Finalmente l'Hangar Bicocca è diventato raggiungibile. Con la nuovissima linea lilla (Milano
è ora forse l'unica città al mondo ad avere una linea lilla), si può
scendere alla fermata Ponale, farsi un pezzetto a piedi in mezzo a una
landa desolata senza marciapiedi e raggiungere il magnifico spazio
"pensato e voluto da Pirelli", "nato nel 2004 dalla riconversione di un
vasto stabilimento industriale appartenuto all'Ansaldo-Breda". A me
l'Hangar Bicocca piace da matti. In questi giorni, fino al 9 febbraio,
ci trovate Islands, una bella mostra antologica di Dieter Roth (che avevo già incontrato all'Hamburger Bahnhofdi
Berlino), che si trova perfettamente a suo agio nel maestoso spazio
industriale dell'Hangar. E poi naturalmente c'è sempre la mitica
installazione permanente di Anselm Kiefer, quei Sette Palazzi Celestiche lasciano senza fiato per la loro imponente bellezza.
Per la serata, invece, un po' di rock al Nidaba (io
veramente cercavo jazz, ma a quanto pare a Milano o paghi uno
sproposito per andare al fighetto Blue Note, oppure ciccia jazz. In
tutti i locali quella sera si suonava rock. Che nostalgia del
Capolinea). E per finire un salto al Bar Darsena,
dove Peppuccio sbraitava "amate la musica, teste di cazzo!", mentre due
hipster lo riprendevano con la telecamera. Hipster che, abbiamo poi
scoperto, stavano girando un documentario su Milano per il New York Times. Pare che uscirà a febbraio.
Pensa che io I Sette Palazzi Celesti li andai a vedere nel 2005 appena installati! Ricordo che quando arrivai nell'area (forse con un bus?) non trovai ne' indicazioni ne' persone in strada a cui chiedere. Gironzolai per una mezz'oretta finche' non incontrai un gruppo di grafitisti che mi aiuto' a trovare la strada. Ancora credo sia uno dei posti piu' belli abbia mai visitato... http://www.antorra.com/i-sette-palazzi-celesti/
Milano sta diventando una landa desolata per il jazz. Un nostro amico qualche tempo fa ha deciso di abbandonare il lavoro per dedicarsi completamente alla musica (è un contrabbassista jazz). Poco prima di Natale ha dovuto ricominciare a lavorare come attrezzista, perché nessun gestore - a parte il Blue Note, ovviamente, ma ci puoi entrare solo se sei Miles Davis. O, peggio ancora, Joe Bastianich, che probabilmente ha comprato l'esibizione a suon di cene nei suoi ristoranti stellati- spende qualcosa per organizzare una serata. Siamo stati a sentirlo la primavera scorsa in un'enoteca a due passi dal Blue Note: c'eravamo noi tre e le famiglie degli altri componenti del quartetto. Una tristezza infinita.
Che poi un locale come il Blue Note, così caro e fighetto, mi sembra proprio l'anti-jazz. Mah, non vorrei allinearmi ai soliti apocalittici, ma questo mi sembra un altro segnale di decadenza culturale (http://www.lastampa.it/2014/01/20/blogs/diritto-di-cronaca/italiani-in-fuga-anche-dalla-cultura-CQnGICtjvvTtYUVPy4BZ5L/pagina.html). Mi hanno parlato della Buca di San Vincenzo, lo conosci?
Confermo, anche mio marito suona(va), il suo lavoro pagato (da notare la differenza), si mangia sempre più il suo pochissimo tempo libero anche a discapito della musica, ma mi diceva che ad oggi si fa fatica anche a trovare i soldi per mantenere vive rassegne jazz di valore storico. Allo stesso tempo si fa sempre più fatica a vedere suonare gli storici jazzisti milanesi ancora in vita e gli anni per loro sono tanti... Una tristezza....
Sulle rassegne pubbliche capisco, fanno parte dei massicci tagli alla cultura degli ultimi anni. Ma sulla chiusura dei locali... è nato prima l'uovo o la gallina? L'Italia non è un paese per jazzisti? D'altronde l'ultima volta Enrico Rava l'ho sentito a San Francisco...
