venerdì 14 settembre 2012

Perché abolire la pena di morte

Camera a gas a San Quentin, California
Nella progressista California, dove il 68% della popolazione è favorevole alla pena di morte, in novembre si voterà un referendum per abolirla: California Proposition 34, the End the Death Penalty Initiative.

Mentre gli europei si scandalizzano per questa barbara usanza, adducendo profonde argomentazioni filosofiche/religiose/giuridiche/morali/storiche/umanitarie per la sua abolizione, i californiani hanno trovato l'unico motivo che forse potrebbe funzionare: la pena di morte costa troppo.

Date un'occhiata al testo della Proposition 34: tra gli argomenti degli abolizionisti troviamo:

1) Repealing the death penalty will "save the state millions of dollars through layoffs of prosecutors and defense attorneys who handle death penalty cases, as well as savings from not having to maintain the nation's largest death row at San Quentin prison."
2) The death penalty is intrinsically wrong. (Questo sarebbe l'argomento filosofico/morale. Molto robusto e ben sviluppato, eh?)
3) "Our system is broken, expensive and it always will carry the grave risk of a mistake."
4) “SAFE California will provide public protection by keeping those truly guilty of death penalty crimes locked up for life, and in the meantime saving us millions of dollars that will be invested in crime-fighting measures leading to the apprehension of serious criminals.” -- John Van de Kamp, former Attorney General of California and former Los Angeles County District Attorney.
5) “[The death penalty] does not make our streets safer and it takes away resources from things that prevent violence, like keeping our kids in school and putting cops on the street. It also denies justice for thousands of grieving mothers who, like me, will never see their children’s murderer be held accountable for their crimes.” –Lorraine Taylor, Murder Victim Family
6) “We know that innocent people have been convicted of murder in California – three were released in 2011 after serving a total of 57 years – and that innocent people have been executed in other states. Nationwide, 140 inmates from death rows have been exonerated of the crimes for which they were wrongly convicted. In light of possible innocence, using the death penalty puts all Californians at risk of perpetrating the ultimate injustice of executing an innocent person[.]” – Bishop Cirilo Flores (ecco, almeno il vescovo parla del rischio di ammazzare qualche innocente).
7) “Life without parole protects public safety better than a death sentence. It's a lot cheaper, it keeps dangerous men and women locked up forever, and mistakes can be fixed.” -- Don Heller, SAFE California supporter and author of the 1978 initiative that reinstated the death penalty. 
8) A 2011 study by former prosecutor and federal judge Arthur Alarcón indicates that California has spent approximately $4 billion to execute 13 people since the death penalty was reinstated. The Alarcón report also indicates that implementing the death penalty in California costs $184 million dollars per year more than implementing sentences of life without the possibility of parole


29 commenti:

  1. Certo che in California costa troppo! Se fosse solo una questione di soldi perché non prendere esempio dalle fucilazioni di massa della Cina, o dalla lapidazione...È che la pena di morte andrebbe abolita dappertutto. E che i costi sono soprattutto costi etici, morali...

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    1. Costo etico-morale? Cos'è? Informazione non pervenuta :-(

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  2. Chissà che lo ritengano un buon motivo!

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    1. Vedremo... la California è un paese più complesso di quello che sembra. D'altronde proprio qui un referendum ha abolito i matrimoni gay.

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  3. Costa un bel po' gasare e iniettare di veleni la gente, eh?!
    Dico solo, a proposito del punto 6, che non va bene affatto che un vescovo abbia detto che si debba abolire perché si rischia di giustiziare innocenti. La pena capitale andrebbe risparmiata anche ai colpevoli! Ma diamine!!

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    1. Tra quello che noi "europei" diamo per scontato e quello che danno per scontato qui c'è un abisso che non finisce mai di sbalordirmi. Così come nessuno, dopo le recenti sparatorie di massa, ha osato dire che forse in questo paese c'è un problema con le armi, così il massimo della ragione etica per l'abolizione della pena di morte (e ragione addotta da un vescovo, appunto) sembra essere il pericolo dell'eliminazione di un innocente. L'Europa è piena di problemi, lo sappiamo, però su certe cose, rispetto a questi qua, siamo avanti anni luce.

