Forse li ricordate come gli autori del romanzo satirico Le dodici sedie (di cui ho parlato brevemente anche qui), ma Il'ja Il'f e Evgenij Petrov sono anche gli autori di un bellissimo reportage fotografico dagli Stati Uniti. Nel 1935, in piena era staliniana, i due scrittori satirici arrivarono a New York in nave come inviati speciali del quotidiano "Pravda". Poco dopo il loro arrivo, Il'f e Petrov comprarono una Ford e partirono per un viaggio di dieci
settimane, fino alla California e ritorno, nell'America della Depressione. Il loro viaggio è documentato in brevi, spesso esilaranti capitoli, accompagnati dalle fotografie scattate da Il'f con la sua Leica.
Il materiale, pubblicato per la prima volta sulla rivista illustrata Ogonek, ebbe varie vicissitudini, finché non venne riscoperto nel 2003 dalla storica dell'arte sovietica Erika Wolf, che propose la pubblicazione di un capitolo tradotto ("The Road") alla rivista "Cabinet". Lo trovate QUI.
Il volume (tradotto da Anne O. Fisher), con la prosa divertente e stralunata di Il'f e Petrov, le foto restaurate, l'introduzione di Erika Wolf e una postfazione di Aleksandr Rodčenko, è uscito nel 2007 per la Cabinet Books.
“Americans don't like to waste time on stupid things, for example, on
the torturous process of coming up with names for their towns. And
really, why strain yourself when so many wonderful names already exist
in the world?
The entrance to the town of Moscow is shown in the photograph [la foto in questione non si trova online]. That's right, an absolutely authentic Moscow, just in the state of Ohio, not in the USSR in Moscow province.
There's another Moscow in some other state, and yet another Moscow in a third state. On the whole, every state has the absolute right to have its very own Moscow.”
[From the chapter "The Small Town"]
The entrance to the town of Moscow is shown in the photograph [la foto in questione non si trova online]. That's right, an absolutely authentic Moscow, just in the state of Ohio, not in the USSR in Moscow province.
There's another Moscow in some other state, and yet another Moscow in a third state. On the whole, every state has the absolute right to have its very own Moscow.”
[From the chapter "The Small Town"]
Ah, quanti libri da rileggere, Le dodici sedie sicuramente. Post molto interessante, grazie, Silvia!
RispondiEliminaper me le 12 sedie è indelebilmente associato al terremoto del Friuli dovevano darlo quella sera in TV ma iniziammo a ballare poco dopo i titoli di testa: non l'ho mai più visto
RispondiEliminaArgh. Magari prova con il libro...
EliminaAdoro i reportage fotografici, mi affascina quel periodo storico americano,
RispondiEliminatrovo imbattibile il B&N per raccontare pezzi di vita e m'inchino sempre
davanti agli scatti di una manualissima Leica. E c'è anche un po' di sano humor........ Mi pare un libro perfetto, mai pubblicato in Italia ?
Sulla tortuosità del modo di pensare degli Americani forse è meglio non farsi mai troppe domande. Come diceva il vecchio Bono Vox, certe cose
accadono "only in America" :)
No, non mi risulta che sia stato pubblicato in Italia. Sarebbe un'idea carina, no?
EliminaSpettacolare. Sento quasi la nostalgia di epoche mai vissute. Questa è la potenza di certi libri. Le foto, poi.
RispondiEliminaIl libro è pieno di foto, una più incredibile dell'altra.
EliminaMi piacciono troppo le foto di quel periodo!
RispondiEliminaPer le citta', io mi sbaglio sempre con Toledo. Toledo e' in Ohio, sul confine col Michigan e a due passi da Detroit. E' la prima che ho conosciuto, e' pure moderna, una classica citta' Americana.
Ho scoperto solo recentemente che quella "vera" e' in Spagna ahahah e non riesco a togliermi dalla testa che se uno mi dice Toledo si riferisce alla Spagna e non all'Ohio!
:-DDD Non dirlo mai a uno spagnolo!
EliminaMi incuriosisce davvero tanto, andro' a cercarlo.
RispondiEliminaUn'altra scoperta dal tuo blog delle meraviglie: il conto della mia libreria crescerà di sicuro!
RispondiEliminaSempre lieta di sovvenzionare i vostri librai!
RispondiEliminaNon le ho ancora guardate, Silvia. Devo farlo con calma, ma già immagino che sarà un "punto di vista" interessante. Due scrittori satirici della Russia stalinista, in giro per l'America della depressione... Mi stupisce il solo fatto che gli abbiano concesso il visto d'entrata. Ah, già, erano inviati della Pravda.
RispondiEliminaHo letto l'articolo e osservato le foto. Queste ultime, molto belle, anche solo per essere in B/N. L'articolo è simpatico, con giusto una punta di benevola ironia. Pensavo sarebbero stati più caustici. Interessante il loro intento di dare una visione più realistica dell'America, al di là dei grattacieli ecc. E poi mi diverte l'dea di questi due russi che attraversano gli States coast-to-coast, come dei Kerouac antesignani, ma molto più bonari. :-)
RispondiEliminaIn realtà pare che all'epoca i sovietici, pur
Eliminaaborrendo il sistema capitalista, ammirassero molto l'industrializzazione americana e cercassero di emularla.
Anch'io mi sono posta lo stesso quesito di Rose circa la concessione del visto. Simpatica l'idea di questi due che attraversano gli States. Mi guarderò con calma le foto o, quasi quasi mi compro il libro! Sei una miniera di informazioni preziose!!
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