Innanzitutto, è uscita La signora Dalloway tradotta da Anna Nadotti. L'aspettavo con impazienza, sapevo che Anna ci stava lavorando, e ora so che potrò finalmente gustarmi quel capolavoro nella versione italiana di una magnifica traduttrice come lei.
Anna racconta cosa significa tradurre Woolf sul sito della casa editrice Einaudi.
"Ciò che non ricordavo – sommerso forse dalle interpretazioni – erano
l’energia, il movimento. Tutto si muove in questo romanzo grandioso. La
gente sui marciapiedi, le nuvole nel cielo, la bruma del mattino, gli
omnibus le automobili e i carretti nelle strade, i pony e i bambini nei
parchi, le luci alle finestre che via via si illuminano, i riflessi
sull’acqua, i ricordi nella mente dei personaggi. Perfino le parole
letteralmente si muovono, quelle che a nastro si srotolano dalla coda di
un aereo, disegnando nel cielo uno slogan pubblicitario. Né ricordavo
la quantità di rumori, di suoni, di voci che intervengono nel silenzio. E
sono tante, le voci. Quelle che in ognuno riemergono dal passato,
quelle che interloquiscono nei dialoghi, quelle che si inseguono tra le
stanze la sera del ricevimento. É il brusìo della città, il fragore del
bus su cui sale la giovane Elizabeth Dalloway, sono gli uccelli «che
cantano in greco»."
La seconda bella notizia è che il mensile Il Mucchio Selvaggio ha pubblicato un bel dossier dedicato a Traduzione & Traduttori, a cura di
Antonio Bibbò, con la collaborazione di Giovanni Zucca, Elisa Comito,
Flora Staglianò, Claudia Zonghetti, Riccardo Duranti, Angelo Fracchia.
Si parla di fantascienza, di Tintin, di Baricco e, appunto, della traduzione dei classici.
Se volete leggerlo lo trovate tutto in pdf, QUI.
Silvia, hai prodotto una paladina del traduttore!
RispondiEliminaQualche giorno fa parlavo con una mia amica che ha lavorato un po' in UK con una tizia che si occupava di questo, e, mentre io paladinavo dicendole che secondo me è un lavoro interessante, creativo, artistico ecc...lei mi rispose che non ne è tanto convinta, perché una volta andò ad un incontro di traduttori proprio in UK ed erano tutti dei "soggettoni, poco curati e vestiti male". Ho concluso asserendo che, se fatto bene, il vostro lavoro è creatività seria, non di quella che va di moda ora (della serie "sono creativo perché son pieno di gadget").
Ci rido su, ma ciò mi ha fatto pensare ancora una volta a quanto nell'immaginario di molti la figura dell'artista ormai sia sempre più assimilabile ad un modello delle passerelle alterno-aristo-chic-freak. Però è bello poterli prendere un po' in giro come meritano :D
"Soggettoni, poco curati e vestiti male": :-DDDD!
EliminaLasciando da parte la profondità del giudizio (solo perché è una tua amica), devo anche dire che non è proprio vero. Cioè, ecco, io non so come siano i traduttori britannici (no no, non cadrò nel cliché, no no), ma fra le traduttrici italiane ci sono alcune delle donne più eleganti che io conosca!
Detto questo, esprimo profondissimo fastidio per il modello alterno-aristo-chic-freak (hipster) che però fra i traduttori scarseggia assai. E ti ringrazio per il paladinaggio e l'introduzione nel vocabolario del verbo "paladinare". :-)
Sembra super interessante! Ecco, un altro libro che va ad aggiungersi alla lista XD
RispondiEliminaTe ne innamorerai, garantisco!
EliminaSilvia, qui mi dai da leggere finchè campo! ;) La descrizione delle parole in movimento mi ha fatto venire in mente delle scene di dipinti impressionisti.
RispondiEliminaAh, che bel collegamento! A sua volta mi fa venire in mente un'altra meravigliosa autrice tradotta da Anna, A.S. Byatt, la cui passione per l'arte è sempre presente in ciò che scrive, sia direttamente sotto forma di descrizione, sia indirettamente come qualcosa di più impalpabile che si respira nella sua scrittura. I suoi romanzi sono molto belli, ma io personalmente preferisco le raccolte di racconti: "Zucchero, ghiaccio, vetro filato", "La cosa nella foresta", "Il genio nell'occhio d'usignolo", fino a "Le storie di Matisse", dove "l'autrice si cimenta nell'impresa di 'scrivere a colori', di portare nel bianco e nero della pagina il trionfo cromatico della pittura, e di Matisse in particolare."