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  4. Non sorrido su questo argomento.

    Non fanno certo onore alla California le ragioni addotte per togliere la pena di morte.
    Se le esecuzioni costano così tanto, chissà quanta gente ci specula sopra. Per di più, spesso la morte non è istantanea e allora la faccenda diventa davvero incivile e disumana (era più pietoso e meno costoso il vecchio boia, se mi concedete il riferimento).

    Naturalmente, anch'io sono contraria alla pena di morte, ma lo sono anche a come viene amministrata la cosiddetta giustizia, che tiene maggiormente conto dei diritti dei colpevoli, che di quelli delle vittime.

    E poi dicono che il crimine non paga.
    Paga, paga!
    Basti vedere com'è diffusa la corruzione.

    Rose :-(

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    1. Speculazione, certo. Quando si tratta di fare soldi, non si guarda in faccia a niente e a nessuno. E sicuramente non agli strati della società che più spesso finiscono in prigione.
      A proposito, qui il sistema carcerario è privato. Risultato:

      "Gli Stati Uniti d'America hanno la più numerosa popolazione carceraria del mondo. Con meno del 5% della popolazione mondiale, gli USA hanno circa il 25% della popolazione carceraria mondiale.
      Secondo un rapporto del Dipartimento di Giustizia USA del 2006, oltre 7,2 milioni di persone erano in quel momento in prigione o sotto varie forme di custodia, ossia circa 1 americano su 32.
      (...) Al secondo posto nella classifica mondiale viene la Repubblica Popolare Cinese con 1,6 milioni, ma con una popolazione complessiva oltre quattro volte maggiore di quella degli USA.
      Gli USA detengono il primato anche per il più alto tasso di incarcerazione: circa 751 persone in prigione per ogni centomila abitanti.[4] La Russia è al secondo posto con 627 prigionieri per ogni centomila abitanti. Confrontando con paesi culturalmente e socialmente simili, nel 2006, il tasso di incarcerazione nel Regno Unito [un altro paese con sistema carcerario privato] era di circa 148 persone per centomila residenti."

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  5. ... a me viene il dubbio che il motivo per cui non c'è la pena di morte in Italia è proprio per una questione economica, nascosta dietro motivi più alti.

    naturalmente la mia è una provocazione.

    in realtà quello che trovo sconcertante è la facilità con cui si punta il dito contro il prossimo, qui da noi, e la moda diffusa di utilizzare espressioni del tipo "ci vorrebbe la pena di morte".

    che il fatto di non applicarla, la pena di morte qui, non vuol dire esattamente che molta gente, compresa quella che punta il dito contro gli Stati Uniti, non la invochi a dismisura e oltranza rispetto a certi fattacci di cronaca.
    vedi chi si macchia di reati orribili, come pedofili stupratori.
    certi assassini, anche.

    e non vorrei che ci si dimenticasse dei processi e dei linciaggi in luogo pubblico spesso riservati a taluni delinquenti.
    la differenza con la lapidazione in piazza di certi paesi arabi non è poi così sottile.

    e allora, per tirare le somme, le contraddizioni affliggono tanti gli Stati Uniti quanto l'Italia.
    ed il discorso sarebbe ancora lungo, ma mi sono già dilungata.

    quanto a me, ciò che penso è che la pena di morte, così come la giustizia di piazza o di tv, che ormai è la stessa cosa, siano un'atroce barbarie.
    e cerco di evitare di invocare pene esemplari e di morte ogni volta che vengo a sapere di qualcosa che mi turba.

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    1. Sono d'accordo con te, il desiderio di applicare la legge del taglione è connaturato all'essere umano. Il problema, per tirare in ballo uno dei famosi argomenti "etici" di cui non vi è traccia nella Proposition 34, sorge quando lo Stato di arroga il diritto di esercitare la legge del taglione, anziché cercare di ricondurre gli umani istinti di vendetta all'interno di un contesto più "illuminato". Ci sono alcuni parametri con i quali si misura il grado di civiltà di un paese, e qualunque paese del mondo che continui a esercitare la pena di morte si trova, a mio parere, in uno stato di barbarie morale che nessuno sviluppo e ricchezza potranno mai compensare.

