venerdì 13 dicembre 2013

Grace Paley - Desideri



Ecco qua. Visto che molti di voi non conoscono la meravigliosa Grace Paley, ho pensato di farvi un regalo: il racconto che apre una delle sue principali raccolte di racconti Enormi cambiamenti all’ultimo momento.

Ne trovate un altro QUI (da dove ho preso anche questo). E altre poesie QUI e QUI.



***

Desideri

Vidi il mio ex marito per la strada. Ero seduta sui gradini della nuova biblioteca.
Ciao, vita mia, gli dissi. Il nostro matrimonio era durato ventisette anni, mi sentivo giustificata.
Lui disse, Come? Quale vita? Non la mia.
Io dissi, Ok. Non è mia abitudine discutere, quando le posizioni sono inconciliabili. Mi alzai ed entrai in biblioteca per vedere quanto dovevo.
La bibliotecaria disse 32 dollari giusti giusti, e ce li deve da diciotto anni. Io non negai. Perché non mi rendo conto del passare del tempo. Li ho avuti, quei libri. Ci ho pensato spesso. La biblioteca è appena a due isolati da casa.
Il mio ex marito mi seguì fino al banco della restituzione. Interruppe la bibliotecaria, che aveva ancora da dire. Per tanti versi, disse, attribuisco la colpa del fallimento del nostro matrimonio al fatto che tu non abbia mai invitato a cena i Bertram.
È possibile, dissi io. D’altra parte, se ben ricordo: primo, quel venerdì mio padre stava male, poi sono nati i bambini, poi ho cominciato ad andare a quelle riunioni del martedì sera, e alla fine è scoppiata la guerra. Dopo, mi sembrava di non conoscerli più, i Bertram. Comunque hai ragione, avrei dovuto invitarli a cena.
Diedi alla bibliotecaria un assegno di 32 dollari. Subito tornai a godere della sua fiducia: dimenticò il passato, lo cancellò dalla mia scheda, che è proprio quello che altri impiegati comunali e/o statali non avrebbero mai fatto.
Prelevai i due libri di Edith Wharton che avevo appena restituito perché era passato un sacco di tempo da quando li avevo letti e mi sembrava proprio il momento giusto per rileggerli. Capitavano a proposito. Erano La casa della gioia e I ragazzi, che racconta di quanto sia cambiata la vita americana a New York nel corso di ventisette anni, cinquant’anni fa.
Ho un bel ricordo della prima colazione, disse il mio ex marito. Rimasi sorpresa. Prendevamo solo caffè. Poi rammentai che in fondo all’armadio a muro della cucina c’era un buco che si apriva nell’appartamento dei vicini. Loro mangiavano sempre pancetta affumicata. Questo conferiva alle nostre colazioni un’aura di grandiosità, senza peraltro procurarci difficoltà di digestione.
Quando eravamo poveri, dissi.
E quando mai siamo stati ricchi? disse lui.
Oh, col passare del tempo, e l’aumentare delle responsabilità, non ci siamo mai trovati nel bisogno. Tu non ci hai mai fatto mancare niente, dal punto di vista finanziario, gli ricordai. I bambini passavano quattro settimane al campeggio, una volta all’anno, avevano dei poncho decenti, i loro bravi sacchi a pelo e gli scarponcini, proprio come tutti gli altri. Erano molto carini. La nostra casa era calda in inverno, e avevamo dei bei cuscini rossi e altre cose.
Io volevo una barca a vela, disse lui. Ma tu non volevi niente.
Non prendertela, dissi io. Non è mai troppo tardi.
No, disse lui, con molta amarezza. Può darsi che me la comperi, la barca. In realtà ho già versato una caparra per un sette metri. Quest’anno le cose mi vanno bene, e in futuro andranno anche meglio. Per te invece è troppo tardi. Tu non vorrai mai niente.
Per ventisette anni di matrimonio non aveva mai smesso quei suoi commenti laconici che riuscivano a farsi strada attraverso le orecchie, giù per la gola, fin quasi al cuore, come il ferro di un idraulico. Poi spariva, lasciandomi con quell’attrezzo piantato in gola, a soffocare. Quello che voglio dire è che mi sedetti sui gradini e lui se ne andò.
Diedi un’occhiata alla Casa della gioia, ma aveva perso d’interesse. Quell’accusa gravava pesantemente su di me. Ora è vero, io non ho desideri e bisogni assoluti. Ma anch’io voglio qualcosa.
Per esempio, voglio essere una persona diversa. Voglio essere la donna che riporterà questi due libri alla biblioteca tra due settimane. Voglio essere la cittadina efficiente che cambia il sistema scolastico e interpella il consiglio comunale sui problemi di questo amato centro urbano.
Avevo promesso ai bambini di far finire la guerra prima che diventassero grandi.
Avrei voluto esser sposata per tutta la vita a una sola persona, il mio ex marito o quello attuale. Ciascuno dei due possiede personalità sufficiente a riempire una vita, che non è poi un periodo di tempo tanto lungo, a pensarci bene. Non è possibile esaurire le qualità di questi due uomini, o scalfire la roccia delle loro ragioni, nel breve spazio di una vita.
Proprio questa mattina ho guardato fuori dalla finestra, nella strada, e ho visto che i piccoli sicomori languidamente piantati dal comune un paio d’anni prima della nascita dei bambini sono in pieno rigoglio.
Bene! Ho deciso di riportare quei due libri alla biblioteca. Il che dimostra che quando arriva una persona, o un avvenimento, a scuotermi, o incoraggiarmi, io riesco ad agire nel modo giusto, anche se sono più famosa per le mie amichevoli osservazioni.
 
