giovedì 7 marzo 2013

La cucina di Gerusalemme: un ricettario straordinario (anzi, due)

Vi innamorerete di questo libro. Io che non ho mai tempo né voglia di cucinare l'ho comprato per le splendide foto. Ne trovate alcune qui, insieme a un estratto dall'introduzione del libro. E se cercate su google troverete centinaia di altre foto e articoli. Yotam Ottolenghi è uno chef israeliano trapiantato a Londra, e Sami Tamimi è il suo socio palestinese. Insieme hanno scritto questo straordinario libro di ricette sui sapori di Gerusalemme - con la sua cucina variegata e stratificata, musulmana, ebraica e cristiana -  che impazza, giustamente, tra i buongustai californiani e non. 
Non ho mai visto foto di cibo così belle (il fotografo è Jonathan Lovekin): sembra che il profumo di quei piatti venga fuori dalla pagina. E poi ci sono foto di mercati, di spezie, di vita quotidiana in una città piena di vita e di sapori.

 

Prima di Jerusalem, Ottolenghi ha pubblicato Plenty, un ricettario vegetariano pieno di foto altrettanto meravigliose.
Quando avrò finito di saziarmi visivamente con le foto di Jerusalem, comprerò anche quello.














40 commenti:

  1. colore, profumo, calore..... PACE!

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  2. Che bello il libro! E soprattutto l'idea che la cucina non ha frontiere, né barriere di alcun tipo.

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    1. Sì, il fatto che sia scritto da un israeliano e da un palestinese sarebbe già di per sé sufficiente ad amare questo libro, ma poi si scopre che anche tutto il resto è favoloso!

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    1. Guarda, non dovrei dirlo, ma io che non mangio carne ho avuto l'acquolina in bocca persino davanti alla ricetta del coniglio!

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    2. ah ah, io mangio la carne ma non il coniglio (da piccola avevo paura che fosse il bianconiglio ...trauma mai superato), non compro MAI libri di cucina perche' mi piace cucinare ad occhio e soprattutto mettere in google i nomi degli ingredienti, leggere le ricette che escono e poi non seguirne mai nessuna per piu' del 50%..ma questo penso sara' un ottimo regalo per il coniuge scorpione che cucina una volta ogni tanto ma misurando tutto al milligrammo e che e' fortemente nice jewish boy http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/NiceJewishBoy

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    3. Ma quante cose abbiamo in comune!! A parte il coniglio, anch'io non compro MAI libri di ricette e cucino solo "ad apertura di frigo". E il coniuge mio non è scorpione ma è senz'altro "nice jewish boy" (e perdipiù bilancia, quindi ancora più nice!).

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  4. Io l'ultimo ancora non l'ho comprato ma ho visto su More4 tutte e quattro le puntate di Ottolenghi’s Mediterranean Feast.
    Ogni volta che sono a Londra cerco sempre di fare una pausa al suo cafe! E' un paradiso per i sensi, tutti!

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  5. Neppure io ho mai tempo ma soprattutto Voglia di cucinare... Però le foto sono belle assai!

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  6. Sembra bellissimo!Io l'altro giorno ho visto un programma in cui parlavano della cucina di Gerusalemme e ne sono rimasta ammaliata

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  7. Certo che una ricettina veloce veloce, potevi spacciarcela, o no? :D

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    1. Hi hi! Ne trovate un sacco online, io non avevo voglia di mettermi a tradurre una ricetta che poi tanto non avrò il tempo di provare!

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  8. SILVIA!!!!!! TRADUCIMELO!!! Lo cerco in italiano da mesi ma non lo trovo! traducimelo,dai, io con l'inglese sono una schiappa vera e propria, faccio una fatica immane! belle le ricette di Ottolenghi, bellissime!
    Sandra
    p.s. non è che per caso hai una dritta e sai dove posso trovarlo in italiano?

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    1. In italiano non c'è ancora, e non credo che lo tradurrò io, ma visto il successo internazionale qualcuno starà pensando di tradurlo, no? O forse in Italia si pubblicano solo libri di ricette di conduttrici di mediocri programmi televisivi?

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    2. tipo chi? benedetta in cucina? bleaaaa...
      guarderò di comprarlo e di tradurmelo da sola....

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  9. Favoloso...grazie...lo acquisterò subito.
    La cucina mediorientale è la mia preferita...quella libanese in particolare. È una zona che ho molto frequentato per lavoro e c'è un gusto e piacere per il cibo incredibile.
    Grazie e buon appetito!

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    1. Sì, anch'io amo molto la cucina mediorientale, e sono particolarmente attratta dal capitolo di questo libro che parla dell'hummus come terreno per un confronto/scontro di culture. Visto che qui l'hummus te lo propinano in tutte le... salse e ormai non so più com'è quello vero e quello "americanizzato", quella potrebbe essere la prima ricetta che mi deciderò a provare.