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  6. La California è uno di quegli Stati in cui può veramente succedere di tutto.
    La cosa interessante è che la pena capitale era già stata abolita in California nell'aprile del 1972 dalla Corte suprema statale, perché considerata pena crudele che come tale violava la costituzione statale (decisione People v. Anderson).
    Fu subito reintrodotta dai cittadini californiani tramite referendum popolare ("constitutional initiative") che nel Novembre del 1972 modificò la costituzione statale a questo fine.
    Sarà interessante vedere come si esprimeranno i cittadini in questa occasione. Di sicuro, se c'è un argomento a cui gli americani sono sensibili è il denaro; le questioni di principio - a meno che non li tocchino direttamente - le lasciano agli europei.
    D'altronde questo è un paese che ha fatto una rivoluzione al motto "no taxation without representation" :)

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    1. Grazie Gianluca. Secondo me non ci sono molte speranze che il referendum abbia successo, visto che il dato del 68% (68%!) a favore della pena di morte è piuttosto recente.
      D'altronde le sorprese della California sono dovute al fatto che questo è uno stato liberal solo sulle coste, mentre tutta la parte interna rurale è redneck land. Però quella percentuale mi fa pensare che anche molti democratici siano in favore della pena di morte, il che mi lascia davvero perplessa.

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    2. Penso di sì (democratici a favore della pena di morte). D'altronde molti democratici negli USA (e penso anche in California) sono anche a favore del diritto a portare armi.
      Vedremo cosa succederà: è possibile che la campagna informativa possa sortire qualche effetto. Inoltre, non è detto che tutti quelli che rientrano in quel 68% vadano a votare: molto spesso, in occasione di referenda e initiatives è l'astensione dal voto a determinare il risultato finale (perché basta la maggioranza semplice dei votanti e non c'è quorum partecipativo).

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  7. Per quel che ho potuto vedere, il problema qui in Usa e' che a votare, in genere, vanno quasi esclusivamente quelli che io chiamo estremisti. Il diritto di voto e' visto come un optional, non come un diritto, un dovere e un privilegio.

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    1. Verissimo. Alle ultime elezioni presidenziali la percentuale di votanti è stata del 56,8%: bassissima.
      Io ascolto orripilata i discorsi dei democratici "delusi" da Obama che dicono che questa volta non voteranno. Ora, premesso che sono d'accordo con i motivi della loro delusione, io che vengo da un paese dove alle elezioni siamo sempre stati abituati a turarci il naso e scegliere il meno peggio, trovo la loro decisione del tutto incomprensibile. Non capiscono che non votando si tirano solo la zappa sui piedi? Mi viene da dirgli: "ehi, sveglia! Come fate a sostenere la vostra tanto sbandierata democrazia, se non andate a votare?"

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  8. E' molto interessante. Ho inoltrato questo post a un mio amico attivista in Amnesty (io sono stata capogruppo per molti anni, ora non più).

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  9. cioè il concetto è millions of dollars!

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  10. Io forse son esagerata, ma son contraria anche al sistema carcerario di per se stesso, figuriamoci alla pena di morte.

    Magari ci hanno proprio visto giusto: vista la crisi, si è ancora più sensibili al portafoglio. Nel caso la proposta passasse, sarà uno dei pochi tagli per cui avrò di che rallegrarmi :)

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    1. Infatti! Stiamo a vedere cosa combinano, a cominciare da chi eleggono...

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  11. Bello questo post, ed interessanti tutti i commenti. Leggendo, quello che ho pensato e' che l'unico argomento che potrebbe far breccia nelle persone e' quello del denaro. Non il concetto di rieducazione, non quello di malattia mentale, che so, non quello di pentimento. Denaro, costi per la collettivita', ritorno sul singolo cittadino.
    Pero' hai ragione, sono anche io davvero scoraggiata. E dire che la California, culturalmente, e' molto piu' avanti di tanti altri Stati.