  Traduzione di Marisa Caramella. Da Piccoli contrattempi del vivere,
 © Einaudi, Torino 


18 commenti:

  1. Grazie Silvia, mi hai riempito la giornata. Fors'anche qualcosa in più.

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  2. Grazie per questi due post su Grace. Ieri è stata proprio una pessima giornata e tu mi hai consolato un po'. Come avrei voluto incontrarla. Ma te l'ho poi detto che al vecchietto newyorkese in Svezia gliel'ho detto io che era già morta? Mi ha guardato commosso e mi sono sentita malissimo per avergli dato questa notizia. Si erano conosciuti durante le varie proteste al Village. A me piacciono molto anche i suoi saggi; quando li leggi, ti sembra di averla lì davanti a te, di ascoltarla mentre ti racconta quello che ha vissuto. E scopri una donna semplice, sensibile, battagliera, femminista, "una via di mezzo tra una pacifista combattiva e un'anarchica cooperativista". Vorrei che ci fossero più donne come lei. Vorrei cercare anch'io di essere un po' come lei.

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    1. Ma sei già un po' come lei, cara :-)

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    2. Ti ringrazio per il complimento, cercherò di meritarlo. Adesso dovrei solo imparare a scrivere ;-)

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    3. Bello il racconto e stupendi i suoi commenti.
      Grazie

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  3. Bellissimi entrambi i racconti e anche le poesie! Grazie per questo regalo cara Silvia! E complimenti per le foto scelte per questo e il post precedente :)

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    1. Sarebbero piaciute anche a lei. Molto più delle foto ingessate sul retro di copertina dei libri :-)

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  4. Grazie mille! Ieri mi sentivo un po' vergognosa nell'ammettere la mia ignoranza, ma ho visto che non sono sola e questo racconto ha colmato un altro pezzettino delle mie lacune letterarie :-)

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  5. Grazie, Silvia, ancora una volta mi aiuti a scoprire libri e scrittori che non conoscevo e a guardare il mondo con uno sguardo diverso.

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  6. Non la conoscevo, ora sono curiosa di leggere i suoi racconti. Quell'uomo, dalle frasi laconiche e soffocanti mi ricorda una persona che non riesco a scrollarmi di dosso.

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    1. Sì, i suoi personaggi sono molto vivi. Chissà, magari trovarne uno simile sulla carta ti aiuterà a darti una bella scrollata :-)

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  7. Grazie. Ne avevo proprio bisogno.

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  8. Grazie per questo regalo! /Avevo commentato anche il post "Italiani che adorano…", ma il sito non l'ha accettato e ora ho anche capito perché: devo prima fare login sul mio blog. Sarà stato un segnale divino, perché il commento era particolarmente acido :-) /

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  9. Davvero un bel regalo.....grazie <3

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