cinque individui, fra cui un conoscente, possiamo entrare in contatto con quell’individuo. Esempio. Come entrare in contatto con un oscuro operaio della Ford? Soluzione: 'L’operaio conosce il capo officina, che conosce Mr Ford in persona, il quale ha buoni rapporti con il direttore generale dell’impero editoriale Hearst che ha avuto modo di conoscere il signor Pasztor che è un mio ottimo amico'."

Buona lettura!

7 commenti:

  1. Grazie, mi hai incuriosito molto! Lo cerco.

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  2. Un ottimo libro davvero! Splendido che tu ne abbia parlato, Silvia :) E poi Andrea è bravissima, praticamente una garanzia!

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  3. Scrivere il blog mi piace proprio perché mi permette di fare queste scoperte. Peccato che sto entrando in un tunnel di iperlavoro che non so quanto tempo mi lascerà per occuparmi dei miei post :-(

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  4. E io che mi credevo e invece non so niente...grazie per la segnalazione. La mia bibliotecaria si lamenta che il furgoncino del sistema bibliotecario da loro passa quasi solo per me.Le dirò che nell'ultimo mese è colpa (merito) tua!!!

    La teoria dei 5 passaggi della catena la sta sfruttando egregiamente Linkedin...

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  5. Molto lieta di tenere impegnata la tua bibliotecaria (oltre che di entrare nella tua catena su Linkedin)! Vediamo se mi riesce ancora... nei prossimi giorni, appena avrò un po' di tempo, vorrei tornare sui libri del buonumore, che contengono a loro volta qualche bella scoperta.

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  6. Silvia io temo che entrerò nel tunnel questo autunno...e sarà duretta.Sto preparando delle cose ora per trovarmele fatte per gli inserimenti autunnali.

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  7. Donna previdente!

    Lo sai che io e (soprattutto) Jonathon ci perderemo il Festival di Letteratura ebraica (e di conseguenza anche la tua amatriciana e la coda alla vaccinara) perché in settembre saremo ancora qui?
    :-((((((((((((((((((((((((((((((((((((((((((((((((

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