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    1. Grazie Lucy, hai toccato tre concetti importanti. Mi stupisce che negli argomenti degli abolizionisti non si parli di rieducazione e di pentimento (almeno il vescovo, accidenti!), ma riesco a immaginare perché non vengano considerati efficaci. Però quello che mi spaventa di più è che la malattia mentale non venga minimamente considerata (e infatti spesso i condannati a morte sono persone con problemi psichiatrici).

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  12. della serie meno male che c'e' il vescovo...
    io che nel mio piccolo di praticante legale di prigioni ne ho frequentate un paio (quella di opera e quella di pavia) posso dire che quando avevo a che fare con detenuti che in prigione si divertivano a organizzare tornei di calcetto o stavano ore a cazzeggiare giocando a carte e guardando il grande fratello nella sala comune, mi veniva il nervoso stratosferico, ma contemporaneamente credo che se uno e' colpevole di omicidio, ad ucciderlo gli fai solo un favore, sarebbe assai meglio fargli rimpiangere per tutta la vita quello che ha fatto
    ergo, io sarei per ritornare alla pratica dei lavori forzati, con il piccone, la zappa etc e la palla al piede per non scappare. Da noi per esempio a togliere macerie nelle zone colpite dai terremoti e a ricostruire. Negli states con tutti i ponti che hanno che cascano a pezzi. Se non a livello di gestione del rimorso, quanto meno potrebbe essere un argomento economicamente valido, no?

    ps, nella mia piccolissima esperienza americana, l'unico posto dove ho incontrato dei razzisti e' stata proprio la cosiddetta avantissima california...a vedere come la gente trattava i messicani che lavoravano nei negozi o come inservienti c'era da vomitare

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    1. Sì, qui i detenuti lavorano (per esempio, le targhe della macchine le fanno in prigione), ma se non sbaglio non quelli nel braccio della morte, che stanno lì mantenuti per anni in attesa solo di morire: questo è un altro argomento degli abolizionisti.
      Quanto al razzismo, io non ho viaggiato nell'America "profonda", ma so che nel sud è pesantissimo. Non l'ho mai avvertito molto a New York, l'unico posto dove ho visto una vera integrazione razziale e una classe media nera. Qui a SF, la patria dei radical chic, i messicani sono trattati piuttosto male, ma i neri sono praticamente spazzatura.

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    2. Quando vivevo alla pari in una facoltosa famiglia del Kentucky, il padre spesso mi chiamava cordialmente "crazy wop" che, detto con uno spirito diverso, non sarebbe stato un complimento.
      Sulle possibili origine del termine "wop", riferito agli italiani, c'è una risposta esaustiva qui:
      http://answers.yahoo.com/question/index?qid=20080311205901AA00vM6

      Comunque il razzismo non conosce confini e ho l'impressione che ogni popolo lo esprima verso qualcuno. :-(

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  13. Quoto Elle ma anche Rose (l'ultima affermazione) ma anche gli altri amici che mi hanno preceduta.
    Lo stato boia è quanto di più incivile possa esistere. Questo argomento, più di altri, mi fa terribilmente soffrire. Non aggiungo altro ma solo questo, urlato a più non posso: ABOLISH DEATH PENALTY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  14. Penso che l'idea della California, di sottolineare il discorso economico, e' molto "intelligente", perche' moltissimi americani, non vorrei dire la maggioranza, ma diciamo gli stessi americani che si ritengono pro-life, che venerano il second amendment come se fosse un passaggio del vangelo, ecco questi americani sono in favore della pena di morte, e davvero l'unico argomento che potrebbero sentire e' quello legato ai tagli alle spese pubbliche. Dovrebbero coinvolgere i tea party crazies ....

    Ho scritto questo commento, poi ho letto gli altri e visto che l'argomento era gia' stato toccato...

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    1. Infatti, così mi dicono tutti quelli che cercano di mitigare la mia reazione scandalizzata. Ma non c'è niente da fare, non mi abituo, non mi abituo...

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