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  10. E' incredibile la trasformazione del libro di cucina negli ultimi trent'anni. Se penso a quelli storici che ha in casa mia mamma, ricordo dei libroni con una scrittura piccola e fitta.
    Oggi, invece, compriamo libri di cucina più per il gusto di guardarli che di cucinare.

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    1. Sono bellissimi anche quelli vintage, anni Cinquanta, con improponibili ricette a base di gelatine colorate e foto dai colori pastello.

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  11. Merita l'acquisto anche solo per gli autori che non si fanno dei gran problemi sulle rispettive origini.
    Le foto sono affascinanti perché i piatti sono ben cucinati e ben composti. A me mettono voglia di cucinare. Grazie per la segnalazione, vado alla ricerca.

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    1. A me per ora mettono solo voglia di mangiare, però come dicevo sopra la ricetta dell'hummus probabilmente la proverò.

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  12. I libri di cucina mi affascinano, ne ho davvero tanti e di diverse cucine del mondo, questo pero' mi manca.

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  13. Potrei tradurlo io!!! ahahhaha, scherzo, naturalmente! Ma lo tradurrei....veganizzandolo!!! :-) - Mi piace, comunque, questo libro!

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    1. Be', intanto potresti tradurre e veganizzare Plenty, l'altro libro, che parte già vegetariano ;-)

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  14. A volte da questi libri si prendono spunti interessanti.

    Un bacione e buon 8 marzo!

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  15. Bellissime foto e invitanti.

    E' interessante che vadano tanto di moda programmi televisivi e libri di cucina, ma, nello stesso tempo, l'ideale femminile proposto dalla cultura occidentale sia quello di una donna sempre più magra (ancorchè provvista di curve strategiche quanto chirurgiche).

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    1. Infatti, la donna deve fare miracoli anche lì: cucinare con maestria, mangiare con voluttà e mantenere un linea perfetta (ma questo perché naturalmente nel suo abbondante tempo libero farà un sacco di sport).

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  16. si è compiuto un miracolo: mi sta venendo voglia di cucinare! ;)

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    1. E' veuta anche a me! Poi bisogna vedere se passerò dalla voglia all'azione...

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  17. C'è sempre speranza, ragazze :-) Negli ultimi tempi io mi sono decisa ad imparare a fare la pasta in casa e mi sono cimentata in vari piatti. Oggi ho preparato i tortelli di zucca (quelli alla mantovana, con gli amaretti e la mostarda). Buonissimi. C'è parecchio lavoro, è vero, ma viene spalmato in un paio di giorni e "tirare la pasta" è divertente.

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  18. La prossima volta, te li faccio. :-)

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  19. si, le foto sono stupende, ma le ricette mi sembrano un pò complicate, cosa mi dici visto che hai letto il libro ? io ho soo scaricato su Kindle la preview di Plenty

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    1. Dipende da quanto hai voglia di stare ai fornelli... io ne ho zero, quindi le trovo senz'altro complicate. Però l'hummus lo voglio provare, sembra che la ricetta di questo libro sia imbattibile!

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  20. Le foto sono "vive", che belle!
    Interessante anche il concetto di cucina di Gerusalemme, e più in generale, di cucina ebraica.
    Quando abitavo a Siena una volta partecipai alla giornata della cultura ebraica e, dopo la visita alla sinagoga e l'illustrazione e la spiegazione da parte del rabbino di alcuni riti dell'ebraismo, passammo nella zona "profana" dove simpatiche casalinghe senesi avevano allestito grosse tavolate con ogni bontà frutto della tradizione ebraica che incontrava quella toscana.
    Cominciai lì a capire che una cucina ebraica in senso stretto non esiste, o meglio, esistono sì i piatti della tradizione, ma la sua ricchezza nel mondo viene da una cultura fatta di prescrizione rigorose rituali (ad es. il kasher) che ha portato ciascun gruppo ad adattarsi al territorio e a fondere le materie prime locali con la propria particolare maniera di concepire la cucina.
    In alcuni casi son nati anche dei piatti diventati universali (penso ai carciofi alla giudia di Roma, alle triglie al pomodoro di Livorno, all'alheira di Mirandela, in Portogallo).

    Comunque questo libro sarà mio!
    Non amo i dolci mediorientali (causano carie fulminante) ma tutto il resto della cucina mi piace, a partire dalle spezie (di cui sono un'appassionata).

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    1. E poi c'è la grossa distinzione tra la cucina degli ebrei sefarditi (a cui appartengono le ricette del libro), che è di tipo mediterraneo-mediorientale, e quella degli ashkenaziti, che è invece est-europea. Per quanto riguarda le mie personali preferenze, direi che sono molto felice che in questo libro non compaia il gefilte fish!

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