martedì 6 novembre 2012

Pete Seeger e Bruce Springsteen: This Land Is Your Land per Obama




Il concerto al Lincoln Memorial per l'insediamento di Obama, nel gennaio 2009. Bruce Springsteen, il mitico Pete Seeger e il nipote di quest'ultimo, Tao Rodriguez-Seeger, cantano la più bella canzone della storia americana, This Land Is Your Land di Woody Guthrie, quello che aveva scritto sulla chitarra: "This Machine Kills Fascists". Insieme a loro una folla enorme.
Seeger, per l'occasione, ripristina alcune strofe della versione originale che non vengono mai cantate, queste:

“There was a big high wall there that tried to stop me;
Sign was painted, it said private property;
But on the back side it didn’t say nothing;
That side was made for you and me.
Nobody living can ever stop me,
As I go walking that freedom highway;
Nobody living can ever make me turn back
This land was made for you and me.”

Auguri, Presidente Obama.

21 commenti:

  1. Che bello questo pezzo. Che bello Pete Seeger. L'altra sera l'ha cantata anche Micah P. Hinson, "This land is your land", e sulla chitarra pure lui c'ha scritto "This machine kills fascists" come il grande Woody Guthrie, amato da Bob Dylan e non solo.
    Ti linko invece la versione di Neil Young, nel suo ultimo album "Americana".

    https://www.youtube.com/watch?v=fy-aGEqGwtI

    Chissà che succederà oggi.

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    1. Grazie Clara! E' l'unica occasione in cui sentire la parola "California" mi emoziona ancora...
      E gente come Pete Seeger, ecco, quando gli americani sono così li amo proprio tanto. Purtroppo quelli come lui sono un po' pochini.

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  2. Non resta che sperare. Ma non potevano farmi sentire queste al giuramento invece di quell'obbrobrio?! :(

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    1. Forse lo hanno fatto per risparmiare il tuo make-up. Io con questa piango già guardando il video...

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    2. hahah :) Però l'altra pure faceva piangere, ma pera altri motivi...

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  3. Interessanti articoli del Financial Times in questi giorni.
    Ieri mattina sostenevano apertemente Obama.
    Nell’editoriale di stamattina scrivevano che se pero’ vincesse Romney sarebbe un ottimo presidente, piu’ simile ad un “Obama 2” che al reazionario che alcuni temono.

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    1. Caro Matteo, queste sono cose che non si possono dire ad alta voce, altrimenti gli obamiani di ferro ci si mangiano. Però - detto fra noi - non sono sicurissima che il FT abbia torto.

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    2. (Però è anche vero che il prossimo presidente, leggo ora da un'intervista di Antonio Monda a Jamaica Kincaid su Repubblica, eleggerà ben tre giudici della corte suprema, e questo è ancora più importante di chi sarà eletto presidente domani.)

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  4. se ci riesco stanotte seguirò le elezioni, sono davvero curiosa di scoprire chi vincerà!

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  5. Fantastico Pete Seeger... ma che energia ha a novant'anni?!? Questa canzone, opportunamente decurtata della strofa finale, purtroppo ha subìto spesso la stessa sorte di Born in the Usa. Saranno i cantanti, o forse il posto, oppure è la canzone di per sè, ma questo filmato infonde una dose di speranza. Terrò le dita incrociate per Obama, pur conservando anch'io le mie riserve sul suo operato. A questo link c'è uno sguardo su un'America che non compare spesso nei media:
    la1.rsi.ch/archivio_storie/welcome.cfm?idg=0&ids=0&idc=43391
    Buona scelta a tutti gli ammmericani!!!

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  6. Ma ti immagini altri tre Scalia o Alito? Noooooooo

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    1. E' anche vero che questi giudici sono stati spesso una sorpresa, anche per gli stessi presidenti che li hanno eletti. Meglio non rischiare, però.

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  7. Non la conoscevo. Quindi sarà oggi il responso?

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  8. Oggi il responso lo sappiamo: Obama ha vinto. Credo che ci sia una speranza in più e non solo per gli Stati Uniti.
    Il video che pubblichi è talmente bello che, finché è durato, ho sognato di esser anch'io americana. Poi mi sono svegliata.

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    1. Bene bene, il peggio è stato sventato, adesso vediamo come va. Leggevo or ora uno status molto carino su feisbuc:
      ".... ma Barak Obama verrà ricordato soprattutto per il suo secondo mandato. Quando - paradossalmente reso forte da non aver più nulla da perdere e dunque da vincere - iniziò una strenua, coraggiosa e a tratti impopolare lotta etica e politica contro la pena di morte, ovvero contro l'istituto che all'epoca proiettava un'ombra assai cupa sul pieno dispiegamento della civiltà americana. Sarà un altro democratico, quindici anni più tardi, un bianco liberal e di buona famiglia - John Dern Albarn - a legare il suo nome al l'abolizione della pena, ma oggi sono tutti d'accordo nel ritenere che senza la durissima battaglia di Obama questo grande risultato non si sarebbe mai potuto raggiungere" (New York Times, 23 giugno 2046, a un anno dalla morte di Barak Obama)"

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  9. I nostri politici dovrebbero imparare dagli americani. Da noi, anche chi perde, si comporta da vincitore.... Povera Italia!

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  10. ritrovato questo post mentre cercavo i tuoi post bruciani. ho anche visto che hai abbandonato facebook (o mi hai bannato per sempre)

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    1. :-D No, non ti ho bannata! Ho fatto un facebook-detox perché ho cominciato una nuova traduzione e non volevo distrazioni. Ora ci torno. Però questi detox non sono affatto male.

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