Bello quello spazio! Ricordo bene anche il bar. Io ci vidi, oltre ai palazzi celesti che mi piacquero un sacco (ho anch'io il reportage fotografico, un'installazione sonora dal titolo "from here to ear" di Boursier-Mougenot, che penso sarebbe piaciuta anche a te :) Da un sito "From here to ear, per ascoltare improvvisazioni al volo. Gli uccellini (fringuelli) liberi di volare nello spazio, si appoggiano su chitarre elettriche amplificate o piatti polisemici - perché strumenti da percussione e insieme contenitori di appetitosi semi - componendo casualmente melodie dissonanti, in uno spazio controllato e allestito a regola d'arte."
Per il jazz stendiamo un velo pietoso, finalmente qua ho capito cosa sia un vero jazz club dove la gente va a sentire la musica e basta, pochi fronzoli e niente cena servita dal cameriere superstellato. E dove un bicchiere di alcol qualsiasi non costa piú di 2 euro.
E che odio i nani da giardino, han fatto bene a rinchiuderli.
Ma che meraviglia, l'installazione con i fringuelli! L'ho googlata estesamente (tipo qui), e mi piace tantissimo. E sì, il jazz club è quello e nient'altro. Già il jazz center di SF è un po' un'aberrazione, perché se metti il jazz in teatro secondo me lo ammazzi, però è già meglio del locale da 40 euro con il tintinnio di posate in sottofondo.
è un po' che non ci vado, ma mi piace sempre tantissimo quello che succede in quello spazio. E i Sette Palazzi Celesti di Kiefer sono tra le opere più impressionanti che abbia visto. A me tolgono sempre il fiato qaundo ci cammino sotto.
Non è che mi piacciano proprio tutte queste installazioni (almeno a vederle in foto). Devo dire però che i sette palazzi celesti vanno dritti al cuore. Grazie per la segnalazione. Dovrei muovermi più spesso......
Grazie! Penso che la prossima volta che vengo a Milano mi spingerò con la mitica linea lilla fino alla'Hangar Bicocca: i sette palazzi di Kiefer valgono da soli la spericolatezza del viaggio!
ma il nano nel cioccolato riesce a mandarla una cartolina ad Amelie?
RispondiEliminaSarà il suo ultimo gesto prima di venire rinchiuso :-D
EliminaFantastici gli gnomi nel cioccolato! Non credo riuscirò a spostarmi da qui nei prossimi 20 giorni, ma linko il tuo post agli amici milanesi :)
RispondiEliminaL'Hangar Bicocca vale sempre la pena di vederlo, in ogni caso!
EliminaPensa che io I Sette Palazzi Celesti li andai a vedere nel 2005 appena installati! Ricordo che quando arrivai nell'area (forse con un bus?) non trovai ne' indicazioni ne' persone in strada a cui chiedere. Gironzolai per una mezz'oretta finche' non incontrai un gruppo di grafitisti che mi aiuto' a trovare la strada. Ancora credo sia uno dei posti piu' belli abbia mai visitato... http://www.antorra.com/i-sette-palazzi-celesti/
RispondiEliminaSì, una bellezza mozzafiato in mezzo a quella landa desolata. Naturalmente le tue foto rendono quella bellezza mille volte meglio delle mie!
EliminaMilano sta diventando una landa desolata per il jazz. Un nostro amico qualche tempo fa ha deciso di abbandonare il lavoro per dedicarsi completamente alla musica (è un contrabbassista jazz). Poco prima di Natale ha dovuto ricominciare a lavorare come attrezzista, perché nessun gestore - a parte il Blue Note, ovviamente, ma ci puoi entrare solo se sei Miles Davis. O, peggio ancora, Joe Bastianich, che probabilmente ha comprato l'esibizione a suon di cene nei suoi ristoranti stellati- spende qualcosa per organizzare una serata. Siamo stati a sentirlo la primavera scorsa in un'enoteca a due passi dal Blue Note: c'eravamo noi tre e le famiglie degli altri componenti del quartetto. Una tristezza infinita.
RispondiEliminaChe poi un locale come il Blue Note, così caro e fighetto, mi sembra proprio l'anti-jazz. Mah, non vorrei allinearmi ai soliti apocalittici, ma questo mi sembra un altro segnale di decadenza culturale (http://www.lastampa.it/2014/01/20/blogs/diritto-di-cronaca/italiani-in-fuga-anche-dalla-cultura-CQnGICtjvvTtYUVPy4BZ5L/pagina.html).
EliminaMi hanno parlato della Buca di San Vincenzo, lo conosci?
