martedì 27 novembre 2012

Come si risponde al Ku Klux Klan

Nel 1970, poco dopo la sua elezione a procuratore generale dell'Alabama, il ventinovenne Bill Baxley riaprì il caso dell'attentato alla chiesa battista che era costato la vita a quattro bambine di colore nel 1963. L'impegno di Baxley per risolvere quel caso, che in precedenza era stato chiuso frettolosamente, gli attirò molta ostilità da parte dei Klansmen locali. Nel 1976 ricevette una lettera di minacce dal suprematista bianco Edward R. Fields, fondatore dello "National States' Rights Party" e "grande drago" del Nuovo Ordine dei Cavalieri del Ku Klux Klan.

La risposta di Bill Baxley, scitta sulla carta intestata ufficiale, è riprodotta qui sotto.

L'anno successivo
un membro degli United Klans of America di nome Robert Chambliss venne riconosciuto colpevole dell'attentato. Rimase in carcere fino alla morte, avvenuta nel 1985.


25 commenti:

  1. Risposte
    1. A volte niente è più efficace di un bell'insulto.

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    2. Non lo considererei un insulto, quanto più un "invito" ;)
      Il che lo rende ancor più degno di nota!

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  2. Baxley di certo non usava francesismi, ma sapeva spiegarsi molto bene.

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  3. e come avrebbe potuto rispondergli altrimenti...

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  4. ce ne fossero di più di uomini così

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  5. Certo che anche il "Dr." tra virgolette non e' male.
    Hai visto la hate map del Southern Poverty Law Center? Fa paura, in particolare se si pensa che siamo nel 2012.

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    1. Oddio, ci sono anche i Neo-Nazi di San Francisco. Mi sa che ci farò un post.

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    2. Voi avrete pure i Neo-Nazi ma noi pur essendo uno stato non grandissimo abbiamo 65 gruppi diversi. Siamo equal opportunity haters!
      Che orrore.

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  6. Concordo, lettera meravigliosa.
    Particolare delle virgolette incluso.

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  7. Direi incisiva. Ed esauriente.
    Chissà se in Italia funzionerebbe allo stesso modo o ti ritroveresti cementificato nel ponte sullo stretto di Messina (hanno sacchi e sacchi di cemento da usare, e cominciano a puzzare, da lì una certa ansia di concludere...)

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  8. Cara Silvia, in questa uggiosa mattinata novembrina mi hai già messo di buon'umore.
    Lettere così, purtroppo, non se ne scrivono più.
    Ciao.

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  9. Scusa, è la prima volta che passo di qui, e non vorrei fare qualche paurosa gaffe. Scrivi nel post del "suprematista bianco Edward R. Campi", ma... non si chiamava Fields?

    Lele

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    1. Oops, hai ragione, grazie! L'errore era nella versione originale di "Letters of Note", credo; loro poi l'hanno corretto e io no. Provvedo subito!

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