lunedì 3 ottobre 2011

Vado in Italia a parlare un po' di traduzione

È arrivato il momento di ripartire. Martedì mi imbarcherò (nel tardo pomeriggio: urrà! Stavolta niente trauma da risveglio precoce!) per il lunghissimo, interminabile viaggio verso l'Italia. Il giorno in cui potrò permettermi un biglietto di business class, smentirò lo stupido proverbio secondo cui il denaro non darebbe la felicità. 

Saluto San Francisco, che rivedrò fra poco meno di tre mesi.
 


 















E saluto i miei amici pappagalli (di cui ho parlato qui), che proprio in questi giorni sono tornati sul melo di fronte alla mia finestra.

 


In questi mesi andrò alla Scuola Holden a parlare di traduzione. Parlerò di autori americani, che sono quelli che traduco più spesso. Di Jonathan Franzen, prima di tutto. Ma anche di  Don DeLillo, Junot Díaz, Denis Johnson e Amy Hempel. E poi magari anche di altri.

Sarò a Torino il 20 e il 28 ottobre, e poi il 10 e il 17 novembre. Se passate di lì, venite a salutarmi.

14 commenti:

  1. Buon viaggio!
     
    Io odio preparare la valigie e neanche riesco ad immaginare l’idea di farle per star via tre mesi! Non ti invidio.

    Ovviamente in bocca al lupo per i corsi. Mi piacerebbe riuscire a passare.
    Ieri ho visto The Sunset Limited di McCarthy. Veramente splendido…
    Che begli autori traduci.

    RispondiElimina
  2. Buon viaggio, interminabile davvero...
    Anche se io amo fare e disfare valigie!

    Traduci anche McCarthy? Sto leggendo "Suttree" e ho pronto in lista anche "Blood Meridian". Mi sto appassionando agli autori americani contemporanei da qualche anno, sarebbero interessanti i tuoi workshops. Buon lavoro!

    RispondiElimina
  3. Have a good trip!
    Dopo i miei avanti e indietro da Auckland capisco cosa intendi dire. Per me sono 24 ore di volo (non conto i cambi, che sono tre...) più il treno da Roma o Milano fino a Carrara... Incubo.
    Se capiti da queste parti (Marina di Carrara) sei la benvenuta.

    RispondiElimina
  4. Arriverò a Torino proprio il 28 ma solo in serata! Roma niente?

    Buon viaggio Silvia!

    RispondiElimina
  5. mi piacerebbe tanto venire a sentirti, buon lavoro e buon viaggio!

    RispondiElimina
  6. C'e' poco da fare, tu hai tanto da dire! Io quando vado in Europa ci sto una settimana! :-)

    RispondiElimina
  7. Silvia,
    questa volta ci vediamo?
    :)

    RispondiElimina
  8. @Chottomatteo: le valigie sono il meno, visto che ormai ho un semiguardaroba anche qui, e quando mi muovo trasporto quasi solo libri. La cosa peggiore è il viaggio. Io non credo nell'esistenza del jet lag: quello che comunemente si chiama così, in realtà dovrebbe chiamarsi "esaurimento da lungo viaggio con il collo torto e le ginocchia in bocca".

    RispondiElimina
  9. @Elle: di McCarthy ho tradotto solo il primo romanzo "Il guardiano del frutteto". Quando avrai finito quei due, dimmi cosa ne pensi. Io sinceramente ho avuto dei problemi con "Blood Meridian".

    RispondiElimina
  10. @Matteotelara: 24 ore? Tre cambi? E quando arrivi riesci ancora a salire sul treno? Immagino che una volta che sei in ballo, poi vai. La cosa peggiore è pensarci prima, quando tutto il tuo essere ti dice "nooooo! io di qui non mi muovo!!"

    @Lucy: peccato che non riusciamo a vederci a Torino, ma non è detta l'ultima parola. Io voglio SEMPRE venire a Roma!

    @Nonsisamai: grazie!

    @Emigrante: ma sai, questa volta cominciavo proprio ad ambientarmi...

    RispondiElimina
  11. @Lola: io sarò sul lago fino al 28 dicembre, con qualche spostamento tipo Torino e una settimana in Germania nel mezzo. Organizziamoci!

    RispondiElimina
  12. silvia, ma me lo fai apposta?
    a giugno sono venuta a san francisco e non c'eri... ora ci torno a meta' novembre e tu non ci sei di nuovo :-(

    a questo punto pretendo una tua visita a san diego! :-)

    RispondiElimina
  13. Nooo! Era questa la cosa che "non potevi" dire un po' di tempo fa? Guarda, ormai mi sono rassegnata a trovarmi sempre nel posto sbagliato, me ne sono capitate troppe del genere, ultimamente!
    Però lo sai che la visita a San Diego non è affatto una cattiva idea? :-)

    RispondiElimina
  14. no, quella era un'altra cosa, che ora pero' si puo' dire: il marito aveva avuto una proposta di colloquio da SF, quindi "attimi di panico", ma poi tutto e' tornato a tacere :-)

    bene bene per la visita a San Diego!

    RispondiElimina