Confermo, anche mio marito suona(va), il suo lavoro pagato (da notare la differenza), si mangia sempre più il suo pochissimo tempo libero anche a discapito della musica, ma mi diceva che ad oggi si fa fatica anche a trovare i soldi per mantenere vive rassegne jazz di valore storico. Allo stesso tempo si fa sempre più fatica a vedere suonare gli storici jazzisti milanesi ancora in vita e gli anni per loro sono tanti... Una tristezza....
EliminaSulle rassegne pubbliche capisco, fanno parte dei massicci tagli alla cultura degli ultimi anni. Ma sulla chiusura dei locali... è nato prima l'uovo o la gallina? L'Italia non è un paese per jazzisti? D'altronde l'ultima volta Enrico Rava l'ho sentito a San Francisco...
EliminaBello quello spazio! Ricordo bene anche il bar.
RispondiEliminaIo ci vidi, oltre ai palazzi celesti che mi piacquero un sacco (ho anch'io il reportage fotografico, un'installazione sonora dal titolo "from here to ear" di Boursier-Mougenot, che penso sarebbe piaciuta anche a te :)
Da un sito "From here to ear, per ascoltare improvvisazioni al volo. Gli uccellini (fringuelli) liberi di volare nello spazio, si appoggiano su chitarre elettriche amplificate o piatti polisemici - perché strumenti da percussione e insieme contenitori di appetitosi semi - componendo casualmente melodie dissonanti, in uno spazio controllato e allestito a regola d'arte."
Per il jazz stendiamo un velo pietoso, finalmente qua ho capito cosa sia un vero jazz club dove la gente va a sentire la musica e basta, pochi fronzoli e niente cena servita dal cameriere superstellato. E dove un bicchiere di alcol qualsiasi non costa piú di 2 euro.
E che odio i nani da giardino, han fatto bene a rinchiuderli.
Ma che meraviglia, l'installazione con i fringuelli! L'ho googlata estesamente (tipo qui), e mi piace tantissimo.
EliminaE sì, il jazz club è quello e nient'altro. Già il jazz center di SF è un po' un'aberrazione, perché se metti il jazz in teatro secondo me lo ammazzi, però è già meglio del locale da 40 euro con il tintinnio di posate in sottofondo.
è un po' che non ci vado, ma mi piace sempre tantissimo quello che succede in quello spazio. E i Sette Palazzi Celesti di Kiefer sono tra le opere più impressionanti che abbia visto. A me tolgono sempre il fiato qaundo ci cammino sotto.
RispondiEliminaSì, devo assolutamente portarci Mr K.
EliminaIeri ho cercato le foto che avevo fatto e ho scritto un posto. Sì, portalo...
Eliminaquando morirò seppellitemi come avete fatto coi nani
RispondiEliminaIn un parallelepipedo di cioccolato solido? Ma non è meglio da viva?
Eliminaora che mi ci fai pensare...
EliminaKiefer meraviglioso, come sempre!
RispondiEliminaquanto ai nani, quando torni a Berlino potresti inorridire passeggiando per Dahlem...
Mi sa che c'erano pure a Friedenau...
EliminaNon è che mi piacciano proprio tutte queste installazioni (almeno a vederle in foto). Devo dire però che i sette palazzi celesti vanno dritti al cuore.
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione. Dovrei muovermi più spesso......
Ovviamente le foto non rendono affatto. L'effetto d'insieme è molto bello.
EliminaPenso anch'io che vada considerato nell'insieme. Comunque non mi riferivo alle foto in sé, che sono belle belle, ma alle singole opere.
EliminaGrazie! Penso che la prossima volta che vengo a Milano mi spingerò con la mitica linea lilla fino alla'Hangar Bicocca: i sette palazzi di Kiefer valgono da soli la spericolatezza del viaggio!
RispondiEliminaLa linea lilla è da vedere! E' *moderna*, come quella di Torino!
EliminaInsomma, a Milano c'è vita... una novità, come se la trovassimo su Marte ;)
RispondiEliminaEhm, infatti l'amico che era con me continuava a ripetere "non sembra neanche di essere a Milano"...
EliminaMa dai! A me è sempre sembrata, seppure coi suoi difetti (il clima e il carovita su tutti) una città abbastanza vivace e viva...
EliminaIn effetti non la conosco abbastanza per criticarla... però diciamo che dal punto di vista estetico potevano trattarla un po' meglio.
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