venerdì 1 marzo 2013

The Mission, San Francisco: la piaga dei miliardari ventenni

Come avevo già raccontato qui, ho dei problemi con Mission, il quartiere "hip" di San Francisco. Per come lo vedo io, il Mission District si divide in tre parti. La prima, l'unica che mi piace e l'ultima che ho scoperto in ordine di tempo, è quella dei murales, il quartiere ispanico di classe operaia dove la gente conduce una vita dignitosa e riempie i muri di colori bellissimi.


La seconda Mission è quella di certe zone di Mission Street (tipo all'incrocio con 16th Street), la parte più povera e malconcia e in alcuni punti decisamente pericolosa. Sì, proprio così, non è un luogo comune per turisti. È pericolosa sul serio.

La terza è quella che descrivevo nel post su Hipsterland, cioè la Mission di Valencia Street. Ecco, quella proprio la detesto. Cosa c'è di male, direte voi, con un po' di gentrification? Vediamo un po'. Cosa c'è di male con un gran numero di miliardari ventenni che piombano sulla città perché è il posto più fico vicino alla Silicon Valley e fanno alzare i prezzi a dismisura, buttando fuori chi in quella città ci vive da decenni o da generazioni? Un tizio con cui parlavo qualche tempo fa mi diceva: "Pensa, qando facebook è stata quotata in borsa, d'improvviso Mission si è riempita di giovani miliardari che comprano palazzi e aprono il ristorante dei loro sogni!" Sì, ci penso, grazie, e rabbrividisco. I ristoranti dei loro sogni sono posti carissimi, fighetti, finto-alternativi ma in realtà tutti uguali. I palazzi che comprano vengono convertiti in condos di lusso che solo i ricchi si possono permettere e che alterano il tessuto sociale della città. Rebecca Solnit lo racconta molto bene qui, nel suo pezzo sul "google bus". Non è la prima volta che succede, in passato ci sono stati altri due o tre "dot-com boom" che hanno riempito la città di ragazzetti arricchiti dal giorno alla notte. D'altronde, non è certo per il suo clima che San Francisco è la città con i prezzi delle case più alti di tutti gli Stati Uniti.


26 commenti:

  1. E' sempre triste quando un quartiere viene così modificato da i nuovi arrivati che non ne rispettano la tradizione. Non li ho visto ma è come se li vedessi, e pure non li apprezzerei ne sono sicura!

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  2. Sai, parlavo di gentrification proprio poco tempo fa. Eravamo in Toscana, ad Orbetello, e un ristoratore ci parlava del processo di spopolamento che la città ha subito, a causa dei "burini arricchiti" soprattutto romani che hanno comprato casa lì facendo impennare i prezzi. Gli abitanti si sono dimezzati in pochi anni. I residenti, vista l'occasione, vendono le loro case a 10.000 euro al metroquadro (!) e ricomprano ville a 3 piani nell'hinterland.
    Ne è sorta una discussione, per cui io mi chiedo: è giusto? Esiste un modo per fermare la gentrificazione? Può essere regolamentata o è un processo naturale implicito nell'evoluzione umana? come si spostano i ricconi, si spostano anche i proletari, che costituiranno altre comunità da altre parti. Questa cosa il più delle volte mi fa solo rabbia, ma forse è storicamente inevitabile.

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  3. Condivido a pieno!
    E posso dire di essere arrivata a San Francisco proprio mentre i miliardari ventenni arrivavano in città e non erano solo le nuove reclute della facebook, ma anche di google, di zinga (che si inventa i bellissimi giochini che vi/ci fanno impazzire sugli iphone!). Bella sfortuna visto che questi offrivano tre volte tanto il costo della casa pur di averla e l'affitto di partenza era intorno ai 3000$ per capirci. Pazzesco! E molti sanfranciscani per questo motivo odiano queste aziende che hanno rivoluzionato la quiete cittadina...

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    1. Infatti, c'è questa regola (non scritta, credo) per cui l'affitto non deve essere più di un terzo dello stipendio. Sembra una regola progressista? Chiaramente non lo è affatto, visto che i padroni di casa guardano il tuo stipendio, lo dividono per tre e poi dicono "no, grazie, avanti il prossimo".
      E comunque io l'i-coso non ce l'ho, non ho neanche il cellulare (neanche Mr. K) e vivo benissimo così!

