domenica 30 ottobre 2011

Sul tradurre/3

Sempre perché in questi giorni, oltre che a praticare la traduzione, ne sto anche parlando, vi offro questo brano, tratto dal capitolo sulla traduzione del bel libro di Fruttero & Lucentini I ferri del mestiere (Einaudi, 2003).

Carlo Fruttero, noto soprattutto per i libri scritti insieme a Franco Lucentini, è anche un grande traduttore, che ci ha regalato la versione italiana di Beckett, Ellison e molti altri. La sua traduzione dei Nove racconti di Salinger (Einaudi, 1962) è un capolavoro.


Carlo Fruttero
"...Il problema del tradurre è in realtà il problema stesso dello scrivere e il traduttore ne sta al centro, forse ancor più dell'autore. A lui si chiede di essere insieme, e a freddo, Napoleone e il suo più infimo furiere, di avere lo sguardo d'aquila dell'uno e la maniacale pignoleria dell'altro. Gli si chiede di dominare non una lingua, ma tutto ciò che sta dietro una lingua, vale a dire un'intera cultura, un intero mondo, un intero modo di vedere il mondo. E di sapere annettere imperialisticamente questo mondo a un altro del tutto diverso, trasferendo ogni sfumatura, registro, accento, allusione, tonalità entro i nuovi confini. Gli si chiede infine di condurre a termine questa improba e tuttavia appassionata operazione senza farsi notare, senza mai salire sul podio o a cavallo. Gli si chiede di considerare suo massimo trionfo il fatto che il lettore neppure si accorga di lui. 
... Il traduttore è l'ultimo, vero cavaliere errante della letteratura."

14 commenti:

  1. Grazie Silvia. Altre bellissime parole che fanno riflettere. La definizione del traduttore come cavaliere errante della letteratura, poi semplicemente mi lascia senza fiato.

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  2. Ho saltato volutamente la parte precedente del paragrafo, quella che dice: "Appunto per questo i cinici editori l'hanno sempre retribuito male. Essi sanno di aver a che fare con un asceta, un eroe essenzialmente disinteressato, pronto a dare tutto se stesso in cambio di un tozzo di pane e a scomparire nel crepuscolo, anonimo e sublime, quando l'epica impresa è finita."
    Non c'è bisogno che ti spieghi perché le ho saltate, direi... ;-)

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  3. Bellissime parole! Anche io sono una traduttrice e mi ritrovo molto nel paragrafo citato. E anche in quello non citato, a dire la verità!

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  4. Ciao Alice, benvenuta! Traduci dal giapponese?

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  5. Grazie Silvia!
    Sì, traduco dal giapponese, per lo più manga.

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  6. Ah, interessante! Non conosco nessuno che traduce dal giapponese, anche se negli ultimi tempi il Giappone è sempre più presente nei miei pensieri (proprio in questi giorni sono in Germania a trovare una mia cara amica giapponese, di cui ho parlato qui: http://ninehoursofseparation.blogspot.com/2011/03/beautiful-artists4-mariko-nagai-writer.html
    e qui: http://ninehoursofseparation.blogspot.com/2011/08/forgetting-stone-mariko-nagais.html)
    Quanto mi piacerebbe saperne di più!

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  7. Il giapponese è una lingua magnifica! E molto stimolante anche perché ha dei meccanismi molto diversi dalla nostra (e anche dalle altre lingue "europee") di intrecciarsi alla cultura, di esprimere gli stati d'animo... Lo so, è difficile da spiegare, comunque è bella!

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  8. Bene bene, oggi ho in programma una giornata rilassante in compagnia di Mariko, credo proprio che le farò un po' di domande...

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  9. Sono commosso, e deliziato nel leggere parole bellissime che mi ricordano, oltre alla funzione preziosissima dei traduttori, quanto sia ricca di sfumature la lingua Italiana...Ma forse dovrei dire, dopo aver letto i commenti, quanto a prescindere siano ricche tutte le lingue! Che cosa affascinante, la vita e' davvero troppo breve per conoscere ed esplorare le meraviglie della creazione umana...In questo, cari traduttori, sono un ammiratore un po' geloso della vostra competenza, perche' e' come se voi aveste in mano una chiave in piu', per capire l'uomo e i suoi pensieri. Grazie! Senza di voi, resteremmo isolati nel nostro particolare.

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    1. Grazie Sandro, anche le tue parole sono bellissime. E tu ne hai in mano altre, di chiavi in più!

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    2. Carissima Silvia, come vorrei che tu avessi ragione! Diciamo che il potere dell'arte potrebbe essere quello di essere un "linguaggio universale" senza bisogno di interpreti...Ma sappiamo invece che non e' sempre cosi', e spesso mi trovo spiazzato e all'oscuro davanti a certe opere anche se dovrei avere il vantaggio della chiave in piu'...Tornando alla lingua Italiana, rinnovo l'apprezzamento per il tuo blog, che mi offre l'opportunita' di fare tanti buoni propositi di lettura per il 2012... ;-) Grazie!

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  10. Silvia, grazie per questo splendido omaggio...ho appena tradotto un libro e ne sto traducendo un altro per una piccola casa editrice in cui credo molto ma che non ha grosse possibilità economiche...i miei amici mi considerano un'ingenua (o peggio!) ma io sono davvero contenta di farlo soprattutto perché amo il francese e i libri che sto traducendo e condivido in pieno la 'filosofia' di questa casa editrice...non so se tutto ciò si trasformerà in un lavoro ma mi sento orgogliosa di potermi definire, nel mio piccolo, "un cavaliere errante della letteratura"! A presto.

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    1. Be', intanto fai qualcosa in cui credi, che è già molto. Il resto si vedrà. Buon lavoro!

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