EliminaSai che la mia migliore amica (che è una divoratrice di libri) me ne ha parlato spetto di questa scrittrice. Voleva che leggessi Possessione, ma non ho ancora fatto il mio dovere... Prima o poi, specialmente ora che mi ci metti Matisse, dovrò farlo :)
EliminaCorro a scaricare il pdf, il mio sogno (lavorativo) era/sarebbe/è fare la traduttrice e quindi tutto ciò che riguarda la traduzione mi interessa assai! :D
RispondiEliminaIo Mrs Dalloway l'avrei anche letto, ma non mi è mica piaciuto :| Però la descrizione di Anna Dadotti mi stuzzica parecchio :D Potrei decidere di dargli una seconda chance!
Be', mica ti deve piacere per forza! :-)
EliminaSe non li hai letti ti consiglio invece i libri di cui accennavo nel commento sopra a Spicy. Me li ha fatti tornare in mente e sono meravigliosi!
Complimenti e grazie mille per i tuoi post/link: sono sempre molto interessanti. Un saluto, Isabella
RispondiEliminaPs: scusa, ho fatto casino nel pubblicare il commento... e qui replico!! Isabella Pellegrini
RispondiEliminaIsabella, grazie del doppio commento! :-)
EliminaMi sta davvero intrigando il mondo della traduzione! Se penso che solo fino a 3 mesi fa non dico che pensavo che i libri si traducessero da soli ma ignoravo l'importanza del traduttore.
RispondiEliminaMamma mia, dovrei vivere fino a 200 anni per leggere tutto quello che vorrei!!
Titti, non sai come mi rendi felice! Oltre al tuo squisito pane che continuo a mangiare con voluttà, mi lasci anche questi commenti che mi rendono orgogliosa di fare qualcosa per la "causa" dei traduttori!
EliminaPer i momenti troppo frenetici in cui si ha poco tempo per leggere, perfetti i racconti brevi: vedi commenti precedenti ;-)
Si, ci stai insegnando un sacco di cose. Virginia Woolf penso sia stata la prima autrice "seria" che abbia mai letto in assoluto. Se non ricordo male in seconda media lessi una riduzione da Gita al faro. Bellissimo.
RispondiEliminaCi stiamo tutti insegnando qualcosa! :-)
EliminaForse ti piacerebbe anche A Room of One's Own, visto il tuo interesse per "femminismo" e "postfemminismo" (metto tra virgolette perché ormai sono termini troppo ampi e vaghi per avere un significato univoco).
Grazie! Lo prendero'.
EliminaAmo Virginia Woolf e Mrs Dalloway è uno dei racconti che preferisco. Mi procurerò questa traduzione che sembra promettere molto.
RispondiEliminaGrazie del pdf del libro sui traduttori. Lo scaricherò senz'altro.
Come Titti, anch'io sono diventata più consapevole del vostro ruolo. Adesso, di ogni libro, vado a cercare di chi è la traduzione.
Sono ancora alle prese con Le correzioni (negli ultimi tempi riesco a leggere poco). A tratti mi piace, altrove mi sembra che si trascini, ma sono convinta che tradurlo sia stato un lavoro impegnativo. Con tutte quelle divagazioni sui personaggi, capisco che avrebbe potuto dare abbondante materiale per una serie televisiva.
Sì, per le traduzioni di Anna garantisco senza riserve!!
EliminaLe correzioni è un libro perfettamente imperfetto, nel senso che è discontinuo e magmatico e pieno di alti e bassi, a volte persino crudele nel suo sarcasmo, ma comunque profondamente umano. Però più di altri libri richiede di essere letto nel momento giusto, che magari per te non è necessariamente questo :-)
Cara Silvia, sono d'accordo con il discorso della discontinuità, aumentata nel mio caso dal fatto che leggevo poche pagine per volta. Questo fine settimana sono entrata nello spirito giusto e ho letto tutto il resto del libro (cira metà). L'ho apprezzato molto di più (anche per un inevitabile processo di identificazione, avendo assistito la mamma con l'Alzheimer e recentemente la suocera con una demenza galoppante). Continuo a pensare che sia stato un gran lavoro, la tua traduzione. Complimenti e, grazie, grazie. :-)
EliminaGrazie a te, Rose! :-)
EliminaGrazie per tutte le segnalazioni!
RispondiEliminaLeggendo queste cose mi vien voglia di fare una pausa dai soliti baloon e tradurre frasi lunghe, subordinate che si intrecciano, parole e ideogrammi nuovi. Chissà se prima o poi mi ricapiterà l'occasione...
Sì, le subordinate complicate e intrecciate a volte sono molto gustose!
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