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  4. La "piaga dei miliardari ventenni": che definizione perentoria, chiara ed assoluta. Penso che prima o poi ti plagierò questa locuzione.
    Abbi pazienza: vedrai che "the big One" quando arriverà si concentrerà solamente nella terza Mission ;-)

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  5. Amaro, in effetti. Ma davvero, piu' alti che a Manhattan?

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    1. Anch'io non lo pensavo, ma poi ho visto quell'articolo che ho linkato e ho capito che siamo messi peggio di quanto pensassi.

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  6. ma allora lì non c'è la crisi del mercato edilizio come qua, i prezzi sono ancora in ascesa? Il mercato della casa tira ancora?

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    1. Solo qui, a SF e dintorni, per via della Silicon Valley. I prezzi aumentano esponenzialmente di anno in anno, è una follia. Noi abbiamo l'affitto controllato, ma se non lo avessimo dovremmo andare a vivere a Lollapalooza, Nebraska.

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  7. Mumble mumble Silvia, apriamo anche noi un ristorantino vegan lì?
    B&B a Mendocino, Ristorante vegan a Hipsterland. E spenniamo i ricchi....

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    1. No, che poi dobbiamo anche averci a che fare! Solo Mendocino, dammi retta, è molto meglio!

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  8. Il tessuto sociale alterato mi ricorda un articolo che ho letto venerdì scorso su un giornale berlinese a proposito di Kreuzberg: a quanto pare non verranno più concesse autorizzazioni alle ristrutturazioni di lusso (fra le quali è inclusa una cucina componibile o il doppio lavello in bagno) ai proprietari di appartamenti, per evitare che queste provochino un aumento degli affitti (o dei prezzi d'acquisto), attirando solo ricchi e compromettendo quindi l'attuale varietà sociale del quartiere.. Berlino ne sa una più del diavolo!!

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    1. L'ho sempre detto che volevo andare a vivere in Germania.

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  9. Il mondo della speculazione immobiliare è uguale dappertutto. Credo che una misura come quella che è stata presa a Berlino potrebbe aiutare. Forse. L'altra soluzione,almeno in Italia, potrebbe essere quella di rendere nuovamente vincolanti le norme edilizie nei centri storici. E invece ovunque quello che conta è l'odore dei soldi.Peccato!

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    1. Conosci il bellissimo libro di Jane Jacobs sulla sociologia urbana? In italiano s'intitola "Vita e morte delle grandi città", ma in inglese il titolo è significativamente diverso: "The Death and Life of Great American Cities".

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  10. Vorrei si ponesse un limite alla ricchezza individuale. Il nostro pianeta non ha risorse infinite: se uno, magari miliardario ventenne, ha una supermegacasa, un altro vive senza riscaldamenti, in 30mq.

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    1. Un'amica che si è appena trasferita da Mission - zona pericolosa - a un altro quartiere perché aveva paura a girare da sola la sera (io avrei paura a girare la sera anche nella zona hipster, ma per timore di un altro tipo di rapina), mi ha raccontato che un paio di anni fa un palazzo vicino al suo è bruciato. Gli inquilini, tutti per fortuna sani e salvi, avevano tutti l'affitto controllato, e di colpo si sono ritrovati senza casa e senza la minima possibilità di trovarne un'altra, non dico allo stesso prezzo, ma neanche al doppio. Dopo un po' sono cominciati i lavori di ristrutturazione della casa, che è stata riaffittata a prezzi pari a tre o quattro volte i precedenti. La puzza di bruciato non è solo metaforica.

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  11. Sono felice di vivere in una piccola realtà.

    Buon fine settimana!

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  12. in generale penso che si debba necessariamente ridimensionare il potere del denaro, del successo economico, della ricchezza e del lusso nominale.
    la crescita non può continuare, in un modo o nell'altro una crisi (che è in atto da tempo) è necessaria.

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    1. Sì, peccato però che la crisi colpisce solo i più deboli...

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  13. Dai, quando saro' ricco e famoso evitero' San Francisco. Tanto e' freddo e c'e' la nebbia :-D
    Io comunque essendo piu' o meno nel campo.. li ho sempre trovati abbastanza antipatici questi della Silicon Valley... che infatti non mi ha mai attirato.

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    1. Bravo Jack, abbasso i fighetti! D'altronde come può un appassionato di Detroit trovare simpatici questi farlocconi di hipster?

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