sabato 29 marzo 2014

Mai ci eravamo annoiati, di Renata Adler


"Una volta ho visitato l’Università della California a Santa Cruz. Era ricca, e vicina al mare, e piena di sequoie. Gli studenti che non avevano voglia di andare a lezione a piedi venivano trasportati in calesse. Non c’era modo di organizzare uno sciopero studentesco, perché era permesso quasi tutto. A lezione non venivano segnate le presenze. L’unico modo per scioperare era andare a lezione con una fascia nera al braccio, simbolo degli scioperanti. Gli studenti volevano scioperare a favore degli abitanti di Santa Cruz, che li detestavano. Lo sciopero consisteva in un boicottaggio dell’uva. Gli studenti picchettavano i negozi che vendevano uva. Gli abitanti compravano tutta l’uva e la sventolavano in faccia agli studenti. Non c’era alcuna comprensione reciproca. I poliziotti erano lì per proteggere gli studenti dagli abitanti armati di bastone. Gli studenti pensavano che gli abitanti fossero oppressi dai poliziotti. L’istruzione, forse, a suo modo, ne soffriva. «Qui l’unico modo per ottenere il numero legale in classe» mi ha detto un professore «è con un corso in Addestramento alla Sensitività o Meditazione Trascendentale.» Me ne sono andata presto."

Renata Adler, Mai ci eravamo annoiati, traduzione mia
 © 2014 Mondadori, Milano

Per saperne qualcosa di più, leggete QUI.

31 commenti:

  1. " non c'era modo di organizzare uno sciopero studendesco perché era permesso quasi tutto..." : mi piace la maniera con cui scrive (e anche quella con cui è tradotta)!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Renata Adler è una grande scrittrice! Ho aggiunto un link a una recensione pubblicata sul Sole 24 Ore.

      Elimina
  2. a stare dietro a te Silvia non ci si annoia mai :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qualche giorno fa ho pensato a tutte le cose che ho da fare e mi è venuta l'insonnia!

      Elimina
  3. Non la conoscevo e il brano che hai pubblicato mi piace molto. Finisce dritto nell'elenco di libri che dico a mia madre di comprare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' un libro molto particolare, credo che ti piacerebbe.

      Elimina
  4. Conosco la traduttrice , sto leggendo un libro tradotto da lei :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il libro dell'ignoto, di Jonathon Keats, veramente particolare, diverso da tanti libri letti... ora continuo.

      Elimina
    2. Ah, che bello, il mio libro preferito!! ;-)

      Elimina
  5. Eh eh: sembra divertente! ;-D
    Ma è la prima volta che esco con questo titolo? perchè mi sembra una frase nota (magari lo è per altro e io non lo so... scusa l'ignoranza!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, il titolo originale è "Speedboat", ed ara uscito molto tempo fa in un'altra edizione dal titolo "Fuoribordo".

      Elimina
  6. Mi tenta, sì, mi tenta parecchio, non l'ho mai letta ma il tuo estratto è promettente. E poi, senza ipocrisia, la tua traduzione è una sicurezza di buona lettura. Da quando conosco te, e questo non mi fa onore (nel senso che avrei dovuto cominciare ben prima) ci guardo sempre ai traduttori, e sto imparando quasi a riconoscerli, o a dire "la scrittura di quello mi piace di più della scrittura di quell'altro". Grazie per questo allargamento di vedute :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te, quello che dici mi fa molto piacere. Mi sembra di notare che ultimamente ci sia più attenzione al lavoro dei traduttori, forse perché a furia di insistere siamo riusciti finalmente a farci sentire :-)
      Il libro è bello, molto particolare, e decisamente non facile da tradurre!

      Elimina
  7. Che brano interessante e che ricordi, visto che nel corso dell'ormai lontano viaggio di nozze una puntatina a Santa Cruz l'avevamo fatta... e in effetti mi è sembrata proprio come la descrive Adler, molle e svagata. Grazie della dritta, ecco un altro libro da aggiungere alla lista dei desideri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brava, molle e svagata è perfetto! Poi tieni conto che è la California descritta da una newyorkese.

      Elimina
    2. Scusa se torno su un post vecchio, ma... sai che faccio una fatica tremenda a leggerlo, questo libro?
      Non per la traduzione, eh, ma perché è una prosa talmente veloce e senza trama che arrivo ad un certo punto e mi sento tremendamente disorientata.

      Ma come hai fatto a tradurlo?! Io mi affatico solo a leggerlo!

      Elimina
    3. Non facile da tradurre, non facile da leggere. Lasciati prendere dal flusso!

      Elimina
  8. il brano è molto intrigante e sapere che la traduzione è opera tua è una garanzia ulteriore che sarà una buona lettura. Oggi vado a cercare il libro

    RispondiElimina
  9. brava Silvia!! ora lo segnalo a mia madre! :-) tanto poi so che verra' passato a me…eh!eh!

    RispondiElimina
  10. Ora sono in moratoria, non leggo nulla di anglosassone, ma questo libro sembra affascinante, e lo tengo presente anche per regalarlo agli amici appassionati degli States. Complimenti, Silvia!

    RispondiElimina
  11. Vado a leggere la recensione.
    Ma tutto il libro è fatto di frasi brevi e tanti punti?

    RispondiElimina
  12. sai che io ormai leggo in italiano solo quello che traduci tu, perche' mi piace come scrivi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mia cara, questo è un bellissimo complimento, e pure di buon auspicio oggi che comincio a scrivere una cosa mia :-)

      Elimina
  13. Concordo con Valentina VK. Le tue traduzioni sono una garanzia. Mi sono trovata a consigliare giorni fa un libro da te tradotto a mia madre. Le e' piaciuto cosi' tanto che lo ha letto in un giorno... :)

    In attesa di quel che scriverai tu! Laura

    RispondiElimina
  14. non la conoscevo, grazie per l'indicazione

    RispondiElimina