Ieri sera siamo andati alla presentazione di un bel libro: The 100 Greatest Americans of the 20th Century - A Social Justice Hall of Fame, di Peter Dreier.
Dreier, professore di Scienze Politiche e direttore dell'Urban and Environmental Policy Department all'Occidental College di Los Angeles, è un radical della vecchia scuola. Il libro è fatto di brevi capitoli di 4-5 pagine, in ognuno dei quali si racconta la storia di un protagonista della lotta per i diritti civili negli Stati Uniti del XX secolo. Accanto a personaggi meno noti che sono curiosa di scoprire, ci sono personaggi che ammiro (fra i quali per esempio Emma Goldman, Rachel Carson, Jane Jacobs, Ted Kennedy, Eleanor Roosevelt) e altri che adoro (come Woody Guthrie, Pete Seeger, Howard Zinn, Harvey Milk e... Bruce Springsteen!).
La presentazione si è tenuta alla Modern Times Bookstore nel Mission District. E del Mission Dictrict parlerò ancora nei prossimi giorni.
Una curiosità: negli Stati Uniti Bruce Springsteen è universalmente noto, come penso immagini qualsiasi italiano, oppure no? Mi è venuto il dubbio leggendo il post di un linguista americano che commenta una vignetta su the Boss aggiungendo In case you don’t know about Bruce Springsteen, here’s the Wikipedia intro (You’re not the Boss of me!). E il vignettista stesso, americano con pubblico americano, nel proprio blog spiega Bruce Springsteen is a famous rock ‘n’ roll guy.
RispondiEliminaE' strano che si sentano in dovere di spiegare chi è. Springsteen è arcinoto anche qui, in realtà, anche se la venerazione assoluta che suscita fra il pubblico degli stadi europei è un fenomeno, appunto, soprattutto europeo.
EliminaParla, parla del Mission District! Io me lo sono girato in lungo e largo tornandoci piu' volte, non ne avevo mai abbastanza dei negozietti, librerie, murales, parchi, burritos :) Bellissimo! Poi ho scoperto che non e' tra le mete turistiche di SF. Per me invece e' imprescindibile!
RispondiEliminaGuarda, io non so proprio come ho fatto a scoprirlo solo adesso. Be', no, lo so, in parte è colpa di Mr. Keats che non ama i murales e quindo non me lo ha mai consigliato. E' da due giorni che continuo a ripetergli: "I can't believe you never recommended me to go to the Mission!"
EliminaAh, quindi lo snobbano anche i locali :D
EliminaPensavo non ci andassi per la pigrizia di prendere i mezzi!
Sì, ma perché pensavo che non ne valesse la pena. Appena ho visto la parte bella del quartiere (sabato sera) mi ci sono fiondata subito (domenica mattina)! Maggiori dettagli nel prossimo post ;-)
EliminaBella la libreria e il libro sembra molto interessante! (Mentre ho letto con angoscia il post sui luoghi storici rinnovati maldestramente a NY. Chelsea Hotel... Che peccato, che scempio!)
RispondiEliminaTriste, sì. Però ho appena scoperto una notizia semi-buona proprio sul Modern Times Bookstore, la metterò nel prossimo post.
EliminaChe magnifici colori la facciata! Sì sì, parla del Mission District!!!
RispondiEliminaAdoro quella libreria e mi incuriosice anche questo libro! E Mission è un posto che VA VISITATO, diglielo a Mr. Keats!
RispondiEliminaAh, guarda, se fosse per me ci andrei pure ad abitare! Fa persino caldo!
EliminaE magari non si pagano le doppie tasse li. ;)
EliminaE si balla il merengue per tutta la giornata!
EliminaLa libreria sembra proprio interessate, così come il libro. Quest'anno cade il centenario di Woody Guthrie, chissà se questo aiuterà a rispolverarlo. Di Emma Goldman in università avevo trovato la biografia autografata! Vedendola lì con quattro dita di polvere, mi era preso un raptus di cleptomania, che è passato subito viste le dimensione del volume (tipo un dizionario). Non sarei riuscita a nasconderlo neanche in un trolley ;)
RispondiEliminaQuesto mi ricorda che io e te abbiamo un appuntamento per andare a vedere l'archivio della Nanda :-)
EliminaLuogo molto suggestivo, mi piacerebbe vederlo dal vivo!
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